perchè Travaglio difende il Crocifisso

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
alenis
00lunedì 9 novembre 2009 09:43
Non credevo tanta cristianità in lui; davvero; lo stimo sempre di più.

------------------------------
5 novembre 2009
Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io.

Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo. Fa tristezza Bersani che parla di “simbolo inoffensivo”, come dire: è una statuetta che non fa male a nessuno, lasciatela lì appesa, guardate altrove. Fa ribrezzo Berlusconi, il massone puttaniere che ieri pontificava di “radici cattoliche”. Fanno schifo i leghisti che a giorni alterni impugnano la spada delle Crociate e poi si dedicano ai riti pagani del Dio Po e ai matrimoni celtici con inni a Odino. Fa pena la cosiddetta ministra Gelmini che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”. La racconti giusta: la Costituzione non dice un bel nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”.

Alla stregua di cattedre, banchi, lavagne, gessetti, cancellini e ramazze. Se dobbiamo difendere il crocifisso come “arredo”, tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una “tradizione” (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta “civiltà ebraico-cristiana” (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare).

Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”).

Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo – l’ha ricordato Antonio Socci - a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo.

Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.

A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”. Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all’uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l’8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell’uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.

da Il Fatto Quotidiano n°38 del 5 novembre 2009


Babila il grande
00lunedì 9 novembre 2009 10:29
Re:



Grande Travaglio, che spesso amo leggere su "Il Fatto Quotidiano".

Perfettamente d'accordo con lui sulle ragioni "nascoste" della difesa del crocefisso da parte dei nostri politici.

Babila.
Rainboy
00lunedì 9 novembre 2009 11:13
Letto due giorni fa, l'ho messo nei Preferiti. Non sono d'accordo con il verdetto finale ma non posso che stimare un cattolico laico di tale intelligenza. Ce ne fossero di più...
spirito!libero
00lunedì 9 novembre 2009 14:50
Condivido in linea generale le osservazinio di Travaglio, l'unica cosa su cui non sono d'accordo è:

"Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli. "

Primo Gesù non disse esattamente questo, o almeno non lo disse come lo intendiamo noi oggi, in secondo luogo, prima di lui diverse altre filosofie si sono occupate dell'ugualgianza tra gli uomini.

Saluti
Andrea
Claudio Cava
00lunedì 9 novembre 2009 15:23
Re:

Questa e' disinformazione bell'e buona:

Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale


Ciao
Claudio
alenis
00lunedì 9 novembre 2009 16:59
Re: Re:
Claudio Cava, 09/11/2009 15.23:


Questa e' disinformazione bell'e buona:

Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale


Ciao
Claudio




stai dicendo che non è mai neanche esistito come uomo ?
kelly70
00lunedì 9 novembre 2009 17:00
Re: Re:
Claudio Cava, 09/11/2009 15.23:


Questa e' disinformazione bell'e buona:

Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale


Ciao
Claudio




Se questi sono giornalisti seri adesso capisco tutto...e capisco pure perchè la gente crede alle favole...in tutti i campi.

Ah, ma l'ha detto Travaglio...Gesù è una persona reale e un fatto storico, ammazza, se per questo basta un libro di 2000 anni a provare la storicità di un fatto, gli archeologi stanno freschi [SM=g27828]

Più passa il tempo e più mi rendo conto che non si è mai abbastanza atei [SM=x789055]


Kelly


Claudio Cava
00lunedì 9 novembre 2009 20:50
Re: Re: Re:
alenis, 09.11.2009 16:59:




stai dicendo che non è mai neanche esistito come uomo ?



Io guardo i fatti e le prove, che in questo caso non autorizzano nessuno a proclamare certezze in un verso o nell' altro.

Per fede o pseudotale [SM=g27828] sarei anche tentato di crederci, ma logica e ragione me lo impediscono.

Ciao
Claudio
spirito!libero
00lunedì 9 novembre 2009 20:59
Re: Re: Re: Re:
Claudio Cava, 09/11/2009 20.50:



Io guardo i fatti e le prove, che in questo caso non autorizzano nessuno a proclamare certezze in un verso o nell' altro.

Per fede o pseudotale [SM=g27828] sarei anche tentato di crederci, ma logica e ragione me lo impediscono.

Ciao
Claudio



Caro Claudio, però, ad onor del vero, che sia storicamente esistito un uomo del primo secolo chiamato Gesù e che fu crocifisso è storicamente sufficientemente acclarato.

Certo, ciò non significa che sia esistito il Gesù raccontato dai vangeli, anzi, è largamente risaputo che il Gesù dei vangeli è certamente un personaggio mitizzato e non storico.

Claudio Cava
00lunedì 9 novembre 2009 21:46
Re: Re: Re: Re: Re:
spirito!libero, 09.11.2009 20:59:



Caro Claudio, però, ad onor del vero, che sia storicamente esistito un uomo del primo secolo chiamato Gesù e che fu crocifisso è storicamente sufficientemente acclarato.

Certo, ciò non significa che sia esistito il Gesù raccontato dai vangeli, anzi, è largamente risaputo che il Gesù dei vangeli è certamente un personaggio mitizzato e non storico.




Caro Andrea, diciamo che pochissimi storici seri si sentono di negarne l' esistenza.

Comunque io mi riferivo alla certezza assoluta che trapela da certe propagandistiche lapidarie affermazioni, sulla quale pochi storici sarebbero disposti a giocarsi credibilita' e carriera. Almeno credo. [SM=g27828]

Questa mia comunque e' una convinzione abbastanza datata e sulla quale non ho indagato recentemente.
Inoltre dubito fortemente dell' attendibilita' di diverse "prove" o considerate tali giunte a mia conoscenza.

Per non parlare della totale assenza di scritti autografi di Cristo, che secondo me la dice lunga.

Ma sono sempre pronto a ricredermi [SM=x789048]


Ciao
Claudio
spirito!libero
00lunedì 9 novembre 2009 22:58
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Claudio Cava, 09/11/2009 21.46:



Caro Andrea, diciamo che pochissimi storici seri si sentono di negarne l' esistenza.

Comunque io mi riferivo alla certezza assoluta che trapela da certe propagandistiche lapidarie affermazioni, sulla quale pochi storici sarebbero disposti a giocarsi credibilita' e carriera. Almeno credo. [SM=g27828]

Questa mia comunque e' una convinzione abbastanza datata e sulla quale non ho indagato recentemente.
Inoltre dubito fortemente dell' attendibilita' di diverse "prove" o considerate tali giunte a mia conoscenza.

Per non parlare della totale assenza di scritti autografi di Cristo, che secondo me la dice lunga.

Ma sono sempre pronto a ricredermi [SM=x789048]


Ciao
Claudio




[SM=g27811]
alenis
00martedì 10 novembre 2009 09:19
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Claudio Cava, 09/11/2009 21.46:



Caro Andrea, diciamo che pochissimi storici seri si sentono di negarne l' esistenza.

Comunque io mi riferivo alla certezza assoluta che trapela da certe propagandistiche lapidarie affermazioni, sulla quale pochi storici sarebbero disposti a giocarsi credibilita' e carriera. Almeno credo. [SM=g27828]

Questa mia comunque e' una convinzione abbastanza datata e sulla quale non ho indagato recentemente.
Inoltre dubito fortemente dell' attendibilita' di diverse "prove" o considerate tali giunte a mia conoscenza.

Per non parlare della totale assenza di scritti autografi di Cristo, che secondo me la dice lunga.

Ma sono sempre pronto a ricredermi [SM=x789048]


Ciao
Claudio



cioè fammi capire, sei convinto o no dell'esistenza di un certo Gesù che professava un nuovo modo di essere e che poi morì crocifisso e che dal quale vennero a nascere le prime comunità cristiane ?

non parlo della resurrezione; parlo dell'esistenza storica di quest'uomo.

lo chiedo perchè non si capisce se credi o no all'esistenza di quest'uomo.

pcerini
00martedì 10 novembre 2009 12:25
Sull'esistenza storica bisognerebbe dimostrare la palese falsificazione dei testi,sinora,i tentativi del Cascioli sono stati davvero patetici,perche' privi di quel rigore filologico che ci si aspetterebbe da uno storico negazionista.

Insomma,occorre attenersi al metodo storico-critico,altrimenti,si finisce con il dire tutto e il contrario di tutto,che persino questo gesu' sia stato in India o in Giappone sulla scorte di discutibili testi ottocenteschi.

:) :) :)
Claudio Cava
00mercoledì 11 novembre 2009 13:59
Re:
pcerini, 10.11.2009 12:25]

Sull'esistenza storica bisognerebbe dimostrare la palese falsificazione dei testi,


A mio avviso basterebbe andare a guardare a quanti anni D.C. risalgono quelle "testimonianze", per giunta in massima parte tramandate bocca a bocca fino alla stesura per iscritto.

Perfino ai giorni nostri e in pochi giorni se uno ruba 5 euro alla fine dopo gli innumerevoli passaggi da bocca in bocca stando ai soliti ben informati per sentito dire gli euro son diventati come minimo centinaia.

Figuriamoci a quei tempi.




sinora,i tentativi del Cascioli sono stati davvero patetici,perche' privi di quel rigore filo-logico che ci si aspetterebbe da uno storico negazionista.


Se togliamo il filo resta la logica [SM=g27828] e allora non si scappa. [SM=x789048]




Insomma,occorre attenersi al metodo storico-critico,altrimenti,si finisce con il dire tutto e il contrario di tutto,che persino questo gesu' sia stato in India o in Giappone sulla scorte di discutibili testi ottocenteschi.


Lasciamo stare India, Giappone e testi ottocenteschi e consideriamo che dei primi 30 anni di vita del Cristo non si sa assolutamente nulla.

Quindi nulla si puo' escludere a priori.

Ma concordo con te, caro Paolo, "dimostrare" e' un' altra cosa.

A volte mi diverto a fare l' avvocato del diavolo. [SM=x789049]

Ciao
Claudio

Claudio Cava
00mercoledì 11 novembre 2009 18:29
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
alenis, 10.11.2009 09:19:



cioè fammi capire, sei convinto o no dell'esistenza di un certo Gesù che professava un nuovo modo di essere e che poi morì crocifisso e che dal quale vennero a nascere le prime comunità cristiane ?

non parlo della resurrezione; parlo dell'esistenza storica di quest'uomo.

lo chiedo perchè non si capisce se credi o no all'esistenza di quest'uomo.





Mah, credevo si fosse capito, ma forse il verbo "credere" ci manda in confusione, te per un verso, me per un altro.

Anch' io vorrei credere in cio' che piu' mi piace, ma mi riesce assolutamente impossibile.

Alla luce delle prove odierne, o almeno di quelle di mia conoscenza, non esiste certezza assoluta.

Quindi se da una parte giudico scorretto e propagandistico sostenerne l' esistenza (certa), dall' altra non mi sento di negarla con certezza.

Inoltre non dimentichiamo che indizi (non prove, eh?) a sfavore ce ne sono a vagonate.
Non ultimo il dato di fatto che abbiamo a che fare con dei mistificatori incalliti (clero passato e presente).

Ma sarebbe troppo lungo spiegarmi come si deve.

Ciao
Claudio

Babila il grande
00giovedì 12 novembre 2009 01:36
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Anch'io come Claudio, avanzo forti dubbi sull'esistenza fisica di Gesù.

Però sono anche per natura possibilista.

Comunque il fondatore del cristianesimo è sicuramente Paolo di Tarso, il vero grande manipolatore ed inventore.

Babila.
alenis
00lunedì 23 novembre 2009 16:52
Il cristianesimo pone alle sue origini un uomo, Gesù di Nazareth, detto il Cristo1 (= portavoce di Dio)
vissuto in Palestina nel I sec. d.C.
1. Osservazioni preliminari
1. I documenti non cristiani verranno riportati prevalentemente per esteso, in una nostra traduzione
quasi letterale.
2. Dei documenti cristiani (contrassegnati con *) daremo invece solo le informazioni essenziali, perché
da qualcuno possono essere contestati perché giudicati "di parte" (... ma ci può essere uno storico che
non sia di parte?).
3. Citeremo i documenti secondo l'ordine cronologico della loro data di composizione (sicura o probabile).
2. Documenti del I sec. d.C.
45-80 * Vangelo secondo Matteo, scritto in greco, probabilmente come rielaborazione di un
documento più antico che non possediamo, redatto in una lingua semita.
50-65 * Vangelo secondo Marco, in greco.
50-67 * Epistolario Paolino, 13 lettere di Paolo in greco.
55-62 * Vangelo secondo Luca, in greco (collocato dopo il 70).
50-58? * Lettera di Giacomo, scritta in greco.
61-63 * Atti di apostoli, in greco (molti lo collocano dopo il 70).
60-65? * Prima lettera di Pietro, in greco.
64-67? * Lettera agli Ebrei, in greco.
70-80? * Didaché (cioè dottrina dei dodici apostoli), in greco.
* Seconda lettera di Pietro, in greco.
* Lettera di Giuda, in greco.
80-100 Scritti di Giovanni, in greco:
* Vangelo
* Tre lettere
* Apocalisse.
93-94 Le antichità giudaiche di Giuseppe Flavio
Giuseppe (37-110 d.C.) è uno storico ebreo, diventato filoromano, al servizio di Vespasiano e di suo figlio
Tito, divenuti poi imperatori. Scrisse in greco varie opere storiche, tra cui le Antichità giudaiche, in 20
libri, che raccontano la storia ebraica da Abramo ai suoi tempi. Nel libro XVIII, 63-64, si trova un passo,
detto Testimonium flavianum, citato anche da Eusebio di Cesarea, nella Storia Ecclesiastica 1,11,7 e nella
Demonstr. evang. 3,5,105-106, e dal vescovo cristiano Agapio (sec. X) nella sua Storia Universale scritta
in arabo.
Presentiamo di seguito il testo ora accettato da tutti.
1 Cristo è una parola greca che traduce la parola semita messia e significa unto (con olio). Poiché l'olio è per gli ebrei
un simbolo stabile della benevolenza di Dio, veniva usato per "consacrare" le persone che erano giudicate "portavoce
stabili di Dio", cioè i re e i sacerdoti.
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.
2
"Ci fu verso questo tempo (verso il 30 d.C.) Gesù uomo sapiente.
La sua condotta era buona ed era stimato per la sua virtù.
E attirò a sé molti giudei e anche molti greci.
Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire. Ma non cessarono di amarlo coloro che da principio lo
avevano amato. Essi raccontarono che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era
vivo.
Forse perciò era il Cristo di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie".
95 * Prima lettera ai cristiani di Corinto, scritta in greco da Clemente, vescovo di Roma.
3. Documenti del II sec. d.C.
96-138 * Lettera di Barnaba, in greco.
105-7 * Epistolario di Ignazio di Antiochia, in greco: comprende 7 lettere indirizzate da questo
vescovo ai cristiani di varie Chiese che avrebbe incontrato mentre veniva portato a Roma per
subirvi il martirio verso il 110.
112? Annales di Tacito, scritti in latino.
Sono il racconto degli avvenimenti dell'Impero romano dalla morte di Augusto a quella di Nerone, cioè dal
16 al 68 d.C.
A proposito dell'incendio di Roma del 64 era corsa voce che l'imperatore Nerone stesso avesse dato
ordine di appiccare il fuoco. In riferimento a tale fatto lo storico romano scrisse:
"Per mettere fine alla diceria, Nerone fece passare per colpevoli e sottopose a pene raffinatissime coloro
che la plebaglia, detestandoli per le loro vergognose azioni, denominava cristiani.
L'autore di questo nome, Cristo, era stato messo a morte sotto l'impero di Tiberio, per ordine del
procuratore Ponzio Pilato; e, pur essendo stata momentaneamente repressa, questa esiziale
superstizione ricominciava a diffondersi, non solo per la Giudea, origine di quella sciagura, ma anche a
Roma, dove da ogni parte confluisce e viene tenuto in onore tutto ciò che vi è di scellerato e di
vergognoso. Perciò, in primo luogo furono arrestati coloro che confessavano, quindi, dietro loro
indicazione, una grande moltitudine fu condannata, non tanto per l'accusa di aver appiccato l'incendio,
quanto per odio del genere umano" (Annales, XV, 44).
112 Lettera di Plinio il giovane all'imperatore Traiano, scritta in latino (Epist. X, 96).
Plinio è "legato per la provincia del Ponto e della Bitinia con potere consolare". Riportiamo parti della
lettera:
"Non ho mai preso parte ad istruttorie a carico dei cristiani; perciò, non so che cosa si sia soliti fare: o
punire, od inquisire, ed entro quali limiti (...).
Per ora, nei confronti di coloro che venivano deferiti al mio giudizio come cristiani, ho seguito questa
procedura: ho chiesto innanzitutto loro se fossero cristiani; se confessavano, li ho interrogati una seconda
ed una terza volta, minacciandoli di morte; se perseveravano, ordinai che fossero condotti al patibolo.
D'altronde, non avevo alcun dubbio che, qualunque cosa confessassero, certamente erano meritevoli di
castigo la loro pertinacia e la loro cocciuta ostinazione. Altri ve ne furono, colpiti dalla stessa follia, al cui
riguardo, poiché erano cittadini romani, ordinai che fossero condotti a Roma. Ben presto, poiché, per il
fatto stesso di trattare questi problemi, le accuse aumentarono, come di solito accade, mi capitarono
sottomano numerosi casi [...].
Altri, denunciati da un delatore, dissero di essere cristiani e subito dopo negarono; dissero di esserlo
stato in passato, ma di aver cessato di esserlo, chi da tre anni, chi da un numero d'anni ancor maggiore,
alcuni addirittura da vent'anni. Anche tutti costoro venerarono la tua immagine e quella degli dèi e
maledissero Cristo.
Dicevano, inoltre, che la loro colpa o il loro errore consisteva nel fatto di esser soliti riunirsi all'alba in un
giorno fisso e di intonare a cori alterni un inno in onore di Cristo - come se fosse un dio - e di impegnarsi
con un giuramento non a commettere qualche delitto, ma a non commettere furti, frodi, adultèri, a non
venir meno alla parola data, a non negare un deposito, qualora ne fossero richiesti. Fatto ciò, era loro
costume allontanarsi e ritrovarsi di nuovo insieme per prendere un cibo, ad ogni modo comune ed
innocente, ma avevano desistito da questa usanza in seguito al mio editto, nel quale, in osservanza ai
tuoi ordini, avevo vietato la costituzione di eterìe (= associazioni) [...].
Mi è parso, infatti, che la questione meritasse di esser sottoposta al tuo giudizio, soprattutto per il
numero di quelli che sono coinvolti in questo pericolo: molte persone di ogni età, di ogni ceto sociale,
addirittura di ambo i sessi, sono trascinate in questo pericolo e ancora lo saranno. E non solo per la città,
ma anche per i sobborghi e per le campagne si è esteso il contagio di questa deleteria superstizione;
tuttavia, mi pare che si possa ancora bloccarla e ricondurla nella norma".
Corso sui Fondamenti del Cristianesimo – Capitolo 1 di 12
3
112 Risposta di Traiano a Plinio (Epist.X, 97).
"Mio caro Plinio, nell'istruttoria dei processi contro coloro che ti venivano denunciati come cristiani, hai
seguito la procedura alla quale dovevi attenerti. Non si può infatti stabilire una norma generale che abbia,
per così dire, un carattere rigido.
Non li si deve ricercare; nel caso in cui vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, debbono esser puniti,
in modo, però, che colui che avrà negato di esser cristiano, e lo avrà dimostrato coi fatti, cioè rivolgendo
suppliche ai nostri dèi, sebbene sospetto in passato, ottenga il perdono per il suo ravvedimento".
120 Vite dei Cesari di Svetonio, scritte in latino.
Nell'opera vi sono due accenni ai cristiani:
a) Nella Vita di Claudio (25, 4), dice che l'imperatore:
"Espulse da Roma i giudei diventati per istigazione di Cresto2, una continua causa di disordini".
L'espulsione avvenne nel 49 (cfr. anche Atti 18, 2).
b) Nella Vita di Nerone (16, 3), dice che l'imperatore:
"Sottopose a supplizi i cristiani, razza di uomini di una superstizione nuova e malefica".
125 * Apologia di Quadrato all'imperatore Adriano.
125 Lettera dell'Imperatore Adriano a Minucio Fundano, proconsole d'Asia (citata da Eusebio,
Hist. Eccl. IV, 9).
Siccome avvenivano spesso dei linciaggi contro i cristiani e c'erano denunce anonime, l'imperatore scrive
tra l'altro:
"Se gli abitanti della provincia possono addurre prove valide contro i cristiani, in modo da poterle
sostenere davanti al tribunale, ricorrano unicamente a questo mezzo e non mai a clamori o ad esecuzioni
sommarie...
Se chi accusa dimostra che i cristiani hanno infranto le leggi, determina tu la pena secondo la gravità; ma
se colui che denuncia lo trovi mosso da intenzioni calunniose, puniscilo esemplarmente...".
150 * Il Pastore di Ermas: è una raccolta di visioni scritta in greco.
155-65 Giustino, filosofo cristiano nato a Nablus, in Samaria, ma non ebreo, scrisse in greco tre
opere:
- due Apologie in difesa dei cristiani (155 e 165).
- Dialogo con Trifone (160).
È un dialogo tra Giustino ed il rabbino Trifone a proposito dell'ebraismo e del cristianesimo. In esso
Trifone riporta il seguente giudizio su Gesù:
"Gesù il galileo è il fondatore di una setta empia ed avversa alla legge (di Mosè). Noi l'abbiamo crocifisso.
I suoi discepoli trafugarono nottetempo il suo cadavere dal sepolcro e ingannarono gli uomini dicendo che
era risorto dai morti e salito al cielo".
Questo giudizio su Gesù ha varcato i secoli ed è ancora sostenuto oggi da studiosi ebrei.
177 * Apologia di Atenagora all'imperatore Marco Aurelio.
180 Il discorso veritiero del filosofo Celso (conservato nel *Contra Celsum di Origene), sostiene
che:
"Gesù era soltanto un uomo; le profezie (dell'Antico Testamento) si possono adattare a migliaia di altre
persone meglio che a Gesù".
Si noti, a conclusione, davanti all'abbondanza delle fonti cristiane, che le fonti non cristiane riguardanti
l'origine del cristianesimo sono assai poche, perché la "Storia" si accorge di un fenomeno solo quando
esso acquista notevole rilevanza. E, normalmente, ciò avviene solo molto tempo dopo che il fenomeno è
sorto.
4. Documenti con fonti dei sec. I e II
a) Libri apocrifi del Nuovo Testamento (soprattutto vangeli)
La parola apocrifo letteralmente significa nascosto-segreto e venne applicata a questi libri perché,
contenendo dottrine che non trovavano riscontro nei vangeli comunemente accettati, venivano giustificati
dicendo che trasmettevano insegnamenti segreti, comunicati in privato da Gesù a questo o a
quell'apostolo, a cui poi il vangelo veniva attribuito.
2 Nonostante questo modo di scrivere, è probabile che Svetonio si riferisca a Gesù Cristo e che là dove dice "giudei"
intenda "cristiani". Per capire il perché di questo modo di scrivere, occorre sapere che le parole greche "christòs" (=
unto) e "chrestòs" (= ottimo, il migliore) nel I secolo d.C. si pronunciavano allo stesso modo. Se Svetonio non sapeva
che con la parola "unto" i cristiani intendevano "consacrato mediante unzione", è assai facile che si sia sbagliato e
abbia ritenuto più probabile che il capo di una setta sia soprannominato "il migliore" piuttosto che "l'unto (di Dio)".
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.
4
Sono "costruzioni" della vita di Gesù o di qualche apostolo. Spesso sono attribuite ad un apostolo per
dare maggior credito al libro stesso, anche se in qualche caso è facile dimostrare che sono dei falsi. Per
questo sono anche detti "libri pseudoepigrafi" (= falsamente attribuiti).
Nascono dal desiderio di conoscere qualche cosa di più sul Maestro-Fondatore o sugli altri fondatori del
cristianesimo e dipendono spesso in modo evidente dai libri del Nuovo Testamento: cercano di supplire
con la fantasia al carattere lacunoso dei libri ufficiali. Non è escluso che qualche informazione sia storica.
Spesse volte sono difficili da datare.
Elenchiamo i principali, di cui abbiamo frammenti.
· Vangelo secondo gli ebrei, redatto in aramaico e poi tradotto in greco.
· Vangelo dei nazorei (lingua ?).
· Vangelo degli ebioniti, in greco.
· Vangelo degli egiziani,in greco.
· Vangelo di Pietro, in greco.
· Protovangelo di Giacomo, in greco.
· Vangelo di Tommaso, in greco.
· Atti di Pilato.
b) I Talmud (III-V sec.)
Sono scritti del giudaismo ufficiale per interpretare e commentare la legge di Mosè. Sono giunti a noi in
due edizioni: quella di Gerusalemme (più breve) e quella di Babilonia (più lunga).
In questi libri la figura di Gesù è ben nota.
Nell'edizione babilonese di questi scritti è contenuto questo brano:
"Ecco ciò che è trasmesso: il giorno di preparazione di pasqua, fu appeso Gesù (di Nazareth, aggiunge un
manoscritto). Un araldo aveva camminato quaranta giorni davanti a lui (dicendo):
"Deve essere lapidato perché, ha praticato la magia e ha sviato e sedotto Israele. Chiunque sa qualcosa a
sua discolpa venga a difenderlo". Ma non fu trovata alcuna difesa e fu appeso il giorno di preparazione
della pasqua" (Sanhedrin 43 a.).
Si noti la somiglianza di questo giudizio con quello riportato da Giustino nel suo Dialogo con Trifone.
Nel Talmud di Gerusalemme è scritto:
"Così parla R. Abbahu: quando uno dice "sono Dio" egli mente; "sono Figlio dell'uomo", alla fine Egli lo
rifiuterà; "Io salirò al cielo", lo dice ma non può compierlo" (Taanìt II,1 opp. II, 65, 69).
Palesi allusioni ai testi evangelici.
Da vari altri passi indiretti del Talmud, sappiamo anche che Gesù è nato da una pettinatrice di nome
Maria e da un soldato romano di passaggio di nome Pantera o Pandera (anche il Talmud allora ammette
che Giuseppe non è il padre di Gesù!).
5. Conclusioni minime
Dai documenti non cristiani emerge:
1. È esistito Gesù di Nazareth, morto giustiziato attorno al 30 d.C. in Palestina, sotto
Ponzio Pilato durante l'impero di Tiberio.
2. I suoi seguaci affermano di aver visto Gesù nuovamente vivo e riconoscono in lui il
Cristo (o Dio).
3. Gesù è indicato come il fondatore della "setta" cristiana.
4. I cristiani si diffondono assai rapidamente in tutto l'Impero ed anche a Roma.
5. Sono odiati e perseguitati.
6. Considerazione finale
Perché interessarci ancora oggi di quest'uomo?
Perché si presenta come il messia (= il portavoce di Dio) e dice di rispondere, a nome di Dio, al problema
del senso della vita.
Data la posta in gioco, merita vedere se costui è credibile o no.
Ecco la ragione dei capitoli che seguono.
Per chiarimenti, critiche, suggerimenti, contattare il curatore del Corso: Piero Ottaviano,
e-mail: pottaviano@murialdo.it
Questo testo è protetto legalmente. È vietata la riproduzione a fine di lucro.
È gradita la riproduzione totale o parziale a fine di evangelizzazione gratuita
Babila il grande
00martedì 24 novembre 2009 02:36
Re:


Caro Alenis,
ammiro la pervicacia con cui elenchi i passi - storici e cristiani - che riportano la presenza terrena del Cristo.

- Due considerazioni:

A - tutti i libri antichi che parlano di Gesù ci sono pervenuti grazie ai copisti cristiani.
Nulla vietava loro di interpolare gli scritti pro domo sua.

Emblematica, ad esempio la cosidetta testimonianza di Giuseppe Flavio che nelle sue "Antichità Giudaiche" avrebbe riportato la frase che tu hai citato.

Purtroppo hai dimenticato di riferirci che il testo, pervenuto a noi grazie agli amanuensi cristiani, è ben più articolato e riferisce di un Gesù come il Cristo, connotandolo di concetti "cristiani" assolutamente estranei allo storico ebreo.

B - Giuste le affermazioni di Claudio, che evidenzia come le notazioni storiche sono coeve ai Vangeli e quindi di decenni successive alla morte di Cristo e dunque perlomeno sospette.

Di come si possa manipolare la storia sono piene le fosse.

D'altra parte ci sono ancora oggi delle persone - molte - che non credono all'esistenza della Shoah, pur essendoci prove documentali ed oculari a bizzeffe.

Prova dunque a ricollocarti storicamente duemila anni fa, quando forse solo il 10 per cento della popolazione sapeva leggere....

Babila.

Rainboy
00martedì 24 novembre 2009 15:42
Re: Re:
Babila il grande, 24/11/2009 2.36:


duemila anni fa, quando forse solo il 10 per cento della popolazione sapeva leggere....




Ottimista! [SM=x789055]


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:25.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com