Scandalo pedofilia: il papa se la prende con pornografia, violenza e i cattolici aperti

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kelly70
00giovedì 17 aprile 2008 14:51


Papa Benedetto XVI ha riconosciuto, mercoledì, davanti ai vescovi degli Stati Uniti che lo scandalo dei preti pedofili americani era stato “gestito molto male”, ma chiama anche in causa la “pornografia” e la “violenza” onnipresenti nella società americana. Questo scandalo è un motivo di “vergogna profonda” e di “sofferenze enormi” per la Chiesa cattolica, ha confermato il papa, dopo aver già espresso la sua “vergogna” martedì sull’aereo che l’aveva condotto negli Stati Uniti. “Rispondere a questa situazione non è facile e, come ha detto il presidente della conferenza episcopale (il cardinale Francis George), è stata talvolta gestita molto male”, ha riconosciuto. Benedetto XVI ha sottolineato che “la compassione e l’attenzione per le vittime” doveva essere una “priorità”. Ma ha anche ritenuto che l’azione della Chiesa dovesse dispiegarsi in un “contesto più ampio”, collocando il “peccato degli abusi” sessali nel contesto “dei costumi sessuali” della società americana. “Che cosa significa parlare di protezione dell’infanzia quando la pornografia e le violenze possono essere viste in numerose case attraverso i media, largamente accessibili oggi?”, ha detto il papa.

“Tutti hanno il loro ruolo da giocare” per offrire una “formazione morale ai giovani come agli adulti”, ha detto: “non solamente i genitori, gli esponenti religiosi, gli insegnanti e i catechisti, ma anche i media e l’industria dello svago”.

Il grande scandalo degli abusi sessuali su minori, progressivamente emersi nella Chiesa americana a partire dal 2002 ha coinvolto più di 4.000 sacerdoti (su 45.000), citati in giudizio dalle vittime che hanno anche accusato i vescovi di aver chiuo gli occhi e persino di proteggere i colpevoli. La Chiesa americana ha dovuto versare più di tre miliardi di dollari alle vittime, ma molte tra loro ritengono che il mea culpa della gerarchia sia insufficiente. Mercoledì, il papa ha d’altra parte criticato il carattere a volte superficiale della religiosità americana.

“L’America è una terra di grande fede”, rimarchevole per il “fervore religioso” del suo popolo, ha detto. Ma “è coerente professare la nostra credenza in chiesa la domenica (…) e ignorare o sfruttare i poveri e gli emarginati, di promuovere comportamenti sessuali contrari all’insegnamento della Chiesa o adottare delle posizioni che contraddicono il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale?”, ha detto. Ha denunciato “lo scandalo offerto dai cattolici che promuovono il cosiddetto diritto all’aborto”.

Fonte: Libération

www.liberation.fr/actualite/monde/321726.FR.php
pcerini
00giovedì 17 aprile 2008 14:57
"Ma ha anche ritenuto che l’azione della Chiesa dovesse dispiegarsi in un “contesto più ampio”, collocando il “peccato degli abusi” sessali nel contesto “dei costumi sessuali” della società americana."

Sta tutta qui la differenza tra noi e loro,che per noi non e' un peccato ma bensi' un REATO,e come tale prevede una configurazione che varia in base a stato e stato,ragion per cui la legislazione di certi stati americani prevedono anzo obbligano i preti a denunciare i pedofili invece che mantenersi al segreto confessionale.

Caro Ratzi (che bel razzo che hai sparato anche questa volta),si tratta di differenze che sembrano labili ma che invece sono fondamentali per far si' che la sfera canonica sia distinta da quella civile e penale (ossia laica).

Sono due punti di vista in merito alla pedofilia clericale tr di loro inconciliabili.
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