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Messaggio Iniziale
..Anna..

18/10/2007 09:10

Faccio una piccola premessa.

Lavoro in psichiatria. Ogni giorno e per molte ore al giorno sono a contatto con persone (mi rifiuto di chiamarle malate) etichettate come psichiatriche.

Mi raccontavano e mi raccontano episodi raccapriccianti e sulle prime non ci credevo. Non era possibile, secondo me, che potessero accadere queste cose sotto i nostri occhi e nessuno si accorge e chi si accorge, in qualche modo li giustifica o distorce i fatti.

Però... siccome sistemi che non condivido succedono anche da noi, la pulce nell'orecchio m'è venuta e mi sono messa a sentire le altre campane. Come è giusto che sia.

L'argomento è delicato ed è difficile trovare un punto di partenza dal quale iniziare.

Vi propongo questo sito

giusto per iniziare. Bisognerebbe trovare il tempo di approfondire leggendo tutto e seguendo i collegamenti o scaricando gli ebook gratuiti nella sezione download. Non so se avete voglia di farlo. Lo spero. Serve a rendersi conto di quante violazioni dei diritti umani vengono fatte quotidianamente e sistematicamente in nome della "scienza" su persone (basta poco per essere considerato psichiatrico) che nessuno difende e dietro alle quali girano valanghe di soldi.

Poi magari ne parliamo insieme..


Anna
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Rainboy

27/10/2007 17:13

E' un rischio sì.
Vorrei farti leggere
questa pagina

Probabilmente può sembrare di parte. Così ti invito a leggere anche questa.
E' un sito dove trovi i bugiardini di tutti i farmaci, in ordine alfabetico.


Non ti preoccupare, non mi sembrano affatto di parte. So che sono tutte cose vere.

Tra gli effetti collaterali troverai quanto riportato nel primo sito e troverai anche, strano ma vero, che possono aggravare i sintomi che dicono di curare. Così diventa difficile stabilire se il sintomo è causato dalla "malattia" oppure dall'abuso del farmaco stesso.


Hai detto bene. Dall'ABUSO del farmaco stesso. Sei più preparata di me immagino, quindi saprai bene che uno psicofarmaco va scelto in base alla risposta fisiologica del paziente, e spesso se ne deve provare ben più di uno alla ricerca di una risposta soddisfacente; inoltre le dosi devono essere progressivamente testate per raggiungere il suo personale optimum. Se ciò viene fatto, diventa molto più difficile farsi ingannare al punto da non discernere sintomi farmacologici da quelli che vengono curati.

In relazione a bambini affetti da ADHD, tutto questo presuppone l'esistenza di genitori responsabili che non intendono semplicemente scaricarsi il "barile" del pargolo esagitato dalle spalle, è ovvio. Deve esserci la volontà di seguire, assistere e curare.
Ad esempio disapproverei fortemente l'idea di usare qualsiasi cosa sia simile a un depot, su bambini per i quali si sta ancora cercando un approccio terapeutico appropriato. E anche dopo, la terapia dovrebbe idealmente essere il più flessibile possibile.


è chiaro che da parte dei genitori devono essere prese precauzioni in merito all'accertamento iniziale e alla riconferma della diagnosi, così come in merito al supporto farmacologico e non farmacologico che viene consigliato in tali casi.



Non è così facile come sembra.


Non è per nulla facile. Ma dire che è difficile, non è una scusa valida per negare l'esistenza del problema. Qualcuno dovrebbe dirlo allo sciocco che ha scritto quelle rivendicazioni in cima alla sezione ADHD del sito dell'OISM.


Uhm... le statistiche...

Traduciamole in percentuali.
C'è una percentuale X che in base alla statstica stabilisce che il bambino può, in età adulta, diventare tossico, criminale, socialmente pericoloso, infelice.

Rimane una percentuale y (inferiore alla x) che lascia intendere che.. forse no.
Si opta per una cura preventiva, che se ho ben capito, è l'opzione che sceglieresti, nonostante i danni "calcolati" dell'uso di psicofarmaci. Diciamo che scegli quello che, sulla carta, sembra il danno minore.

Ti lancio una provocazione.

E' dimostrato statisticamente che esiste un'alta percentuale X che noi ci si ammali di cancro (purtroppo). Una minore y che... forse no.

Ci propongono l'uso di una cura preventiva che però ha degli effetti collaterali pesantucci. Vivremmo da semiaddormantati, gonfi, con qualche capello in meno, mai perfettamente lucidi, senza contare che forse ci può causare anche qualche danno biologico, se siamo sfigati, anche irreversibile.
Il danno è calcolato.

Oppure ci si controlla, con degli esami di laboratorio - quindi la certezza è matematica e non sulla carta - si aspetta il futuro e se davvero ci si trova nella percentuale X si agisce.

Io non sceglierei la prima opzione anche se il cancro è mortale.
E tu?


Probabilmente anch'io, ma il fatto è che osservo degli aspetti discutibili in questa interpretazione del problema.
Anzitutto qui mi stai dicendo implicitamente che riconosci la serietà della sindrome, mentre prima sembravi più scettica in merito.
In secondo luogo, a questo punto di fronte all'esistenza conclamata dell'ADHD finiamo per parlare del desiderio di tutelare, nei limiti del possibile, un'infanzia da un complesso di sintomi psichiatrici potenzialmente molto pericolosi.
E' chiaro che esiste un rapporto rischi/benefici. Il giudizio del genitore è la discriminante, come sempre. Sappiamo che un bambino affetto da ADHD rischia di avere una qualità della vita sensibilmente ridotta dalla propria patologia; sarebbe ideale invece cercare di proteggere questo periodo del suo sviluppo. Non bisogna essere Freud per capire che qualsiasi condizione danneggi lo sviluppo in questo periodo, avrà un effetto cumulativo molto peggiore sulla psiche dell'adulto malato, rispetto a quello che avrebbe avuto un problema analogo se fosse insorto in più tarda età e se nel frattempo l'individuo fosse cresciuto con un bagaglio di esperienze più positive alle spalle. Io sono convinto che, se animato realmente dal desiderio di aiutare il figlio e non soltanto da quello di sgravarsi le spalle, il genitore possa trovarsi nella necessità di procedere, là dove necessario, a un approccio farmacologico.
Assumendosi i rischi e le responsabilità del caso, è ovvio, e facendo quindi uso delle competenze degli specialisti del caso. Nota bene il verbo: facendo uso. Il genitore usa, il medico viene usato. Il medico infatti presta la sua competenza ad un caso specifico, di cui il conoscitore e responsabile primario resta comunque il genitore, per definizione. L'ultima parola sulla somministrazione del farmaco è sempre la sua, non quella dei tizi in camice... ed è per questo che condanno nella maniera più ferma l'esistenza di genitori disinformati.
..Anna..

27/10/2007 10:26
Re:






E' chiaro che adottare un comportamento terapeutico preventivo è un rischio;



E' un rischio sì.
Vorrei farti leggere
questa pagina

Probabilmente può sembrare di parte. Così ti invito a leggere anche questa.
E' un sito dove trovi i bugiardini di tutti i farmaci, in ordine alfabetico. Tra gli effetti collaterali troverai quanto riportato nel primo sito e troverai anche, strano ma vero, che possono aggravare i sintomi che dicono di curare. Così diventa difficile stabilire se il sintomo è causato dalla "malattia" oppure dall'abuso del farmaco stesso.



è chiaro che da parte dei genitori devono essere prese precauzioni in merito all'accertamento iniziale e alla riconferma della diagnosi, così come in merito al supporto farmacologico e non farmacologico che viene consigliato in tali casi.



Non è così facile come sembra.


Ma mi domando, fra un salto nel buio assistito da specialisti e da genitori informati, e uno sviluppo che si sa già essere statisticamente orientato verso l'infelicità personale e la pericolosità sociale, che cosa rispetta maggiormente i diritti del bambino?



Uhm... le statistiche...

Traduciamole in percentuali.
C'è una percentuale X che in base alla statstica stabilisce che il bambino può, in età adulta, diventare tossico, criminale, socialmente pericoloso, infelice.

Rimane una percentuale y (inferiore alla x) che lascia intendere che.. forse no.
Si opta per una cura preventiva, che se ho ben capito, è l'opzione che sceglieresti, nonostante i danni "calcolati" dell'uso di psicofarmaci. Diciamo che scegli quello che, sulla carta, sembra il danno minore.

Ti lancio una provocazione.

E' dimostrato statisticamente che esiste un'alta percentuale X che noi ci si ammali di cancro (purtroppo). Una minore y che... forse no.

Ci propongono l'uso di una cura preventiva che però ha degli effetti collaterali pesantucci. Vivremmo da semiaddormantati, gonfi, con qualche capello in meno, mai perfettamente lucidi, senza contare che forse ci può causare anche qualche danno biologico, se siamo sfigati, anche irreversibile.
Il danno è calcolato.

Oppure ci si controlla, con degli esami di laboratorio - quindi la certezza è matematica e non sulla carta - si aspetta il futuro e se davvero ci si trova nella percentuale X si agisce.

Io non sceglierei la prima opzione anche se il cancro è mortale.
E tu?






=omegabible=

26/10/2007 21:56
RE

Giustissimo Rain !!!! omega
Rainboy

26/10/2007 21:06

Il Vice presidente del CCDU Massimo Parrino ha detto: “Bisogna rendersi conto che etichettando il bambino come malato mentale si viola il suo Diritto Fondamentale alla vita. Il suo diritto di sperimentare, crescere e sviluppare il suo pensiero responsabile nei confronti della società stessa. Con questa etichetta mentale insegniamo ai bambini che il loro comportamento deriva dalla 'malattia' e li rendiamo irresponsabili e incapaci di reagire alle loro difficoltà dato che l'etichetta li giustifica. Che cosa insegneremo ai nostri bambini: una pillola, ora e nel futuro, risolve e risolverà il tuo problema di comportamento. Questa è la vera violazione dei loro Diritti Fondamentali”.



Io continuo a vedere due problemi separati. E' evidente che esiste la malafede. La malafede delle multinazionali, la malafede dei medici e degli specialisti, e soprattutto la malafede dei genitori... perché OGGI L'IGNORANZA E' MALAFEDE, non siamo più nel medioevo dove i monaci avevano il monopolio sui pochi tomi in circolazione. Oggi informarsi è quasi sempre possibile. Un genitore che non si informa da fonti multiple, non prende precauzioni, non fa consulti alternativi, non legge e non chiede consiglio ad organi economicamente imparziali e terze parti, è un genitore irresponsabile.
Però questo è un problema a parte.
Bambini affetti da forme gravi di ADHD possono essere un pericolo per sé stessi e per i propri coetanei; inoltre a sentire i team di mezzo mondo citati anche nei documenti della difesa, è provata la correlazione statistica con comportamenti asociali, insoddisfazione lavorativa, abuso di alcool e di stupefacenti, criminalità. Senza contare le ricerche in corso sulla genetica.
E' chiaro che adottare un comportamento terapeutico preventivo è un rischio; è chiaro che da parte dei genitori devono essere prese precauzioni in merito all'accertamento iniziale e alla riconferma della diagnosi, così come in merito al supporto farmacologico e non farmacologico che viene consigliato in tali casi.
Ma mi domando, fra un salto nel buio assistito da specialisti e da genitori informati, e uno sviluppo che si sa già essere statisticamente orientato verso l'infelicità personale e la pericolosità sociale, che cosa rispetta maggiormente i diritti del bambino?
Io dico la prima opzione.
pcerini

26/10/2007 13:29
Visto che l'autrice del post lavora nel campo,vorrei sapere una cosa:

parlo dell'argomento Cristo-terapia.

Fino ad ora viene propagandata da molta stampa cattolica,ma non ho visto finora alcun parere o critica fatta dagli esperti del campo (psicologi,psicoterapeuti o psichiatri).

Questa pratica religiosa che chiamerebbero impropriamente "Cristo-terapia" a volte viene propagandata come se fosse una panacea miracolosa,in particolare viene impartita da organizzazioni religiose (come quella per esempio di Don Gelmini,Don Andrea,e da comunita' come per esempio "Comunita' Nuovi Orizzonti") a soggetti affetti da tossicodipendenza e alcolismo (non so in che altri frangenti),cio' che si dice e' la resa miracolosa di un simile approccio,il problema o le mie perplessita' riguarda l'assenza di una certificazione medica e scientifica di una simile pratica,se per esempio i soggetti che afforntano questa pratica poco ortodossa dal punto di vista medico dovessero avere delle ricadute,che tipo di reazioni potrebbero avere se una simile pratica pseudo-ortodossa fallisse?

Paolo
..Anna..

26/10/2007 10:56
e ancora..
No del Piemonte ai test adhd

a cura dei C C D U Onlus

Licenziato in commissione sanità della regione piemonte il testo di legge contro l'uso dei test adhd nelle scuole e l'uso indiscriminato di psicofarmaci sui bambini

Oggi la Commissione quarta della consiglio regionale del Piemonte ha approvato all'unanimità il progetto di legge n.405 “Norme in materia di uso di sostanze psicotrope su bambini ed adolescenti” i cui primi firmatari sono il Presidente del Consiglio Regionale Davide Gariglio (Margherita) e il Consigliere Regionale Gianluca Vignale (AN).

Il testo, che prevede un consenso informato molto stretto e soprattutto il divieto della somministrazione dei test psicopatologici sui bambini nelle scuole, risponde alle richieste avanzate nella campagna “Perché Non Accada” e condivise ormai da moltissimi cittadini italiani.

La Proposta di Legge ha fatto quindi un importante passo avanti e si avvia ora ad essere sottoposta al voto di aula del Consiglio Regionale del Piemonte, per la sua approvazione definitiva.

“Una politica che si avvicina alle esigenze ed alle richieste dei cittadini, con una forte attenzione su un tema sociale così importante e delicato, non può che ricevere il plauso di noi tutti”, ha dichiarato il Dott. Roberto Cestari, Presidente nazionale del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, l'ente promotore del progetto di legge.

“La presa di posizione della Commissione Sanità, che ci auguriamo venga seguita dal Consiglio, rappresenta un grande segno di civiltà e dimostra che nel nostro paese esiste ancora il senso della famiglia come luogo dove ascoltare e confrontarsi per risolvere le difficoltà del vivere, piuttosto che relegare tale compito ad una pillola anfetaminica oppure a test psicopatologica privi di valenza scientifica” conclude il dott. Cestari .

Per ulteriori informazioni:

Dott.ssa Maria Elena Testa C C D U Onlus
Coordinamento Regione Piemonte
Phone: +39 011 2458847
E-mail: ccdutrn@yahoo.it
Ccdu.org



..Anna..

26/10/2007 10:54
Sempre a proposito dell'ADHD


MANIFESTAZIONE PER DIRE “NO AGLI PSICOFARMACI AI BAMBINI”

Un migliaio di rappresentanti del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus, del Movimento Umanista di Firenze e dell'associazione “Genitori separati dai figli”, si sono dati appuntamento lo scorso 26 agosto (2007) in Piazza Indipendenza con lo scopo di marciare per le strade di Firenze per protestare contro le false etichettature e l'uso ed abuso di psicofarmaci nei bambini.



L'evento, è stato organizzato in occasione del 13° Congresso Internazionale della Società Europea di Psichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (ESCAP), riunito in quei giorni a Firenze per promuovere e stabilire come individuare, etichettare e mettere sotto trattamento migliaia di bambini che, in base a pseudoscientifiche tesi, con i loro comportamenti dimostrerebbero di essere malati mentali. In Italia sono stati recentemente censiti ben 82 centri clinici, per la diagnosi del DDAI (Disturbo del Deficit di Attenzione e Iperattività - ADHD) e autorizzati alla somministrazione di psicofarmaci.

Questo “disturbo” è inserito nel libro psichiatrico più autoritario dei giorni nostri: il Manuale Diagnostico Statistico delle malattie mentali (DSM I-V) che, a prescindere dall'altisonante titolo, non è nient'altro che un elenco di disturbi votati per alzata di mano. Un metodo sicuramente molto democratico ma per niente scientifico. La psichiatria, senza solide basi scientifiche, sta medicalizzando il comportamento dei bambini, sostituendosi alla famiglia e agli educatori, impedendo di risolvere i reali problemi con false diagnosi e trattamenti estremamente pericolosi, sia dal punto di vista fisico che mentale, per il futuro del bambino.

Il Vice presidente del CCDU Massimo Parrino ha detto: “Bisogna rendersi conto che etichettando il bambino come malato mentale si viola il suo Diritto Fondamentale alla vita. Il suo diritto di sperimentare, crescere e sviluppare il suo pensiero responsabile nei confronti della società stessa. Con questa etichetta mentale insegniamo ai bambini che il loro comportamento deriva dalla 'malattia' e li rendiamo irresponsabili e incapaci di reagire alle loro difficoltà dato che l'etichetta li giustifica. Che cosa insegneremo ai nostri bambini: una pillola, ora e nel futuro, risolve e risolverà il tuo problema di comportamento. Questa è la vera violazione dei loro Diritti Fondamentali”.

Da segnalare la presenza del dott. Giorgio Antonucci, noto per aver dimostrato che ci si può prendere cura di persone con problemi mentali senza l'uso di camicie di forza reali o chimiche. Il Dott. Antonucci è intervenuto durante la marcia per sottolineare che: “Un medico dovrebbe curare una persona. La psichiatria invece, con le sue pratiche quali castrazione, lobotomia, elettroshock, torture e psicofarmaci, danneggia la salute delle persone violando il loro diritto ad avere un libero pensiero”.

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche.


Per ulteriori informazioni:

C C D U Onlus
20127 Milano (MI) - Viale Monza, 1
Phone: +39 02 36510685
Fax: +39 02 99985564
E-mail: linea.stampa@ccdu.org
Ccdu.org




Rainboy

22/10/2007 11:51

Ci sarebbe da dire molto sui metodi della psichiatria e sulle pesanti ripercussioni che hanno questi metodi nella vita di tante persone, ma per motivi di tempo, come ti dicevo, mi fermo qui. Ma ne riparlerò nei prossimi giorni



Attendo fiducioso
..Anna..

20/10/2007 19:36
Re:
Rainboy, 20/10/2007 13.10:


Se avessero voluto scegliere un obiettivo più coerente, avrebbero dovuto battezzarsi "Lega contro l'Abuso del Ritalin". Ci avrebbero guadagnato molto in correttezza e credibilità dell'informazione.



Rispondo al volo per questioni di tempo.

C'è già una campagna che si rifà al titolo di un libro e si chiama Giù le mani dai bambini.

Il sito comunque parla degli aspetti della psichiatria oggi a 360 gradi. L'uso del Ritalin nell'ADHD è solo uno di questi aspetti.

Rispondo anche all'altra questione che riportavi. Qualcuno, ma adesso mi sfugge il nome, ha avanzato l'ipotesi che i disordini mentali - ADHD compreso - possono avere origine genetica. Da qui lo studio anche in quella direzione.

Secondo l'OISM, e voglio ricordare che vi aderiscono psicologi e psicoterapeuti, psichiatri, e medici farmacisti, si abusa con la prescrizione di psicofarmaci che è notorio hanno gravissimi effetti collaterali, specie se assunti per lunghi periodi, mentre non è chiaro se curano o meno.

Uno dei punti più caldi è lo studio e la cura, appunto del disordine mentale, che si basa su un giudizio di valore e non di fatto, considerato che la mente è un qualcosa di astratto e non ci sono test medico diagnostici che possono provarne un malfunzionamento. (come per il diabete o il colesterolo tanto per fare due esempi.)

Lo studio si basa sull'osservazione del comportamento.

Ci sarebbe da dire molto sui metodi della psichiatria e sulle pesanti ripercussioni che hanno questi metodi nella vita di tante persone, ma per motivi di tempo, come ti dicevo, mi fermo qui. Ma ne riparlerò nei prossimi giorni
Ciao

Anna



Rainboy

20/10/2007 13:10
Ho iniziato a spulciare i documenti relativi all'ADHD. Per ora noto un'evidente asimmetria fra i documenti deputati alla "difesa" e quelli all'"accusa": i primi sono firmati da importanti scienziati, citano team di ricerca appartenenti a istituti di prestigio mondiale, fanno appello a evidenze empiriche e statistiche. I secondi non riportano i nomi dei firmatari e non adducono nessun dato particolare a propria
convalida, fanno deduzioni e affermazioni arbitrarie (che cosa significherebbe che "il disturbo sparisce mentre i bambini sono in vacanza"? Chi l'ha osservato, in che modo e con quali percentuali?).

L'asimmetria è anche negli obiettivi. I documenti della difesa denunciano un grave problema di distorsione mediatica della malattia, che questo sito sembra propagandare: stampate a chiare lettere sul sito, figurano apologie contro l'esistenza dell'ADHD e citazioni di presunte diagnosi di ADHD su grandi geni del passato, come Newton, o Beethoven o Einstein. Questo aspetto è praticamente risibile... la concezione moderna di questo disturbo è forse uguale a quella che se ne aveva due-quattro secoli or sono? Scommetto che all'epoca non esisteva neanche una definizione medica, del resto oggi sono i ricercatori stessi a mettere in chiaro che l'ADHD è un insieme piuttosto eterogeneo di manifestazioni che variano in ambito individuale e che possono essere mimate da molte patologie, che pertanto allo stato attuale la sua diagnosi è un procedimento difficile e soggetto a necessità di riconferma costante.

I documenti dell'accusa, denunciano invece in prevalenza dei problemi di carattere economico e sociale correlati alla malattia (l'interesse delle multinazionali farmaceutiche nel campo, l'abuso delle terapie farmacologiche, i rischi insiti nell'uso di determinati farmaci) e su queste basi, che pur nella loro importanza globale non sono correlate all'esistenza della malattia in sé, non pretendono di bollare l'ADHD stesso come inesistente.
Anche là dove vengono avanzate critiche razionali a determinate ricerche come l'esperimento Castellanos, viene (forse a ragione) messa in dubbio la validità dell'esperimento e quindi del tentativo di correlare un determinato sintomo alla patologia; non viene per questo messa in discussione l'esistenza della patologia in sé.
Mi risulta quindi difficile trovare delle "prove" contro l'esistenza dell'ADHD che avvalorerebbero le tesi in prima pagina della sezione.

Devo ancora finire di leggere i documenti dell'"accusa". Per ora però conservo un fondato scetticismo sulle rivendicazioni di questo sito. Se avessero voluto scegliere un obiettivo più coerente, avrebbero dovuto battezzarsi "Lega contro l'Abuso del Ritalin". Ci avrebbero guadagnato molto in correttezza e credibilità dell'informazione.

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