Storie di pedofilia

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00lunedì 11 febbraio 2008 08:32
Svegliamoci!!!!!
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Dal sito "Troviamo i bambini"

Papa Ratzinger,datti una mossa.....


VI PREGHIAMO DI LEGGERE TUTTO SINO ALLA FINE




AMERICA

24 agosto 2003

Dalla denuncia contro l’ex prelato era nato lo scandalo che ha coinvolto le gerarchie della Chiesa cattolica americana.

BOSTON - È stato quasi certamente strangolato John Geoghan, l’ex sacerdote da cui era partito lo scandalo dei preti pedofili nella diocesi di Boston, ucciso ieri da un compagno di cella del carcere in cui stava scontando una condanna a dieci anni per violenze sessuali su minori. A riferirlo è stato il procuratore distrettuale della contea di Worcester, John Conte, che sta seguendo il caso. Solo l’autopsia però darà il responso definito sulle cause della morte del ex prete. Sotto accusa per l’assassinio di Geoghan nel carcere Souza Baranowski di Shirley, nel Massachusetts, c’è Joseph L. Druce, 37 anni, ergastolano. Il sacerdote è stato aggredito intorno a mezzogiorno di sabato e portato subito in ospedale, dove è morto due ore dopo.

MOLESTIE - Geoghan, 68 anni, era entrato in carcere l’anno scorso, dopo essere stato giudicato nel febbraio del 2002 colpevole di avere molestato un ragazzino di dieci anni in una piscina. Ma oltre 130 persone, molte delle quali ormai adulte, hanno denunciato abusi sessuali subiti in età infantile ad opera del prete, nelle diverse parrocchie di Boston dove Geoghan aveva svolto il suo ministero sacerdotale. L’ex prete, allontanato dal sarvizio, era in attesa di giudizio per lo stupro di un altro minorenne, nel 1986. A quanto riferito da Kelly Nantel, portavoce del Dipartimento carcerario dello stato, Geoghan era stato trasferito a Shirley, 110 chilometri a nordovest di Boston, il primo aprile e confinato in una cella singola proprio per proteggerlo.

VIOLENZE - Gli stupratori di bambini sono notoriamente odiati dai compagni di prigionia e subiscono spesso pesanti violenze, ma l’isolamento non è bastato a proteggere l’anziano ex sacerdote. Quasi un anno fa, l’Arcidiocesi di Boston aveva chiuso con il versamento di 10 milioni di dollari 86 procedimenti giudiziari avviati da altrettante vittime di Geoghan. Lo scandalo ha costretto alle dimissioni l’arcivescovo Bernard Law che, pur sapendo dei comportamenti di Geoghan, lo aveva coperto e continuamente trasferito, nella vana speranza che cambiasse atteggiamento; questo, però, aveva esposto ogni volta i bambini delle nuove parrocchie alle sue attenzioni morbose. Di recente, il nuovo arcivescovo Sean ÒMalley ha offerto indennizzi per 65 milioni di dollari, per ottenere il ritiro di centinaia di denuncie di abuso sessuale, presentate da uomini e donne contro religiosi cattolici.

Fonte

15 luglio 2007

Preti pedofili, la chiesa di Los Angeles pagherà indennizzi per
660 milioni di dollari.

Il risarcimento pattuito è il più elevato degli ultimi anni per la Chiesa cattolica americana
Il processo centrato sulle testimonianze di dodici vittime sarebbe dovuto iniziare lunedì

LOS ANGELES - L’Arcidiocesi cattolica di Los Angeles ha accettato di pagare un risarcimento record di 660 milioni di dollari (pari a circa 485 milioni di euro), alle circa 500 vittime di abusi sessuali commessi da preti pedofili a partire dagli anni Quaranta.

L’accordo stragiudiziale tra le parti ed il relativo indennizzo, dovrà essere approvato dal tribunale di Los Angeles dove domani era fissata la prima udienza del processo in cui dodici vittime denunciavano gli abusi subiti dal sacerdote Clinton Hagenbach, deceduto venti anni fa.

Si tratta del risarcimento più alto mai accordato dalla chiesa cattolica americana da quando lo scandalo degli abusi sessuali compiuti dai sacerdoti sui minori venne alla luce nel 2002. Secondo quanto riporta il Los Angeles Times, la diocesi sarà costretta a vendere delle proprietà immobiliari per raccogliere i fondi necessari per saldare l’indennizzo alle vittime. Già nel dicembre scorso, l’arcidiocesi aveva sborsato 60 milioni di dollari per un accordo stragiudiziale con altre 40 vittime.

Il patteggiamento annullerà, oltre al procedimento intentato contro la Chiesa e il sacerdote Clinton Hagenbach, almeno altri quindici processi civili già avviati davanti al tribunale della città. In totale erano coinvolti 113 sacerdoti che hanno servito nella diocesi fra il 1930 e il 2003 su un totale di 5.000 che hanno lavorato per la Chiesa di Los Angeles nello stesso lasso di tempo. Di quelli accusati, 43 sono già morti; 54 non sono più sacerdoti, ma altri 16 vestono ancora l’abito talare.

L’accordo tra le parti prevede, oltre al risarcimento, anche la diffusione di alcuni documenti riservati dell’arcidiocesi che raccolgono informazioni importanti sugli abusi sessuali commessi da religiosi.

L’arcidiocesi di Los Angeles, guidata da una delle grandi personalità della Chiesa americana, il cardinale Roger Mahony, aveva nell’ottobre del 2005 stabilito delle linee guida a cui dovevano attenersi tutti i religiosi e gli educatori che avevano un contatto diretto con i bambini.

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Una suora cattolica americana si è presentata spontaneamente in tribunale per denunciare un reato che aveva commesso quarant’anni prima.

Per liberarsi del macigno che opprimeva la sua coscienza, suor Norma Giannini ha raccontato ai giudici del tribunale di Milwaukee che tra il 1960 e il 1968 aveva avuto frequenti rapporti sessuali con i ragazzi che frequentavano la scuola elementare adiacente al convento in cui viveva e che gli incontri si svolgevano dove capitava.
Undici anni fa - riporta W.I.S.N., il foglio della emittente televisiva locale - la religiosa si era confidata con il titolare dell’arcidiocesi da cui dipendeva, ma questi si era limitato a proibirle di avere contatti con i bambini.
Lo scorso anno tuttavia i giovani che erano stati precocemente avviati all’esperienza sessuale hanno deciso di denunciarla e il tribunale a cui si sono rivolti le ha contestato il reato di comportamento indecente con i minori.
Dopo la deposizione, considerate le sue cattive condizioni di salute, i giudici le hanno concesso, dietro pagamento di una cauzione di 10.000 dollari, di tornare nella casa di cura dove era stata ricoverata.
L’ondata di scandali che sta flagellando gli Stati Uniti senza sosta ha scosso i giudici, che, nel tentativo di evitare che il Paese ne venga travolto, hanno proclamato la tolleranza zero nei confronti di coloro che esercitano violenza sui minori. Se fosse riconosciuta colpevole, suor Norma rischierebbe pertanto una condanna tra i quindici e i venti anni di reclusione.
A differenza che negli altri Paesi, dove esistono numerosi siti che denunciano la pedofilia delle suore, da noi persiste un certo pudore nel trattare un simile argomento. L’ultimo sondaggio sulla opportunità di punire i responsabili di un reato così obbrobrioso ricorrendo alla castrazione chimica ha raggiunto tuttavia il 92% dei consensi, segno che anche gli italiani pensano che sia stato stato superato il livello di guardia e che quindi la soluzione del problema non possa essere ulteriormente rinviata.

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ITALIA

Don Alessandro Restuccia, parroco 88enne di Lipari (ME), è stato condannato per violenza sessuale su un minore.

Il parroco di Lipari, don Alessandro Restuccia di 88 anni, è stato condannato dal Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto a 15 anni di carcere per violenza sessuale su un minore.
Assieme al sacerdote è stata condannata a cinque anni di reclusione anche la madre della vittima, una donna francese che faceva da perpetua al prete e che, secondo i giudici, avrebbe consentito al sacerdote di abusare del proprio figlio.

Secondo quanto accertato dal pm Francesco Massara, che ha coordinato l’inchiesta, le violenze risalgono a un periodo che va dal 1996 al 1998, quando la donna francese, sposata con un pescatore, frequentava la parrocchia, nella frazione di Canneto di Lipari, assieme al figlio, che all’epoca aveva cinque anni.
Gli abusi sul minore sarebbero emersi durante la procedura di separazione tra i coniugi e sarebbe stato il padre a parlare dei presunti a abusi di cui sarebbe stato vittima il figlio, accusando il parroco. Durante la fase delle indagini don Restuccia è stato sospeso ‘’a divinis'’ dalle autorità ecclesiastiche.

Il pm nella sua requisitoria aveva chiesto 16 anni e 6 mesi per il parroco e 5 anni per la perpetua. I giudici hanno inflitto al sacerdote anche tre anni di libertà vigilata da espiare al termine della pena detentiva; alla donna è stata sospesa la patria potestà con la sospensione del diritto agli alimenti corrisposti dall’ex coniuge.

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Prete pedofilo USA. No a estradizione dall’Italia: pericolo di ritorsioni

(Fra parentesi i commenti del COMITATO)

ROMA (Reuters) - Un sacerdote statunitense accusato di pedofilia chiede all’Italia che venga respinta la richiesta di estradizione nei suoi confronti da parte degli Usa perché teme che in un carcere dell’Arizona rischierebbe di essere ucciso dai detenuti. Lo ha riferito oggi il suo avvocato.



“Se viene estradato in America rischia la vita perché i preti accusati di pedofilia non sono simpatici ai detenuti dell’Arizona (perchè ai detenuti italiani si ?), e ci sono già stati tre omicidi in casi del genere (negli ultimi anni)”, ha detto Michele Gentiloni Silverij, che difende monsignor John Joseph Henn, del ‘49, attualmente agli arresti domiciliari a Roma presso la casa generale del suo ordine - i Salvatoriani - in via della Conciliazione.

Nel 2003, tre ex studenti 25enni di monsignor Henn - che tra il 1978 e il 1981 aveva insegnato nell’istituto religioso di St. Mark a Phoenix, Arizona - lo denunciarono sostenendo di avere subito abusi sessuali nel periodo 1978-’80.

In base a un ordine di cattura emesso in seguito alla denuncia dal Grand Jury, nel luglio 2004 gli Stati Uniti presentarono richiesta di estradizione attraverso l’autorità giudiziaria della Contea di Maricopa alla Quarta Corte d’Appello di Roma, competente in materia. Rintracciato, il religioso finì ai domiciliari.

Nell’udienza di oggi l’avvocato di monsignor Henn - che non era presente - si è opposto all’estradizione. Motivo principale, appunto, il timore che se estradato in Arizona rischi la vita. (Un prete che ha paura di morire ?)

Gentiloni Silverij ha inoltre precisato che alla richiesta di estradizione non sono state allegate tutte le carte del caso.

Secondo l’avvocato il reato sarebbe peraltro prescritto, perché già nel 1982 la polizia di Phoenix aveva condotto delle indagini che non erano approdate a nulla e il caso era stato archiviato, per essere riaperto con la denuncia degli ex studenti due anni fa.

Oggi la Quarta Corte d’Appello di Roma ha fissato un’altra udienza al 26 gennaio prossimo per potere richiedere le carte mancanti agli Stati Uniti.

Negli ultimi anni, la chiesa cattolica negli Stati Uniti è stata scossa da diversi scandali legati alla pedofilia.

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Ferrara: Accusato di pedofilia prete licenzia tre educatrici

(AGE) FERRARA - Tre dipendenti di un asilo parrocchiale sono state licenziate dopo aver accusato un sacerdote di atti sessuali su una decina di bambine. E’ accaduto in un istituto della provincia di Ferrara: due educatrici e la cuoca che segnalarono per prime quei fatti sospetti sono state licenziate con una lettera firmata dallo stesso religioso. Le due educatrici e la cuoca hanno ricevuto la lettera il 3 settembre, due giorni prima dell’apertura dell’asilo. Tutte e tre hanno però impugnato i licenziamenti e tramite il loro legale attendono la fissazione dell’udienza di conciliazione con la controparte, la curia che di fatto gestiva la struttura. La vicenda è esplosa nel marzo scorso con l’arresto del sacerdote, di fatto gestore dell’asilo nonché rappresentante legale, che venne accusato di comportamenti, atteggiamenti e gesti ambigui che penalmente, dopo un’indagine durata mesi, si sono trasformati in un’accusa di violenza sessuale: per il prete, infatti, il pubblico ministero Filippo Di Benedetto ha chiesto il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare è fissata per i primi di dicembre. Il sacerdote dopo oltre sei mesi è ancora agli arresti domiciliari, ed è stato trasferito recentemente dalla canonica della parrocchia vicino all’asilo stesso in una struttura religiosa nel bolognese. Nella lettera di licenziamento contro le tre dipendenti dell’asilo, il sacerdote scrive che “in qualità di legale rappresentante della scuola (…) a causa degli eventi imprevedibili che hanno determinato l’impossibilità di proseguire l’attività (…) e trovandosi lo stesso ancora agli arresti domiciliari, fatto da Lei ben conosciuto (…), comunica che Ella cesserà definitivamente il rapporto di lavoro”. Una “lettera beffa”, secondo le tre licenziate e una decina di genitori dei bambini dell’asilo, che hanno solidarizzato con loro. Una lettera di licenziamento “frutto di una decisione presa dall’alto, mentre il sacerdote si è limitato a firmare le lettere come rappresentate legale della parrocchia”, spiega il legale del religioso. Di fatto, i licenziamenti sono stati giustificati con la cessazione da parte della parrocchia di ogni attività di gestione dell’asilo, la cui chiusura è stata scongiurata perché è stata delegata a un altro ente ferrarese, la Fondazione Braghini Rossetti.
(AGE) ANDREA NUNZIATA

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Parma, condannato il prete pedofilo

Dodici anni di carcere per abusi sessuali su minori avvenuti in Nicaragua e possesso di materiale pedopornografico

PARMA
Don Marco Dessì, il padre missionario originario di Villamassagia (Cagliari) è stato condannato dal gup di Parma, Roberto Spanò, al termine del processo con rito abbreviato, a 12 anni di carcere per abusi sessuali su minori e possesso di materiale pedopornografico. Ieri il pm Lucia Russo, al termine di una requisitoria durata quasi due ore aveva chiesto 16 anni di pena.



L’accusa aveva ricordato tutte «le prove schiaccianti» che testimoniano come il prete 59enne, abbia abusato, un numero imprecisato di volte, nell’arco di circa vent’anni, degli orfanelli ospitati a Chinandega (Nicaragua), dove lo stesso don Dessì ha dato impulso a una grande missione umanitaria, Betania, che comprende scuole, ospedali, centri di addestramento professionale e ricoveri. A denunciare il religioso, finito in manette lo scorso 4 dicembre, erano stati il comune di Correggio e l’associazione Rock No War, che avevano ospitato giovani della comunità raccogliendo le loro drammatiche testimonianze sulle violenze subite da bambini.

Violenze sessuali cui non erano in grado di sottrarsi e che non capivano anche perchè compiute da una persona che consideravano il proprio padre. Oltre ai resoconti delle vittime, a incastrare don Dessì, sono stati 1.400 files multimediali di contenuto pedopornografico, fra filmati e fotografie, trovati nel computer che utilizzava nella missione. Ma sono state fondamentali anche le intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri di Parma. In alcune chiamate con il suo braccio destro a Betania, Ludwig Vanegas, il religioso aveva chiesto di corrompere i testimoni, offrendo loro ingenti somme di denaro o minacciandoli, anche di morte.

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Cesenatico: otto anni di carcere al prete pedofilo don Giacomoni

Otto anni di reclusione e una provvisionale di 140mila euro. E’ la condanna inflitta dal gip di Forlì, Rita Chierici, a don Giuseppe Giacomoni, il sacerdote 82enne titolare dell’associazione ‘’Arcobaleno'’ arrestato nell’ottobre del 2006 con l’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Assolta la 55enne Denise Sansoni, coordinatrice del consultorio familiare di Cesenatico. All’estero il rumeno Dan Joan Cilean, braccio destro di don Giacomoni.

Il 26enne di nazionalità rumena è accusato in concorso. Il rumeno aveva conosciuto alcuni anni fa don Giacomoni nella struttura ‘’Arcobaleno'’ dove ci finì per reati contro il patrimonio. Difeso dall’avvocato Vincenzo Gallo, è ritenuto il braccio destro del sacerdote, con il capo d’imputazione di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. La difesa aveva chiesto il proscioglimento da ogni capo d’accusa tramite il rito abbreviato. Ora però è irreperibile all’estero. Si andrà all’udienza preliminare.

Non è ancora stata decisa la posizione del ‘’commendator'’ Giuseppe Farnedi, noto albergatore e ristoratore, difeso dall’avvocato Roberto Roccari, accusato di aver giovato di un rapporto sessuale a pagamento con un minore. La sentenza è attesa per il nove ottobre.

Per don Giacomoni, che ha cambiato avvocati affidandosi a Menotto Zauli e da Luigi Caravella del foro di Foggia, era stato chiesto il rito abbreviato, in modo tale da avere uno sconto di un terzo della pena. Il pubblico ministero, Fabio Di Vizio, aveva chiesto una condanna a sei anni e otto mesi di reclusione, mentre il gip Chierici lo ha condannato a otto anni. Le provvisionali, per un complessivo di 140mila euro, devono essere pagate subito.

Era stato chiesto il rito abbreviato anche per la 55enne Denise Sansoni, coordinatrice del consultorio familiare di Cesenatico, assistita dall’avvocato Marco Martines, colpevole di aver fornito delle informazioni riservate a don Giacomoni. La donna è stata assolta.

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Pedofilia,arrestato prete 70enne

Reggio Calabria, molestie a ragazzina



Un sacerdote di 70 anni di Reggio Calabria si trova agli arresti domiciliari per atti sessuali con una tredicenne e atti osceni in luogo pubblico. Per sei mesi gli investigatori hanno intercettato le numerose telefonate dei due che si incontravano spesso in parrocchia o in auto, dove sono avvenuti vari palpeggiamenti. La ragazzina, secondo gli investigatori, dipendeva, da un punto di vista emotivo, totalmente dall’uomo.

Le indagini sono cominciate quando personale della polizia postale ha avuto notizia di un rapporto particolarmente intimo tra il prete e una sua giovanissima parrocchiana. Gli agenti hanno informato la Procura della Repubblica.

Dagli accertamenti sui tabulati telefonici gli investigatori hanno scoperto che l’uomo e la ragazzina si chiamavano decine di volte al giorno. Il sacerdote, però, mascherava le sue reali intenzioni.

La svolta, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, è avvenuta quando il sacerdote è stato trasferito in un’altra parrocchia. Da quel momento è diventato più esplicito nelle conversazioni.

Durante le feste natalizie, infine, il sacerdote ha incontrato la ragazzina sulla sua auto, palpeggiandola e baciandola. La polizia postale ha quindi deciso di intervenire anche per evitare che si potesse consumare un rapporto sessuale.

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Prete arresatato per sfruttaento di minori

Don Renato Giaccardi, 40 anni, è accusato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione



MONDOVI’ (CUNEO) - Una grave accusa che apre uno scandalo nella chiesa cattolica del cuneese. Un sacerdote di Mondovì, don Renato Giaccardi, 40 anni, è stato arrestato dagli uomini della squadra mobile di Cuneo. L’accusamossa dai magistrati è di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, anche minorile. Secondo l’accusa il sacerdote, che era addetto alle congregazioni religiose femminili della diocesi di Imperia-Albenga, avrebbe creato a Mondovì un’associazione e proprio attraverso di essa sarebbero stati adescati giovani tra i 15 e i 18 anni per prestazioni omosessuali. Insieme al sacerdote sono state arrestate altre due persone, delle quali non sono stati resi noti i nomi, che avrebbero tenuto contatti tra Cuneo e Mondovì. La loro posizione sarebbe però marginale.
L’ADESCAMENTO - Questo il meccanismo dell’adescamento dei giovani secondo l’accusa: in un primo tempo venivano acquisiti dietro pagamento i numeri di telefono di quelli individuati, poi con alcuni di loro avveniva un primo approccio telefonico e, quindi, un invito a cena. Quelli giudicati «più disponibili» venivano portati nell’abitazione del sacerdote dove sarebbero avvenuti gli incontri con lui. Sono circa 50 i ragazzi di Mondovì e di Cuneo coinvolti a vario titolo nella vicenda. L’indagine avrebbe avuto inizio proprio grazie alla segnalazione della famiglia di un giovane, che vedeva i suoi amici disporre di notevoli somme di denaro.

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Pedofilia/ Abusi su due bimbe in confessione: arrestato sacerdote

Abusi sessuali su due bambine di 10 anni anche durante la confessione. E’ l’accusa mossa dalla procura di Roma nei confronti di E.M., sacerdote di 48 anni; il pm Francesco Scavo ha chiuso l’inchiesta nei suoi confronti con il deposito degli atti, passo che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. Il magistrato ha ipotizzato a suo carico il reato di ‘atti sessuali con minorenne’ (articolo 609 quater del codice penale).

Questo perché, “avvalendosi della qualità di padre spirituale delle bambine che frequentavano il corso di catechismo presso la parrocchia Santa Rosa da Viterbo ed approfittando pertanto dell’autorità che tale qualifica rappresentava, in ripetute e diverse circostanze (anche in occasione del rito della confessione), dopo averle condotte nei locali della sagrestia e dell’appartamento all’interno della parrocchia ed adibito a sua privata dimora, accarezzava loro in più occasioni il corpo cingendo loro le braccia intorno al collo, le stringeva a sé e le baciava sul viso e sulla bocca con la lingua”.

All’indagato vengono contestate le aggravanti “di aver commesso il fatto su persone minori degli anni dieci affidate alle sue cure per ragioni educative, religiose e comunque di istruzione, nonché nei momenti in cui nei confronti delle stesse aveva un obbligo di custodia o comunque di vigilanza”. Secondo il magistrato, che ascolterà il sacerdote, il quale ha chiesto di essere interrogato, gli abusi si sarebbero prolungati, nella parrocchia, nella zona di Tor di Quinto, nella capitale, fino alla scorsa primavera.

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Arrestato mesi fa in segreto prete pedofilo, presto a giudizio

Un´altra storia di pedofilia in abito talare, l´arresto di un sacerdote accusato di abusi sessuali, una vicenda inquietante che era stata tenuta nascosta per mesi e mesi. La notizia è filtrata soltanto ieri quando il pm Nunzia D´Elia ha chiuso l´indagine sul religioso: A.D., 58 anni, di origine siciliana, che officiava nella chiesa dedicata alla Madonna di Czestokova, alla Rustica e insegnava religione alla media “Salvo D´Acquisto”. Il magistrato ha depositato gli atti dell´indagine e si appresta a chiedere al Gup Pierfrancesco De Angelis il rinvio a giudizio per atti sessuali con minori, aggravati dal fatto che le vittime erano state affidate al sacerdote “per ragioni di educazione e di vigilanza”.
La cosa più sconcertante è che A.D., come si è appreso a palazzo di giustizia, era già stato condannato dieci anni fa per una storia molto simile ma, scontata la pena, era tornato alla sua attività a scuola e all´oratorio. Arrestato nell´estate scorsa, il religioso, inizialmente, aveva negato tutto ma in seguito aveva confessato, almeno in parte ma cercando di sminuire la gravità delle violenze. L´uomo era finito in carcere mentre su tutta la storia calava un velo di silenzio e, in seguito, aveva ottenuto gli arresti domiciliari nel convento dell´ordine dei monaci Benedettini Silvestrini a Bassano Romano dove si trova ancora. Entro i prossimi 20 giorni, i difensori dovranno ora sollecitare l´attività istruttoria del pm o depositare gli atti, poi il pm presenterà la richiesta di rinvio a giudizio e, quasi sicuramente, A.D. comparirà per la seconda volta, in veste di indagato, in un´aula di tribunale. Resta da vedere se anche la Curia romana prenderà provvedimenti disciplinari nei confronti del sacerdote, in base al diritto canonico.
Sono due gli episodi contestati dagli investigatori al prete pedofilo anche se, secondo chi indaga, le vittime sono state sicuramente molte di più. La prima denuncia venne presentata a giugno dai genitori di un dodicenne con gravi problemi psichici, un ragazzo “affetto da un disturbo del comportamento nell´ambito dell´organizzazione cognitiva borderline” come si legge negli atti istruttori. Il giovane, che frequentava l´oratorio della Rustica, fu palpeggiato e molestato dal sacerdote e, qualche giorno dopo, alcuni amichetti della stessa età gli raccontarono di aver subìto lo stesso tipo di violenze. In seguito saltò fuori un secondo caso, avvenuto, stavolta, durante un campo scuola nell´isola di Ventotene. A.D. aveva sorpreso un gruppo di ragazzi che scherzavano e si misuravano gli organi genitali. Il religioso avrebbe approfittato della circostanza per rivolgere pesanti avances a un altro adolescente, anche lui di 12 anni.
Tra i numerosi precedenti ambianti nella capitale, il più drammatico è sicuramente quello di don Marco, il parroco di Pomezia arrestato dalla mobile con l´accusa di aver molestato oltre duecento ragazzi. Il sacerdote negò tutto nonostante le decine e decine di testimonianze che lo inchiodavano e, ottenuti gli arresti domiciliari, si tolse la vita l´11 agosto scorso.
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Eccetera … Eccetera … Eccetera…
Fermo restando che in ogni settore esistano le mele marcie, riteniamo che su questo “melo” ne siano rimaste poche…

Questo Comitato chiede alla chiesa, alla sua massima rappresentanza Papa Ratzinger, di istituire in accordo con le autorità una banca dati on line con le foto di TUTTI I PRETI E LE SUORE accusati di pedofilia.

Per scrivere clicca qui: ornet@ossrom.va
Se non utilizzi outlook manda una mail ai seguenti indirizzi:
ornet@ossrom.va; lu.deangelis@rai.it; info@troviamoibambini.it

Scriviamo tutti assieme e pretendiamo di essere messi nelle condizioni di poter difendere i nostri bambini.
In difetto consigliamo che le cerimonie quali, Comunione e Cresima vengano effettuate alla maggiore età.
DIFFONDETE A TAPPETO.
Grazie.
IL COMITATO TROVIAMO I BAMBINI


Fatti e misfatti della Una Santa Cattolica Apostolica Ecclesia.


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