No...coltivano il semenzaio!...Poi mettono a dimora c/o tizia o caia e lasciano a qualcun altro la convizione del pater-monium come proprio. Anche anticamente le donne che non potevano avere figli (mai i maschi) si recavano presso i santuari e lì ci provavano i sacerdoti e, se nasceva il rampollo, si gridava al miracolo della fertilità. Dopo l'evento curativo il consorte provava a reinserire il proprio punteruolo e a versarvi il seme...e dopo nove mesi, nasceva un bel bambino per volontà divina. Era salva la convinzione del consorte (sterile) che si trattasse del proprio pater-monium.
Avete mai notato che i neonati nei primi mesi di vita assomigliano generalmente molto di più ai padri che alle madri?
Si chiama imprinting genetico. Si ritiene che si sia sviluppato evolutivamente per rendere possibile al padre riconoscere suo figlio come proprio, anche se è stato lontano da casa per lungo tempo (uomini cacciatori - donne raccoglitrici), permettendogli così di fidarsi ad allevarlo.
In pratica è un compromesso fra i sessi, per ridurre il rischio di tradimenti della consorte.
Perché come dicevano i latini:
Mater certa est... pater numquam.
(La madre è sempre sicura... il padre, chissà)