Usa, missionari pedofili tra gli eschimesi I gesuiti pagheranno i danni

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snaplinx
00martedì 20 novembre 2007 09:01

La somma, 50 milioni di dollari, è la più alta mai pattuita da un ordine religioso
L'avvocato delle vittime: "I preti problematici venivano confinati in Alaska"

Usa, missionari pedofili tra gli eschimesi I gesuiti pagheranno i danni

dal nostro corrispondente MARIO CALABRESI


<B>Usa, missionari pedofili tra gli eschimesi<br>I gesuiti pagheranno i danni</B>

Thomas Cheemuk visita la tomba del fratello, vittima dei missionari pedofili e morto suicida nel 1999

NEW YORK - La Compagnia di Gesù pagherà 50 milioni di dollari per risarcire 110 eschimesi che subirono abusi sessuali da religiosi gesuiti quando erano bambini o adolescenti, tra il 1961 e il 1987.
Gli scandali nella Chiesa americana continuano a rivelare nuove e inaspettate storie, cominciati nel 2002 a Boston, sembravano dover finire con il grande accordo di quest'estate tra la diocesi di Los Angeles e 508 persone che erano state molestate o stuprate negli ultimi settant'anni.

Ma ora dall'Alaska arriva la notizia che per tre decenni in 15 minuscoli villaggi, tra i più isolati e remoti al mondo, abitati dagli Yupik, che insieme agli Inuit formano il popolo eschimese, si sono ripetute violenze e abusi da parte di una decina di preti e da tre missionari della Compagnia fondata da Ignazio di Loyola.

Da quattro anni erano cominciate le denunce, ma prima del processo si è arrivati ad un'offerta di risarcimento che eviterà il dibattito in tribunale. Secondo l'avvocato degli eschimesi, Ken Roosa, si tratta di una cifra record per un ordine religioso, grazie all'accordo extragiudiziale ogni vittima riceverà oltre mezzo milione di dollari, in cambio nessuno dei gesuiti verrà incriminato e non è richiesta alcuna ammissione di colpevolezza.

La Compagnia di Gesù, attraverso il padre provinciale dell'Oregon, John Whitney, responsabile per l'Alaska, ha mostrato fastidio per la pubblicità data all'accordo, ha definito l'annuncio prematuro e ha negato che i gesuiti abbiano inviato per anni "in esilio" in Alaska sacerdoti di cui conoscevano le tendenze sessuali, come invece sostengono alcune delle vittime. Lo stato nel nord-ovest del continente americano viene invece definito dai gesuiti come "una delle terre di missione più difficile" e per questo la Compagnia sostiene di inviarvi i missionari più coraggiosi e preparati.

A St. Michael, un'isoletta lunga 15 chilometri che si trova nel Norton Sound, la baia del mare di Bering scoperta dal capitano James Cook nel 1778, il diacono Joseph Lundowski abusò di quasi tutti i bambini di Stebbins e St. Michael, i due minuscoli villaggi abitati da 150 famiglie.

Accusato da 34 persone, che nelle testimonianze raccontano delle violenze avvenute in una minuscola chiesa, dopo il catechismo, durante i bui pomeriggi dell'inverno dell'Alaska, Lundowsky era un gigante con la testa pelata e gli occhi blu, lavorava come diacono per la diocesi anche se i gesuiti hanno negato alcun legame con il loro ordine e ufficialmente non sapevano chi fosse. Lasciò l'isola nel 1975 e ora si è scoperto che è morto una decina di anni fa a Chicago alla Pacific Garden Mission, un ricovero religioso con mensa e dormitorio. La maggior parte dei sacerdoti accusati sono ormai morti e le vittime, scelte nel tempo tra chi aveva tra i cinque e i quindici anni, oggi hanno tra i trenta e i sessant'anni.

In questa causa, come nel caso di Los Angeles, i gesuiti pagano per un mancato controllo e per aver tenuto nascosto per anni lo scandalo, nel 2004 si erano poi aggiunte accuse di aver bruciato e distrutto documenti che dimostravano il comportamento dei religiosi. Tra i sacerdoti sotto accusa il reverendo James Poole, fondatore della radio cattolica del Nord dell'Alaska, che oggi vive in una casa di riposo. Secondo l'accusa i gesuiti sapevano fin dal 1960 che teneva "comportamenti sessuali inappropriati" ma anche quando lo richiamarono a Portland lasciarono che continuasse ad insegnare ai bambini.

L'avvocato delle vittime, da Anchorage dove ha lo studio, racconta che nessuno aveva mai avuto il coraggio di denunciare finché non arrivò notizia dello scandalo che aveva investito la diocesi di Boston, allora a poco a poco emersero storie di disperazione, alcolismo e suicidi. "In alcuni villaggi eschimesi - sostiene Roosa - è difficile trovare un adulto che non sia stato sessualmente abusato. Ma nessuno ha ammesso che i preti problematici venivano confinati in Alaska. Ora per i nostri clienti questo accordo significa che le loro storie di abusi, sempre negate, sono finalmente riconosciute".


(20 novembre 2007)
by Repubblica
snaplinx
00martedì 20 novembre 2007 09:07
Eccoli di nuovo.
=omegabible=
00martedì 20 novembre 2007 09:10
re


Ehhhhh già, faceva cosi freddo laggiù che..... [SM=g27812] [SM=g27812] [SM=g27812] [SM=g27812]


omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
pcerini
00martedì 20 novembre 2007 09:22
Non si smentiscono mai [SM=x1413477] [SM=x1413477]

Rainboy
00martedì 20 novembre 2007 15:19
Purtroppo no.
MauriF
00martedì 20 novembre 2007 22:42
Riporto quella che ritengo un'ottima domanda:


Come mai ci sono tanti risarcimenti in chiave civilistica? Il denaro puo' servire in qualche modo alle presuente vittime, ma rende giustizia ad essi ed eventualmente ai presunti colpevoli?
Come mai gli avvocati di coloro che sono stati abusati tentano sempre di giungere ad accordi extragiudiziali? In questo modo non si sapra' mai la verita' perche' la prova di colpevolezza si perfeziona nel processo penale, non in quello civile e, tanto meno, in via extragiudiziale.
Io sono per il processo penale e non per accordi milionari che lasciano dubbi da una parte e dall'altra. Anche l'accusa nei confronti dei Gesuiti di avere spedito certi sacerdoti in Alaska, quasi in una colonia punitiva, va provata. Non bastano le parole al vento...

Raffaella



=omegabible=
00martedì 20 novembre 2007 22:53
RE x Maurif

Diciamo che è stato un errore climatologico da parte della Chiesa.
Essa pensava che il freddo intenso avrebbe annullato certe erezioni e invece nisba!!!!! [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]


omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
pcerini
00martedì 20 novembre 2007 23:33
Che rottura di palle questa "Raffaella" bloggesca.

Se si "ragiona" un'attimo,si verrebbe a sapere che la legislazione di certi Stati non e' come quella nostra,si possono benissimo scegliere soluzioni alternative al penale negli States,succede in molti processi in cui per esempio sono coinvolti truffe alle assicurazioni,scandali commerciali di vario tipo,e perfino cause in cui certe multinazionali sono state messe al banco per via dei danni gravi alla salute che provocavano ad utenti(alcune multinazionali di sigarette per esempio oppure certe multinazionali chimiche che con i loro scarichi inquinavano falde acquifere determinando un grave avvelenamento della popolazione locale).

E' tipica della legislazione americana prevedere che si possano adottare accordi di un certo tipo che impedisca per esempio ai responsabili delle multinazionali di arrivare al penale e protrarre cosi' per decenni i vari processi.Questo senza considerare poi che le denunce sono arrivate a distanza di anni e ormai non penso che le vittime avessero intenzione di intvolare processi penali lunghi,meglio fare un'accordo immediato.

In merito alle prove,sono tali da consentire ai giudici di far fare accordi simili (altrimenti se non ci fossero state prove non ci sarebbero stati nemmeno risarcimenti milionari).

Scommetto che questa "Raffaella" ci vede un'attacco persecutorio nei confronti dell'istituzione "Chiesa".Sara'?
Rainboy
00martedì 20 novembre 2007 23:55
Andiamo, da un oratore preparato come te mi aspettavo qualcosa di meglio di queste banali obiezioni di ufficio.


Come mai ci sono tanti risarcimenti in chiave civilistica? Il denaro puo' servire in qualche modo alle presuente vittime, ma rende giustizia ad essi ed eventualmente ai presunti colpevoli?


Davvero non sai che nel mondo in generale, e in America in particolare, condannare ad un risarcimento è inteso non soltanto come un'azione della società in riparazione del danno della vittima, bensì anche come multa al responsabile con scopo punitivo e dissuasorio? La monetizzazione del cosiddetto "danno morale" ha esattamente questo scopo. Cosa se ne farebbe del resto la vittima di uno stupro, dei soldi?


Come mai gli avvocati di coloro che sono stati abusati tentano sempre di giungere ad accordi extragiudiziali? In questo modo non si sapra' mai la verita' perche' la prova di colpevolezza si perfeziona nel processo penale, non in quello civile e, tanto meno, in via extragiudiziale.


A dire il vero a me pare che siano le Chiese a cercare di arrivare al patteggiamento quanto più in fretta possibile, per cercare di mettere a tacere la stampa e non finire nella gogna mediatica. In questo caso hanno addirittura offerto una cifra record, pur di far stare zitte le vittime. Chissà perché.
MauriF
00mercoledì 21 novembre 2007 07:36
No, non sono le Chiese caro Rainboy...è la parte "offesa" che spinge sempre in tal senso...
E la domanda di Raffaella colpisce proprio nel segno (LOL...lo si vede anche dalla reazione di Paolo!).

Avevo citato un articolo in cui si citava la posizione di Jenkins (uno studioso di stampo anticlericale) che ti ripropongo:

Queste statistiche ci dicono che dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni. Di questi poco più di un centinaio sono stati condannati da tribunali civili. Il basso numero di condanne da parte dello Stato deriva da diversi fattori. In alcuni casi le vere o presunte vittime hanno denunciato sacerdoti già defunti, o sono scattati i termini della prescrizione. In altri, all’accusa e anche alla condanna canonica non corrisponde la violazione di alcuna legge civile (è il caso, per esempio, in diversi Stati americani del sacerdote che abbia una relazione con una – o anche un – minorenne maggiore di sedici anni e consenziente). Tuttavia il National Review Board è stato anche criticato per non avere dedicato sufficiente spazio, nel suo commento, al fatto che ci sono stati molti casi clamorosi di sacerdoti innocenti accusati: e Jenkins ritiene che questi si siano moltiplicati negli anni 1990 quando alcuni studi legali hanno capito di poter strappare transazioni milionarie anche sulla base di semplici sospetti. Le cifre non cambiano in modo significativo aggiungendo il periodo 2002-2007, perché già lo studio del John Jay College notava il “declino notevolissimo” dei casi negli anni 2000: le nuove inchieste sono state poche, e le condanne pochissime (un effetto delle politiche di “tolleranza zero” dei vescovi americani ma certo anche delle misure più rigorose introdotte dal cardinale Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede).
=omegabible=
00mercoledì 21 novembre 2007 07:57
Re x Maurif
[SM=x1426849] [SM=x1426849] [SM=x1426849]
Ma chi credi di prendere in giro?????
Ratzi è stato costretto dalle circostanze a prendere provvedimenti.
Prima ne aveva creato la segretezza!!!!! [SM=x789074]

Quindi [SM=x1414807]


omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
pcerini
00mercoledì 21 novembre 2007 08:59
"No, non sono le Chiese caro Rainboy...è la parte "offesa" che spinge sempre in tal senso...
E la domanda di Raffaella colpisce proprio nel segno (LOL...lo si vede anche dalla reazione di Paolo!)."

Reazione? Quale reazione? Ho semplicemente risposto a quesiti bloggeschi di una afflitta secondo me dalla comune mania di persecuzione che esiste nei ranghi cattolici,negli States le cose vanno diversamente,a volte e' positivo altre volte no,dipende dalle circostanze,e parlando di "prove" non si accordano risarcimenti se esse non sussistono,e del resto,accordi stragiudiziali se ne fanno in molti casi in cui le parti in causa subiscono danni molto piu' rilevanti a livello fisico,quindi,la "Raffaella Carra'" del circo bloggesco pro-Ratzinger preferisce soprassedere ad un simile ragionamento semplice,ma tant'e',si preferisce ignorare questa elementare constatazione di una pratica comunissima negli States e viene vista come ennesimo "attacco persecutorio".

Sara' anche logico e legittimo vederci chiaro nelle "prove",sta di fatto che l'aver accettato accordi simili anche da parte delle strutture ecclesiastiche locali e' indice di chiara ammissione!



Rainboy
00mercoledì 21 novembre 2007 19:02

"No, non sono le Chiese caro Rainboy...è la parte "offesa" che spinge sempre in tal senso...


Tralasciando i miei dubbi in proposito, se anche fosse come dici tu, non cambierebbe la sostanza: la Chiesa, causa dopo causa, paga sempre di più. E tu ogni volta pensi comunque che il reato non sussista?
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