Relazione di Amnesty International rivela coinvolgimento della Chiesa Cattolica negli sgomberi forzati in Angola
20/01/2007 | Africa
Un residente cerca di ricostruire la sua casa, dopo essere stato sfrattato con la forza dalla sua precedente abitazione.Amnesty International ha reso pubblico un rapporto che definisce in dettaglio gli sgomberi forzati subiti da migliaia di famiglie in Angola, un paese situato nella parte sud orientale dell’Africa. Secondo l’organizzazione di difesa dei diritti umani, dal 2001 le autorità dell’Angola hanno sfrattato decine di migliaia di persone con la forza, arrivando a picchiare donne e bambini e a sparare contro i residenti che cercavano di rimanere nelle proprie abitazioni.
Uno dei dati rivelati dal rapporto di Amnesty è il coinvolgimento della Chiesa Cattolica negli sgomberi. Come afferma Tawanda Hondore, direttrice aggiunta del Programma Regionale di Amnesty International per l’Africa: “è inquietante che molti degli sgomberi forzati degli ultimi anni siano stati realizzati, a quanto pare, su richiesta della Chiesa Cattolica”.
Secondo Amnesty, nel 1998, su richiesta di Papa Giovanni Paolo II il governo dell’Angola ha devoluto alla Chiesa i terreni che essa possedeva prima dell’indipendenza del paese, senza tener conto delle famiglie che vi avevano vissuto per anni.
In diverse occasioni, la polizia angolana ha cercato di sgomberare le oltre 2000 famiglie che vivono lì, avendo la Chiesa manifestato la necessità di disporre dei terreni della zona per costruire un asilo.
Secondo Tawanda Hondora: “la Chiesa Cattolica non dovrebbe chiedere alle autorità angolane di sfrattare le persone che abitano su terreni la cui proprietà è stata concessa loro. Tuttavia il principale responsabile degli sfratti è il governo dell’Angola, e come tale non solo è tenuto ad arrestare tali azioni illegali, ma anche ad offrire aiuto alle vittime di sgomberi precedenti che continuano a non avere un’abitazione, a dare istruzioni chiare al personale incaricato di far rispettare la legge perché non partecipino ad altri sgomberi forzati, e a portare in tribunale i responsabili di violazioni dei diritti umani”.
Sebbene lo scorso anno il governo dell’Angola abbia riconosciuto come le persone sfrattate con la forza meritassero un indennizzo, finora nessuno dei residenti ha ricevuto alcun risarcimento.
Fonte consultata:
web.amnesty.org/
Foto:
www.amnesty.org
Traduzione di Cecilia Silveri - Progetto Terre Madri - Traduttori per la Pace - Radiomundoreal -
www.terremadri.it -
www.traduttoriperlapace.org