Vaticano: la Bibbia va “spiegata”, rischi per fondamentalismo ed equivoci

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kelly70
00venerdì 13 giugno 2008 23:36


Il rischio di una lettura fondamentalista e ideologica della Bibbia viene denunciato nel documento preparativo del sinodo mondiale dei vescovi che si terrà in autunno (5-26 ottobre) presentato oggi in Vaticano, che non manca di marcare le differenze tra il libro sacro del cristianesimo e le altre religioni e solleva, inoltre, la preoccupazione che le Sacre Scritture siano un “puro oggetto culturale” o, peggio ancora, un oggetto sconosciuto agli stessi credenti.

“Non mancano - si legge in un passaggio dell”instrumentum laboris’ presentato oggi in Vaticano - i rischi di una interpretazione arbitraria riduttiva, dovuti anzituto al fondamentalismo, per cui, da una parte si manifesta il desiderio di rimanere fedeli al Testo, dall’altra si misconosce la natura stessi dei testi, incorrendo in gravi errori e generando anche inutili conflitti. Esistono pure le cosiddeta letture ideologiche della Bibbia, secondo precomprensioni rigide di ordine spirituale o sociale o politico, o semplicemente umane, senza il supporto della fede, fino a forme di contrapposizione e di sperazione tra la forma scritta, attestata anzitutto nella Bibbia, la forma viva dell’annuncio e l’esperienza di vita dei credenti”.

Senza fare esplicito riferimento alla ‘teologia della liberazione’, alle teorie Usa del ‘disegno intelligente’ o ad altri casi concreti, il documento vaticano sottolinea che Dio “propone alla persona non qualche informazione più o meno curiosa e nemmeno di ordine puramente umano, scientifico, ma gli comunica la sua Parola di verità e di salvezza e questo richiede a chi ascolta una comprensione intelligente, vitale, responsabile e quindi attuale”.

Sintesi di tutti i suggerimenti giunti in Vaticano dalle conferenze episcopali di tutto il mondo, dalla Curia romana, da teologi ed esperti dei vari paesi, l”instrumentum laboris’ affronta anche il nodo del rapporto con le altre religioni. Il sinodo, si legge, dovrà “favorire il dialogo ebraico-cristiano, più ampiamente il dialogo interreligioso ed interculturale”. Viene rimarcata con nettezza la distinzione rispetto all’approccio protestante alla Bibbia, quando si sottolinea che “una vera lettura della Scritura come Parola di Dio non può farsi che ‘in Ecclesia’, secondo il suo insegnamento”.

Il documento fa un riferimento, ancorché implicito, anche al Corano, che nella tradizione islamica fu dettato da Dio a Maometto. “Il carisma dell’ispirazione - si sottolinea a proposito della Bibbia - permette di affermare che Dio è l’autore della Bibbia in un modo che non esclude l’uomo come vero autore egli stesso. Infatti, a differenza di uina dettatura l’ispirazione non toglie la libertà e le capacità personali dello scritore ma le illumina e ispira”.

Più in generale, il documento preparativo del sinodo (intitolato ‘La parola di Dio nella vite e nella missione della Chiesa’), mette in guardia dal rischio della ignoranza delle Sacre scriture. “Bisogna tenere conto - si legge - del fato che troppi fedeli esitano ad aprire la Bibbia per varie ragioni, specialmente per la sensazione che sia un Libro troppo difficile da comprendere”. Denunciando forme di comunicazione della Bibbia “sovente inadeguate”, il documento Vaticano suggerisce di ricorre, per la sua diffusione, a radio, tv, teatro, cinema, musica e canzoni, “fino ai nuovi media, come Cd, Dvd, internet, ecc.”.

Il lancio è tratto dal sito dell’APCom

www.apcom.net/news/rss/20080612_115600_473f8da_41295.html
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