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Problemi sessuali 2 italiani su 3
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[POSTQUOTE][QUOTE:59152615=Claudio Cava, 16/09/2006 19:44] ADDIO LATIN LOVER, DUE ITALIANI SU TRE HANNO PROBLEMI SESSUALI Due italiani su tre, tra i 20 e i 40 anni, hanno problemi sessuali. La metà va dall'andrologo perché ha dubbi sulle dimensioni del pene; il resto fa i conti con eiaculazione precoce, deficit erettile, mancanza di libido e infertilità. Quello che emerge dal III Congresso Nazionale "Progressi in Andrologia", che si tiene a Villa San Giovanni fa cadere in picchiata il mito dell'italiano campione di sesso come al contrario si diceva fino a qualche anno fa. "Sono sempre più numerosi i pazienti che si rivolgono a noi perché ossessionati dalla dimensione del pene", afferma il professor Andrea Ledda, andrologo e direttore scientifico del congresso. "Sono giovani, tra i 20 e i 40 anni, di cultura media, molti studenti, con alle spalle una sfilza di storie finite con giovani donne - osserva - Tutti alla ricerca della risoluzione del grande problema che li assilla: la lunghezza inadeguata, secondo loro, del proprio pene. Ma nell'80% dei casi le dimensioni rientrano nella norma. Questi giovani uomini arrivano con stampate in testa le misure accuratamente prese e spesso con esempi di altre lunghezze avute da qualche amico per un confronto. Numerosi soffrono di eiaculazione precoce, hanno problemi di erezione e erroneamente imputano questi disturbi proprio alla dimensione del loro organo sessuale e pensano di non saper fare sesso". "Responsabile diretta di questo sentirsi inadeguati e di quanto ne consegue - sostiene Ledda - è la pornografia sempre più diffusa. La visione di film hard e la frequentazione di siti porno, diffusissima, sviluppano nei giovani uomini la convinzione che il sesso sia solo penetrazione, e molto aggressiva, con prestazioni tali da parte del maschio che sono però possibili solo con attori dopati di testosterone e simili. Ma il sesso, in un normale rapporto di coppia, non è quello dei film e del web. E da qui comincia la depressione da insoddisfazione sessuale: il maschio si scopre diverso da certi modelli e si sente inadeguato." In aumento il numero di pazienti che accusano un deficit erettile. "Questo fenomeno - spiega il dottor Nicola Ilacqua, presidente del congresso - è collegato al diffondersi di errate abitudini di vita, alimentazione ipercalorica, sedentarietà, tabagismo, con una conseguente crescita epidemiologica dei casi di diabete, dislipidemia, ipertensione arteriosa, cardiopatie, che costituiscono il fattore predisponente ad ammalarsi di deficit erettile. Sono sempre più numerosi i pazienti con deficit erettile che si rivolgono ai centri andrologici pubblici per farsi curare. Purtroppo questi centri pubblici sono ancora pochi e mal distribuiti sul territorio". ANDROLOGI, SERVONO POCO LE 'PILLOLE DELL'AMORE' VILLA SAN GIOVANNI (REGGIO CALABRIA) - Le prendono non più di tre mesi. Poi le lasciano, anche se a malincuore, e finiscono in cura dall'andrologo. Sono gli uomini italiani, tra i 40 e i 60 anni, sofferenti di disfunzione erettile, che ai farmaci contro la disfunzione erettile devono molto in termini di nuove "superprestazioni" ma molto poco in termini di cura. "Due su tre di coloro che avevano problemi sessuali e hanno provato le pillole dell'amore smettono di prenderle perché non hanno risolto alcun problema - spiega il Dottor Nicola Ilacqua, andrologo, presidente del Terzo Congresso Nazionale Progressi in Andrologia che si tiene a Villa San Giovanni. La situazione è la seguente: sesso solo da "dopato" dopodiché tutto torna a non funzionare". "I dati di vendita dei farmaci a base di sildenafil, tadalafil e vardenafil - afferma Ilacqua - dopo uno stallo nella prima metà del 2005, sono di nuovo in crescita. Oltre il 60 per cento degli acquisti è motivato dalla ricerca della superprestazione. Ma bisogna dire a gran voce che queste ottime "pilloline" gialle , blu o arancioni hanno la capacità di risolvere momentaneamente il sintomo. Nel caso della disfunzione erettile risolvono solo il problema funzionale regalando qualche ora di normalità. In poche situazioni hanno una capacità terapeutica ma per il resto non rappresentano in alcun modo una cura risolutiva". "I pazienti con la disfunzione erettile - aggiunge Ilacqua - vanno curati in Centri appositamente attrezzati, un po' come i Consultori per le donne. Non dimentichiamo che la disfunzione erettile è considerata in Medicina un 'sintomo sentinella' di gravi patologie metaboliche e se ben interpretato può portare ad una diagnosi precoce delle stesse con un grande beneficio". Secondo l'esperto bisogna però riconoscere alle pillole dell'amore il merito di far avvicinare i pazienti allo specialista andrologo. "Dopo un periodo di Viagra o pilloline simili, infatti, l'uomo con questo tipo di disagio sessuale dice basta al sesso chimico perché si rende conto che non ha risolto il problema. Lo ha solo dimenticato per qualche ora ma si ritrova a fare i conti con altre situazioni spiacevoli. Queste pillole infatti tolgono il desiderio anche se provocano l'erezione. Inoltre il popolo del Viagra, nell'80 per cento dei casi, non comunica alle mogli o alle compagne la natura chimica del sesso che offre. Questi uomini vivono con una profonda ansia da prestazione che spesso peggiora loro la situazione" "Nei casi di disfunzione erettile bisogna ricorrere alla prevenzione - conclude l'esperto - mediante uno stile di vita più adeguato e farmaci specifici che curino bene le patologie di base senza danneggiare la funzione sessuale e anche con altri ancora che agiscano con un vero e proprio effetto anti-invecchiamento - di grande attualità a tal proposito gli anti-ossidanti" . © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 2006-09-16 11:20 http://www.ansa.it/opencms/export/main/visualizza_fdg.html_1992709546.html[/QUOTE][/POSTQUOTE]
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Messaggio Iniziale
Claudio Cava
16/09/2006
19:44
ADDIO LATIN LOVER, DUE ITALIANI SU TRE HANNO PROBLEMI SESSUALI
Due italiani su tre, tra i 20 e i 40 anni, hanno problemi sessuali. La metà va dall'andrologo perché ha dubbi sulle dimensioni del pene; il resto fa i conti con eiaculazione precoce, deficit erettile, mancanza di libido e infertilità. Quello che emerge dal III Congresso Nazionale "Progressi in Andrologia", che si tiene a Villa San Giovanni fa cadere in picchiata il mito dell'italiano campione di sesso come al contrario si diceva fino a qualche anno fa. "Sono sempre più numerosi i pazienti che si rivolgono a noi perché ossessionati dalla dimensione del pene", afferma il professor Andrea Ledda, andrologo e direttore scientifico del congresso.
"Sono giovani, tra i 20 e i 40 anni, di cultura media, molti studenti, con alle spalle una sfilza di storie finite con giovani donne - osserva - Tutti alla ricerca della risoluzione del grande problema che li assilla: la lunghezza inadeguata, secondo loro, del proprio pene. Ma nell'80% dei casi le dimensioni rientrano nella norma. Questi giovani uomini arrivano con stampate in testa le misure accuratamente prese e spesso con esempi di altre lunghezze avute da qualche amico per un confronto. Numerosi soffrono di eiaculazione precoce, hanno problemi di erezione e erroneamente imputano questi disturbi proprio alla dimensione del loro organo sessuale e pensano di non saper fare sesso".
"Responsabile diretta di questo sentirsi inadeguati e di quanto ne consegue - sostiene Ledda - è la pornografia sempre più diffusa. La visione di film hard e la frequentazione di siti porno, diffusissima, sviluppano nei giovani uomini la convinzione che il sesso sia solo penetrazione, e molto aggressiva, con prestazioni tali da parte del maschio che sono però possibili solo con attori dopati di testosterone e simili. Ma il sesso, in un normale rapporto di coppia, non è quello dei film e del web. E da qui comincia la depressione da insoddisfazione sessuale: il maschio si scopre diverso da certi modelli e si sente inadeguato."
In aumento il numero di pazienti che accusano un deficit erettile. "Questo fenomeno - spiega il dottor Nicola Ilacqua, presidente del congresso - è collegato al diffondersi di errate abitudini di vita, alimentazione ipercalorica, sedentarietà, tabagismo, con una conseguente crescita epidemiologica dei casi di diabete, dislipidemia, ipertensione arteriosa, cardiopatie, che costituiscono il fattore predisponente ad ammalarsi di deficit erettile. Sono sempre più numerosi i pazienti con deficit erettile che si rivolgono ai centri andrologici pubblici per farsi curare. Purtroppo questi centri pubblici sono ancora pochi e mal distribuiti sul territorio".
ANDROLOGI, SERVONO POCO LE 'PILLOLE DELL'AMORE'
VILLA SAN GIOVANNI (REGGIO CALABRIA) - Le prendono non più di tre mesi. Poi le lasciano, anche se a malincuore, e finiscono in cura dall'andrologo. Sono gli uomini italiani, tra i 40 e i 60 anni, sofferenti di disfunzione erettile, che ai farmaci contro la disfunzione erettile devono molto in termini di nuove "superprestazioni" ma molto poco in termini di cura.
"Due su tre di coloro che avevano problemi sessuali e hanno provato le pillole dell'amore smettono di prenderle perché non hanno risolto alcun problema - spiega il Dottor Nicola Ilacqua, andrologo, presidente del Terzo Congresso Nazionale Progressi in Andrologia che si tiene a Villa San Giovanni. La situazione è la seguente: sesso solo da "dopato" dopodiché tutto torna a non funzionare". "I dati di vendita dei farmaci a base di sildenafil, tadalafil e vardenafil - afferma Ilacqua - dopo uno stallo nella prima metà del 2005, sono di nuovo in crescita.
Oltre il 60 per cento degli acquisti è motivato dalla ricerca della superprestazione. Ma bisogna dire a gran voce che queste ottime "pilloline" gialle , blu o arancioni hanno la capacità di risolvere momentaneamente il sintomo. Nel caso della disfunzione erettile risolvono solo il problema funzionale regalando qualche ora di normalità. In poche situazioni hanno una capacità terapeutica ma per il resto non rappresentano in alcun modo una cura risolutiva".
"I pazienti con la disfunzione erettile - aggiunge Ilacqua - vanno curati in Centri appositamente attrezzati, un po' come i Consultori per le donne. Non dimentichiamo che la disfunzione erettile è considerata in Medicina un 'sintomo sentinella' di gravi patologie metaboliche e se ben interpretato può portare ad una diagnosi precoce delle stesse con un grande beneficio". Secondo l'esperto bisogna però riconoscere alle pillole dell'amore il merito di far avvicinare i pazienti allo specialista andrologo.
"Dopo un periodo di Viagra o pilloline simili, infatti, l'uomo con questo tipo di disagio sessuale dice basta al sesso chimico perché si rende conto che non ha risolto il problema. Lo ha solo dimenticato per qualche ora ma si ritrova a fare i conti con altre situazioni spiacevoli. Queste pillole infatti tolgono il desiderio anche se provocano l'erezione. Inoltre il popolo del Viagra, nell'80 per cento dei casi, non comunica alle mogli o alle compagne la natura chimica del sesso che offre. Questi uomini vivono con una profonda ansia da prestazione che spesso peggiora loro la situazione" "Nei casi di disfunzione erettile bisogna ricorrere alla prevenzione - conclude l'esperto - mediante uno stile di vita più adeguato e farmaci specifici che curino bene le patologie di base senza danneggiare la funzione sessuale e anche con altri ancora che agiscano con un vero e proprio effetto anti-invecchiamento - di grande attualità a tal proposito gli anti-ossidanti" .
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 2006-09-16 11:20
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