Sbattezzo, a ognuno il suo

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kelly70
00martedì 18 novembre 2008 22:07

Difficile sostenere che lo sbattezzo sia un argomento che interessa a pochi. Se ne parla infatti qui e là, in giro per l’Italia, con accenti che mutano in base alle convinzioni personali di ognuno. Benché le gerarchie eclesiastiche tendano, per comprensibili motivi, a non enfatizzare il fenomeno, nel mondo cattolico le reazioni sono caratterizzate da un misto di sorpresa e preoccupazione.
Sul Giornale di Vicenza di venerdì scorso, ad esempio, l’insegnante di religione Sergio Benetti ha parlato di “rigurgito e orgoglio laicista anticlericale”, lamentando come la “sudditanza” dei battezzati alle gerarchie ecclesiastiche, ricordata dall’UAAR, sia fuori luogo: “aver sudditanza di qualcosa o esser sudditi di qualcuno può essere un onore e una gioia se questo essere supremo è Dio”.

Il Catechismo, però, prescrive la sottomissione dei battezzati ai capi della Chiesa: a meno che il sig. Benetti non divinizzi i capi della Chiesa, dunque, è evidente che l’argomento è mal posto. Ferma restando la libertà di non reputare gioiosa la sudditanza a Dio.

In Liguria, l’attacco allo sbattezzo è stato portato dalla Destra del Tigullio. I compagni di partito di Storace si sono peraltro dimostrati molto più competenti di altri sul battesimo, ricordando che “il battesimo è un vero e proprio esorcismo”. Le riflessioni che ne traggono sono drastiche: “rinunziando ad una protezione del genere viene naturale chiedersi se davvero il motivo di tale iniziativa risieda nel capriccio di qualche piccolo intellettualoide ateo o sia un vero e proprio controbattessimo ad opera di quelle forze che da sempre si sono opposte alla Tradizione”.

I ‘diabolici’ sbattezzandi del 25 ottobre sono pertanto da demonizzare anche socialmente, perché in tal modo privano “una parte dell’umanità di una grande protezione spirituale”. Conclusione quantomai virile: “questa è l’evidente ennesima vergogna del tanto vantato stato laico moderno di cui questo sordido paese va così fiero”.

Eppure, basta leggere la richiesta di sbattezzo di Valerio Crugnola, pubblicata su VareseNews, per constatare come vi sia ben poco di satanico nel voler abbandonare la Chiesa cattolica. Professore di filosofia, Crugnola non si dichiara nemmeno ateo, ma “a-religioso, quale che sia la religione”, mostrando il suo apprezzamento per “molti dei miei amici, siano essi cattolici, valdesi, ebrei, buddisti, islamici o atei senza trattino, perché sanno testimoniarmi con dolcezza, mitezza, senza dogmatismi o ostensioni di verità, in modo vissuto e reciprocamente rispettoso, i loro valori”. E chiude la sua richiesta scrivendo: “Sia fatta la mia volontà, amen”. Molti parroci lamentano la freddezza del modulo UAAR (che altro non è che il riadattamento del facsimile pubblicato sul sito del Garante della privacy), ma il confronto tra la letterea di Crugnola e la risposta della diocesi di Milano, pubblicata in calce, fa giustizia anche di questo luogo comune.

Infine, segnaliamo che sul sito del circolo UAAR di Milano è stato pubblicato il video della giornata dello sbattezzo nel capoluogo lombardo. Dove alle ragioni per sbattezzarsi si affianca la soddisfazione per non essere battezzati.

www.uaar.it/news/2008/11/18/sbattezzo-ognuno-il-suo/
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