Più tette e meno cazzate, prego

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Claudio Cava
00martedì 13 novembre 2007 10:42
…disse il neonato al prete che lo stava battezzando

Scritto da Alteredo
martedì 13 novembre 2007


“Il battesimo è il sacramento ecumenico per eccellenza”. La Chiesa, fin dall’inizio, “ha seguito le orme del Maestro, proponendo a chi vuole incontrare Gesù un itinerario analogo a quello da Lui indicato ai discepoli del Battista”, il catecumenato.
“Per l’adulto che chiede il battesimo si tratta di un vero e proprio percorso di iniziazione cristiana, che unisce catechesi ed esperienza progressiva del dono di Dio. Per chi è stato battezzato da piccolo il cammino coincide con l’educazione alla fede”.
“L’annuncio del Vangelo è la premessa necessaria al battesimo. In una società dove i più venivano battezzati, esso si dava quasi per scontato e l’importanza della preparazione al battesimo veniva piuttosto trascurata. Nella società complessa, multireligiosa e multiculturale, in cui viviamo, l’urgenza di far risuonare l’annuncio della fede e di chiamare alla conversione a Cristo si mostra in tutta la sua necessità”.
“La celebrazione del battesimo inizia con un dialogo: ai genitori si chiede che cosa domandano per il figlio che vogliono battezzare, agli adulti che cosa si aspettano per sé dal battesimo. La risposta è eco della più profonda attesa del cuore umano: ‘la vita eterna’”.
“Come ogni dono, anche quello della vita, offerto nel battesimo, richiede di essere accolto. Per questo motivo, nella celebrazione del battesimo siamo chiamati a dire ‘no’ al peccato e alle seduzioni di Satana....

(tratto dalla Lettera pastorale per l’anno 2007-2008, “L’acqua della vita. Il battesimo e la bellezza di Dio” di monsignor Bruno Forte, Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto, pubblicata il 12 novembre 2007)

Evvabbé, facciamo finta di farci prendere per il culo: non diciamo che battezzare neonati incapaci di opporsi alla pretesa di essere inseriti a pieno titolo nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana è un atto di circonvenzione di incapace nonché il primo stadio del lavaggio del cervello del clero su una mente vergine. No, non diciamolo!

Però, suvvia, arcivescovo Forte, non sarebbe più semplice dire la verità invece di arrampicarsi sugli specchi in un modo così ridicolo? La verità è lampante, lo dica: “Cerchiamo di beccarli da piccoli, quando non hanno l’uso della parola e non possono spernacchiarci sul naso. Prendiamoli prima che abbiano gli strumenti culturali per difendersi e per accorgersi che stiamo togliendo loro la capacità di decidere con la propria testa”.

Certo, caro monsignore, la storia che “come ogni dono, anche il battesimo richiede di essere accolto e per questo motivo siamo chiamati a dire ‘no’ al peccato e alle seduzioni di Satana…” è proprio buffa! Cosa fa il bimbo, le risponde che vuole abbandonare Satana?

Per quanto mi risulta, un neonato vuole una e una sola cosa: succhiare la tetta. E sinceramente trovo molto difficile dargli torto…
E anche se è da un bel po’ che non sono più un nenonato, penso che sia molto più ragionevole e sano lui, nella sua incoscienza, nel bramare la tetta, che lei e tutti i suoi colleghi che invece vi perdete dietro a riti a base d’acqua e abbandono di Satana.

Non mi stupirei se nel segreto della sua testolina, il neonato battezzando, guardando il suo battezzatore, pensasse: “Ma quanto ti avrebbe fatto bene anche a te succhiare un po’ di tette invece che rincoglionirmi con tutte queste cazzate!

www.alteredo.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1011&I...
=omegabible=
00martedì 13 novembre 2007 12:36
re

Veramente simpatico!!!! Grazieeee!!!! [SM=x789048] [SM=x789048] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]


omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
un@ltrame
00martedì 13 novembre 2007 14:12
confesso.
mia figlia è stata battezzata e ha fatto la prima comunione.
quando è nata, io speravo non solo che lei trovasse Dio nella chiesa, ma che lo facesse ritrovare anche a me.
e invece, accompagnarla nella catechesi, che non fanno più in realtà, non vorrai mica farli stancare...,mi ha chiarito che Dio non ha nulla a che spartire con il cattolicesimo e poi mi ha portata a non credere più in nessun dio.
per un genitore, non profondamente convinto della proprio non-fede cattolica, è veramente difficile negare al proprio figlio la possibilità di una vita protetta dal perdono divino, guidata dall'alto. è difficile pensare che se tu morirai, gli avrai spiegato che la morte è la fine di tutto e lo lascerai solo, senza il conforto di un possibile dialogo con te e con dio.
mi rendo conto, ora, che è stato un errore.
ma non so se saprei non commetterlo.
Rainboy
00martedì 13 novembre 2007 21:26
Sei una persona che rispetto profondamente, Un@ltrame.
Data la mia giovane età e l'assenza di figli, non posso parlarti con cognizione di causa. E' un peccato, la tua riflessione mi fa molto pensare...
pyccolo
00mercoledì 14 novembre 2007 00:19
Re:
un@ltrame, 13/11/2007 14.12:

confesso.
mia figlia è stata battezzata e ha fatto la prima comunione.
quando è nata, io speravo non solo che lei trovasse Dio nella chiesa, ma che lo facesse ritrovare anche a me.
e invece, accompagnarla nella catechesi, che non fanno più in realtà, non vorrai mica farli stancare...,mi ha chiarito che Dio non ha nulla a che spartire con il cattolicesimo e poi mi ha portata a non credere più in nessun dio.
per un genitore, non profondamente convinto della proprio non-fede cattolica, è veramente difficile negare al proprio figlio la possibilità di una vita protetta dal perdono divino, guidata dall'alto. è difficile pensare che se tu morirai, gli avrai spiegato che la morte è la fine di tutto e lo lascerai solo, senza il conforto di un possibile dialogo con te e con dio.
mi rendo conto, ora, che è stato un errore.
ma non so se saprei non commetterlo.




Ho riletto più volte, ma me ne sfugge il senso. Che cosa è stato un errore?
Vorresti dire che tornando indietro nel tempo ripeteresti lo stesso errore? Se sì, dimmi, che cosa te lo farebbe ripetere?.

Grazie e chiedo scusa per aver, forse, percepito il senso del tuo discorso, ma per non essere certo d'averlo compreso appieno.

Pyccolo


un@ltrame
00mercoledì 14 novembre 2007 07:45
Re: Re:
pyccolo, 14/11/2007 0.19:




Ho riletto più volte, ma me ne sfugge il senso. Che cosa è stato un errore?
Vorresti dire che tornando indietro nel tempo ripeteresti lo stesso errore? Se sì, dimmi, che cosa te lo farebbe ripetere?.

Grazie e chiedo scusa per aver, forse, percepito il senso del tuo discorso, ma per non essere certo d'averlo compreso appieno.

Pyccolo




scusa tu.
forse l'argomento è un po' troppo complesso per le mie capacità di esposizione e di sintesi.
l'errore è stato aver avuto paura. è stata la paura a farmi da guida in questa scelta.
oggi mia figlia adolescente è confusa da messaggi contraddittori che io stessa le ho inviato. e già essere un'adolescente non è semplice.
cerco di insegnare a mia figlia ad avere coraggio nell'affrontare la vita, ma c'è questa scelta iniziale che è in contraddizione con tutto il resto.
eppure, credo che avere fede, quella fede cieca che chiede paracelso nel racconto riportato in un altro post, sia un grande aiuto nell'affrontare la vita. e da madre non so se potrei mai negare a un figlio questo appiglio assoluto, privo di dubbi, che a tutto da un senso, per mia scelta.

temo di aver fatto ancor più confusione...


@ rainboy: grazie. e il rispeto è quanto meno ricambiato

Rainboy
00mercoledì 14 novembre 2007 11:19

l'errore è stato aver avuto paura. è stata la paura a farmi da guida in questa scelta.
oggi mia figlia adolescente è confusa da messaggi contraddittori che io stessa le ho inviato. e già essere un'adolescente non è semplice.
cerco di insegnare a mia figlia ad avere coraggio nell'affrontare la vita, ma c'è questa scelta iniziale che è in contraddizione con tutto il resto.
eppure, credo che avere fede, quella fede cieca che chiede paracelso nel racconto riportato in un altro post, sia un grande aiuto nell'affrontare la vita. e da madre non so se potrei mai negare a un figlio questo appiglio assoluto, privo di dubbi, che a tutto da un senso, per mia scelta.



Sento molta tristezza in quello che dici. E' come se tu temessi molto di essere giudicata come madre. Ma anche se hai sbagliato - se pensi di aver sbagliato, intendo - probabilmente tua figlia lo capirà e ti assolverà dalla tua paura, un giorno. Con la maturità si riconoscono e si perdonano dapprima gli errori fatti a fin di bene, e alla fine anche quelli fatti semplicemente perché si è umani.
Il punto è che per quanto contraddittoria tu possa essere stata, secondo me in quanto madre di un'adolescente il tuo impulso dovrebbe essere quello di insegnarle soprattutto lo scetticismo.
La vedo un po' come una questione di... necessità.
Io non so niente di che madre tu sia, o di come sia tua figia, ma in quanto figlio so che se nessuno ti insegna ad essere scettico, a dubitare, a riflettere senza trarre conclusioni in base al tuo primo impulso... beh, allora difficilmente tu lo impari da solo.
E perché dovresti, in fondo? Agire senza riflettere è più facile, più comodo, e soprattutto in questa società spesso è addirittura più premiato, soprattutto fra i giovani.
L'adolescenza è il periodo dell'egoismo interiore: smettere di iniziare a pensare a sé stessi come bambini e cercare conferme come individui adulti. Credo che in questo periodo una figlia scopra già da sola, che la propria madre non è perfetta. Non importa ormai se rimpiangi di averla avvicinata a qualcosa che non sentivi come tuo. Ma se cerchi di insegnarle ad avere coraggio nell'affrontare la vita... io personalmente ritengo che il pensiero e il dubbio siano la prima e più autentica forma di coraggio morale, da cui tutte le altre discendono.

Naturalmente è soltanto la mia misera opinione, fanne quello che vuoi.
pyccolo
00mercoledì 14 novembre 2007 11:24
Re: Re: Re:


l'errore è stato aver avuto paura. è stata la paura a farmi da guida in questa scelta.



Paura di che cosa? Intendi dire che avresti voluto trasmettergli un messaggio di fede ed invece gliene hai trasmesso un'altro ed ora percepisci che questo sia stato un errore?


oggi mia figlia adolescente è confusa da messaggi contraddittori che io stessa le ho inviato. e già essere un'adolescente non è semplice.



Intendi dire che tua figlia è confusa fra "fede sì" e "fede no"? Tu noti in lei questa confusione o noti in lei sicurezza in ciò che ha deciso d'essere? Mi è parso d'aver compreso che lei sia convinta e che induca anche te a fare una scelta indipendentemente dalla fede.


cerco di insegnare a mia figlia ad avere coraggio nell'affrontare la vita, ma c'è questa scelta iniziale che è in contraddizione con tutto il resto.



Intendi dire che il coraggio da avere nella vita sia imprescindibile dalla fede? Come dire che chi è privo di fede sia destinato alla paura ed alla disperazione?


eppure, credo che avere fede, quella fede cieca che chiede paracelso nel racconto riportato in un altro post, sia un grande aiuto nell'affrontare la vita.


Questo è ciò che tu credi, non necessariamente quello che è?
Se io invece ti dicessi che la fede trasmessami mi ha riservato molti drammi, al limite della disperazione oltre cui c'è il nulla, tu, mamma in senso lato, cosa avresti da dirmi? Certo, non posso dire quale sarebbe stato il mio percorso di vita senza fede, ma posso invece dire com'è stato con essa (ed ancora il peso di essa si fa notevolmente sentire sulle mie scelte, limitandomi). Eppure non recrimino nei confronti dei miei genitori che, nel trasmettermela, han agito sicuramente in buona fede, pensando di darmi il meglio della loro eredità. Cosa centrano dunque i genitori? Tu dai e trasmetti ciò che hai. Se hai dubbi trasmetti dubbi, se hai certezze trasmetti certezze.
Dato che, fortunatamente, i figli han la loro razionalità e capacità di elaborazione, fanno le scelte che fanno senza imputarle ai genitori. Se le imputassero le imputerebbero a torto. Ciò che tu trasmetti a tua figlia è uno strumento che lei deve impiegare o non impiegare nelle sue scelte, assumendosi la responsabilità dei risultati. Non possiamo essere assorbiti dall'eterno dilemma: Incoraggio mio figlio a partire per Londra nella sua ricerca di un lavoro, oppure, lasciandomi prendere dal dubbio dei pericoli del viaggio e da chissà mai potrebbe capitargli, lo scoraggio?
Si dà il caso che, qualunque sia la decisione, può risultare un bene od un male. Questo vale per ogni cosa che facciamo nella vita. Non sapremo mai a priori se le scelte saranno state vincenti o perdenti.
Dobbiamo semplicemente metterci il cuore in pace e vivere serenamente, sapendo che qualunque evento negativo non può essere dipeso dalla nostra volontà.
La tua paura nasce da una tua convinzione interiore che ti fa credere che la fede abbia un vantaggio in più rispetto alla sua assenza.
A parte il fatto che qui il discorso si amplia, ed anche di molto.
Sai perchè?
Perchè non è vero, cara Francesca, che atei ed agnostici non abbiano fede, altrimenti non sarebbero essere umani. Hanno fede, eccome che hanno fede. Nessuno potrebbe vivere senza un qualche tipo di fede, non necessariamente preconfezionata e non necessariamente del tipo che la richiedeva Paracelso, cieca. Quel racconto mostra come la mancanza di fede sia la scusa più plateale per addossare a noi esseri umani i nostri guai: ti è capitato questo perchè non hai avuto fede, se l'avessi avuta avresti visto la potenza della divina provvidenza (a posteriori tutti diventano saggi), sta di fatto che i guai capitano a chi ha fede come a chi non ne ha e, dai guai, si risolleva sia chi ha fede che chi non ne ha, così come l'esatto contrario.
Esistono perciò due tipi di fede, una di queste appartiene ad atei ed agnostici. Lo ha illustrato in qualche modo l'amichissimo Claudio Cava raccontando la sua esperienza di vita in rapporto ai suoi figli.



e da madre non so se potrei mai negare a un figlio questo appiglio assoluto, privo di dubbi, che a tutto da un senso, per mia scelta.

temo di aver fatto ancor più confusione...



Mandalo da Paracelso [SM=g27828] , chissà che decida diversamente da quel discepolo, che capì il truchetto e lo salutò per sempre, oppure che decida come il lettore che, credendo sorprendentemente al gran finale, accoglie la fede richiesta da Paracelso. [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]


Tanti saluti ed auguri.

Pyccolo [SM=x789062]


un@ltrame
00mercoledì 14 novembre 2007 11:56
prima di tutto, grazie a entrambi.

@ rainboy: non temo il giudizio, temo gli effetti di ciò che faccio.
però la mia ragazza sa bene qual è la mia posizione. non le ho mai raccontato bugie e ho condiviso i miei dubbi, ovviamente relazionandomi alla sua età. e non sempre è facile, non solo parlando di fede.

@ piccolo: credo che potrei ascoltare o leggere le tue argomentazioni per ore.
mia figlia attualmente sta beatamente tra quelli che non prendono posizione.
l'errore sta nel non aver mandato un messaggio chiaro.
ed hai ragione quando scrivi La tua paura nasce da una tua convinzione interiore che ti fa credere che la fede abbia un vantaggio in più rispetto alla sua assenza.
questo mi capita perchè io ho vissuto i primi 15/16 anni della mia vita accompagnata da una grande fede e rinunciarvi è stato difficile.
Rainboy
00mercoledì 14 novembre 2007 13:18

la mia ragazza sa bene qual è la mia posizione. non le ho mai raccontato bugie e ho condiviso i miei dubbi, ovviamente relazionandomi alla sua età. e non sempre è facile, non solo parlando di fede.


Allora per come la vedo io, i tuoi timori sono infondati. Hai fatto tutto ciò che dovevi fare, non puoi ascriverti colpe... e non credo che tua figlia, quando si guarderà indietro, te ne ascriverà.


mia figlia attualmente sta beatamente tra quelli che non prendono posizione.
l'errore sta nel non aver mandato un messaggio chiaro.


Ma che motivo hai per pensare che fosse doveroso mandare un messaggio chiaro? La fede è una materia tutt'altro che chiara, se avessi dato a tua figlia un'educazione così limpida circa le posizioni religiose, non avresti avuto lo stesso alcuna garanzia di fare il suo bene.

Ritieni che la fede dia un vantaggio. Forse in certi casi è vero, ma puoi essere certa che sia così, visto che tu l'hai abbandonata? Forse ti dava certezze, ma hai poi scoperto che queste certezze erano incompatibili con te... e se erano incompatibili con te, perché presumere a priori che siano buone per tua figlia?
Dare un messaggio meno chiaro significa nel tuo caso anche dare un messaggio più autentico. Questo potrebbe servire a renderle più facile il superamento delle convinzioni che si è portata dietro come bambina, e l'ottenimento di una visione matura con meno dolore. Quale che sia questa visione, credente o agnostica o atea o quel che sarà.

Io credo molto nella frase "la mia fede non ti salverà. Trova la tua".

kelly70
00mercoledì 14 novembre 2007 13:30
Re:
Rainboy, 14/11/2007 13.18:



Dare un messaggio meno chiaro significa nel tuo caso anche dare un messaggio più autentico. Questo potrebbe servire a renderle più facile il superamento delle convinzioni che si è portata dietro come bambina, e l'ottenimento di una visione matura con meno dolore. Quale che sia questa visione, credente o agnostica o atea o quel che sarà.

Io credo molto nella frase "la mia fede non ti salverà. Trova la tua".




Sono daccordo.

La fede di un bambino deve necessariamente evolversi come accade con tutte le convinzioni proprie di quell'età.

Non ha senso inculcare la fede a un bambino proprio perchè è un bambino ed è naturalmente portato a credere a ciò che dicono gli adulti.

Ciao

Kelly


[SM=x789061]

pcerini
00mercoledì 14 novembre 2007 14:13
Se avessi dei figli piccoli e venissi a sapere che qualche pretonzolo gli ha rotto le scatole a scuola o altrove non ci penserei due volte a sporgere denuncia!



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