Vulcani e voli.

Questi due ultimi giorni li ho consumati all'areoporto di Malpensa in attesa che un volo ricongiungesse due miei cugini con i parenti in Francia.

Desolante la disinformazione che regnava nel caos dell'hub.

Voli confermati, cancellati, soppressi, annullati.

Bambini piangenti, uomini d'affari, emigrati in rientro, insomma un'umanità composita ma con un identico sentimento: incazzatissimi.

E mai possibile, mi chiedo, che i responsabili non riescano a comunicare ai viaggiatori informazioni precise, disimpegnandone l'attesa assurda e frustante?

I miei cugini non avevano per fortuna la necessità di pernottare in aereoporto e siamo riusciti comunque a prenotare il TGV per Parigi tramite internet.

Ma gli altri? Ho parlato con gente che doveva recarsi a New York per motivi di salute, altri per ritornare in famiglia, irragiungibile senza il volo aereo.

Certo l'eruzione di un vulcano non è un evento prevedibile, ma l'informazione è quantomeno pianificabile con un po' di coordinamento.

Invece...

Povera Italia.

Babila.