Ultimatum alla Terra

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misterx78
00domenica 14 dicembre 2008 02:19



La prima impressione, appena usciti dal cinema, è riassumibile dalla frase: 'non grandi effetti, non incredibile, ma...'.
Già. E' quel ma che colpisce. Che ti prende pian piano. C'è poco da dire. Le cose stanno così. Il saggio non risponde, direbbe Lao-Tse.
Nel nostro caso, il saggio è alieno al nostro mondo. Ci somiglia. E' in mezzo a noi. Eppure nessuno lo capisce. E lui non spreca fiato. Sa che non verrebbe capito. E' alieno perché cerca di fare la cosa giusta. E' alieno perché non genera dolore, ma si difende. Esattamente come il suo enorme robot che non attacca, ma si attiva solo in caso di violenza diretta.

Scott Derrickson, il regista, ci mostra parecchie ingenuità. Soldati troppo reattivi, che sbagliano. Prevenire meglio che curare. Uccidiamoli per sicurezza. Sa tanto di critica all'America e al presidente Bush. E alla guerra in Iraq.
Ma possiamo cambiare. Sì che possiamo.
Mi ricorda qualcuno...



Rispetto all'originale del 1951 la differenza più evidente nella trama è che l'avvento e le profezie dell'alieno Klaato non sono rivolte all'umanità col fine di scongiurare un'imminente guerra nucleare. Questa volta è il rischio ambientale il tema principale.
Ed ecco che abbiamo un robot di una tecnologia limitata al minimo ma di estrema efficacia che se ne sta sempre in stand by(la lucetta rossa spreca...) ma si accende solo ed esclusivamente al momento giusto.

Keanu è un alieno azzeccatissimo ma mi ricorda troppo Neo e Jhonny Menemonic. Ad esempio, nel momento della sua (ri)nascita dove tutto gli sembra irreale...

O, ancora, quando si scopre che le sue capacità aliene hanno a che fare con i sistemi elettrici ed elettronici. E su questo c'è una capatina, tra i protagonisti, di un ragazzino di colore che ci ricorda tanto tanto quello della serie Heroes e che, guarda caso, aveva delle capacità che riguardavano proprio l'influenzare i sistemi elettrici ed elettronici...

Tornando a Matrix troviamo una rivincita di Neo che sembra un agente e, per certi versi, Morpheus quando viene torturato per estorcergli informazioni. Insomma, spesso si ha l'impressione di osservare un'accozaglia di punti vincenti presi da varie ambientazioni e legati all'interpretazione dell'attore. Lecito, tanto di cappello, ma su questo punto a volte si esagera.

Altra nota negativa, anche se leggittima. Appaiono alcuni grandi sponsor chiaramente e spesso sottolineati più volte anche nel corso della storia. Non stonano, ma forse si esagera un poco anche su questo punto.

Ma andiamo avanti.

Vari attori ricordano altrettanti agenti della Matrice... Le inquadrature, la corsa del pensiero alieno nel sistema di cablaggio delle telecamere a circuito chiuso, la freddezza e lo sguardo di Neo, pardon, Klaato mentre dice: 'Seguimi', sono forti riproposizioni di cavalli vincenti che forse avrebbero fatto una figura più lineare se meno chiaramente ostentati.

Dopo il primo acchitto e le prime critiche di ragione politica, arrivano gli interrogativi, anche stimolati dal senso di 'strano' che rievoca la nostra paura ancestrale di essere invasi da qualcosa di alieno. Qualcosa o qualcuno. Incomprensibile. Più ignoto dell'ignoto e, per questo, pauroso.

Eppure questo Klaato è diverso da quello del 1951. E' un alieno progressista. Fate vobis ci dice. Io non posso farci nulla. Scegliete.
Un comunista risponderebbe: io ho il diritto anche di autodistruggermi. E l'alieno di Derrickson gli dice: fate vobis.

Ma c'è qualcosa nel film; forse il tentativo di raccontare la stessa storia dell'originale, che mi colpisce. Sarà il robot che con il suo aspetto retrò, semplicistico ma ottimale e funzionale al suo scopo, insieme alla forma apparentemente umana del suo protetto Klaato, mi fa riflettere sul fatto che molta coerenza c'è in questi emissari alieni. Che si presentano non con strane forme, ma bensì con un sistema più semplice, diretto e consono al nostro status.
La forma umana.
Con le sue debolezze, le sue paure, e, soprattutto, i propri dubbi.

Che spesso si trasformano in salvezza.

Salvezza?

Ho detto: salvezza?

E quì ripassimao per Matrix e ai suoi riferimenti al 'The One', all'eletto.
La derivazione cristiana si risente. Il sacrificio, ma anche semplicemente la scelta: tra tanti individui di una certa razza, viene scelto proprio Klaato per parlare agli stolti terrestri.

Perchè?

Analizzando il corpo dell'alieno in stato di incoscenza, si scopre che il cervello, quello soprattutto, non è umano.

E' uomo e non lo è.

Il passo è breve: è Dio ma è uomo...

Il riferimento è disarmante.
La provocazione ideologica è prepotente. E la parola Neo ormai cicatrizzata nel DNA di Keanu ha fatto il resto...

E i riferimenti biblici non finiscono quì. Si trovano riproposizioni molto vicine, se non identiche, dell'Apocalisse di Luca.

Vedere per credere.

Insomma non grandi effetti, non tante storielle, ma fatti e interrogativi.

Da vedere.


P.S.: ma ricordatevi di fare la differenziata prima! Altrimenti...



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Regia: Scott Derrickson
Sceneggiatura: David Scarpa
Attori: Keanu Reeves, Jennifer Connelly, Jaden Smith, Kathy Bates, Jon Hamm
Produzione: Twentieth Century Fox
Distribuzione: 20th Century Fox
Paese: USA 2008
Uscita Cinema: 12/12/2008
Genere: Fantascienza
Durata: 103 Min
Formato: Colore 35MM


Trama del film Ultimatum alla Terra:
In questo remake contemporaneo dell'omonimo classico di fantascienza del 1951, la celebre scienziata Helen Benson (Jennifer Connelly) si ritrova faccia a faccia con un alieno chiamato Klaatu (Keanu Reeves), che ha viaggiato nell'universo per avvertire l'umanità di un'imminente crisi globale. Quando delle forze che sfuggono al controllo di Helen ritengono ostile l'extraterrestre e gli negano la possibilità di parlare ai leader del mondo come aveva richiesto, lei e il figliastro Jacob (Jaden Smith), con cui è in cattivi rapporti, scoprono rapidamente le conseguenze mortali della frase di Klaatu, che si reputa "un amico della Terra". Ora Helen deve trovare un modo di convincere questa entità che è stata inviata per distruggerci che l'umanità in realtà merita di essere salvata. Ma potrebbe essere troppo tardi. Il processo ha avuto inizio.











=omegabible=
00domenica 14 dicembre 2008 09:43
RE

Avvisaci quando succederà veramente!!!! [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]
Buona domenica.



omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]

Rainboy
00venerdì 26 dicembre 2008 03:16
Visto. Bello, visionario, stracolmo di richiami alle precedenti interpretazioni di Keanu, come giustamente sottolineato da Misterx78. Epica la scena della "nascita" dall'involucro placentale, che cita in modo quasi maniacale l'estetica del "parto" avvenuto in Matrix.

Il film a mio avviso si rovina solo su due cose: la malsceneggiata ed inutile sottotrama fra la protagonista donna e il bambino di colore (ma chi vi conosce? A chi gliene frega qualcosa di voi e delle vostre lagne in sala, con uno sbarco alieno in corso?) e, naturalmente, il finale in cui l'ascetico e razionale Klaatu vede negli uomini qualcosa di meritevole della salvezza e del sacrificio. Quando questo qualcosa, per ammissione degli stessi protagonisti, non c'è.

Tolto ciò, il film ha almeno due punti forti notevoli: innanzi tutto le scene ad alto impatto emotivo, come quella dell'atterraggio in Central Park, o la già citata nascita di Klaatu. Soprattutto però, mi colpisce la visionarietà degli alieni: c'è dietro una concezione fantatecnologica molto raffinata.

La prima cosa a saltare all'occhio, è il fatto che queste creature si presentano a noi compiendo sempre azioni semplici e lineari, che denotano altresì un potere e una conoscenza incommensurabili. Mettiamola così: nel corso della pellicola, il punto cardine su cui viene attirata l'attenzione dello spettatore è il fatto che i visitatori sono in grado di spazzare via ogni forma di civiltà umana senza neppure disturbarsi a combatterla, o darle l'impressione di poter imabstire una qualche resistenza. L'impersonalità della cosa è agghiacciante: semplicemente... la sgretolano, con le loro nanomacchine, come faremmo noi distribuendo dell'insetticida su un formicaio molesto. Klaatu ci dice ripetutamente che per la sua gente non c'è nessun piacere - ma neanche nessuna commozione - in questo atto. Esattamente come per noi con le formiche.

In secondo luogo, tutto ciò che i "Klaatuani" costruiscono, è letteralmente invulnerabile; dai livelli più enormi, come il grande robot o le grandi sfere, a quelli più infimi, come le minuscole nanomacchine, tutto ciò che mandano sul nostro pianeta è per sua natura al di fuori della nostra capacità di violenza. Il film ce lo mostra con scene che, per quanto drammatiche, hanno un sottofondo volutamente caricaturale, rivolto agli spettatori: guardate, sembrano dirci, osservate il modo patetico in cui l'ingegno umano lavora contro ogni logica per cercare di ottenere almeno l'illusione di una qualche forma di controllo sull'operato degli alieni. Il film dichiara fin dall'inizio che questi ultimi sono su un altro livello rispetto a noi; le qualità straordinarie della "nave" sferica e di Gort sono del resto evidenti fin dal principio. Questa constatazione sembra però inaccettabile per tutti noi. In fondo non c'è nulla di più frustrante per una specie come la nostra, che ha dedicato così tanta della propria intelligenza a cercare metodi di distruzione sempre più nuovi e creativi, dello scoprire che ci sono esseri irraggiungibili dalla nostra ira; esseri talmente avanzati, da non avere neppure bisogno di sprecare tempo ad odiarci per cancellarci dal pianeta. No, tutto questo è inaccettabile; così come è inaccettabile pensare di parlare con loro in termini di sincera collaborazione, riconoscendo se non la loro autorità, almeno un significato dietro alle loro rivendicazioni. No, sarebbe solo un segno di debolezza: molto meglio ricominciare a cercare un metodo per combatterli.
Tale è la natura umana, come sempre riflessa e quindi svelata dalle caratteristiche di quella aliena.

Le peculiarità degli alieni comunque non si fermano qui. Queste creature sono capaci di manipolare la vita a livelli incredibili. Per loro ogni fenomeno biologico è reversibile: ciò che è morto si ripara, ciò che è vivo si controlla, ciò che è corpo viene del tutto assoggettato alla volontà razionale della mente... ci sono perfino tessuti viventi che lavorano al loro servizio, come devoti ingegneri, per modellare a loro uso e consumo i corpi di cui hanno bisogno. Certo potrebbero essere immortali se lo volessero, anche se curiosamente pare che la cosa non gli importi poi un gran ché. Anzi, sembrano fatalisti e appaiono quasi lieti di morire, se è per una causa in cui credono.

Infine, questi alieni sono davvero alieni. Ma proprio alieni! Talmente alieni che non li vediamo neanche una volta dal vivo, non sappiamo come siano fatti o cosa siano, e soprattutto, ci dicono essi stessi per bocca di Klaatu che le nostre menti primitive sarebbero spaventate dalla loro diversità, al punto da non poterla tollerare: per questo hanno scelto di mostrarsi a noi con una "incarnazione" umana.
Una sola chicca, però, ci viene concessa: a un certo punto del film, per un fugace momento, si nota un'immagine di come si suppone sia la struttura del materiale genetico alieno: paragonata all'immagine di fianco, che mostra la normale doppia elica del DNA umano, il materiale dell'alieno è quanto di più esotico si possa immaginare.
Ha proprio ragione Klaatu: non potevano presentarsi così da noi. Le nostre menti animali non l'avrebbero mai tollerato.
ReteLibera
00sabato 27 dicembre 2008 20:43
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