Protesta in Rete: Adidas ‘stoppa’ le scarpe con le catene da schiavi

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kelly70
00sabato 23 giugno 2012 15:15
Lanciate su Facebook con una campagna ad hoc, le JS Roundhouse Mids hanno scatenato un dibattito rovente
a causa di un ceppo di catena da allacciare alla caviglia. Ai più è sembrata una citazione della schiavitù nera. E la casa tedesca ha bloccato l'uscita del modello

di Luca Pisapia | 22 giugno 2012
Share on printShare on emailMore Sharing Services46Non c’è pace per Adidas. Dopo che è stato scoperto che le divise ufficiali delle Olimpiadi di Londra 2012 sono prodotte in Indonesia, in fabbriche dove gli operai e le operaie lavorano in condizioni di sfruttamento prossime alla schiavitù, la multinazionale tedesca dell’abbigliamento torna nell’occhio del ciclone. Colpa delle nuove calzature modello JS Roundhouse Mids. Delle scarpe da ginnastica bianche, viola e arancioni che sono completate da un ceppo di catena da allacciare alla caviglia: per quella che ai più è sembrata una disgustosa citazione della schiavitù nera.

Lanciate in pompa magna su Facebook il 14 giugno, in vista della prevista uscita sul mercato per agosto, dapprima i consumatori hanno ricoperto le JS Roundhouse Mids di apprezzamenti entusiasti: arrivando fino a quasi 40mila ‘mi piace’ e 8mila ‘condividi’ in poche ore. Poi, piano piano, in molti si sono resi conto dell’ovvio riferimento ai ceppi utilizzati per incatenare nei secoli passati gli schiavi afroamericani e hanno cominciato a protestare. Gli utenti del social network nei loro commenti indignati, cresciuti di numero fin quasi ad oscurare i numerosissimi ‘mi piace’, hanno cominciato a definirle “disgustose”, “offensive”, “vomitevoli” e “ignoranti”.

L’utente Ezra Casey ha commentato: “Questa è l’idea più stupida che sia mai stata pensata per vendere una scarpa. E’ volgare e di cattivo gusto”. E se qualcuno ha continuato a trovarle belle, l’utente Katy Tee ha scritto: “A parte che sono brutte, queste scarpe sono offensive a più livelli. Innanzitutto perché sfruttano lo ‘stile prigione’ di moda adesso in America. E poi da un punto di vista storico, come reagirebbe un ebreo davanti a un paio di scarpe con la svastica, se la casa di produzione si giustificasse dicendo che è solo moda?”. Perché all’inizio Adidas si era pure risentita delle critiche, e in un comunicato stampa aveva scritto: “Lo stile delle JS Roundhouse Mids non è altro che il punto di vista unico e stravagante di un designer rinomato come Jeremy Scott. Non c’è alcun accenno alla schiavitù e respingiamo ogni accusa”.

Ma intanto la protesta montava. Non solo gente comune e potenziali consumatori, sono intervenuti anche diversi accademici che hanno scritto parole di fuoco sull’utilizzo di simboli di morte e schiavitù in un prodotto per il consumo di massa, per di più destinato agli adolescenti. Sul blog Your Black World, Boyce Watkins, docente alla Syracuse University, ha scritto: “Queste scarpe sono offensive perché non c’è nulla di divertente a proposito del complesso industriale delle prigioni: la cosa più simile al genocidio accaduta alla famiglia nera dai tempi della schiavitù”. E a questo punto Adidas è stata costretta a fare marcia indietro, ritirando le scarpe dal mercato.

In un secondo comunicato stampa, la multinazionale dell’abbigliamento ha dapprima ribadito che le scarpe sono state disegnate secondo “il punto di vista unico e stravagante” del loro designer, quasi a voler scaricare ogni responsabilità. E hanno poi ha aggiunto: “Chiediamo scusa a tutte le persone che si sono ritenute offese da questo prodotto, che abbiamo deciso di non rendere più disponibile dal prossimo agosto come era inizialmente pianificato”. Chissà se nel frattempo hanno chiesto scusa anche alle migliaia di lavoratori sfruttati a sangue per loro conto nelle fabbriche di paesi lontani, dove le tutele sindacali e i diritti dei lavoratori sono soppressi nel nome del progresso. E di un schiavitù in salsa post-moderna.

www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/22/protesta-in-rete-adidas-stoppa-le-scarpe-con-le-catene-da-schiavi...


Ma si può essere più idioti di così? Ve le meritereste davvero le catene, coxxxxxi che non siete altro. Mi riferisco a quelli che le hanno apprezzate e comprate. A chi le ha prodotte tanto di cappello, adesso sanno fin dove può arrivare l'idiozia del popolo bue. [SM=g8799]
!Freddie!
00domenica 1 luglio 2012 16:06
Clamorose quanto opportune sviste...

Ma si può essere più idioti di così? Ve le meritereste davvero le catene, coxxxxxi che non siete altro. Mi riferisco a quelli che le hanno apprezzate e comprate. A chi le ha prodotte tanto di cappello, adesso sanno fin dove può arrivare l'idiozia del popolo bue.

Questo è il limite di chi guarda solo fino alla punta del proprio naso (che non deve essere neanche tanto lungo a giudicare dal commento finale): un giudizio squisitamente estetico sul cattivo gusto di un'idea lanciata per promuovere un prodotto commerciale e si tace (per ignoranza o perchè difficilmente se ne comprende l'effettiva portata) su quella che è l'aspetto più importante e pregnante della storia.
A beneficio di quanti non avrebbero letto nulla in proposito (non su questo forum, intendo) e sperando in un rigurgito delle coscienze anestetizzate di quanti credono marginali determinati argomenti - mentre incoerentemente si riempiono la bocca di paroloni riguardo ai diritti umani, alle libertà delle coscienze violate, ai soprusi ed abusi subìti da vittime innocenti - riporto l'articolo dell'Indipendent dove vengono denunciati fatti che anch'io ho riportato in diversi post (riguardo altri casi) e che spesso e sovente sono stati tacciati come sciocchezze e artifici retorici a cominciare dell'autrice di questo post e a seguire da quanti nella loro straordinaria semplicità e nettezza di opinione hanno mostrato un'aridità di pensiero pari solo alla bassezza delle argomentazioni addotte.


Non c’è pace per Adidas. Dopo che è stato scoperto che le divise ufficiali delle Olimpiadi di Londra 2012 sono prodotte in Indonesia, in fabbriche dove gli operai e le operaie lavorano in condizioni di sfruttamento prossime alla schiavitù


Kathy Marks, corrispondente dal sudest asiatico del quotidiano britannico, è andata in Indonesia, dove l'azienda tedesca - partner ufficiale dei Giochi - si serve di varie fabbriche in appalto. Ha scoperto sfruttamento, vessazioni, stipendi da fame e straordinari non pagati. L'esatto opposto di quanto predicato e raccontato dal comitato organizzatore inglese.

Smascherati: la realtà che si cela dietro le Olimpiadi ‘etiche’ di Londra”. Efficace già dal titolo, il lungo reportage di Kathy Marks, corrispondente dal sudest asiatico del quotidiano britannico The Independent, è un eccellente esercizio di verità che mette a nudo le ipocrisie del carrozzone olimpico moderno e delle aziende che lo sponsorizzano. Kathy Marks si è recata in Indonesia, nella città industriale di Tangerang, dove Adidas, partner ufficiale di London 2012, si serve di varie fabbriche in appalto per produrre scarpe e abbigliamento sportivo con il suo marchio. E quello che ha trovato è, nelle sue parole, “una serie di fabbriche dove mancano i basilari diritti: i lavoratori sono sfruttati, lavorano fino a 65 ore la settimana per paghe da miseria, subiscono abusi verbali e fisici, sono costretti a fare straordinari anche non pagati e vengono puniti se non raggiungono gli obiettivi di produzione“.

Un inferno. Un sistema di produzione concentrazionista per permettere che a luglio e ad agosto il mondo possa assistere a quelli che sono stati presentati dagli organizzatori come i giochi olimpici “più etici della storia”. Adidas, che il mese scorso ha presentato la sua collezione disegnata da Stella McCartney per la divisa olimpica degli atleti britannici, prevede profitti di centinaia di milioni di euro solo dalla vendita di prodotti con il suo marchio abbinati all’Olimpiade. Eppure, per la produzione di queste merci, ha scelto di servirsi di lavoratori che vengono pagati meno di 50 centesimi l’ora. Un comunicato stampa della multinazionale tedesca assicura che le condizioni di sfruttamento sono un’eccezione e non la norma, e che gli straordinari degli operai, se ci sono, devono essere ‘volontari’.

Poi, tramite il comitato organizzatore di London 2012 (Locog) fa sapere che sarà condotta un’ulteriore indagine, al termine della quale i risultati saranno resi pubblici. Lo stesso Locog si dice “scioccato” dall’inchiesta di The Independent e annuncia che “agirà al più presto per proteggere i diritti dei lavoratori”. Se non è certo una novità che diverse aziende, da Apple a Nike, utilizzano manodopera a basso costo nei paesi cosiddetti in via di sviluppo, dove le tutele sindacali sono blande o inesistenti, in questo caso ad andarci di mezzo è anche l’organizzazione di London 2012. Da un punto di vista etico. Perché dietro la maschera di giochi etici e sostenibili si aprono voragini: come il disinteresse totale dimostrato dal comitato organizzatore sulle condizioni dei lavoratori che producono i prodotti ufficiali; o come la scelta di utilizzare come sponsor principale per lo Stadio Olimpico la Dow Chemical, multinazionale statunitense che anni fa ha rilevato la Union Carbide, azienda responsabile del disastro di Bophal in India.

E da un punto di vista formale. Perché come fabbriche in appalto di Adidas, partner ufficiale olimpico, i nove stabilimenti visitati da Kathy Marks sarebbero infatti obbligati ad ottemperare all’Ethical Trading Initiative (ETI): un accordo internazionale firmato e sottoscritto dal Locog e da tutte le aziende partner di London 2012. Il regolamento ETI prevede che agli operai sia corrisposto uno stipendio del 20 per cento superiore al salario minimo di ogni paese, cosa che puntualmente non accade, e che siano tutelati i basilari diritti sindacali. Invece Kathy Marks ha appreso che in queste fabbriche chiunque faccia attività sindacale è licenziato in tronco. Peccato che per Adidas questi licenziamenti risultino essere un semplice ridimensionamento della forza lavoro produttiva. Inoltre nessuno degli operai intervistati è a conoscenza dell’accordo ETI, né tantomeno della possibilità di contattare il Locog per denunciare le condizioni di sfruttamento. Anche perché, spiega The Independent, ancora a febbraio il codice etico era stato tradotto solo in mandarino.

Dal canto suo Adidas fa sapere che conduce annualmente ispezioni in tutte le fabbriche utilizzate in appalto per la produzione. Peccato che, come racconta un sindacalista indonesiano, i lavoratori di queste fabbriche siano avvisati in anticipo delle ispezioni. I luoghi di lavoro sono “ripuliti”, gli operai obbligati a rendersi “presentabili”, se non nascosti in bagno per non essere visti, e comunque a rispondere ai questionari di Adidas come già concordato in precedenza con i quadri della fabbrica. Anna McMullen, portavoce della campagna Playfair 2012 che monitora le condizioni dei lavoratori olimpici, spiega: “Ogni procedura di autocontrollo da parte di Adidas è stata un fallimento. L’azienda si è dimostrata disinteressata alle condizioni dei lavoratori e inadempiente ai minimi standard di controllo pur di raggiungere il massimo profitto”. Adidas Italia, cercata con insistenza da ilfattoquotidiano.it, non si è resa reperibile per alcun commento.



Forse postare questo articolo avrebbe potuto turbare chi aveva in mente di acquistare un prodotto Adidas.
Vediamo se c'è ancora chi avrà il coraggio...pardon, lo stomaco di farlo sapendo questo.
Ah, già...qualcuno ha scritto che è vero (o è giusto, o è bene ecc.) SOLO ciò che ognuno reputa che sia tale. Comodo alibi per avere sempre l'asso nella manica durante un confronto. Solo che coloro che hanno assi nella manica sono comunemente chiamati: BARI!!!!!
Comunque il mio essere credente mi impone di sperare che le cose possano sempre cambiare. Magari, qualcuno sta già riflettendo sulla questione e comincia a mettere davvero in moto il proprio cervello.

Un fraterno saluto. [SM=g27811]

Freddie
-------------------
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
kelly70
00domenica 1 luglio 2012 17:40
Re: Clamorose quanto opportune sviste...
!Freddie!, 01/07/2012 16.06:


Ma si può essere più idioti di così? Ve le meritereste davvero le catene, coxxxxxi che non siete altro. Mi riferisco a quelli che le hanno apprezzate e comprate. A chi le ha prodotte tanto di cappello, adesso sanno fin dove può arrivare l'idiozia del popolo bue.

Questo è il limite di chi guarda solo fino alla punta del proprio naso (che non deve essere neanche tanto lungo a giudicare dal commento finale): un giudizio squisitamente estetico sul cattivo gusto di un'idea lanciata per promuovere un prodotto commerciale e si tace (per ignoranza o perchè difficilmente se ne comprende l'effettiva portata) su quella che è l'aspetto più importante e pregnante della storia.
A beneficio di quanti non avrebbero letto nulla in proposito (non su questo forum, intendo) e sperando in un rigurgito delle coscienze anestetizzate di quanti credono marginali determinati argomenti - mentre incoerentemente si riempiono la bocca di paroloni riguardo ai diritti umani, alle libertà delle coscienze violate, ai soprusi ed abusi subìti da vittime innocenti - riporto l'articolo dell'Indipendent dove vengono denunciati fatti che anch'io ho riportato in diversi post (riguardo altri casi) e che spesso e sovente sono stati tacciati come sciocchezze e artifici retorici a cominciare dell'autrice di questo post e a seguire da quanti nella loro straordinaria semplicità e nettezza di opinione hanno mostrato un'aridità di pensiero pari solo alla bassezza delle argomentazioni addotte.


Non c’è pace per Adidas. Dopo che è stato scoperto che le divise ufficiali delle Olimpiadi di Londra 2012 sono prodotte in Indonesia, in fabbriche dove gli operai e le operaie lavorano in condizioni di sfruttamento prossime alla schiavitù


Kathy Marks, corrispondente dal sudest asiatico del quotidiano britannico, è andata in Indonesia, dove l'azienda tedesca - partner ufficiale dei Giochi - si serve di varie fabbriche in appalto. Ha scoperto sfruttamento, vessazioni, stipendi da fame e straordinari non pagati. L'esatto opposto di quanto predicato e raccontato dal comitato organizzatore inglese.

Smascherati: la realtà che si cela dietro le Olimpiadi ‘etiche’ di Londra”. Efficace già dal titolo, il lungo reportage di Kathy Marks, corrispondente dal sudest asiatico del quotidiano britannico The Independent, è un eccellente esercizio di verità che mette a nudo le ipocrisie del carrozzone olimpico moderno e delle aziende che lo sponsorizzano. Kathy Marks si è recata in Indonesia, nella città industriale di Tangerang, dove Adidas, partner ufficiale di London 2012, si serve di varie fabbriche in appalto per produrre scarpe e abbigliamento sportivo con il suo marchio. E quello che ha trovato è, nelle sue parole, “una serie di fabbriche dove mancano i basilari diritti: i lavoratori sono sfruttati, lavorano fino a 65 ore la settimana per paghe da miseria, subiscono abusi verbali e fisici, sono costretti a fare straordinari anche non pagati e vengono puniti se non raggiungono gli obiettivi di produzione“.

Un inferno. Un sistema di produzione concentrazionista per permettere che a luglio e ad agosto il mondo possa assistere a quelli che sono stati presentati dagli organizzatori come i giochi olimpici “più etici della storia”. Adidas, che il mese scorso ha presentato la sua collezione disegnata da Stella McCartney per la divisa olimpica degli atleti britannici, prevede profitti di centinaia di milioni di euro solo dalla vendita di prodotti con il suo marchio abbinati all’Olimpiade. Eppure, per la produzione di queste merci, ha scelto di servirsi di lavoratori che vengono pagati meno di 50 centesimi l’ora. Un comunicato stampa della multinazionale tedesca assicura che le condizioni di sfruttamento sono un’eccezione e non la norma, e che gli straordinari degli operai, se ci sono, devono essere ‘volontari’.

Poi, tramite il comitato organizzatore di London 2012 (Locog) fa sapere che sarà condotta un’ulteriore indagine, al termine della quale i risultati saranno resi pubblici. Lo stesso Locog si dice “scioccato” dall’inchiesta di The Independent e annuncia che “agirà al più presto per proteggere i diritti dei lavoratori”. Se non è certo una novità che diverse aziende, da Apple a Nike, utilizzano manodopera a basso costo nei paesi cosiddetti in via di sviluppo, dove le tutele sindacali sono blande o inesistenti, in questo caso ad andarci di mezzo è anche l’organizzazione di London 2012. Da un punto di vista etico. Perché dietro la maschera di giochi etici e sostenibili si aprono voragini: come il disinteresse totale dimostrato dal comitato organizzatore sulle condizioni dei lavoratori che producono i prodotti ufficiali; o come la scelta di utilizzare come sponsor principale per lo Stadio Olimpico la Dow Chemical, multinazionale statunitense che anni fa ha rilevato la Union Carbide, azienda responsabile del disastro di Bophal in India.

E da un punto di vista formale. Perché come fabbriche in appalto di Adidas, partner ufficiale olimpico, i nove stabilimenti visitati da Kathy Marks sarebbero infatti obbligati ad ottemperare all’Ethical Trading Initiative (ETI): un accordo internazionale firmato e sottoscritto dal Locog e da tutte le aziende partner di London 2012. Il regolamento ETI prevede che agli operai sia corrisposto uno stipendio del 20 per cento superiore al salario minimo di ogni paese, cosa che puntualmente non accade, e che siano tutelati i basilari diritti sindacali. Invece Kathy Marks ha appreso che in queste fabbriche chiunque faccia attività sindacale è licenziato in tronco. Peccato che per Adidas questi licenziamenti risultino essere un semplice ridimensionamento della forza lavoro produttiva. Inoltre nessuno degli operai intervistati è a conoscenza dell’accordo ETI, né tantomeno della possibilità di contattare il Locog per denunciare le condizioni di sfruttamento. Anche perché, spiega The Independent, ancora a febbraio il codice etico era stato tradotto solo in mandarino.

Dal canto suo Adidas fa sapere che conduce annualmente ispezioni in tutte le fabbriche utilizzate in appalto per la produzione. Peccato che, come racconta un sindacalista indonesiano, i lavoratori di queste fabbriche siano avvisati in anticipo delle ispezioni. I luoghi di lavoro sono “ripuliti”, gli operai obbligati a rendersi “presentabili”, se non nascosti in bagno per non essere visti, e comunque a rispondere ai questionari di Adidas come già concordato in precedenza con i quadri della fabbrica. Anna McMullen, portavoce della campagna Playfair 2012 che monitora le condizioni dei lavoratori olimpici, spiega: “Ogni procedura di autocontrollo da parte di Adidas è stata un fallimento. L’azienda si è dimostrata disinteressata alle condizioni dei lavoratori e inadempiente ai minimi standard di controllo pur di raggiungere il massimo profitto”. Adidas Italia, cercata con insistenza da ilfattoquotidiano.it, non si è resa reperibile per alcun commento.



Forse postare questo articolo avrebbe potuto turbare chi aveva in mente di acquistare un prodotto Adidas.
Vediamo se c'è ancora chi avrà il coraggio...pardon, lo stomaco di farlo sapendo questo.
Ah, già...qualcuno ha scritto che è vero (o è giusto, o è bene ecc.) SOLO ciò che ognuno reputa che sia tale. Comodo alibi per avere sempre l'asso nella manica durante un confronto. Solo che coloro che hanno assi nella manica sono comunemente chiamati: BARI!!!!!
Comunque il mio essere credente mi impone di sperare che le cose possano sempre cambiare. Magari, qualcuno sta già riflettendo sulla questione e comincia a mettere davvero in moto il proprio cervello.

Un fraterno saluto. [SM=g27811]

Freddie
-------------------
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.




Ma tu non perdi mai la buona occasione per stare zitto, invece di sparare stronzate a raffica?

Come al solito hai distorto il discorso con l'unico scopo di venire qui a fare la lezioncina agli atei che promuovono la ditta cattiva che sfrutta i poveri lavoratori per produrre le sue scarpe.

Beh, sappi che la tua cara chiesa fa la stessa identica cosa quando sfrutta la creduloneria e la situazione di bisogno della gente per convertirla al cristianesimo e promuovere così, il suo prodotto!!!!!

L'Adidas non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima a fare queste cose, finchè saremo tutti disposti a venderci per un tozzo di pane, o per un i-phone. O finchè ci saranno idioti che comprano le scarpe Adidas.

Tu invece, come sempre, fermati al significato immediato di quello che leggi, e ricama su ciò che non c'è scritto. Questo non era un articolo di denuncia sui metodi di lavoro della Adidas, era su quanto sono imbecilli quelli che comprano certa roba, e quanto sono furbi quelli che la producono.

Sulla presunzione del Freddie invece stendiamo un velo pietoso. [SM=x1414722]
!Freddie!
00lunedì 2 luglio 2012 14:56
Da che pulpito...la predica!

Ma tu non perdi mai la buona occasione per stare zitto, invece di sparare stronzate a raffica?

Come al solito hai distorto il discorso con l'unico scopo di venire qui a fare la lezioncina agli atei che promuovono la ditta cattiva che sfrutta i poveri lavoratori per produrre le sue scarpe.

Beh, sappi che la tua cara chiesa fa la stessa identica cosa quando sfrutta la creduloneria e la situazione di bisogno della gente per convertirla al cristianesimo e promuovere così, il suo prodotto!!!!!

L'Adidas non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima a fare queste cose, finchè saremo tutti disposti a venderci per un tozzo di pane, o per un i-phone. O finchè ci saranno idioti che comprano le scarpe Adidas.

Tu invece, come sempre, fermati al significato immediato di quello che leggi, e ricama su ciò che non c'è scritto. Questo non era un articolo di denuncia sui metodi di lavoro della Adidas, era su quanto sono imbecilli quelli che comprano certa roba, e quanto sono furbi quelli che la producono.

Sulla presunzione del Freddie invece stendiamo un velo pietoso.


Semmai, saresti tu a non aver capito il classico fico secco strivendo, poi, cazzate. Io non ho minimamente immaginato che gli atei in questo forum promuovessero una determinata marca. Ma mi riferivo SOLO Al TUO COMMENTO FINALE che esprimevi circa l'Adidas; un giudizio, in soldoni, di natura estetica - e l'ho ANCHE SOTTOLINEATO "un giudizio squisitamente estetico sul cattivo gusto di un'idea lanciata per promuovere un prodotto commerciale" (ma forse soffri di presbiopia?) - tralasciando l'altra notizia più importante che riguarda l'uomo. Insomma, mettevo a confronto la priorità che di una notizia a te (e quanti la dovessero pensare come te)sembra essere più importante: l'estetica (o l'aspetto più evidente) piuttosto che un sistema, uno stato di cose che vessa il più debole e che TUTTI alimentiamo con le nostre scelte. Su questo punto non ci sono innocenti. Non esiste nessune che abbia le mani pulite! Non importa in che misura, secondo una norma penale ladro non è solo chi ruba, ma anche chi tiene il sacco (o fa il palo, o indica gli oggetti da rubare ecc.).
Inoltre, il fatto che più di una volta - quando ho argomentato su tali questioni - TU, in primis, ed altri, poi, le hanno liquidate come delle sciocchezze o come delle prediche (come anche in questo caso) invece di considerarle informazioni utili (sebbene in forma polemica) che potrebbero aiutare a cambiarlo questo mondo invece di mettersi in cattedra e giudicare l'operato di altri per vederci sempre e comunque il male, mentre non ci si accorge di essere comunque dei complici quando siamo al supermarket o in altri negozi. Il fatto di non aver neanche accennato a queste ingiustizie inerenti l'Adidas (ma sempre prontissimi ad evidenziare situazioni aventi altri soggetti come protagonisti, veri o presunti) - preferendo scrivere, piuttosto, un commento di taglio estetico - unito ai giudizi di merito su tali argomenti espressi da diversi foristi in passato mi fa pensare (fino a prova contraria, ovvio) che di queste cose non ve ne freghi molto, a meno che a compierle non sia qualche prelato o vescovo o cardinale ecc... come se un'azione malvagia fosse tale (o degna di essere evidenziata) sulla base della categoria di persone che la compiono e non per la sua natura ingiusta. E queste non sono invenzioni; del resto, ci sono decine di interventi in cui questa doppiezza è più che evidente!!!!!


L'Adidas non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima a fare queste cose, finchè saremo tutti disposti a venderci per un tozzo di pane, o per un i-phone. O finchè ci saranno idioti che comprano le scarpe Adidas.

Io lo ripeto da un sacco di post, tu/voi ne scrivete solo adesso. Quando lo dicevo io erano fesserie; lo scrivi tu (o qualcun altro) e se non è una verità, poco ci manca! Ci sono un mucchio di interventi che confermano quello che ho scritto, non devo neanche sforzarmi di cercarli.

Al di là di ogni considerazione, spero davvero che qualcuno iscritto a questo forum o quanti passano da qui per caso, per curiosità, per interesse ecc. apra la propria mente sulla problematica degli acquisti responsabili per provare a cambiare un pò lo stato delle cose, questo sistema che permette a noi di vivere del superfluo (sempre e comunque) mentre altri non hanno neanche il necessario. Se si è in tanti e sensibili alla questione, le cose possono cambiare (come è avvenuto per la Coca Cola), se si fanno solo chiacchiere strumentali...
Nessuno nasce imparato, si dice dalla mie parti, certe cose potete apprenderle anche da un credente che forse su questi temi ne sà un pò più di qualcuno di voi. Non è certo la fine del mondo!


Un fraterno saluto. [SM=g27811]

Freddie
-------------------
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
kelly70
00lunedì 2 luglio 2012 15:20
Visto che la sai così lunga, invece di venire qui a criticare quello che postiamo noi, perchè non fai tu l'informatore e posti gli articoli, seri, che dimostrano le cose che dici?

Qua si fa controinformazione di qualsiasi genere, ma a te interessa solo venire a fare le prediche su quello che non si dice. Scendi dal piedistallo e fai quello che devi, invece di lanciare strali contro chi sta lavorando.

Ma si sa, voi credenti sapete solo criticare il lavoro degli altri. Avresti fatto più bella figura a dire: giusto, perchè l'Adidas fa anche questo e quest'altro...
Invece no, hai pontificato su ciò che non ho scritto, ben sapendo che qui siamo contro i soprusi di qualsiasi genere, non seguiamo le mode e non portiamo acqua ai mulini delle multinazionali, compresa quella cattolica.

Allarga i tuoi orizzonti, invece di denigrare gli altri per ciò che non dicono. Di gente che parla a sproposito ce n'è già troppa.

Senza fraterni saluti [SM=g27812]
Kelly
!Freddie!
00sabato 7 luglio 2012 16:35
In replica...


Visto che la sai così lunga, invece di venire qui a criticare quello che postiamo noi, perchè non fai tu l'informatore e posti gli articoli, seri, che dimostrano le cose che dici?

Guarda che io non vengo a criticare, ma intervengo (come fanno tutti) esprimendo una mia opinione o punto di vista (sacrosanto) su quanto altri scrivono in modo imperfetto, inesatto, improprio, incompleto o totalmtente inventato, rispetto alle mie informazioni. Se quello che scrivo a qualcuno non và giù, non è colpa mia. Non devo compiacere nessuno, ma al tempo stesso mi aspetto dai partecipanti a questo forum che questi siano pronti a leggere anche pareri contrari a quanto scrivono e sappiano controbbattere nel modo adeguato; cioè, portando argomenti e non opinioni a confutazione (cosa molto difficile, a quanto pare). Che ci sia un preconcetto, una prevenzione nei miei confronti perchè credente (e nei confronti di chi esprime un credo non asservito alla causa ateista), è cosa nota ed assodata; tant'è vero che i miei interventi sono considerate "critiche" e non contributi alla discussione (per quanto contrari alle tesi che qualcuno porta avanti). Cosa dovrei postare, di grazia? Le mie fonti vengono quasi tutte da pubblicazioni cattoliche quali: Nigrizia, Jesus, Pax Christi ecc. - tra l'altro, molto accurate nella loro esposizione - che sarebbero negate a priori da voi tanto che vi affannereste a delegittimare e screditare tali riviste piuttosto che contraddire quanto viene da loro riportato (perchè ignoranti - nel senso etimologico della parola - sull'argomento). Eppoi, le cose che dico, alla fine, risultano vere dato che anche altre riviste e giornali non confessionali - quali L'Independent, appunto - riportano identiche notizie (anzi, non è raro che assurgono proprio da fonti cattoliche!).

Qua si fa controinformazione di qualsiasi genere, ma a te interessa solo venire a fare le prediche su quello che non si dice. Scendi dal piedistallo e fai quello che devi, invece di lanciare strali contro chi sta lavorando.


Controinformazione non significa scrivere di tutto e di più astenendosi dal dare ad altri ragioni di quelle stesse controinformazioni: Inoltre, Controinformazione non significa DIKTAT senz'appello; cioè,: "Questo scrivo, questo è considerato veritiero!"; anche la controinformazione è soggetta a critica e DEVE soggiacere alle leggi del contraddittorio. Se alle repliche di una notizia in "controinformazione" si cerca la scappatoia di screditare l'interlocutore o di delegittimare quanto viene scritto con le opinioni personali o ci si butta sulle generalizzazioni e si procede a ritroso fino ai tempi di Adamo ed Eva (tutte cose che si verificano puntualmente ad ogni intervento che sia contrario o non in linea con quanto viene scritto da te e da altri posti sulla stessa lunghezza d'onda), allora non si è capito nulla del significato della parola: dibattito.

Ma si sa, voi credenti sapete solo criticare il lavoro degli altri. Avresti fatto più bella figura a dire: giusto, perchè l'Adidas fa anche questo e quest'altro...
Invece no, hai pontificato su ciò che non ho scritto, ben sapendo che qui siamo contro i soprusi di qualsiasi genere, non seguiamo le mode e non portiamo acqua ai mulini delle multinazionali, compresa quella cattolica.



Ecco la prova provata: Voi credenti! Innanzi tutto, sono IO che sto replicando a TE e, quindi, non nasconderti dietro la categoria. Eppoi, non devi mica dirmi TU come devo impostare un mio intervento che per quanto TU lo voglia criticare dice, senza dubbio, il vero visto che riporta quanto scritto da un giornale al di sopra di ogni sospetto quale l'Independent. Inoltre, per l'ennesima volta, sottolineo che ho criticato un TUO commento riguardante gli aspetti estetici di una campagna pubblicitaria di una nota marca di scarpe, astenendoti di aggiungere un altro aspetto più importante e pregnante: quello vessatorio che la nota marca compiva verso i propri dipendenti indonesiani (perchè non potevi non sapere, visto che entrando nel link l'articolo segnalava i soprusi e le ingiustizie compiute ai danni dei lavoratori asiatici). Insomma, nel mio intervento sostengo: 1^ che la tua informazione è incompleta; 2^ che la tua priorità di giudizio si è concentrata su un aspetto estetico e non su quello umano; 3^ che la tua attenzione sui diritti umani e sulla dignità delle persone è attentissima quando queste vengono messe in pericolo da preti e affini o da cattolici, più in generale (solo loro, chissà perchè) mentre sorvola quando questi diritti, questa dignità è violata da altri soggetti. La domanda è: una notizia è più notizia quando i protagonisti sono determinate persone o categorie di persone? La risposta è scontata...
E' su questo che devi replicarmi, non su generalizzazioni tipo: "Voi cattolici", "La Chiesa cattolica", "L'Inquisizione", "Le Crociate", "Adamo ed Eva", "Quello che fate voi" ecc.


Allarga i tuoi orizzonti, invece di denigrare gli altri per ciò che non dicono. Di gente che parla a sproposito ce n'è già troppa.

Abbiate TU e qualcun altro più umiltà nel riconoscere che ci sono persone che su determinati argomenti ne sanno di più e nell'accettare le correzioni che questi vi fanno quando dite cose improprie, scorrette o incomplete. E dimostrami dov'è lo sproposito in ciò che ho scritto, visto che è TUTTO VERO o, piuttosto, ti rode che qualcuno metta i puntini sulle "i" opportunamente o ignorantemente omesse?


Senza fraterni saluti
Kelly


Al contrario di te, rinnovo i miei fraterni saluti perchè capita di litigarmi con mio fratello, a casa. Ma alla fine è pur sempre mio fratello. Io mi impegno a confutare e a combattere le idee non le persone come, invece, fà qualcuno.


Un fraterno saluto. [SM=g27811]

Freddie
-------------------
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
kelly70
00sabato 7 luglio 2012 17:33
Re: In replica...
!Freddie!, 07/07/2012 16.35:



Guarda che io non vengo a criticare, ma intervengo (come fanno tutti) esprimendo una mia opinione o punto di vista (sacrosanto) su quanto altri scrivono in modo imperfetto, inesatto, improprio, incompleto o totalmtente inventato, rispetto alle mie informazioni. Se quello che scrivo a qualcuno non và giù, non è colpa mia. Non devo compiacere nessuno, ma al tempo stesso mi aspetto dai partecipanti a questo forum che questi siano pronti a leggere anche pareri contrari a quanto scrivono e sappiano controbbattere nel modo adeguato; cioè, portando argomenti e non opinioni a confutazione (cosa molto difficile, a quanto pare).

Abbiate TU e qualcun altro più umiltà nel riconoscere che ci sono persone che su determinati argomenti ne sanno di più e nell'accettare le correzioni che questi vi fanno quando dite cose improprie, scorrette o incomplete. E dimostrami dov'è lo sproposito in ciò che ho scritto, visto che è TUTTO VERO o, piuttosto, ti rode che qualcuno metta i puntini sulle "i" opportunamente o ignorantemente omesse?


Senza fraterni saluti
Kelly


Al contrario di te, rinnovo i miei fraterni saluti perchè capita di litigarmi con mio fratello, a casa. Ma alla fine è pur sempre mio fratello. Io mi impegno a confutare e a combattere le idee non le persone come, invece, fà qualcuno.


Un fraterno saluto. [SM=g27811]

Freddie
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Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.




Ah ecco. Tu puoi esprimere pareri, anche su ciò che non diciamo, puoi fare deduzioni arbitrarie e su queste basare le tue stupide opinioni, e noi invece dovremmo portare in risposta dei FATTI?

L'unico fatto che vedo qua è la tua smisurata presunzione. Tu sai, tu vedi, tu deduci, tu capisci, ti informi, sei a favore dei diritti, ma vieni solo a contestare le nostre opinioni. Sui FATTI sacrosanti di cui è pieno il forum, non osi ribattere. E sai perchè? Perchè i fatti non si possono mistificare. Mentre invece ti puoi mettere a fare un poema su una cosa non detta. Che ne sai perchè non l'ho detta? Forse semplicemente perchè in quel momento il mio scopo era un altro. Ti sfido a trovare in tutto il forum un qualsiasi pezzo in cui io sia a favore dello sfruttamento umano. E a rimangiarti tutte le boiate che hai detto GRATUITAMENTE e solo per odio viscerale verso i non credenti. Altro che fraterni saluti!!! Ma ti rileggi quando scrivi?? Almeno io sono sincera e non mi nascondo dietro il buonismo ipocrita del quale siete maestri VOI CREDENTI.

Menti sapendo di mentire, ma del resto è ciò che ti hanno insegnato a fare.

Brutto imbroglione mistificatore che non sei altro. [SM=x789066]

Tu saresti quello che ne sa di più "su certi argomenti"? E chi te lo dice che io non le sappia benissimo? Non solo cosa fa l'Adidas, ma cosa fanno tutte le altre multinazionali, cosa fanno le case farmaceutiche, cosa fa l'OMS, cosa fanno le banche, le industrie e tutti quelli che detengono il potere, compresa la TUA SANTA MADRE CHIESA?

Evita di fare sfoggio di conoscenza con chi non conosci, rischi soltanto brutte figure.



=omegabible=
00sabato 7 luglio 2012 17:51

Kelly ti prego. Un pò di rispetto quando si parla con lo spirito santo!!!!! [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979]

Purtroppo ci sono delle persone che ogni giorno che passa scoprono quanto ancora c'è da sapere e altre che "intervengono" intervenendo!! [SM=g1941431] [SM=g1941431]


kelly70
00sabato 7 luglio 2012 18:06
Re:
=omegabible=, 07/07/2012 17.51:


Kelly ti prego. Un pò di rispetto quando si parla con lo spirito santo!!!!! [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979]

Purtroppo ci sono delle persone che ogni giorno che passa scoprono quanto ancora c'è da sapere e altre che "intervengono" intervenendo!! [SM=g1941431] [SM=g1941431]






Mi viene in mente quella battuta, ahimè vera: SI ERA MONTATO LA TESTA SENZA LEGGERE LE ISTRUZIONI.

Calza a pennello a certe persone. [SM=x789049]
Avril.1
00sabato 7 luglio 2012 23:31
Re: In replica...
!Freddie!, 07/07/2012 16.35:





Al contrario di te, rinnovo i miei fraterni saluti perchè capita di litigarmi con mio fratello, a casa. Ma alla fine è pur sempre mio fratello. Io mi impegno a confutare e a combattere le idee non le persone come, invece, fà qualcuno.


Un fraterno saluto. [SM=g27811]

Freddie
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Immaginavo che avevi dei piccoli problemi che elevavi al cubo. Ora me ne dai certezza.
Pertanto mi rifiuto di immaginare tuo fratello un ateo, vista la tua palese ed ignorante presunzione.

Salutami tuo fratello.





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