Non ci aspettavamo che fossero più di mille. In migliaia si erano già sbattezzati negli anni precedenti: noi li stimiamo intorno ai diecimila, anche se le cifre ‘vere’ le può avere solo la Chiesa cattolica. Molti non credenti non hanno ritenuto opportuno partecipare a un’iniziativa di massa, altri sono proprio contrari allo sbattezzo. Altri (già una decina) hanno comunicato la loro adesione fuori tempo massimo, altri ancora l’hanno scritto su qualche blog ma non ce l’hanno comunicato.
L’UAAR non si aspettava così tanti sbattezzandi in una volta sola anche perché, purtroppo, si vive in un paese in cui, se già dichiararsi pubblicamente non credente non è completamente esente da rischi, metterlo nero su bianco e confermarlo alla parrocchia è considerato molto probabilmente un sacrilegio dalla maggioranza della popolazione. Scoprire che così tanti cittadini la pensano diversamente e hanno aderito con entusiasmo al nostro invito è un’iniezione di fiducia non da poco per chi, ogni giorno, si trova a dover difendere la laicità dello Stato dagli attacchi politici e religiosi.
Cosa ricordare di questa giornata? Tanti momenti. Ne ricordiamo alcuni: il sacerdote che ha ricevuto le raccomandate degli sbattezzandi romani “sull’uscio” del portone del Vicariato extraterritoriale; il banchetto informativo trevigiano, collocato fianco a fianco al tavolino di un gruppo evangelico cristiano; le accuse di satanismo e l’invito “a debellare” il circolo UAAR napoletano (cfr. il blog Gli ultimi tempi: fossero islamici sarebbero già in carcere); il socio milanese di famiglia ebraica, che ha osservato come, «stando così le cose, sbattezzarsi è comunque più facile che dis-circoncidersi»; la battuta di uno sbattezzando veneziano (”il mio battesimo fu un equivoco, nessuno dei parenti aveva capito perché piangevo”); soprattutto, in diverse città, le file per sbattezzarsi ai tavoli UAAR. E la diffusa convinzione che il bello debba ancora venire.
www.uaar.it/news/2008/10/27/una-giornata-fuori-dal-comune-dal...