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Eluana Englaro, sì del giudice "Interrompere l'alimentazione"

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2009 12:13
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04/08/2008 07:46
 
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Re: Re:


Questo pallone gonfiato che si fa chiamare Fisichella approfitta del fatto che gode di spazi mediatici a cui non possono accedere i professionisti di settore che potrebbero dire la loro,infatti, il giornaletto da 4 soldi (Avvenire) riporta guarda caso sempre le opinioni che concordano con quelle del popetto senza che venga mai pubblicata una opinione contraria.



Eh, a volte il Signore fa in modo che la voce della verità abbia i mezzi per sovrastare quella della menzogna e dell'ignoranza.
Noi la chiamiamo "divina provvidenza".

E le reazioni alla stessa le chiamiamo "rosicate" [SM=g9343]



Del resto,e' stato lo stesso Rainboy ad aver risposto all'opinione di G.Dolce proprio in questo thread,e forse ti e' sfuggito,preso come sei dalla foga clericale si piazzare le opinoni pro-life.



Scusa se mi fido di più del parere di G.Dolce...


CHI È

Nato a Pola nel 1928 il neurologo Giuliano Dolce, è attualmente direttore scientifico della clinica Sant’Anna di Crotone. Scienziato e docente di fama internazionale, ha diretto reparti ospedalieri in Germania e in Italia nel corso della sua lunga carriera. Autore di numerosi saggi e articoli sulla vita e sul cervello in stato di incoscienza e sulla riabilitazione, tradotti in diverse lingue, è considerato uno dei luminari italiani nella cura degli stati vegetativi. Il Sant’Anna è oggi un polo di riferimento per il Sud per la speciale unità per l’accoglienza prolungata (Suap) dei pazienti in stato vegetativo. Si tratta di un centro d’eccellenza scientifica e medica ideato da Giuliano Dolce sul modello delle strutture francesi. Lì Dolce ha condotto sperimentazioni per dimostrare che queste persone provano emozioni sottoponendoli all’ascolto di brani musicali di Boccherini, Grieg, Tchaikovsky e Moussorgsky o all’ascolto della voce materna e misurandone le reazioni con tecniche sofisticate.
Nel novembre 2006 sono stati pubblicati i risultati di una ricerca che il Sant’Anna ha realizzato in collaborazione con l’Università della Calabria, che dimostra come le persone in stato vegetativo provano emozioni in seguito a sollecitazioni esterne.



...che di uno studente di medicina.




"Nes­suno nel 2008 può dire con cer­tezza se uno stato vegetativo è ir­reversibile e permanente."

Questo parere di Vari e' mal espresso,perche' quello che piu' e' corretto dire e' che se esistono parametri e protocolli in merito alla morte cerebrale,non esistono ancora per lo stato vegetativo irreversibile,e in merito a cio' il presidente degli anestesisti V.Carpino afferma che " È opportuno dunque, e alla luce della decisione della Cassazione si rende addirittura urgente, nominare una Commissione che stabilisca parametri e protocolli, così come si è fatto in passato per la morte cerebrale» (http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_16/anestesisti_stato_vegetativo.shtml)




In pratica si è espresso perfettamente...




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05/08/2008 19:20
 
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Del resto,e' stato lo stesso Rainboy ad aver risposto all'opinione di G.Dolce proprio in questo thread,e forse ti e' sfuggito,preso come sei dalla foga clericale si piazzare le opinoni pro-life.



Non disturbarti Paolo, probabilmente Mauri non ha letto (o capito?) una riga di quello che ho scritto. Il che spiega anche per quale motivo continua a non capire la radicale differenza fra i motivi che hanno spinto i giudici a concedere l'autorizzazione al padre di Eluana, e le tesi sostenute dalla propaganda di Avvenire.
Non fartene cruccio - dopotutto ricordati Mauri è uno che ritiene che in base alle moderne definizioni neurologiche della mente, si possa argomentare che un aspirapolvere è senziente...



Devo invece dare un punto-stima a Mancuso, finalmente. Cosa che quasi non speravo più di poter fare. Nei dibattiti scientifici in cui fino ad ora l'avevo sentito (e nei primi capitoli del suo ultimo libro) purtroppo avevo dovuto incassare un bel po' di delusioni, constatando che come filosofo della scienza avrebbe avuto più talento il mio pesce rosso; però il coraggio di superare i tabù non gli è mai mancato e vedo che in ambito etico ha deciso di rimettersi in gioco di nuovo senza mezzi termini.
Fossero tutti così i bioeticisti cattolici!

[Modificato da Rainboy 13/11/2008 20:06]
25/08/2008 16:10
 
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Mi era sfuggita questa valutazione

da temi.repubblica.it/micromega-online/la-commissione-bioetica-valdese-solidale-con-la-famiglia-di-eluana-...

Altrachiesa
La Commissione bioetica valdese solidale con la famiglia di Eluana Englaro
La sofferenza di una persona non va subordinata a principi astratti

Il Parlamento approvi una legge sulle direttive anticipate di fine vita

La Commissione bioetica delle chiese valdesi e metodiste, esprime la propria solidarietà nei confronti della famiglia Englaro e ribadisce la propria posizione a favore della libertà di cura, che è sempre e contestualmente libertà di rifiutare la cura.

"Come cristiani – afferma una nota della Commissione bioetica valdese e metodista -, riteniamo sia necessario guardare alle persone viventi e alla loro sofferenza, che non può essere dimenticata in nome di principi universali e astratti, né può essere subordinata a una norma oggettiva e precostituita che venga ritenuta valida in quanto presunta legge naturale. Crediamo infatti che il cuore dell'etica cristiana debba essere la sollecitudine verso le persone nella loro irrinunciabile singolarità, spesso sofferente, talvolta, come nel caso di Eluana, addirittura tragica: di qui discende, secondo noi, un'idea della medicina come terapia rivolta a soggetti in grado di autodeterminarsi e in grado di decidere il proprio destino.
La libertà individuale non va guardata con sospetto e identificata con l'arbitrio: per questo motivo, e in conformità con le posizioni espresse dall’ultimo Sinodo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, come Commissione bioetica sollecitiamo da parte del Parlamento l’approvazione di una legge sulle direttive anticipate di fine vita."

Tratto dal comunicato stampa NEV - Notizie evangeliche del 10 luglio 2008

(13 luglio 2008)
26/08/2008 12:08
 
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Mi sembrava giusto mettere a conoscenza di questa lettera appello (con tanto di petizione) firmata da 25 neurologi contro la sentenza sul caso Englaro

da www.pillole.org/public/aspnuke/pdf.asp?print=news&pID=4133

Ill.mo Dr. Gianfranco Montera
Procuratore Generale f.f.
Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di MILANO
e, p.c.
Al Presidente della Repubblica
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Giustizia
Al Ministro del Welfare
Ai Sottosegretari alla Salute
LORO SEDI
Ill.mo Signor Procuratore Generale,
Appresa dalla stampa la disponibilità di un collega neurologo a interrompere l’idratazione e la nutrizione assistita con cui
è alimentata e mantenuta in vita Eluana Englaro, i sottoscritti neurologi operanti nelle Università e negli Ospedali del
Servizio Sanitario Nazionale esprimono una posizione fortemente alternativa alla decisione del collega ed alle sentenze
della Corte di Cassazione e della Corte di Appello di Milano che lo autorizzerebbero all’interruzione della alimentazione,
con conseguente inevitabile morte della paziente..
Sentono inoltre il dovere di riaffermare alcuni fondamentali evidenze scientifiche ed etiche, senza le quali il vivere civile,
l’organizzazione sociale e la nostra professione corrono il rischio di allarmanti derive.
Il paziente in stato vegetativo non necessita di alcuna macchina per continuare a vivere, non è attaccato ad alcuna
spina. Non è un malato in coma, né un malato terminale, ma un grave disabile che richiede solo un’accurata assistenza
di base, analogamente a quanto avviene in molte altre situazioni di lesioni gravi di alcune parti del cervello che limitano
la capacità di comunicazione e di auto-sostentamento.
La nutrizione e l’idratazione del paziente, per quanto assistite, non sono assimilabili a una terapia medica, ma
costituiscono da sempre gli elementi fondamentali dell’assistenza, proprio perché indispensabili per ogni persona
umana, sana o malata. La cannula attraverso cui la nutrizione viene fornita non altera tale elementare verità, essendo al
massimo assimilabile ad una protesi o ad un ausilio.
La stessa Corte di Cassazione, nella sua sentenza, riconosce che l’alimentazione assistita “non costituisce
oggettivamente una forma di accanimento terapeutico e che rappresenta, piuttosto, un presidio proporzionato al
mantenimento del soffio vitale…”. La nutrizione e l’idratazione assistite, infatti, possono essere praticate nelle persone
che lo necessitano senza causare sofferenza o violenza alcuna e senza addirittura interferire con l’eventuale attività
lavorativa. Queste persone sono decine e decine di migliaia (centinaia di volte di più dei Pazienti in stato simile a quello
della Sig.ra Englaro che in Italia si stimano essere circa 1500) e per una parte la loro incapacità a nutrirsi è anche
associata ad un deficit cerebrale marcato che non le differenzia molto dallo stato di Eluana. Ci chiediamo cosa faremo
con tutte loro e su che base sarà possibile scegliere. Dobbiamo – lo Stato, la Comunità, i Medici - eliminarle tutte?
Dal punto antropologico, inoltre, desideriamo ribadire che il paziente in stato vegetativo non è un vegetale, ma una
persona umana. Come la stessa Cassazione riconosce, “chi versa in stato vegetativo permanente è, a tutti gli effetti,
persona in senso pieno, che deve essere rispettata e tutelata nei suoi diritti fondamentali, a partire dal diritto alla vita e
dal diritto alle prestazioni sanitarie, a maggior ragione perché in condizioni di estrema debolezza e non in grado di
provvedervi autonomamente”.
Proprio per questo, afferma la Cassazione, la persona in stato vegetativo ha in campo sanitario gli stessi diritti degli altri

cittadini (diritti che per la Englaro sono stati rispettati, facendole trascorrere questi anni curata ed assistita
amorevolmente in un centro specializzato) e “la tragicità estrema di tale stato patologico - … che nulla toglie alla sua
dignità di essere umano – non giustifica in alcun modo un affievolimento delle cure e del sostegno solidale, … a
prescindere da quanto la vita sia precaria e da quanta speranza vi sia di recuperare le funzioni cognitive”.
Dal punto di vista neurologico, il paziente in stato vegetativo non è in morte cerebrale, perché il suo cervello, in maniera
più o meno imperfetta, non ha mai smesso di funzionare respira spontaneamente, continua a produrre ormoni che
regolano molte delle sue funzioni, digerisce, assimila i nutrienti. Non è neanche in coma, perché, ha un ciclo
relativamente conservato di veglia e di sonno, riesce a muoversi anche se non a camminare o stare in piedi, ed in una
qualche misura (a noi ancora ampiamente sconosciuta, ma che le più recenti metodiche di analisi della funzione
cerebrale stanno portando alla luce) ha una sua –per quanto grossolana- modalità di percezione. E’ infatti utile ricordare
che studi recenti di imaging funzionale e di neurofisiologia clinica dimostrano con chiarezza che in alcuni di tali pazienti
è possibile evocare risposte che testimoniano di una residua possibilità, più o meno elementare, di percepire impulsi
dall’ambiente con susseguente analisi e discriminazione delle informazioni. In ogni caso, allo stato attuale delle
conoscenze, le esatte basi anatomiche e fisiologhe della coscienza non sono conosciute, mentre sono sempre maggiori
le evidenze che collocano i processi della coscienza anche in sedi del sistema nervoso centrale diverse dalla corteccia
cerebrale (principale sede di danno nello stato vegetativo). Non vi è certezza assoluta neanche sul fatto che il paziente
in stato vegetativo non possa provare qualche forma di sofferenza e la stessa sentenza dei giudici di Milano si
preoccupa che alla Englaro vengano somministrati sedativi durante il processo di morte per disidratazione.
Pur essendo le possibilità di recupero sempre minori con il passare del tempo dall’insulto cerebrale, oggi il concetto di
stato vegetativo permanente è da considerarsi superato e sono documentati casi, benché molto rari, di recupero
parziale di contatto con il mondo esterno anche a lunghissima distanza di tempo. È pertanto assurdo poter parlare di
certezza di irreversibilità.
Sulla base di queste considerazioni, riteniamo che la sentenza sul caso Englaro non rappresenti un intervento per por
fine ad un accanimento terapeutico o a pratiche assistenziali improprie, ma il tentativo di far entrare per vie giudiziarie
nella nostra legislazione il potere assoluto di autodeterminazione da parte del paziente o -in questocaso- di chi lo
rappresenta o crede di rappresentarlo, fino alla scelta della morte, se la vita viene ritenuta indegna di essere vissuta.
Riteniamo ancor più inaccettabile che la volontà di terzi (fossero anche i genitori) possa sostituirsi, interpretandola, alla
volontà del paziente, innescando il rischio, in simili casi, di pratiche discriminatorie basate sulla percezione esterna della
qualità della vita altrui.
Per quanto riguarda la nostra professione, riteniamo che in tale contesto, il rapporto medico-paziente è ridotto a mero
contratto ed il medico a prestatore d’opera tecnicamente qualificata, intesa, nel caso specifico, ad affrettare la morte del
paziente, contravvenendo i fondamenti della professione medica e le regole basilari della società civile. Siamo anche
molto preoccupati che le considerazioni della magistratura sulla possibilità di por fine ai pazienti in stato vegetativo come
Eluana Englaro possano finire per estendersi ad altre categorie di pazienti neurologici, come i dementi o i cerebropatici
gravi che, in fase avanzata di malattia, possono trovarsi in condizioni cliniche non dissimili da quelle dei pazienti in stato
vegetativo.
Infine, riteniamo disumano il modo proposto di mettere a morte la paziente, attraverso il digiuno e la sete, in una lenta
agonia che porterà alla morte attraverso la lenta devastazione di tutto l’organismo.
Per tutti questi motivi, Signor Procuratore Generale, le chiediamo un intervento urgente della Procura
Generale che blocchi, prima che sia troppo tardi, l’esecuzione di quella che sempre più appare come una
sentenza di condanna a morte.

A nome e per conto degli aderenti sottoelencati, confidando nella sua attenzione, le porgo i più distinti saluti e ossequi
Prof. Gian Luigi Gigli





Sergio Barbieri
Direttore Neurofisiopatologia, Ospedale Maggiore, Milano Professore
Associato di Neurologia, Università di Milano

Paolo Bergonzi
Professore Ordinario di Neurologia, Università di Udine

Dario Caldiroli
Direttore Neuro-Anestesia e Rianimazione, Istituto Neurologico Besta, Milano

Massimo Camerlingo
Direttore Neurologia, Zingonia-Osio Sotto (BG)

Antonio Carolei
Professore Ordinario di Neurologia, Università dell’Aquila

Gerardo Ciardo
Direttore Neurologia e Riabilitazione, Ospedale di Tricase (LE)

Giancarlo Comi
Professore Ordinario di Neurologia, Università Vita e Salute, Milano

Domenico Consoli
Direttore Neurologia, Ospedale di Vibo Valentia

Erminio Costanzo
Direttore Neurologia, Azienda Ospedaliera “Cannizzaro”, Catania

Giuliano Dolce
Direttore Scientifico, Istituto Sant’Anna, Crotone

Gian Luigi Gigli
Professore Straordinario di Neurologia, Università di Udine

Mario Guidotti
Direttore Neurologia, Ospedale Valduce, Como

Nicola Latronico
Direttore Neuroanestesia e Neurorianimazione Azienda Ospedaliera
Spedali Civili di Brescia Professore Associato di
Anestesia e Rianimazione Università di Brescia

Matilde Leonardi
Coordinatore Progetto Nazionale Funzionamento Disabilità e Stato Vegetativo, Istituto Neurologico Besta, Milano

Maria Grazia Marciani
Professore Ordinario di Neurologia, Università di Roma “Tor Vergata”

Anna Mazzucchi
Direttore, IRCCS Fondazione Don Gnocchi, sede di Parma

Arrigo Moglia
Professore Ordinario di Neurologia Direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche dell'Università di Pavia

Alessandro Padovani
Professore Ordinario di Neurologia, Università di Brescia

Aldo Ragazzoni
Dirigente Neurologo Azienda Sanitaria di Firenze Professore a contratto, Clinica Neurologica, Università di Firenze

Paolo Rossini
Professore Ordinario di Neurologia, Università “Campus Bio-Medico”, Roma

Walter Sannita
Professore Associato di Neurologia, Università di Genova

Roberto Sterzi
Direttore Neurologia, Ospedale Niguarda, Milano

Danilo Toni
Direttore Unità Terapia Neurovascolare Università di Roma “La Sapienza”

Emilio Ubiali
Direttore Neurofisiopatologia, Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo

Davide Zarcone
Direttore Neurologia, Azienda Ospedaliera di Gallarate

Per chiunque fosse interessato a firmare la petizione
---> www.ipetitions.com/petition/stopsentence/
[Modificato da pcerini 26/08/2008 12:09]
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26/08/2008 12:58
 
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Giusto - sempre meglio mettere anche le voci fuori dal coro.

Anche se mi preoccupa che si trovino in Italia addirittura 25 neurologi disposti a sottoscrivere la non irreversibilità di uno stato vegetativo permanente di 16 anni... [SM=g27825]

Mah.
[Modificato da Rainboy 26/08/2008 13:06]
26/08/2008 14:15
 
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Re:
Rainboy, 26/08/2008 12.58:

Giusto - sempre meglio mettere anche le voci fuori dal coro.

Anche se mi preoccupa che si trovino in Italia addirittura 25 neurologi disposti a sottoscrivere la non irreversibilità di uno stato vegetativo permanente di 16 anni... [SM=g27825]

Mah.




Ti confesso che anche io sono rimasto sorpreso da questa lettera,evidentemente nel mondo della neurologia italiana esistono varie fazioni.

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26/08/2008 14:34
 
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...fazioni politico-religiose, mi sa. Se leggi le motivazioni della lettera, oltre la metà non c'entrano niente con le questioni scientifiche (ampiamente opinabili comunque) e sembrano semmai attinenti a questioni di etica personale.
Ho come l'impressione che la loro preoccupazione fosse rivolta essenzialmente a quelle.
[Modificato da Rainboy 26/08/2008 14:40]
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26/08/2008 15:33
 
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Re:
pcerini, 25/08/2008 16.10:

Mi era sfuggita questa valutazione

da temi.repubblica.it/micromega-online/la-commissione-bioetica-valdese-solidale-con-la-famiglia-di-eluana-...

Altrachiesa
La Commissione bioetica valdese solidale con la famiglia di Eluana Englaro
La sofferenza di una persona non va subordinata a principi astratti

Il Parlamento approvi una legge sulle direttive anticipate di fine vita

La Commissione bioetica delle chiese valdesi e metodiste, esprime la propria solidarietà nei confronti della famiglia Englaro e ribadisce la propria posizione a favore della libertà di cura, che è sempre e contestualmente libertà di rifiutare la cura.

"Come cristiani – afferma una nota della Commissione bioetica valdese e metodista -, riteniamo sia necessario guardare alle persone viventi e alla loro sofferenza, che non può essere dimenticata in nome di principi universali e astratti, né può essere subordinata a una norma oggettiva e precostituita che venga ritenuta valida in quanto presunta legge naturale. Crediamo infatti che il cuore dell'etica cristiana debba essere la sollecitudine verso le persone nella loro irrinunciabile singolarità, spesso sofferente, talvolta, come nel caso di Eluana, addirittura tragica: di qui discende, secondo noi, un'idea della medicina come terapia rivolta a soggetti in grado di autodeterminarsi e in grado di decidere il proprio destino.
La libertà individuale non va guardata con sospetto e identificata con l'arbitrio: per questo motivo, e in conformità con le posizioni espresse dall’ultimo Sinodo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, come Commissione bioetica sollecitiamo da parte del Parlamento l’approvazione di una legge sulle direttive anticipate di fine vita."

Tratto dal comunicato stampa NEV - Notizie evangeliche del 10 luglio 2008

(13 luglio 2008)



Se esistesse un Dio, sarebbe valdese.
E la Divina Provvidenza sarebbe questo enunciato.







---
Se vuoi essere veramente libero, sii schiavo del Sapere.
01/09/2008 13:00
 
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Il dolore oltre il dolore

C'e' un'articolo sull'Unita' dell'altro ieri scritto da Beppino Englaro

lo potete leggere da qui ----> newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArtic...
[Modificato da pcerini 01/09/2008 13:00]
13/11/2008 18:15
 
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Stato Laico vs Vaticano = 1 - 0

[SM=x1061911] [SM=x1061911] [SM=x1061911]

da www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/eluana-eutanasia-3/sentenza-cassazione/sentenza-cassazi...

Cade l'ultimo ostacolo per l'interruzione delle cure alla Englaro, da 17 anni in coma irreversibile
"Inammissibile" il ricorso della Procura. La sentenza immediatamente applicabile
Cassazione, stop all'alimentazione
Il padre di Eluana: "E' uno stato di diritto"


ROMA - I giudici hanno accolto la richiesta del padre di Eluana Englaro: sua figlia potrà morire. La Cassazione ha autorizzato i medici a sospendere l'alimentazione alla donna in coma da 17 anni. "Viviamo in uno stato di diritto", ha commentato a caldo la sentenza Beppino Englaro, il padre della donna ricoverata nella casa di cura Beato Talamoni a Lecco.

Diventa quindi definitivo il decreto della Corte di Appello di Milano che, già nel luglio scorso, aveva autorizzato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale ad Eluana. Il ricorso presentato dalla Procura contro la sentenza di Milano è stato giudicato "inammissibile".

Dopo aver ricostruito la volontà di Eluana grazie a numerose testimonianze e aver stabilito che il coma è irreversibile, l'autorizzazione a sospendere l'alimentazione da parte dei giudici di Milano torna quindi valido. Immediatamente e senza la possibilità di altri ricorsi.

Eluana, che ha compiuto 38 anni, lascerà presto le suore che l'accudiscono dal 7 aprile del 1994 e sarà trasportata in una clinica per le ultime ore di vita. Accanto avrà un medico e, come sempre, suo padre.
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