Pedofilia clericale. Facciamo un po' di chiarezza

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Agabo
00domenica 25 marzo 2012 09:13
... con qualche statistica.

Apro questo 3d allo scopo di postare ogni articolo di interesse, nuovo o vecchio che sia, per fare un po' di chiarezza sulla probabile vera entità del fenomeno. Anziché postare tanti articoli sparsi in discussioni diverse, li potremmo segnalare in un unico topic, cioè qui, se l'idea vi aggrada.

Scorrendo tra i risultati Google ho visto che c'è un po' di confusione quando si cerca di mettere a punto delle statistiche. Alcuni tentano di minimizzare il fenomeno, costoro giungono ad affermare che per "pedofilia" bisognerebbe escludere quegli abusi fatti su minori che hanno compiuto gli 11 anni!, cioè, basterebbe che la vittima abbia 11 anni e 6 mesi che il reato cambia nome o viene cancellato e rinominato come un rapporto tra "innammorati" anche se la vittima è appena appena adolescente (vedi la posizione del CESNUR www.cesnur.org/2010/mi_preti_pedofili.html ).
E vi sono quelli che sono stati definiti "indignati" che mostrano altri numeri e fanno dei ragionamenti differenti.

Inizio segnalando un articolo equilibrato:
www.moschebianche.it/2010/03/26/preti-cattolici-e-pedofilia-le-vere-dimensioni-del-f...
e chiedo la vostra collaborazione per sviluppare l'argomento con le vostre riflessioni ed il vostro contributo di ricerca di articoli attinenti.
Grazie.
kelly70
00domenica 25 marzo 2012 10:13
MI sembra un'ottima idea [SM=g27811]

Intanto l'ho spostata nella sezione dove si parla appunto della pedofilia del clero cattolico.

Dopo vado a spulciare sul sito le ultime cose che ho postato e le riporto anche qui.




Agabo
00domenica 25 marzo 2012 13:33


I preti pedofili e le colpe della Chiesa
VIAGGIO NEL SILENZIO
Vania Lucia Gaito
Storie e testimonianze
Chiarelettere Editore
www.viaggionelsilenzio.it

Da oggi in libreria
Acquista online

“Quanta sporcizia c’è nella Chiesa…Signore, la veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli!” - Cardinale Joseph Ratzinger, 2005

La storia
Il video Sex crimes and Vatican è stato tradotto in italiano e offerto in rete in Italia sul sito Bispensiero, cui collabora l’autrice di questo libro.
Si è spalancata una porta su un mondo che gli italiani non avevano mai conosciuto.
Ma quel video raccontava soprattutto la realtà di un dramma fuori d’Italia. A Bispensiero arrivarono invece centinaia di testimonianze di vittime italiane, casi di persone che per anni non avevano avuto il coraggio di parlare e che adesso uscivano allo scoperto.

Pretesto (di Vania Lucia Gaito)
Il 1° ottobre 2006 la Bbc mandò in onda un documentario intitolato Sex crimes and Vatican che fece scandalo.
Poneva l’accento sulla responsabilità del Papa e delle alte gerarchie del Vaticano nella copertura dei sacerdoti pedofili. In pochissimo tempo il filmato fece il giro delle televisioni di tutto il mondo. Ma in Italia nessuna televisione lo acquistò, nessun giornale ne parlò, non se ne seppe nulla.
Vidi il filmato nei primi giorni di maggio del 2007. Era in lingua originale, e il mio arrugginito inglese bastò a farmi capire che si trattava di qualcosa che non poteva essere passato sotto silenzio. Non esisteva una versione in italiano. [continua a leggere]
Sottotitolai il video e lo pubblicai, il 4 maggio 2007, su Bispensiero, il sito internet di informazione con il quale collaboro. In pochi giorni, fu visto da centinaia di persone. I «grandi» della rete lo pubblicarono: Libero, Google, YouTube. In capo a una settimana lo avevano visto in seicentomila. I giornali cominciarono a parlarne. Ne scrisse inizialmente «la Repubblica», e via via gli altri. Poi cominciarono le radio. La domenica successiva l’«Avvenire», il giornale della Cei, la Conferenza episcopale italiana, pubblicò un editoriale in cui tentava di sbugiardare i contenuti del filmato e invitava gli autori a vergognarsi e a scusarsi.
La distribuzione italiana della Bbc scrisse una email a Bispensiero, diffidando il sito e chiedendo di ritirare il documentario. Ma ormai era troppo tardi, ovunque era in rete. Il giovedì successivo, in diretta televisiva durante la trasmissione Annozero, Michele Santoro annunciò di essere in trattativa per l’acquisto del filmato, che sarebbe stato trasmesso la settimana seguente, il 17 maggio. E sui giornali scoppiò la bufera. Molti esponenti politici italiani, ancor prima di averlo visto gridarono allo scandalo, e in difesa della Chiesa fecero forti pressioni sulla Rai perché non comprasse i diritti del video e non lo trasmettesse. La polemica durò diversi giorni. Fu chiesto l’intervento del garante per la par condicio, addirittura.
Il video, sul web, fu visto da quasi cinque milioni di persone. Almeno altri cinque milioni guardarono la trasmissione di Michele Santoro, a cui parteciparono l’autore del documentario e monsignor Rino Fisichella. Per la par condicio, forse. Insomma, si era spalancata una porta su un mondo che gli italiani non avevano mai visto o che nessuno aveva mai voluto far vedere loro.
In quei giorni accadde anche qualcos’altro. Alla mia casella di posta arrivarono centinaia di email. Di protesta, di ringraziamento, di rabbia, di indignazione. E in mezzo a tante, arrivavano anche le lettere di chi aveva subìto abusi. Poco o molto, una sola volta o a lungo. Ma sempre in silenzio. Vergognandosi di ciò che avevano patito. E poi le altre, quelle che davano una stretta allo stomaco solo a leggerle: vittime diventate carnefici, pronti a rimettere in scena il dramma infamante per riscattarsi ogni volta, ogni volta senza riuscirci. Le leggevo e sapevo che non potevo ritirarmi adesso, non potevo gettare solo uno sguardo su quello che avevo visto, appena dietro la porta.
Le domande che mi avevano rivolto fino a quel momento erano solo un punto di partenza. Adesso dovevo andare oltre, e raccontare quello che c’era.
Questo libro è la storia di quel viaggio. Delle cose che ho visto e delle cose che ho sentito, delle persone che ho incontrato e di quelle che non hanno voluto neanche parlarmi. Delle voci che non avevo mai ascoltato e degli occhi che non avevo mai visto. E le racconto così, come sono accadute, per proseguire quel discorso che cominciai, spalancando quella porta.

In copertina
Aiutiamo la Chiesa a eliminare questa terribile macchia. Non stiamo parlando di casi isolati, lo scandalo dei preti pedofili non riguarda solo gli Stati Uniti (5000 casi!). Sono migliaia in tutto il mondo, e molti in Italia. Un fenomeno e una malattia taciuti e sopportati per anni, nella vergogna e nel dolore. E coperti dal Vaticano, pronto a solidarizzare anche con chi è stato condannato dalla giustizia dei loro paesi. O, se proprio costretto, a risarcire la vittima comprandone il silenzio.
Come racconta questo libro. “Tu non parlare con nessuno”: la Chiesa sembra offrire solo la promessa del perdono alle vittime e ai colpevoli, tutti allo stesso modo peccatori. Pesa molto l’elogio di Giovanni Paolo II al fondatore dei Legionari di Cristo, ritenuto colpevole di decine di abusi, l’imbarazzo di fronte ai casi di don Cantini e don Gelmini, tanto amico di illustri personaggi (Berlusconi, Gasparri, Fini).
Ma adesso qualcosa sta cambiando. Questo libro raccoglie le voci di chi ha avuto il coraggio di denunciare e di ribellarsi, raccontando anche che cos’è oggi veramente la vita di un prete.
Ci aspettiamo dalla Chiesa un gesto forte che la renda credibile agli occhi del mondo come ispiratrice di giustizia e verità.

Postfazione di Massimilano Frassi, presidente dell’associazione Onlus Prometeo. Lotta alla pedofilia e tutela infanzia violata.
Con una lettera a Giovanni Paolo II di un gruppo di ex Legionari di Cristo, vittime di padre Marcial Maciel Degollado.

L’autrice
Vania Lucia Gaito, psicologa, salernitana di origine, collabora con il sito di controinformazione Bispensiero.
Nel maggio 2007 traduce e sottotitola in italiano il documentario della BBC Sex Crimes and Vatican, pubblicandolo su Bispensiero. Inizia così una intensa attività di informazione sul fenomeno della pedofilia clericale. I suoi articoli di denuncia coinvolgono le alte sfere ecclesiali, portando alla luce fatti e testimonianze scomode che nessun mezzo di informazione aveva mai pubblicato.
Recentemente ha reso pubblico il nebuloso passato di Don Gelmini e i suoi problemi con la giustizia. Numerose le testimonianze scaturite dai suoi articoli, sia da parte dell’opinione pubblica sensibile al problema, che da parte di coloro che avendo subito abusi, adesso decidono di aprirsi e testimoniare la propria esperienza.

In sintesi
Questo libro raccoglie quelle voci ed è il frutto del lavoro di chi per anni ha lavorato per far venire fuori la verità e denunciarla. Contro una congiura del silenzio sostenuta anche dalle gerarchie ecclesiastiche preoccupate innanzitutto di non far emergere il fenomeno, molto meno di fermarlo e di aiutare le vittime.
Due dati, tra gli altri: in Italia i casi noti di pedofilia clericale sono una cinquantina ma le segnalazioni e le richieste d’aiuto sono centinaia. Meno del 10% del clero osserva il celibato.
L’elenco dei sacerdoti condannati per pedofilia è lungo e disponibile. Nel libro vengono ricostruiti molti di questi episodi con nomi e cognomi. Quello di don Pierangelo Bertagna (Abbazia di Farneta, Arezzo) è quello più grave e sconvolgente: nel 2005 ha confessato di aver abusato di 30 bambini, tra gli 8 e i 15 anni.
Ma l’intento dell’autrice è di capire perché questa tragedia si sia potuta verificare. E dà la parola a chi da dentro la Chiesa vive in modo contrastato il problema della sessualità. Com’è l’educazione nei seminari, quali sono le abitudini, che cosa si fa. Viene fuori un quadro allarmante: la mancanza di uno sviluppo psico-sessuale normale può spiegare la tendenza alla pedofilia. Non è un caso che tutte le diocesi americane abbiano recentemente chiuso i seminari minori. La convenzione dei diritti del minore dell’ONU (mai firmata dal Vaticano) proibisce il reclutamento al di fuori dell’ambiente familiare. Eppure in Italia continuano a esserci 123 seminari minori.

Mia nota: Ho letto il libro nelle edizioni TEA nel gennaio del 2010. Lo rileggerò.

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UN ALTRO INTERESSANTE SITO CHE RIPORTA DIVERSI ARTICOLI SULL'ARGOMENTO E UN PAIO DI VIDEO:
viaggionelsilenzio.ilcannocchiale.it/
Agabo
00domenica 25 marzo 2012 14:19
I papi e il sesso

I papi e il sesso from Agabo on Vimeo.



Prete pedofilo e cocainomane (+ altri video):
www.vanialuciagaito.it/index.php?option=com_content&view=category&id=38&layout=blog&I...

Mi chiamo Mario, abusato per quattro anni in Seminario: altracitta.org/2010/03/24/mi-chiamo-mario-abusato-per-quattro-anni-in-seminario-viaggio-tra-gli-scandali-v...

Dal sito testimonigeova.com (i link puntanto a pagine di quotidiani molto noti, può capitare, però, che alcune di queste non siano più indicizzate dai motori di ricerca):
1. www.testimonigeova.com/DottrinaCattolica.htm
2. www.testimonigeova.com/pedofilia.htm
3. www.testimonigeova.com/VaticanoEbasilicaDiSPietro2.htm
Blumare369
00domenica 25 marzo 2012 16:28
Dobbiamo rallegrarci... fossero stati altri tempi dopo averli inculati, i bambini, li avrebbero bruciati oppure messi in seminario per farli preti e perpetuare così la specie.
Agabo
00domenica 1 aprile 2012 17:03
Riporto un estratto di alcune pagine del libro di Massimo Introvigne "Preti pedofili".




L'autore cerca di minimizzare la responsabilità dei preti pedofili con giochetti vergognosi. Si rifà a "statistiche" isolate, certamente incomplete e datate.

Riporta l'opinione di alcuni "esperti" secondo i quali si può parlare di pedofilia solo se le vittime hanno compiuto gli 11 anni (non dice di che cosa sarebbero colpevoli quando le vittime superano questa età).

In seguito, secondo il detto "A mal comune mezzo gaudio" cita i casi di pedofilia che sono avvenuti in altre confessioni religiose (molto simili a quella cattolica) e vi si sguazza ma, per carità! solo per mostrare che i preti pedofili cattolici sono numericamente inferiori!

In ultimo, ci poteva mancare? fa un paragone tra i casi di pedofilia commessi da preti cattolici e quelli commessi nel mondo laico, certamente a sfavore di questi ultimi (mi domando, però, a quale parrocchia appartengano quelli di questa secondo categoria).

Naturalmente, non solo nelle pagine riportate, ma in tutto il libro il bravo Introvigne elogia sfacciatamente le iniziative di Papa Benedetto XVI e dei Vescovi delle chiese per prevenire ed arginare il problema (che sviolinata!). E se non bastasse, c'è anche il vittimismo derivante dalle accuse esagerate e/o infondate dei media.

Un libro come questo fa certo presa su delle menti deboli e dal pensiero distorto come quelle di certi apologeti forumistici cattolici di nostra conoscenza. Chissà perchè, se il fenomeno trattato è così poco rilevante, si continua a leggere sui mezzi di comunicazione di nuovi casi, spesso eclatanti, di pedofilia pretesca!

Questo è il testo, dite la vostra:


Quanti sono davvero i preti pedofili

Tornando agli Stati Uniti, aggiungo che le cifre non cambierebbero in modo significativo se si aggiungesse il periodo 2002-20 1 0, perché già lo studio del John Jay College notava il declino notevolissimo dei casi negli anni 2000. Le nuove inchieste sono state poche, e le condanne pochissime, a causa di misure rigorose introdotte sia dai vescovi statunitensi
sia dalla Santa Sede.
Lo studio del John Jay College ci dice, come si legge spesso, che il quattro per cento dei sacerdoti americani sono «pedofili»? Niente affatto. Secondo quella ricerca il 78,2% delle
accuse si riferisce a minorenni che hanno superato la pubertà (National Review Board for the Protection of Children and Young People 2004, 26).
«"Preti pedofili" - è l 'opinione del John Jay College – è un 'etichetta inaccurata o incompleta. Il manuale diagnostico e statistico dell' American Psychiatric Association, il DSM IV, classifica la pedofilia come una malattia e la definisce come l' attrazione sessuale di un adulto verso minori prepuberi. ( . . . ) Benché sia difficile stabilire in via generale se uno specifico atto di abuso sessuale di un minore costituisca pedofilia, e l'età in cui inizia la pubertà vari in ogni caso individuale, in via generale si considera come indicativo della
pedofilia un atto che comincia quando il minore ha meno di undici anni» (ibidem). Avere rapporti sessuali con una diciassettenne non è certamente una bella cosa, tanto meno per
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un prete: ma non si tratta di pedofilia. Dunque i sacerdoti accusati di effettiva pedofilia negli Stati Uniti sono 958 in cinquantadue anni, diciotto all'anno. Le condanne sono state
54 , poco più di una all' anno. Il numero di condanne penali di sacerdoti e religiosi in altri
Paesi è simile a quello degli Stati Uniti, anche se per nessun Paese si dispone di uno studio completo come quello del John Jay College. Si cita spesso una serie di rapporti governativi in Irlanda che definiscono «endemica» la presenza di abusi nei collegi e negli orfanotrofi (maschili) gestiti da alcune diocesi e ordini religiosi, e non vi è dubbio che casi di abusi sessuali su minori anche molto gravi in questo Paese vi siano stati. Lo spoglio sistematico di questi rapporti mostra peraltro come molte accuse riguardino l'uso di mezzi di correzione eccessivi o violenti. Il cosiddetto rapporto Ryan del 2009 (Commission to lnquire into Child Abuse, 2009) usa un linguaggio molto duro nei confronti della Chiesa cattolica, e documenta alcuni episodi effettivamente atroci, senz' altro tenuti presenti da Benedetto XV I nella sua lettera del 2010. Su 25.000 allievi di collegi, riformatori e orfanotrofi nel periodo che esamina riporta 253 accuse di abusi sessuali da parte di ragazzi e 128 da parte di ragazze, peraltro non tutte attribuite a sacerdoti, religiosi o religiose, di diversa natura e gravità, raramente riferite a bambini prepuberi e che ancor più raramente hanno condotto a condanne.

I preti non sono più «a rischio» di altre categorie

Una domanda sgradevole - perché il semplice porla sembra difensivo, e non consola le vittime -ma importante è se essere un prete cattolico sia una condizione che comporta un
rischio di diventare pedofilo o di abusare sessualmente di
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minori - le due cose, come si è visto, non coincidono perché chi abusa di una sedicenne non è un pedofilo - più elevato rispetto al resto della popolazione. Rispondere a questa
domanda è fondamentale per scoprire le cause del fenomeno e quindi per prevenirlo. Non si possono accettare le obiezioni secondo cui porsi queste domande mette in secondo
piano le responsabilità dei preti pedofili e non serve a nulla. Tutta la sociologia della devianza ha alla base l' indagine sistematica su quali categorie siano più o meno a rischio
di cadere in comportamenti devianti. La stessa prevenzione non può prescindere dai dati statistici.
Secondo gli studi di Jenkins se si paragona la Chiesa cattolica degli Stati Uniti alle principali denominazioni protestanti si scopre che il tasso di sacerdoti condannati per abusi
sessuali a seconda delle aree geografiche varia dallo 0,2 all'1,7 % del totale (Jenkins 1 996, 81), mentre tra i ministri protestanti «il 10% circa è coinvolto in abusi sessuali e dal
2 al 3% è pedofilo» (ibid. , 50).
Vale la pena di aggiungere qualche esempio, a fronte di una stampa che si concentra quasi esclusivamente sui sacerdoti cattolici. Eccone uno: quattrocento bambini molestati,
un'intera zona infestata da ministri di culto pedofili che i superiori per quarant'anni si limitano a trasferire da una parrocchia all' altra, ostacolando in ogni modo le indagini della polizia. Una commissione d'inchiesta, condanne, scuse pubbliche che secondo le vittime non possono bastare, un vescovo che si dimette. L'ennesimo episodio di pedofilia nella
Chiesa cattolica? Niente affatto: si tratta dello scandalo dei pastori pedofili nella Chiesa anglicana dell'Australia del Nord, scoperto nel 2003.
La Comunione anglicana fin dagli anni Ottanta è stata devastata da alcuni dei più clamorosi scandali di abusi di minori e di pedofilia dell'intero mondo anglosassone. Nel gior-
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no di venerdì santo del 2002 William Persell, vescovo di Chicago della Chiesa episcopaliana -la branca statunitense della Comunione anglicana -dichiarava in un sermone: «Saremmo ingenui e disonesti se dicessimo che quello della pedofilia è un problema della Chiesa cattolica e non ha nulla a che fare con noi anglicani perché abbiamo preti sposati e donne prete. Non è così» (Episcopal News Service 2002).
Per questo i commenti dell'arcivescovo di Canterbury e responsabile mondiale della Comunione anglicana, Rowan Williams, che il3 aprile 20l0 in un'intervista alla BBC (BBC
News 2010a) ha scatenato un attacco senza precedenti contro la Chiesa cattolica, unendo la sua voce all'assalto in corso contro Benedetto XVI, hanno lasciato perplessi molti. Dal
punto di vista statistico Williams -che qualche ora dopo si è peraltro scusato per il tono della sua intervista (BBC News 2010b)-ha certamente torto. Un rapporto del 2002 di un'agenzia protestante americana, Christian Ministry Resources, concludeva che «i cattolici ricevono tutta l'attenzione nei media, ma il problema è maggiore nelle Chiese protestanti» (Clayton, 2002) dove le accuse (certo da non confondersi con le condanne) negli Stati Uniti erano arrivate al bel numero di settanta alla settimana (ibid. ). Nelle congregazioni della Comunione anglicana i siti specializzati riportano centinaia di casi. Secondo Jenkins la sola branca statunitense della Comunione anglicana nel 1992 era arrivata a trasferire alla sua società di assicurazione trentanove casi all' anno relativi ad abusi su minori (Jenkins 1996, 51).
Nel 2002 in Australia il pastore anglicano Robert Ellmore, sposato, fu condannato per avere abusato di numerosi bambini, fra cui la sua nipotina di cinque anni (il caso è citato
e documentato, come i seguenti, dal sito www.reformation. com). Un pastore episcopaliano di Tucson, in Arizona, Stephen P. Apthorp, nel 1992 era stato condannato per ave-
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re violentato 830 volte la figliastra, inducendola a tentare il suicidio, a partire da quando aveva dieci anni. In Australia nel 1995 la Chiesa anglicana aveva deciso di occuparsi del
problema costituendo un comitato della Chiesa sugli abusi sessuali. Uno dei membri più noti del comitato era il canonico anglicano Ross Leslie McAuley. Quando lo nominarono,
i vertici della Chiesa anglicana sapevano già che era sotto inchiesta per diversi casi di abusi omosessuali. Più tardi sarebbe stato descritto dai suoi stessi superiori come «un predatore sessuale». Negli Stati Uniti hanno ammesso abusi omosessuali su minori un vescovo episcopaliano e il vicepresidente della House of Deputies, uno dei principali organi di governo della Chiesa episcopaliana (Jenkins 1996, 5 1-52). Il 12 marzo 2009 in Australia un ex responsabile della Church of England Boys Society è stato condannato a diciotto anni di carcere per una lunga catena di abusi sui bambini. E non si tratta dell'ultimo caso.
Sarebbe naturalmente sbagliato ogni atteggiamento del tipo: «mal comune mezzo gaudio»: a costo di ripeterei, ribadiamo che le responsabilità di altri non fanno venire meno
quelle gravissime dei sacerdoti cattolici effettivamente colpevoli.
Ma i dati sono rilevanti per rispondere alla domanda se essere un sacerdote cattolico sia una condizione che predispone particolarmente alla pedofilia. Le statistiche mostrano almeno che non è vero che i sacerdoti cattolici corrano maggiori rischi di diventare pedofili rispetto ad altre categorie di persone a causa del celibato. La maggior parte dei pastori protestanti è sposata, e l'incidenza degli abusi sui minori e la pedofilia non sono meno significative rispetto al clero cattolico.
E non solo. Nello stesso periodo in cui un centinaio di sacerdoti americani era condannato per abusi sessuali su minori, il numero di professori di ginnastica e allenatori di squadre
sportive giovanili -anche questi in grande maggioran-
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za sposati - giudicato colpevole dello stesso reato dai tribunali statunitensi sfiorava i seimila (Dobie 2002, 25). Secondo uno studio commissionato dal Ministero dell'Educazione negli Stati Uniti il 6,7 % dei bambini americani è vittima di molestie sessuali a scuola da parte di maestri e personale non insegnante (Shakeshaft 2004, 20). Gli esempi potrebbero continuare, non solo negli Stati Uniti. E soprattutto secondo
i periodici rapporti del governo americano (se ne veda un sommario in Catholic League for Religious and Civil Rights 2004 ) due terzi circa delle molestie sessuali su minori non vengono da estranei o da educatori -preti, maestri di scuola e pastori protestanti compresi - ma da familiari: patrigni, zii, cugini, fratelli e purtroppo anche genitori. Dati simili esistono per numerosi altri Paesi.

kelly70
00domenica 1 aprile 2012 17:54
Si basa tutto sulle statistiche eh? Ci credo, loro stanno in una botte di ferro, ma non perchè i casi siano inferiori alle altre categorie, ma perchè grazie al capillare sistema di insabbiamento e nascondimento dei casi, nonchè il terrorismo psicologico nei confronti delle vittime (sul danno la beffa)la maggior parte di essi non sono venuti e non verranno mai alla luce.

Invece proprio perchè sacerdoti dovrebbero vergognarsi il doppio degli altri e avere il buon gusto di tacere, invece di tentare improbabili giustificazioni.

Il prete che tentò le avances a due persone della mia famiglia (anni'40-'50) mentre faceva loro ripetizioni di latino (era stato pure raccomandato [SM=g27825] ) alla fine fu solo spostato di parrocchia, a furia di denunce di genitori, ma MAI DENUNCIATO. Il suo caso non fa parte delle statistiche, lo conoscono solo i diretti interessati, e chissà quanti ce ne sono.

Perciò l'unica che possono fare i vari Introvigne e difensori della Chiesa è tapparsi la bocca.
Agabo
00domenica 1 aprile 2012 18:48
Re:

Si basa tutto sulle statistiche eh? Ci credo, loro stanno in una botte di ferro, ma non perchè i casi siano inferiori alle altre categorie, ma perchè grazie al capillare sistema di insabbiamento e nascondimento dei casi, nonchè il terrorismo psicologico nei confronti delle vittime (sul danno la beffa)la maggior parte di essi non sono venuti e non verranno mai alla luce.


Sì, ma "quali" statistiche? Non ci sono degli studi approfonditi a riguardo e citare una o due fonti non significa molto.

Riguardo agli insabbiamenti, il libro non ne parla, naturalmente, è tutto una sviolinata ai molti interventi ufficiali che il papa ha fatto negli ultimi anni, incalzato proprio dalle accuse provenienti da associazioni di famiglie delle vittime, da sedi legali e soprattutto dai media. Prima di tutto questo c'era silenzio quasi assoluto.

Il libro di Introvigne è un capolavoro di "insabbiamento" anch'esso. Fa addirittura risalire le cause di questo fenomeno a certe "aperture" del Concilio Vaticano II!, al fenomeno sociale che va sotto il nome di "SESSANTOTTO"! e alla "secolarizzazione delle chiese". La prende alla lontana, insomma, "dimenticando" che anche prima di questi "fenomeni sociali" c'era eccome la pedofilia pretesca, e alla grande!


Invece proprio perchè sacerdoti dovrebbero vergognarsi il doppio degli altri e avere il buon gusto di tacere, invece di tentare improbabili giustificazioni.


Non solo, ma non si parla nemmeno di denunciare i pedofili per assicurarli alla giustizia, cosa doverosa per molti motivi, soprattutto perchè il pedofilo reitera i suoi crimini e va quindi fermato immediatamente.
C'è anche quella "noticella" che gli abusi commessi su minori che hanno compiuto gli 11 anni non sarebbero configurabili come casi di pedofilia ... per non compromettere le loro statistiche, naturalmente!


Il prete che tentò le avances a due persone della mia famiglia (anni'40-'50) mentre faceva loro ripetizioni di latino (era stato pure raccomandato [SM=g27825] ) alla fine fu solo spostato di parrocchia, a furia di denunce di genitori, ma MAI DENUNCIATO. Il suo caso non fa parte delle statistiche, lo conoscono solo i diretti interessati, e chissà quanti ce ne sono.

Perciò l'unica che possono fare i vari Introvigne e difensori della Chiesa è tapparsi la bocca.


Ti illudi che questa gentaglia si tappi la bocca... quello che non dobbiamo fare assolutamente NOI ... e smontare i loro meschini ragionamenti.



Agabo
00domenica 1 aprile 2012 19:25

Un’analisi originale della matrice culturale che ha legittimato la pedofilia. Un’indagine approfondita sulle azioni della Chiesa cattolica che da secoli garantiscono l’impunità dei pedofili.

"Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro" di Federico Tulli

Prefazione di Adriano Prosperi

L'Asino d'oro edizioni
ISBN: 978-88-6443-051-5
Prezzo: €18,00
Data pubblicazione:
29 ottobre 2010

Non so se conoscete già questo sito: norational.wordpress.com/
Bene, un'altra fonte d'informazioni!

Blumare369
00domenica 1 aprile 2012 19:28
I genitori che mandano i bambini dai preti sanno benissimno a cosa li espongono. Inutile fare tante ciance. I preti in larga misura sono sessualmente frustrati e molti di questi frustrati si avviano verso la pedopornografia, la pedofilia, l'omosessualità indotta da repressione e sempre sempre all'onanismo.

I genitori che mandano i bambini al catechismo saranno complici per distrazione, ignoranza, timore, soggezione del prete pedofilo se il loro figlio avrà la sventura di incontrarne uno. Sarebbe come mandare i bambini nella giugla dove fra i tanti animali ci sono anche le tigri. Non è detto che il bambino incontri la tigre, ma se la incontra sarà colpa dei genitori se la tigre lo sbranerà. IL pedofilo è un malato e i genitori che affidano il loro figlio a un prete non possono poi dire che non potevano immaginare.
Agabo
00domenica 1 aprile 2012 19:57
Pedofilia, dal Vaticano un sabba di menzogne


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Il ruolo del sacerdozio dopo lo scandalo della pedofilia
di Paolo Flores d’Arcais, il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2010

Contro la pedofilia dei suoi preti, sembra proprio che il Papa voglia fare sul serio. Perché allora continua a occultare la verità sul passato e ha messo online un falso? Padre Federico Lombardi, infatti, non agisce di testa propria, è il portavoce della Santa Sede, e inoltre è persona di squisita gentilezza. Se dunque non ha risposte alle “quattro domande cruciali” che con una mia lettera aperta questo giornale gli ha rivolto una settimana fa non è perché non ha voluto, è perché non poteva: non aveva la “licenza de’ superiori”.

Avesse potuto, infatti, avrebbe dovuto confessare quanto segue: la frase chiave “Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte” contenuta nelle famose “linee guida” sulla pedofilia, messe online sul sito ufficiale del Vaticano lunedì 12 aprile, e presentate da padre Lombardi come “disposizioni diramate fin dal 2003” (sito dell’Avvenire, quotidiano della Cei) non risale affatto al 2003 ma è stata coniata nuova di zecca nel weekend del 10-11 aprile.

Al responsabile dell’autorevolissima agenzia internazionale “Associated Press”, Victor Simpson, che chiedeva lumi sulla posizione della Chiesa in fatto di pedofilia, padre Lombardi inviava infatti il venerdì 9 aprile un documento in inglese identico a quello messo online il lunedì successivo, tranne la frase chiave di cui sopra, che non compariva. E che perciò è stata partorita durante il weekend.

Come altro si può chiamare in buon italiano una manipolazione del genere se non un “falso” (“falso: non corrispondente al vero in quanto intenzionalmente deformato”, Devoto-Oli)? Perché tutto l’interesse di quel documento si concentrava nella famosa frase chiave, che non a caso è stata sbandierata come la dimostrazione di una volontà della Chiesa – da anni – di collaborare con le autorità civili, rispettandone le leggi anche quando esse impongono a un vescovo di denunciare alla magistratura inquirente il suo prete sospetto di pedofilia.

E’ dunque falso, assolutamente falso, che la Chiesa cattolica gerarchica avesse già nel 2003 fatto obbligo ai suoi vescovi e sacerdoti di “dare seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte”. All’epoca era vero, anzi, il tassativo obbligo opposto: tacere assolutamente alle autorità civili, in ottemperanza al “segreto pontificio”, che comporta addirittura un giuramento al silenzio fatto solennemente sui vangeli, la cui formula terribile abbiamo riportato in un precedente articolo (cfr. Il Fatto del 10 aprile).

E’ perciò altrettanto falso quanto ha sostenuto mons. Scicluna nei giorni scorsi, secondo cui “accusare l’attuale pontefice [per quando era cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede] di occultamento è falso e calunnioso (…) in alcuni paesi di cultura giuridica anglosassone, ma anche in Francia, i vescovi, se vengono a conoscenza di reati commessi dai propri sacerdoti al di fuori del sigillo sacramentale della confessione, sono obbligati a denunciarli all’autorità giudiziaria”.

Questa non è la dichiarazione di un carneade qualsiasi, perché, come spiega il suo intervistatore Gianni Cardinale “monsignor Charles J. Scicluna è il ‘promotore di giustizia’ della Congregazione per la Dottrina della Fede. In pratica si tratta del pubblico ministero del Tribunale dell’ex sant’Uffizio”. Che l’affermazione di monsignore sia falsa lo prova ad abundantiam la testimonianza dei giorni scorsi del cardinale Dario Castrillon Hoyos, tuttora tra i più stretti collaboratori di Papa Ratzinger, che ha ricordato come fosse stato Giovanni Paolo II in persona a fargli scrivere una lettera di solidarietà e sostegno a un vescovo francese che per il rifiuto a testimoniare contro un suo prete pedofilo era stato condannato a tre mesi con la condizionale.

Padre Federico Lombardi ha opposto un “no comment” alle affermazioni (palesemente inoppugnabili) del porporato colombiano, ma ha aggiunto che l’episodio “dimostrava e dimostra l’opportunità della unificazione delle competenze in capo alla Congregazione per la Dottrina della Fede”. Non rendendosi conto che tale “unificazione” avviene nel maggio del 2001, mentre la lettera del cardinale, per volere di Papa Wojtyla, è del settembre dello stesso anno, dunque è successiva, e conferma l’unica interpretazione che di quella “unificazione” si può dare: il più assoluto segreto era assolutamente centralizzato per renderlo ancora più catafratto.

Perché perciò tutto questo sabba di menzogne, visto che Benedetto XVI sembra davvero intenzionato a cambiare atteggiamento, e a non occultare più alle autorità secolari i casi di pedofilia ecclesiastica (il vescovo di Bolzano e Bressanone ha inviato in procura le prime denunce)?

Perché scegliendo la Verità dovrebbe riconoscere che il suo predecessore aveva ribadito come dovere sacrosanto l’omertà rispetto a magistrati e polizia, e difficilmente dopo tale ammissione potrebbe elevare Karol Wojtyla all’onore degli altari.

Perché dovrebbe confessare Urbi et Orbi che la svolta è di questi giorni, e che egli stesso, come cardinale Prefetto (e in larga misura anche nei primi anni del Pontificato) non ha trovato il coraggio di chiedere coram populo (non sappiamo cosa pensasse in interiore homine) una politica della trasparenza e della denuncia ai tribunali, contribuendo con ciò all’impunità di un numero angoscioso di pedofili, che se prontamente messi in condizione di non nuocere avrebbero risparmiato la via crucis di migliaia di vittime.

Perché dovrebbe ammettere che a tutt’oggi il suo portavoce si è prodigato in un lavoro di raffinata disinformacija, e consentirgli (o intimargli: non sappiamo se padre Lombardi soffra per quanto ha dovuto manipolare) di cambiare registro. Perché…

(28 aprile 2010)
Fonte: temi.repubblica.it/micromega-online/pedofilia-dal-vaticano-un-sabba-di-m...
Agabo
00sabato 7 aprile 2012 20:15
Maledetto ipocrita.


Spagna, in diretta tv il vescovo contro i gay: ''Vanno all'inferno''

"I gay si prostituiscono e sono destinati all’inferno". Così l’arcivescovo di Alcalà de Henares (Madrid) Juan Antonio Reig Pla, nel corso dell’omelia del venerdì santo trasmessa in diretta dalla tv pubblica spagnola, ha associato l’omosessualità alla prostituzione. E non ha risparmiato neppure le giovani donne, che scegliendo di abortire «distruggono se stesse». Secondo Reig Pla i gay sono persone che «fin da piccole pensano di essere attratte dagli individui dello stesso sesso e, a volte, per comprovarlo si prostituiscono o frequentano club di omosessuali: vi assicuro che finiscono all’inferno». L’invettiva ha immediatamente suscitato le proteste degli spagnoli su Twitter

(a cura di Luca Monaco)
Fonte: video.repubblica.it/mondo/spagna-in-diretta-tv-il-vescovo-contro-i-gay-vanno-all-inferno/92235?video=&ref...

All'inferno ci andrà sicuramente lui, l'ipocrita: si è dimenticato di mettere nella lizza i maledetti sporcaccioni preti pedofili e quelli che li coprono e li nascondono. Oltre ai seduttori di parrocchiane.
Ipocrita moralista, all'inferno ci andrai tu, pretazzo di cacca!
=omegabible=
00sabato 7 aprile 2012 20:32
Boccacce di merda!!!!! Ma di cosa cianciano???? Di quello che fanno loro???? [SM=x789071]

Vergognatevi!!!! [SM=x1413487]

Agabo
00martedì 17 aprile 2012 19:35
VI PROPONGO QUESTO VIDEO DI MARCO TRAVAGLIO, ATTENZIONE ALLE CIFRE E AI CASI CHE CITA!:


Agabo
00martedì 17 aprile 2012 20:20
UN VIDEO INDIMENTICABILE ... E DA NON FAR DIMENTICARE!:


Agabo
00mercoledì 23 maggio 2012 20:34

IPOCRITI, SI SOTTRAGGONO AD UNO DEI DOVERI PIU' ELEMENTARI DELLA RESPONSABILITA' CIVILE:
"non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti di pedofilia."
SU ALTRE QUESTIONI, INVECE, GRIDANO E STARNAZZANO COME DELLE OCHE



"IL CASO
Pedofilia, nella direttiva Cei nessun obbligo di denuncia
"Per il vescovo non esiste il dovere di segnalare il caso perché non si tratta di un pubblico ufficiale", si legge nelle linee guida della Conferenza episcopale italiana. Fra i punti del documento "c'è la massima cooperazione con la giustizia"

CITTA' DEL VATICANO - I vescovi italiani non hanno l'obbligo di denunciare alla giustizia civile i casi di sacerdoti pedofili. Lo affermano - come anticipato qualche giorno fa da Repubblica - le linee guida Conferenza episcopale. "Nell'ordinamento italiano il vescovo - si legge nel documento - non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti" di pedofilia.

Entrano così in vigore oggi, con la loro pubblicazione, le linee guida della Cei "per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici" richieste dalla Santa Sede ad ogni episcopato mondiale. Il documento ha già fatto "un passaggio informale, ma autorevole" dalla congregazione Vaticana per la dottrina della fede, che "ha preso atto che la conferenza episcopale italiana ha recepito debitamente" la richiesta avanzata dal Vaticano dopo lo scoppio dello scandalo nel 2010 e il 'giro di vite' della normativa canonica voluta dal Papa.

Fra i punti la cooperazione con la giustizia. "I vescovi hanno sviluppato - ha detto il segretario generale Mariano Crociata, rispondendo ai giornalisti - una cooperazione davvero ordinaria con i magistrati italiani. Auspico che si sviluppi a tutti i livelli nelle nostre collettività, perchè casi di abiso sui minori purtroppo sono
numerosi in tanti ambienti. Da parte nostra è in atto e c'è
la massima collaborazione con i giudici".

Rispondendo a una domanda specifica, monsignor Crociata ha poi escluso che "il reinserimento" dei sacerdoti colpevoli possa costituire un pericolo per i minori. "Il reinserimento - ha affermato - non è mai ritorno alla pastorale ordinaria, un prete che ha avuto questi problemi non torna ad avere la possibilità di contatti con i minori, assolutamente no".

Sono stati 135 i casi di preti pedofili denunciati dalle diocesi italiani alla congregazione per la dottrina della fede - il dicastero Vaticano responsabile per gli abusi su minori commessi dai preti - tra il 2000 e il 2011. In particolare, di questi 135 casi, 53 sacerdoti sono stati "condannati", senza specificare i provvedimenti presi nei loro confronti dall'autorità ecclesiastica, 4 "assolti", mentre gli altri casi sono ancora in fase di istruttoria.

Quanto ai rapporti con la magistratura italiana, 77 dei 135 sacerdoti sono stati denunciati all'autorità giudiziaria, con l'esito di 22 condanne in primo grado, 17 in secondo grado, 21 patteggiamenti, 5 assoluzioni mentre 12 casi sono stati archiviati.


(22 maggio 2012)
Fonte: www.repubblica.it/cronaca/2012/05/22/news/pedofilia_nella_direttiva_cei_nessun_obbligo_di_denuncia-3...
Agabo
00venerdì 25 maggio 2012 19:08


SCARICA UN CAPITOLO DEDICATO AL PROBLEMA DELLA PEDOFILIA NEI SEMINARI (con l'esperienza di Luca Barbareschi)

Vai sul sito:
www.filefactory.com/file/60we3etskghr/n/PedofiliaPinottiOlocaustobi...

e scegli "Slow download". Poi segui le istruzioni.
Agabo
00sabato 14 luglio 2012 07:57
Un altro prete pedofilo. A loro piacciono molto giovani!


ABUSO SUI MINORI
Pedofilia, arrestato prete a Fano
è il portavoce del vescovo locale

Don Giangiacomo Ruggeri arrestato per presunti abusi su una ragazzina minorenne. 43 anni, è parroco della Chiesa di Santa Maria in Orciano. La solidarietà dell'alto prelato alla vittima degli abusi

www.repubblica.it/cronaca/2012/07/13/news/pedofilia_arrestato_prete_a_fano_il_portavoce_del_vescovo-39011754/?ref...
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