Vaticano: le strategie per evitare altri scandali sessuali

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kelly70
00venerdì 13 giugno 2008 22:50


ARLINGTON, Virginia (USA), venerdì, 6 giugno 2008 (ZENIT.org).- Il modo migliore per evitare il rischio di un’altra crisi sugli abusi sessuali nella Chiesa è quello di non consentire ai candidati con tendenze pedofile di diventare preti, afferma lo psicologo Phil Scrofani.

Scrofani, dottore in psicologia (Ph.D.), è professore assistente e responsabile del praticantato presso l’Institute for the Psychology Sciences, un istituto cattolico di specializzazione in psicologia che si trova ad Arlington, in Virginia.

Scrofani è stato chiamato anche a fare da relatore nel seminario “Psychology Serving Pastoral Ministry”, organizzato dallo stesso istituto e sponsorizzato in collaborazione con il Sacerdos Institute.

Il seminario, che si svolgerà dall’11 al 15 agosto a Bethesda, nel Maryland, affronterà il problema della necessità di una presenza psicologica qualificata, nel lavoro con i canditati al sacerdozio. Scrofani svolgerà, per un’intera giornata, una conferenza dal titolo “Discerning Psychological Problems: A Seminar for Priests”.

In questa intervista rilasciata a ZENIT, Scrofani parla della crisi relativa agli abusi sessuali nella Chiesa e del ruolo della psicologia nel processo di selezione dei seminaristi.

Durante il viaggio di Benedetto XVI negli Stati Uniti, ad aprile, il Papa ha affrontato il tema dello scandalo degli abusi sessuali in cui più di 4.000 preti negli Stati Uniti sono stati accusati di abusi sui minori a partire dagli anni ‘50. Il Santo Padre si è impegnato a mantenere i pedofili lontani dal sacerdozio ed ha aggiunto che è più importante che i preti siano bravi, piuttosto che siano molti. Cosa può fare la Chiesa per dare seguito a questo impegno?

Scrofani: La maggior parte dei seminari ha già fatto grandi passi in avanti a questo proposito, istituendo formali procedure di valutazione psicologica dei candidati. Naturalmente questo tipo di valutazione già esisteva in passato, per identificare le persone con impedimenti psicologici che avrebbero potuto inficiare la capacità di completare il seminario o di adempiere alle complesse esigenze del sacerdozio. Purtroppo la valutazione era spesso non molto approfondita e non veniva utilizzata per identificare anche eventuali visioni distorte della sessualità umana.

Attualmente molti seminari possono contare con psicologi che hanno una buona capacità di valutazione dell’idoneità dei candidati al sacerdozio. Gli esami comprendono una serie più esaustiva di analisi psicologiche e sono maggiormente centrati sulle questioni attinenti la maturità psicosessuale che emerge dalla storia personale dei candidati. La funzione di un’attenta anamnesi delle fasi di sviluppo della persona è fondamentale ed è anche importante raccogliere le valutazioni delle persone che conoscono bene il candidato.I seminari devono inoltre rivedere continuamente la valutazione di un seminarista mentre si svolge la fase preparatoria, affrontando ogni questione relativa alle sue capacità di relazionarsi con gli altri e ai suo tratti caratteristici.

Di importanza primaria è la necessità che il candidato abbia una visione della persona umana che sia chiara e in linea con gli insegnamenti della Chiesa, soprattutto riguardo al ruolo della sessualità. Non vi è spazio per compromessi in questo ambito, in quanto un atteggiamento lassista sulla castità e sulle inclinazioni sessuali, è ciò che in passato ha contribuito in parte all’esplodere della crisi.

[…]

L’intervista completa di Karna Swanson è consultabile sul sito di Zenit
www.zenit.org/article-14616?l=italian
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