Sindone: ancora tu

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Claudio Cava
00domenica 6 luglio 2014 19:45
Re:
!Freddie!, 06.07.2014 19:08:



Tu non hai capito un cazzo (stavolta l' ho scritto in chiaro [SM=g27828]).

Non tutti gli atei, ma la maggior parte, io compreso, sono soprattutto anticlericali che si battono per la laicita' dello Stato.

Il principio base della laicita' e' la liberta' di fede. O di culto. Insomma liberta' di credere a quello che si vuole, Fata Turchina compresa.

Se pero' qualcuno cerca di imbrogliare la gente spacciando la Fata Turchina per personaggio reale o realmente esistito, comprenderai che abbiamo qualcosina da ridire.

Quindi per concludere: se qui vieni trattato male non e' perche' sei cattolico.

Se devo essere piu' chiaro fammelo sapere. [SM=x789063]

Ciao
Claudio



Una difesa d'ufficio che fa acqua da tutte le parti e il classico cazzo che non si è capito (anch'io so scriverlo bene quanto e, forse, anche meglio di te!) è proprio quello che ti viene sbattuto in faccia! Le persone come te e qualcun altro come te non sono laiche, ma laiciste e la cosa è MOLTO differente. Perché se, come dici tu, qualcuno viene per imbrogliare, il laico (non il laicista puzzolente) oppone argomenti pur lasciando credere agli altri ciò che essi vogliono credere, compresi gli atei (perché anche gli atei a qualcosa credono). E io sono trattato male (che eufemismo) proprio perché cattolico (almeno all'inizio. Ora è perché stò sullo stomaco di qualcuno e questo mi piace!). L'insulto è tipico della cafonaggine di quanti non hanno più argomenti da opporre; così come chi passa alle vie di fatto è un altro povero miserabile che è rimasto ancora all'età della pietra! Quindi, in conclusione, il tuo approccio è quanto di più banale e di maniera possa esserci, teso a difendere un comportamento laido e volgare quale mezzo di difesa (barbara e incivile) dalle insidie e dai comportamenti dei credenti volti a minare le vostre libertà (se è questo che...credete!). E tra i credenti, ribadisco, che il SEMIBESTIA ha dimenticato gli evangelici che sono i primi a mettersi in fila nel sostenere tesi creazionistiche!

Se devo essere ANCORA PIU' CHIARO, fammelo sapere!

Ciao!
Alfredo


Un fraterno saluto. [SM=g27811]

Freddie
-------------------
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.



Sei sicuro di star bene?

Ti trovo molto peggiorato, occhio alla salute, soprattutto mentale.

Se continui cosi' finirai in un posto dove non esistono atei.
Ma pieno di tuoi consimili. [SM=x789055]

Ciao
Claudio


ReteLibera
00domenica 6 luglio 2014 19:46
Re: Sparapalleade (SECONDA PARTE)
!Freddie!, 06/07/2014 17:44:




Prima di sparare peti pestiferi, frutto della lingua probabilmente parlata molto diffusamente nella tua famiglia,




Ci avrei messo la mano sul fuoco che prima o poi voi ferventi cattotalebani, per difendere le vostre castronaggini vi inoltrate fin oltre l'offesa personale al punto da inglobare perfino la famiglia.

Dimmi !freddie!

Vuoi essere trattato con il solido o con il liquido?

ReteLibera
00domenica 6 luglio 2014 20:29
Re: Sparapalleade (SECONDA PARTE)
!Freddie!, 06/07/2014 17:44:



Siamo alle solite calimero. affirmanti incumbit probatio.


Siamo alle solite. La prova spetta a chiunque affermi qualcosa; la locuzione latina- che hai certamente copiato per dare un minimo sfoggio di conoscenza che non possiedi - và bene in tribunale, non nella vita di tutti i giorni.

Del resto, a ben pensarci, quella frase è riferita proprio a gente come te e ad altri come te; sono proprio coloro che contestano l’autenticità della Sindone ad AFFERMARE l’esistenza di un falsario sulla base delle parole del vescovo Pierre d’Arcis, quindi spetta a te - e a quelli come te - di dare un nome a questo fantomatico falsario, visto che tu e gente come te ne AFFERMATE l’esistenza.

Tu non sei calimero, sei piuttosto Jo Condor!!!!!! Ti sei dato la classica zappa sui piedi; in questo caso, l’onere della prova è proprio tua e di quelli che la pensano come te. Trova quel nome e il modo credibile, incontestabile, soddisfacentemente plausibile in cui è stata prodotta l’immagine sulla Sindone e poi (forse) ne riparliamo!!!






Basta leggere solo la frase in grassetto rosso per accorgersi dell'ignoranza e/o giri di frittata
di questo porco con le ali tal !Freddie!

P.s. E' nato prima l'uovo o il falsario? Quando troverai il volto di cristo, fammi un fischio. [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]

N.B.
Se cristo e la stessa Nazareth non sono esistite, come può essere autentica la sindone?

Siamo alle solite calimero. affirmanti incumbit probatio.




ReteLibera
00domenica 6 luglio 2014 22:44
Re: Stile Sparapallesco offresi...
!Freddie!, 06/07/2014 17:41:


Notate difetti di stile di tal !Freddie! ?.


Voi pensate che dipendono dal suo stato d'animo?



Niente affatto.

I porci con le ali si nutrono di merda religiosa, quella stessa merda che pian piano devono vomitare attraverso la "loro bocca" per non soffocare.



A breve i risultati delle analisi effettuate sul porco con le ali,
tal !Freddie!


Lo SPARAPALLE non si smentisce mai, e del resto, perché dovrebbe? Il suo clichè è ormai assurto a conoscenza cosmica con buona pace della ragionevolezza e della logica. Ci si aspetterebbe che dopo le mie risposte sull’altezza di Gesù, sui capelli, sulla Lettera di Paolo ai Corinzi ecc. le repliche riguardassero questi argomenti apportando nuovi elementi di discussione; invece, il SEMIBESTIA non ha altre parole che quelle che TUTTI possono leggere. Non argomenti sui temi in discussione, ma attacchi personali che non servono ad altro che soddisfare le frustrazioni di un individuo che si misura per i turpiloqui, le volgarità e le sconcezze che emette come peti che fuoriescono incontenibili da retti affetti da problemi digestivi. Un individuo che fa dell’offesa personale il suo punto di spicco, ma che contemporaneamente lo colloca inesorabilmente sullo scalino più basso dell’evoluzione umana e che qui può trovare il giusto habitat per proliferare indisturbato.




!Freddie! sia tu che io siamo il prodotto di una sborrata. Se ti erigi sul gradino più alto
(e te lo consento) vale a significare che tuo padre (presunto tale, se pur hai effettuato le analisi del DNA che a tuo avviso non dimostrano nulla) ha dapprima predicato una messa in culo a tua madre per poi sputare il suo seme nella vagina. Scommetto che anche tua madre è rimasta vergine partorendo un escremento quale sei, misto di sborra e merda di culo?

Sull'altezza, sui capelli, sulla lettera di Paolo ai Corinzi ecc. Mi spiace per te, ma non hai offerto alcun ché di credibile per demolire le mie argomentazioni.

Difatti ho preso atto dalle tue affermazioni che il cristo della sindone era arranocchiato aveva i capelli ricoperti di gel e Paolo (l'inventore del cristianesimo) ha sbattuto la testa sulla via dei scemi( oggi li chiamano manicomi).

P.s Tu ti troveresti alla perfezione in uno di quelli psichiatrici Tanto che molti sindonofili potrebbero arrivare in tuo soccorso.





ReteLibera
00domenica 6 luglio 2014 23:08
Re: Risposte alle fesserie dello SPARAPALLE parte seconda.
!Freddie!, 06/07/2014 17:42:




Un piccolo porco con le ali stava volando verso sud per svernare,
ma il tempo era talmente rigido che il porco con le ali congelato cadde a terra stremato.
Mentre era a terra sopraggiunse uno SPARAPALLE a, che gli fece una bella cagata sopra.
Ricoperto da una badilata di merda, il porco con le ali realizzo' quanto questa fosse calda, la merda lo stava preservando dal freddo!
Quindi se ne stette sotto la merda caldo e felice e iniziò a cantare per la gioia.
Ma un Ebreo che passava da quelle parti senti' il porco con le ali cantare e seguendo il canto, l'Ebreo scopri' il porco con le ali, scavò nella merda, lo tirò fuori e se lo mangiò in un solo boccone!!!

Oggi quel porco con le ali viene raffigurato da un pezzo di ceramica... IL CESSO!!!

Proprietà transitiva: Se !Freddie! è uguale al Porco con le ali e il Porco con le ali è uguale al Cesso, possiamo affermare che !Freddie! è un Cesso di uovo.



E un tipo così lo definireste umanamente intelligente o dotato di raziocinio? Ripropone con un evidentissimo pessimo gusto una storiella già a suo tempo ripetuta e che non è certo partorita dalla sua scarsa dotazione di materia grigia perché – come già smascherai a suo tempo – questa storiella (gustosa nella sua versione originale) compare sia nel film “Il mio nome è nessuno” con Harry Fonda e Terence Hill sia nel film: “Assasins” con Sylvester Stallone ed Antonio Banderas come protagonisti. Ci porta nuove rivelazioni sulla Sindone o contesta con argomentazioni valide ciò che ho scritto fino ad ora? No! La strada più facile per lui, che anche un mezzo abbonato potrebbe percorrere, è quello dell’offesa personale. Tolto quella ciò che rimane è solo un assordante nulla che i francesi non esitano a qualificarla della stessa natura organica che si vede sui marciapiedi e si cerca, per quanto possibile, di non pestarla; si dice che porti fortuna quando accade di avercela sotto le suole delle scarpe, ma un tizio che ne è composto integralmente da capo a piedi a tal punto da rappresentare la quintessenza del suo essere può definirsi superfortunato? Una fortuna. . .di merda, insomma! Scusate, ma non troppo, il francesismo!!!!





Infatti provo e propongo storielle che tu stesso dici che sono state ripetute.
Peccato che ha te bruci il culo nonostante ho provato ad attribuirti la parte dell'attore principale. Fortunatamente mi fai notare, tu stesso, che sei solo una comparsa da circo incapace di spalare quella merda che la tua stessa chiesa ha partorito nell'arco di 2000 anni


ReteLibera
00domenica 6 luglio 2014 23:17
Re: Risposte alle fesserie dello SPARAPALLE parte seconda.
!Freddie!, 06/07/2014 17:42:





Gutemberg, Da Vinci, ecc, sono una logica conseguenza dei punti di sutura per contatto che la tua chiesa e i suoi sindonofili ti hanno applicato dopo averti inculato,(ops inculcato), fin dalla nascita.

Fattene una ragione!!



Gutenberg, Da vinci ecc. sono la logica conseguenza degli ignoranti che non sanno nemmeno di cosa parlano e vorrebbero far credere il contrario. I punti di sutura dovresti averli tu sulla testa se qualcuno riuscisse ad assestarti un preciso colpo di pescone (grossa pietra). Purtroppo, non credo che dentro a quella testa che usi solo per mettersi sopra un cappello ci sia qualcosa che possa interessare la scienza; magari potrebbe essere materia d’interesse per l’assessorato all’ecologia di un qualsiasi comune. Forse proprio quello dove l’acefalo vive!!!




Se mi dici che metto cappelli in testa
Se mi dici che ci vuole un pescone per spaccarmela.

L'acefalo sei tu. (spero che tu sappia almeno il significato del termine)
[SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]


ReteLibera
00domenica 6 luglio 2014 23:38
Re: Risposte alle fesserie dello SPARAPALLE parte seconda.
!Freddie!, 06/07/2014 17:42:





N.B. Se manoppello e la sindone si sovrappongono, non vedo perché bisogna escludere Da Vinci o Gutenberg. Tu sai meglio di me che la tua chiesa è un'orgia.

Per uno che scambia cazzo con cazzotto o crede che porta è il femminile di porto, la cosa non meraviglia affatto!!!



Se !Freddie! scambia lampioni per coglioni e porta la figlia al posto della madre, la cosa non mi meraviglia affatto.

!Freddie!, 06/07/2014 17:42:


Una su tutte: la data di nascita dei personaggi in questione non coincide con quella della Sindone. Come avrebbe fatto, l’ipotetico falsario a usarli come modelli?



Nella vita ci sono le cose vere e le cose supposte. Le cose vere per il momento le mettiamo da parte, ma le supposte... dove te le metti le supposte !Freddie! ?

!Freddie!, 06/07/2014 17:42:


Se è giusta l’ipotesi dei personaggi presi a modello, allora è sbagliata la data della radio datazione col C14!!! Sui tessuti, invece, è stato riscontrato lo stesso gruppo sanguigno (AB NEGATIVO), la stessa lunghezza del naso (otto centimetri), presenza di pollini anche mediorientali ecc. (il resto vattelo a leggere nelle pagine precedenti, c’è scritto già tutto!). Se la mia Chiesa è un’orgia, l’ambiente da cui tu provieni è un postribolo, un coacervo di millantatori e cazzoni di prima categoria!!!




De Gruppo AB ne abbiamo discusso fin dalle prime righe:TROPPO GIOVANE.
Sulla lunghezza del naso...Non sapevo che sulla sindone, l'uovo si intravede anche di profilo. [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]

Riguardo i pollini quello degli ulivi non si è mai trovato, nemmeno quello del fico secco, nonostante si parla di un uovo nudo che scappava inseguito da un gallo che cantava per tre volte di seguito la canzone del sol invictus [SM=x1936756] [SM=x1936756]









ReteLibera
00domenica 6 luglio 2014 23:51
Re: Risposte alle fesserie dello SPARAPALLE parte seconda.
!Freddie!, 06/07/2014 17:42:




Fammi un favore, porcellino con le ali. Mettiti in piedi e vedi se riesci a coprirti i coglioni con le mani. Poi riguardati il negativo fotografico della sindone e dimmi se sei tu il mongoloide oppure l'uomo raffigurato nel disegno.


Freddie:
Fai un favore ancora migliore al genere umano: istruisciti prima sugli argomenti che ardisci di sapere e di voler trattare così eviterai di fare magrissime figure di cacca che sprofondano il genere umano in una condizione che per colpa tua non merita affatto di scivolare. Tu rendi inutili migliaia di anni di evoluzione del genere umano!!!



Vale a dire che ci riesci.... Non avevo dubbi. Infatti a voi creduloni si sono allungate le braccia e si è ristretto il cervello. Segno tangibile di come vi siete evoluti. Grazie a zio.


Il SEMIBESTIA è talmente proiettato verso la condizione animalesca che non si è reso conto neppure del senso di quello che ho scritto. Magari crede che gli abbia fatto un complimento. Contento lui. . .mi sforzerò di fargliene sempre di migliori in futuro. Quando si dice che è una persona merita (fosse anche uno SPARAPALLE INCALLITO). . .



"Le persone disperate hanno bisogno di speranza. Per questo è facilissimo approfittare di loro (e del loro portafoglio) raccontandogli panzane una più assurda dell’altra e facendosi pagare profumatamente



Freddie:
Qui di disperato vedo solo te che non sai mettere insieme due parole sensate sulla Sindone, limitandosi solo a postare link che puntualmente vengono contestati dal sottoscritto. In pratica, sei un misero principiante!



Contestati? No caro il mio porco con le ali. Tu proponi solo pappardelle campate in aria pur di negare l'evidenza.

I dettagli a dopo!!!




Parole, solo parole, ormai sei solo un disco rotto che ripete le solite cose. Quello che sostieni tu ha meno valore della monnezza; almeno da quella si ricavano carburanti, combustibili ed altro che serve all’uomo. Tu che contributo apporti al genere umano se non quello esclusivo di trasformare l’ossigeno in anidride carbonica?






Risposte vuote e prive di senso.
Quale miglior arringa aspettarsi dal porco con le ali tal !Freddie!.
ReteLibera
00lunedì 7 luglio 2014 00:41
Re: Sparapalleade. Ossia, una nuova versione dell'Iliade in versione SPARAPALLE! (PRIMA PARTE)
!Freddie!, 06/07/2014 17:43:



!Freddie!, 21/06/2014 16:50:
________________________________________QUOTATO

SPARAPALLE:
Secondo il Papato le analisi al carbonio sono esatte, e pertanto il telo è riconosciuto come reperto di Basso Medioevo.


Freddie:
Ma allora non lo fai per finta, sei un cazzone per davvero! Affermi cose false e le spacci per vere sperando che qualcuno ci creda. Ma quello che ho scritto in precedenza ti sputtana alla grande! Sono chiodi che si configgono sul coperchio della bara che ti sei scelto. La Chiesa non ha riconosciuto nulla né in positivo né in negativo.
________________________________________






Il 13 ottobre 1988 il cardinale Anastasio Ballestrero Arcivescovo di Torino (rappresentante dei porci con le ali) ha annunciato i risultati dell’analisi: la radiodatazione fa risalire la Sindone a un periodo compreso tra il 1260 e il 1390.



Precisiamo: ha annunciato i risultati dei dati forniti dall’esame. NON HA ESPRESSO ALCUN GIUDIZIO DI MERITO AL RIGUARDO. . .al quel momento!



Povero porco con le ali... questo è giudizio di merito al riguardo...incontestabile.

"Penso non sia il caso di mettere in dubbio i risultati. E nemmeno è il caso di rivedere le bucce agli scienziati se il loro responso non quadra con le ragioni del cuore.".


!Freddie!, 06/07/2014 17:43:


L’età accertata del Lino coincide dunque con l’età storica nota.


L’età riscontrata del Lino è riconducibile con il periodo storico noto. Non afferma che essa non esisteva prima di quella data!


 

Duro ti fa male e moscio non lo senti.  Bravo porco con le ali.


!Freddie!, 06/07/2014 17:43:

 
Nel comunicato ufficiale, così come nella conferenza stampa, il prelato dimostrò di accettare e adeguarsi ai risultati del test:
"Penso non sia il caso di mettere in dubbio i risultati. E nemmeno è il caso di rivedere le bucce agli scienziati se il loro responso non quadra con le ragioni del cuore.".




Come al solito, lo SPARAPALLE SCRIVE SOLO CIO’ CHE GLI CONVIENE E SCEGLIE APPOSITAMENTE LE FRASI CHE SOSTENGONO LA SUA TESI. Tesi molto fragile da far rimanere in piedi perché il cardinale Ballestrero non ha affermato solo quello che il SEMIBESTIA riporta, ma ha detto BEN ALTRO; successivamente, quando fu chiaro che la vicenda della radiodatazione della Sindone non aveva alcuna caratteristica di oggettività e credibilità (posso farne un esauriente resoconto al riguardo, se necessario) il cardinale rilasciava una intervista a LA VOCE DEL POPOLO di Torino in cui affermava tra le altre cose: “Quindi aver dato udienza alla scienza mi pare sia un gesto di coerenza cristiana. Vivere secondo il principio che non fidasi è meglio non è cristiano. Io vorrei, però, sottolineare che la Chiesa NON HA ACCETTATO AD OCCHI CHIUSI I RISULTATI. La Chiesa ha creduto, anche per liberarsi da un’accusa di paura e di slealtà, di dare udienza alla scienza. La scienza ha parlato adesso la scienza giudicherà sui risultati" (in altre parole significa: La scienza ha fornito dei dati e la scienza provvederà a confutarli o a confermarli, se il caso). "NESSUNO MI HA FATTO DIRE CHE IO ACCETTO QUESTI RISULTATI. NON L’HO DETTO E NON LO DICO PERCHE’ NON TOCCA A ME, NON SONO IO IL GIUDICE DELLA SCIENZA” (il maiuscolo è mio).
In altri termini significa: la questione sarà risolta in ambito scientifico nella misura in cui le prove a favore e contro andranno valutate in tale ambito! Ma soprattutto vuol significare che la scienza non può prevaricare quei confini che le sono propri; entro tali confini sarà la scienza stessa a valutare il risultato ottenuto. Ad oggi, la scienza fornisce molti elementi per dichiarare quel risultato del lontano 1988 come INAFFIDABILE E INCONCLUDENTE!


 


In altr parole significa che se non avrebbe rettificato quanto dapprima affermato: "Penso non sia il caso di mettere in dubbio i risultati. E nemmeno è il caso di rivedere le bucce agli scienziati se il loro responso non quadra con le ragioni del cuore.". Era in odor si scomunica.


!Freddie!, 06/07/2014 17:43:

 
Secondo questi dati il telo sindonico non poteva quindi aver avvolto il corpo di Cristo, essendo stato tessuto nel Medioevo.


FALSO! Secondo questi dati è stata fornita una data (o meglio, una periodo ben preciso). Ma IN NESSUN CASO E IN NESSUNA DICHIARAZIONE è mai stato affermato senza ombra di dubbio che quel Telo era stato tessuto nel Medio Evo e, di conseguenza, che non poteva aver avvolto il corpo di Gesù!

 


A lavare la testa all'asino si rimette l'acqua ed il sapone


!Freddie!, 06/07/2014 17:43:

 
La radiodatazione col 14C è il metodo scientifico più attendibile usato per la datazione di reperti storici. Punto e basta.

Punto e basta un paio di palle (come direbbe un mio amico)! La radiodatazione col C14 è solo un esame di laboratorio non più attendibile di un normalissimo esame del sangue e al pari di questo, esso è soggetto ad alcune condizioni IMPRESCINDIBILI perché i risultati ottenuti possano essere considerati ATTENDIBILI! Fior di esperti archeologi che mangiano ogni giorno pane e C14 sostengono che quando il risultato di una radiodatazione al C14 non collima con altri risultati, E’ QUESTO RISULTATO CHE VIENE SCARTATO, NON GLI ALTRI (l’ho scritto almeno tre volte nelle pagine precedenti facendo nomi e cognomi di tali esperti mentre lo SPARAPALLE spera che i lettori si dimenticano di questa cosa). Inoltre, occorre ricordare che la radiodatazione al C14, secondo il metodo AMS, all’epoca era considerato poco più che un metodo sperimentale e ritenuto poco affidabile sui tessuti, specialmente di lino (non lo dico io, lo dice un certo Rinaldi che considera la Sindone un falso e, in più, lo stesso Libby – inventore della radiodataziona al C14 – nutrì fortissimi dubbi sull’attendibilità dei risultati ottenuti utilizzando quel metodo sulla Sindone). Ci sono precedenti illustri in cui questo metodo ha dato prova di fornire valori più che sballati e in un preciso caso, dopo centinaia di misurazioni effettuate (sempre secondo le parole di Rinaldi), i risultati ottenuti continuano ad essere sballati. Nonostante questa letteratura affidabile, si vuol far credere che l’UNICA RADIODATAZIONE effettuata sulla Sindone, SIA STATA QUELLA BUONA!

 

Tre laboratori (e non uno) distinti e separati sono arrivati alla stessa conclusione. Fatevene una ragione


!Freddie!, 06/07/2014 17:43:

 
Tutte le discussioni successive e le teorie fantasiose (incendi vari ecc..) di altri pseudo studiosi sindonici di fronte alla prova col 14C sono pure e semplici illazioni.


Niente affatto! Perché lo SPARAPALLE - e tutti coloro che la pensano come lui - dovrebbero sapere che nel campo scientifico NESSUN TRAGUARDO RAGGIUNTO E’ DEFINITIVO (la storia lo dimostra AMPIAMENTE). Invece col loro comportamento fondamentalista si qualificano come degli OSCURANTISTI E DOGMATICI. Loro sono fermi al 1988 mentre gli studi sulla Sindone sono andati avanti. Alcune volte hanno imboccato un vicolo cieco, ma altre volte hanno aperto la strada a nuove prospettive e conclusioni che mettono in serio dubbio i risultati ottenuti da quella famigerata radiodatazione e che inducono a più approfonditi esami.

 

Guarda caso è proprio la chiesa che si oppone a nuovi esami tanto che i nuovi studi sono solo pure illazioni dei pro sindonofili che ora  e dopo l'esame del c14, non hanno alcun reperto su cui studiare

!Freddie!, 06/07/2014 17:43:

 
Non ci sono tracce di una sindone di Cristo durante i primi secoli dell’era cristiana”
(New Catholic Encyclopedia )



Non c’erano nemmeno tracce dell’esistenza del Continente Americano nella letteratura europea o nei trattati scientifici europei precedenti il 1492. Questo significa che l’America non esisteva prima di quella data?


 

Grazie alla chiesa i quattro angoli della terra erano visibile solo dalla torre dei BABBEI, tu rappresenti ancora oggi il non plus ultra.  

ReteLibera
00lunedì 7 luglio 2014 14:15
Re: Sparapalleade. Ossia, una nuova versione dell'Iliade in versione SPARAPALLE! (PRIMA PARTE)
!Freddie!, 06/07/2014 17:43:



La radiodatazione col 14C è il metodo scientifico più attendibile usato per la datazione di reperti storici. Punto e basta.

Punto e basta un paio di palle (come direbbe un mio amico)! La radiodatazione col C14 è solo un esame di laboratorio non più attendibile di un normalissimo esame del sangue e al pari di questo, esso è soggetto ad alcune condizioni IMPRESCINDIBILI perché i risultati ottenuti possano essere considerati ATTENDIBILI!




Oltre ai tre laboratori (e non uno), le vostre condizioni imprescindibili si basano forse sulla fede? Solo attraverso quella si arriva inequivocabilmente a convinzioni attendibili.

!Freddie!, 06/07/2014 17:43:


Fior di esperti archeologi che mangiano ogni giorno pane e C14 sostengono che quando il risultato di una radiodatazione al C14 non collima con altri risultati, E’ QUESTO RISULTATO CHE VIENE SCARTATO, NON GLI ALTRI (l’ho scritto almeno tre volte nelle pagine precedenti facendo nomi e cognomi di tali esperti mentre lo SPARAPALLE spera che i lettori si dimenticano di questa cosa).



E quali sarebbero gli altri risultati...la tromba vuota? [SM=x789051]

!Freddie!, 06/07/2014 17:43:


Inoltre, occorre ricordare che la radiodatazione al C14, secondo il metodo AMS, all’epoca era considerato poco più che un metodo sperimentale e ritenuto poco affidabile sui tessuti, specialmente di lino (non lo dico io, lo dice un certo Rinaldi che considera la Sindone un falso



Dimostrami dove Rinaldi avrebbe fatto quell'affermazione.


!Freddie!, 06/07/2014 17:43:


e, in più, lo stesso Libby – inventore della radiodataziona al C14 – nutrì fortissimi dubbi sull’attendibilità dei risultati ottenuti utilizzando quel metodo sulla Sindone).



Povero imbecille e mistificatore che non sei altro, questa a chi vuoi darla a bere?
Libby, Willard Frank è morto a Los Angeles nel 1980

L'esame del carbonio 14 risale al 1988. Otto anni dopo la morte di Libby.

Come notasi i porci con le ali, fanno parlare anche i morti.


!Freddie!, 06/07/2014 17:43:


Ci sono precedenti illustri in cui questo metodo ha dato prova di fornire valori più che sballati e in un preciso caso, dopo centinaia di misurazioni effettuate (sempre secondo le parole di Rinaldi), i risultati ottenuti continuano ad essere sballati. Nonostante questa letteratura affidabile, si vuol far credere che l’UNICA RADIODATAZIONE effettuata sulla Sindone, SIA STATA QUELLA BUONA!




Non voglio ripetermi. Ti ho già dato ampie risposte in tal merito. A quanto pare in culo ti entrano e in testa no.


ReteLibera
00lunedì 7 luglio 2014 14:35
Re: Sparapalleade. Ossia, una nuova versione dell'Iliade in versione SPARAPALLE! (PRIMA PARTE)
!Freddie!, 06/07/2014 17:43:





La questione scientifica è ormai risolta e la Sindone è un falso.


Ha parlato l’esperto delle cazzate! Sì perché a distanza di solo pochi mesi dall’esame al C14, lo stesso Tite – uno degli esperti che effettuarono la radiodatazione - sostenne che il risultato ottenuto non affermava che il telo fosse di per sé un falso.


Non intendeva sostenere che la sindone è stata creata come un falso.


Ma vatti a buttare nel cesso con quest’affermazione, visto che non sai neppure capire l’italiano! (è un fatto, non un’opinione!).


Difatti nella lettera inviata da Tite a Gonella (quello stesso Gonella che afferma: quella della Sindone è un'immagine il cui dettaglio più piccolo, macchie di sangue escluse, è di mezzo centimetro. Come le labbra. Appare quindi molto, molto incongruente che esistano dei dettagli dell'ordine di decimi di millimetro come le lettere sulle monete. Ma si sa: a forza di ingrandire, si finisce a vedere anche quello che non c'è.)

Si legge:

Qualificare la Sindone come un "falso" implica una deliberata intenzione d'inganno e la datazione al radiocarbonio chiaramente non offre alcuna evidenza a favore di questa tesi.

Poi continua:

Io stesso volli evitare l'uso della parola falso discutendo la datazione al radiocarbonio della Sindone ma temo che il riferimento alla Sindone come un falso ha avuto la sua origine da un certo numero di articoli giornalistici basati sulle interviste che ho concesso. Posso perciò solo scusarmi una volta di piu' per tutti i problemi che quegli articoli hanno causato a Lei e ad altri di Torino. Sarò molto lieto d'incontrare di nuovo lei ed il Professor Testore a Parigi.



Ma ti rendi conto di quello che stai affermando? Praticamente mi stai dando ragione senza neppure capirlo!!! Lo affermi almeno DUE VOLTE, IGNORANTE!!!! Ecco la prima:
Qualificare la Sindone come un "falso" implica una deliberata intenzione d'inganno e la datazione al radiocarbonio chiaramente non offre alcuna evidenza a favore di questa tesi.
(che è esattamente quello che sostengo).
La seconda è ancora più esplicativa:
temo che il riferimento alla Sindone come un falso ha avuto la sua origine da un certo numero di articoli giornalistici basati sulle interviste che ho concesso. Posso perciò solo scusarmi una volta di piu' per tutti i problemi che quegli articoli hanno causato a Lei e ad altri di Torino. Sarò molto lieto d'incontrare di nuovo lei ed il Professor Testore a Parigi.

Quindi, la conclusione che la Sindone sia considerata un falso NON E’ scaturita da un’affermazione di TITE, ma da una INTERPRETAZIONE DEI GIORNALISTI! Infatti Tite SI SCUSA per i problemi che questa interpretazione (dei giornalisti) ha causato al custode della Sindone e agli altri.
Sempre più mi confermo nell’idea che in Italiano eri e sei un’autentica schiappa!!!



E' evidente che il Tite voleva solo evitare l'uso della parola falso senza mai mettere in discussione i risultati del c14.


E’ evidente che Tite sapeva BENISSIMO che il risultato ottenuto dalla radiodatazione non qualificava la Sindone come un falso. La scienza non può dare giudizio di merito in un campo che non è di sua competenza!




Mettiamo fine anche a queste castronerie del porco con le ali tal !Freddie! riguardo a Tite.

La presunta lettera che Tite ha inviato a Gonella è datata:

TO: Professor L. Gonella... Torino - FROM: London 14 Settembre (1989) EXPRESS


Ora leggetevi questo articolo del 14 maggio 2008 e constatate come la pensa TITE sulla sindone: 

http://www.arpai.org/old/images/stories/pdf/veneto/padova_il_mattino_di_padova_sala_dei_giganti_14_05_08.pdf

A Padova lo scienziato inglese che certificò l’età della Sindone

La sua presenza infatti riapre una delle discussioni più controverse dal punto di vista scientifico e religioso che l’ultimo libro del padovano professor Giulio Fanti (La Sindone, una sfida alla scienza moderna, Aracne Editore) ha appena riacceso. Michael Tite è il responsabile della datazione medievale della Sindone. Mentre dirigeva il laboratorio di ricerche del British Museum fece da coordinatore e garante della datazione della Sindone con il metodo del radiocarbonio. Indagine che fornì un’età del lino situabile tra il 1260 e il 1390 d.C: «Venni coinvolto nelle ricerche sulla Sindone nel 1983, quando il Laboratorio di Ricerche del British Museum organizzò un test preliminare di comparazione tra sette laboratori che si occupavano di datazione col metodo del radiocarbonio». Va ricordato che la successiva scelta dei tre laboratori di Oxford, Zurigo, e Tucson a cui far datare la Sindone - e di Tite come supervisore e garante - venne sostenuta dall’Arcivescovo di Torino Cardinale Ballestrero, custode e responsabile della Sindone, il quale chiese a Tite di raccogliere i risultati delle datazioni effettuate nei tre laboratori coinvolti e di illustrarglieli. «Scoprimmo che la Sindone è di età medievale - racconta Tite - risale cioè a un periodo tra il 1260 e il 1390 d.C. con un livello di confidenza del 95%».

 Questo dato corrisponde alle prime segnalazioni storiche che si hanno della Sindone, risalenti appunto al 1353. «Alcuni scienziati suggerivano che la Sindone potesse essere stata usata da Cristo - continua Tite - Per questo motivo la datazione con il radiocarbonio fu importante: costituiva l’unico modo per dimostrare in modo definitivo se la Sindone era stata usata da Cristo».

I risultati parlavano chiaro: come reagì il Cardinale Ballestrero quando scoprì la datazione medievale? Michael Tite risponde con voce ferma: «Il Cardinale Ballestrero accettò la datazione con il radiocarbonio come l’età corretta per la Sindone. I miei risultati vennero criticati perché si voleva credere che la Sindone fosse stata usata da Cristo». Lo stesso professor Giulio Fanti afferma infatti che i dati non siano attendibili perché contaminati da agenti esterni. Ma Tite puntualizza: «La contaminazione si riferisce alla possibilità che, oltre al carbonio presente nel lino della Sindone, sia presente una quantità di carbonio estraneo che, essendo più giovane o più vecchio della Sindone, fornirebbe un’età diversa da quella originale. Ma prima di eseguire le misure per la datazione è prassi effettuare delle esaustive procedure di decontaminazione. E’ quindi assai inverosimile che l’età misurata sulla Sindone sia il risultato di una contaminazione».

Alla nuova ipotesi avanzata in un documentario della BBC secondo cui l’età medievale sarebbe il risultato di un ringiovanimento causato dall’interazione del lino con monossido di carbonio, Tite replica sereno: «Finora non si sono osservate variazioni significative di età dopo l’interazione con monossido di carbonio. Il professor Ramsey (responsabile dell’Oxford Radiocarbon Accelerator Unit) sostiene che non esiste al momento alcuna prova diretta che la datazione originaria eseguita sulla Sindone con radiocarbonio non sia accurata».

C’è da chiedersi dunque se il risultato della datazione eseguita nel 1988 sia definitivo o una nuova datazione potrebbe fornire risultati diversi, soprattutto grazie allo sviluppo della tecnica analitica. «Sono del tutto convinto che l’età ottenuta nel 1988 sia tuttora valida e non credo che una nuova datazione della Sindone porterebbe a risultati diversi» replica Tite. Ma poi quando invece gli si propone il quesito dei quesiti: alcuni scienziati sostengono che l’età ottenuta con 14C è corretta ma sarebbe frutto di un ringiovanimento causato dagli effetti di un fenomeno fisico, unico e straordinario, quale sarebbe la Resurrezione di Cristo, Tite saluta gentile, senza proferir verbo.

Barbara Codogno



ReteLibera
00lunedì 7 luglio 2014 15:13
Re: Sparapalleade. Ossia, una nuova versione dell'Iliade in versione SPARAPALLE! (PRIMA PARTE)
!Freddie!, 06/07/2014 17:43:




E chi sarebbero gli esperti: Bruno Bonnet-Eymard, diacono appartenente a una piccola comunità scismatica di integralisti cattolici? formulò la teoria del complotto ora ripresa dalla Saracino?

No! L’ho già scritto, ma tu continui a menare il can per l’aia e ti aggrappi con forza al più piccolo pelo del pube per cercare di spacciare le fesserie di cui sei intriso. Ma i fatti sono fatti e per quanto tu ti possa agitare come un verme sull’amo, non potrai cambiare le cose. L’errore FONDAMENTALE che non è stato contestato dai diretti interessati (il British Museum e i direttori dei tre laboratori dove fu eseguita la radio datazione, per esempio) è il calcolo SU BASE MATEMATICA del livello di significatività RICAVATO dai valori pubblicati sulla rivista NATURE che, se fosse stato esatto, avrebbe accreditato i risultati ottenuti. Il calcolo del livello di significatività era stato ACCETTATO - anzi, richiesto - dagli stessi tre laboratori quale condizione IMPRESCINDIBILE per considerare la radiodatazione valida. Dalla verifica dei dati riportati sulla rivista (che dovrebbero essere i più esaustivi ed esaurienti possibili onde permettere un oggettivo riscontro) ne è risultato che il coefficiente era ben al di sotto della soglia minima accettabile perchè i risultati ottenuti potessero essere presi in considerazione. Delle due, l’una: o i dati sono stati riportati sbagliati (errore colposo) o sono stati alterati (errore doloso); in entrambi i casi questo inficia notevolmente la radiodatazione e solleva fortissimi dubbi sulla sua attendibilità (questo per gli esperti del settore; per gli ignoranti, il dato sembra cosa di poco conto). I nomi di coloro che per primi evidenziarono questo errore sono: REMI VAN HAELST, uno statistico belga ed ERNESTO BRUNATI, ingegnere.





Ancora sulla Sindone

Un lettore pensa che la datazione al radiocarbonio sia sbagliata. E poi Medjugorie e una critica alla stampa nazionale

Ho visto, a pagina 71 del numero 76 della vostra rivista, che voi non ritenete di poter condividere le critiche che io muovo al modo col quale è stata fatta la datazione radiocarbonica della Sindone. Ho l'impressione, però, che non vi siate resi conto dei motivi che mi hanno indotto ad assumere quella posizione. Sono dell'avviso, innanzitutto, che quel che hanno datato non fosse un campione prelevato dalla Sindone, per cui il risultato da loro ottenuto non riguardasse quella tela. Il rapporto ufficiale della datazione pubblicato su Nature precisa che quell'analisi è stata effettuata su un campione di 150 mg di tela avente forma di rettangolo di 7x1 cm circa. Esistono però anche delle fotografie della Sindone che mostrano come la stessa fosse rimasta, dopo il prelievo di quel campione. Fotografie che consentono però di rendersi anche conto delle dimensioni del pezzo asportato. Che risulta avesse sempre un peso di 150 mg anche se era un rettangolo di circa 4x1,7 cm. 
C'è da chiedersi pertanto da dove venisse quel campione di 7x1 cm che avevano datato e che aveva dato la Sindone come tela medievale. 
Secondo punto. Asserite che il sottoscritto abbia accusato gli autori del rapporto ufficiale di aver intenzionalmente alterato un dato numerico relativo ai risultati del laboratorio di Tucson. Le cose non stanno proprio così. Il rapporto su Nature fornisce sia i risultati ottenuti da ognuno dei tre laboratori che hanno fatto la datazione, che le rispettive tolleranze. E tutto risulta perfettamente regolare. Quando però di quei dati si forniscono le medie, la situazione cambia. Mentre quella dei tre risultati è corretta, non lo è affatto quella delle tolleranze. Invece di essere pari a più o meno 17 anni diventa più o meno 31 anni. Par trattarsi di un banale errore di conteggio, che ha però notevoli conseguenze e che è curioso che mai nessuno, ad onta delle mie lettere, abbia tentato di spiegare o tantomeno di correggere. 
Ernesto Brunati


Risponde Gian Marco Rinaldi: 

Sul sito di Collegamento pro Sindone (www.shroud.it), si possono leggere due articoli dell'ingegner Brunati, del 2005 e 2006, che dovrebbero essere i suoi più recenti sull'argomento. Brunati muove gravi accuse verso gli autori della datazione della Sindone del 1988, configurando uno scenario che riassumiamo come segue. I responsabili dei tre laboratori (Arizona, Oxford, Zurigo), assieme all'esponente del British Museum che coordinava i lavori, ordirono una congiura e pianificarono la sostituzione del campione della Sindone con un campione preso da un tessuto medievale. Era inizialmente previsto che sarebbe stato prelevato dalla Sindone un campione delle dimensioni di 1 per 7 cm, da dividere poi in tre parti, e quindi i congiurati prepararono un strisciolina di quelle misure dal tessuto medievale. Ma il giorno del prelievo successe un imprevisto e fu tagliato un frammento di dimensioni diverse. Fu ugualmente dichiarato, nei comunicati e nelle pubblicazioni, che il prelievo era stato di 1 per 7 cm, forse per evitare che il personale dei laboratori si accorgesse della sostituzione. I laboratori procedettero a datare i frammenti, che non erano quelli della Sindone ma del tessuto medievale impiegato per lo scambio. Ma questo tessuto risultò un po' troppo giovane rispetto alla data, circa il 1350, della comparsa della Sindone a Lirey. Se ne accorsero quando videro i risultati dei primi due laboratori che conclusero il lavoro, Arizona e Zurigo. (In realtà quei risultati, nell'insieme, si collocavano prima del 1350 e non creavano problemi, se si teneva conto di una anomalia nell'andamento della concentrazione di C14 nell'atmosfera durante quel secolo.) Per non correre il rischio di concludere con una data posteriore alla comparsa della Sindone nella storia, falsarono il risultato del terzo laboratorio, Oxford, spostando un po' indietro la data. In questo modo, però, l'analisi statistica faticava a mettere d'accordo i risultati dei tre laboratori. Allora alterarono un dato numerico per il margine di errore, quello di Arizona, portandolo da 17 a 31 anni, rendendo così accettabile, sia pure al limite, l'analisi statistica. Per non creare sospetti, alterarono anche il corrispondente valore numerico per gli altri tre campioni di Arizona, quelli per gli altri tre tessuti, oltre alla Sindone, che venivano impiegati nell'esperimento (ci riferiamo, per il margine di errore, alla "deviazione standard" di una certa distribuzione che in pratica stima l'entità del possibile errore nel risultato). 

Che dire di fronte a una simile trama da romanzo?
Notiamo solo che gli altri sindonologi, salvo rare eccezioni, si astengono dall'avanzare accuse tanto pesanti.
 Nei suoi articoli, Brunati diceva esplicitamente che l'alterazione del dato numerico, da 17 a 31, era stata intenzionale. Ora, in questa lettera, sembra avere un atteggiamento più prudente e parla anche di un possibile errore involontario. D'altra parte, continua a ritenere che il campione che fu datato non provenisse dalla Sindone, formulando così un'accusa, quella di sostituzione del campione, che è ben più grave rispetto all'alterazione di un numero nell'analisi statistica. 

Va anche detto che in effetti ci furono, nella vicenda della datazione, elementi tali da suscitare qualche perplessità, anche se certo non tali da giustificare lo scenario proposto da Brunati. È vero che all'epoca del prelievo ci fu una incredibile confusione nei dati che furono forniti per le dimensioni del campione, ma la responsabilità non va cercata presso i laboratori e comunque non c'erano indizi di una sostituzione del campione. 

È anche vero che nel resoconto pubblicato su Nature non viene spiegato come sia stato trovato quel valore dei 31 anni per la stima del margine di errore, ma ciò non viene esplicitato per nessuno dei dodici risultati dei tre laboratori con i campioni dei quattro tessuti. Per gli altri due laboratori, si può constatare che quasi sempre i valori dichiarati, per quel dato numerico, si possono calcolare con un certo metodo a partire da dati parziali pubblicati nell'articolo nella Tabella 1. Brunati applica lo stesso calcolo per Arizona e trova un numero diverso, quel 17 al posto del 31. Questo significa solo che in quel laboratorio è stato usato un altro percorso, e infatti il calcolo di Brunati dà un risultato diverso, sempre inferiore, anche per i valori forniti da Arizona per i campioni degli altri tre tessuti. 

Una differenza di procedura rispetto agli altri due laboratori si trova specificata su Nature. Per Arizona i dati di Tabella 1 non tengono ancora conto dell'incertezza nella correzione per il biofrazionamento, che invece è già inclusa per gli altri due laboratori. Però non sembrerebbe che questo fattore, da solo, abbia molta influenza. Non sappiamo se siano intervenuti altri fattori. Comunque il valore di 31, fornito da Arizona, non appare troppo grande se confrontato con i valori degli altri due laboratori per il campione della Sindone, che sono 24 e 30 anni. 
Tuttavia c'è un aspetto che ci porta a spendere anche una parola in favore di Brunati e di qualche altro sindonologo che ha mosso critiche analoghe per quel dato numerico. Le polemiche su quel 31 vanno avanti da molto tempo. Non risulta, almeno per quanto appare nella letteratura sindonologica, che il laboratorio di Arizona sia mai intervenuto con una dichiarazione per fornire maggiori dettagli e far chiarezza sulla questione. È allora intuibile che possano sorgere sospetti, non dico sulla possibilità che ci siano state irregolarità gravi, ma anche solo che sia stata seguita una procedura un po' stiracchiata nell'analisi statistica. 

Forse nei calcoli si sono usati valori un po' stretti per i margini di errore dichiarati, valori cioè che non tengono conto di tutte le possibili cause di errore. Piccoli errori sistematici sono ipotizzabili, e non sarebbero gravi, per qualcuna delle dodici misurazioni effettuate su altrettanti frammenti del tessuto della Sindone. Come Robert Hedges, del laboratorio di Oxford, ha scritto in seguito (Approfondimento Sindone, 1, 1997), gli errori sono forse stati sottostimati di 5 o 10 anni. Ampliando un po' gli intervalli, si risolverebbero eventuali problemi di incompatibilità statistica fra i diversi singoli risultati ottenuti o fra i tre laboratori. 

L'effetto finale sarebbe solo di allargare un po' l'intervallo di fiducia, cioè la forbice entro cui collocare l'età della Sindone, e questo non avrebbe alcuna conseguenza sulla sostanza del risultato. Va ricordato che le dodici misurazioni effettuate, in totale, dai tre laboratori sui frammenti del lino della Sindone, rientrano nell'arco fra la seconda metà del Duecento e la prima metà del Trecento (trascurando apparenti date posteriori al 1350 che sono spiegabili, come si è detto, per una insolita variazione nel contenuto di C14 nell'atmosfera durante quel periodo). Partendo da tali dati, nessuna rielaborazione statistica (se non nei sogni dei sindonologi) potrebbe collocare la data di nascita del tessuto della Sindone al primo secolo dell'era cristiana.

https://www.cicap.org/new/stampa.php?id=273489


LEGGI ANCHE: http://sindone.weebly.com/uploads/1/2/2/0/1220953/nature_statistica.pdf


ReteLibera
00lunedì 7 luglio 2014 23:20
Re: Sparapalleade. Ossia, una nuova versione dell'Iliade in versione SPARAPALLE! (PRIMA PARTE)
!Freddie!, 06/07/2014 17:43:





Max Frei-Sulzer, l'autore delle scoperte sui pollini? Già screditato professionalmente quando venne a Torino nel 1973 per il primo prelievo (aveva dovuto lasciare il suo posto di responsabile del laboratorio scientifico della polizia di Zurigo, dopo che una sua incauta poi innocente); i suoi metodi per l'esame dei pollini furono giudicati inadeguati; altri sindonologi dispongono in abbondanza di polveri prelevate dalla Sindone ma non hanno trovato conferme; infine gli stessi pollini prelevati da Frei sono stati riesaminati, sempre a cura dei sindonologi, con esito negativo.


Se lo SPARAPALLE avesse letto la mia replica al dossier “Ciccone” saprebbe benissimo che il lavoro di Frei non è stato affatto screditato dagli esperti del settore, semmai ridimensionato pur riconoscendone il valore intrinseco e pioneristico dei risultati ottenuti.




Ridimensionato? I effetti Max Frei prelevò i campioni utilizzando del nastro adesivo e lavorò su di una superficie di circa 20×20 cm. Su tale superfice ha trovato una moltiplicazione di pane e di pesci che solo un libro come la bibbia può dare a bere ad una moltitudini di cretini incalliti come il porco con le ali. Si avete capito bene, Frei ha lavorato su di una superficie di circa 20x20 cm. Insomma su di un fazzoletto con il quale si pulise il muso tal !freddie!. Ora provatee solo ad immaginare quanta merda è uscita dal naso del !Freddie!  ?

!Freddie!, 06/07/2014 17:43:

 
La stessa palinologia MARIOTTI LIPPI che Ciccone ha citato molte volte per sostenere le sue tesi strumentalizzandone le parole, ha espresso giudizi positivi sul lavoro di Frei.



Marta Mariotti Lippi, provò sperimentalmente a misurare la conservazione dei pollini: dopo due mesi la perdita di polline sui tessuti testati era stata del 77% . Immaginatevi tale perdita dopo solo 100 anni. SIIII hai capito bene porco con le ali.


!Freddie!, 06/07/2014 17:43:

 
Inoltre, se sul piano dei pollini la ricerca registra indizi probabili, sul piano botanico si hanno risposte più che plausibili; infatti, il botanico AVINOAM DANIN ha riscontrato sulla Sindone le impronte di tre piante che fioriscono a primavera nell’area di Gerusalemme e le ha riconosciute: sono le stesse che Frei aveva classificato – seppure affrettatamente - a livello di pollini!



 Avinoam Danin, esperto di flora palestinese non ha mai studiato i pollini né della Sindone né di altro. Lo ha fatto un suo collaboratore,  Uri Baruch, che ha esaminato al microscopio ottico i vetrini preparati da Frei del materiale prelevato nel 1973 e i nastri adesivi originali del materiale del 1978. Delle 37 specie esaminate relative al materiale del 1973, ne ha confermate solo 4; fra tutte le specie ritrovate nel materiale del 1978, ne ha confermata solo una. Di fatto, Baruch ha smentito quasi in toto il lavoro di Frei 



!Freddie!, 06/07/2014 17:43:

 
Più recentemente - nel 2012, a Valencia – la botanica MARZIA BOI ha scritto: (i pollini insieme alle tracce di oli ed unguenti) "fotografano un rito funebre di 2000 anni fa e grazie alle stesse, si sono rivelate le piante usate nella preparazione del cadavere conservato nella tela. Le sostanze oleose hanno permesso che i suoi pollini, quali componenti accidentali, si siano fermati, impregnati e nascosti nel tessuto di lino, quali testimoni invisibili di uno straordinario evento storico”. Secondo la tradizione ebraica i cadaveri e ciò che li copriva erano trattati con olii e unguenti profumati in un rito minuzioso.



DECIDITI; PORCO CON LE ALI:::E' STATO LAVATO CON PERLANA A MANO O IN LAVATRICE?
VE LO IMMAGINATE UN CADAVERE SANGUINANTE; TRATTATO SENZA STIRATURA (rigor mortis)  E LAVATURA,
UNTO CON 32 chili  DI.... -BIRRA O MIRRA NON FA DIFFERENA- PORTATI DA NICODEMO?
POTEVANO ASFALTARE UNA VOLTA PER TUTTE LA SALERNO REGGIO CALABRIA.          


!Freddie!, 06/07/2014 17:43:

 
Il biochimico Dmitry Kuznetsov? Il russo che ha millantato ricerche che non ha mai fatto, che ha dichiarato di lavorare in laboratori che non sono mai esistiti, che ha citato una letteratura scientifica inventata di sana pianta e così via. E in più aggiunge il corredo di una squallida vicenda di assegni falsificati e di altri raggiri per cui il Dmitry è tuttora ricercato negli Usa. Insomma questo "paladino di Dio" della Sindone è svelato come un "mentitore e un ladro", come "un abile imbroglione", di cui forse qualcuno si è servito. La Sindone di Torino continua dunque a essere intricata in un fitto mistero, che oggi diventa anche un po' torbido.


Il caso Kuznetsov è un caso dai risvolti poco netti e definiti le cui vicende mi erano già note (alla faccia dello SPARAPALLE); è per questo che non mi sono preso la briga di citarlo nei miei interventi al pari del caso (non così del tutto scontato, in senso negativo) delle monetine individuate sugli occhi dell’Uomo della Sindone. Ma a fronte di questi episodi, ci sono diversi e più numerosi studiosi le cui ricerche e relative conclusioni sono ben difficilmente contestabili; riguardo, poi, alle monetine, ce ne sono ben altre che proverebbero l’esistenza della Sindone fin dal V secolo d.C.: mi riferisco al SOLIDO E AL SEMISSE coniati da Giustiniano che riproducono il volto sindonico con dettagli impressionanti o fissa determinati particolari del corpo che solo chi aveva visto la Sindone poteva riportare. Su queste due monete lo SPARAPALLE ha SEMPRE eluso ogni commento giocando al gioco delle tre carte provando a confonderle con quelle monete ritenute presenti sul volto dell’Uomo della Sindone.




Il caso Kuznetsov?
Sei solo un povero pervertito alla pari di tutta la chiesa cattolica.
Riguardo le monete ti ripeto, Il trino e quattrino ha pagato "L'EBOLA" a Caronte?.

Prassi pagana dalla quale è nata tutta la vostra bibbia per allocchi.



         
ReteLibera
00martedì 8 luglio 2014 00:45
Re: Sparapalleade (SECONDA PARTE)
!Freddie!, 06/07/2014 17:44:




Poi arrivano porci con le ali come tal !Freddie! che pretendono di mettere tutto in discussione.

Freddie:
Io non pretendo di mettere in discussione nulla, altri lo hanno fatto meglio di me e con argomenti più che oggettivi e validi. Io mi limito solo a riportarli e a sputtanare le cazzate che persone come te ancora mettono in giro sperando di farla franca!
________________________________________




Altri lo hanno fatto prima di te? Ti limiti a riportare? NON AVEVO DUBBI visto il tempo che ti serve.


Cos’è, vuoi giocare con le parole quando non sai neppure capire l’italiano al punto che poco più sù ti ho dato una lezione gratis di grammatica?



Povero imbecille, io non mastico grammatica nonostante il mio diploma. Mastico e poi cago nel cesso le persone come te che non sanno ne quotare un intervento e ne tanto meno riportare un'immagine. Oltretutto facevo lo stesso mestiere del tuo presunto cristo e ti assicuro che se ti rivolgi a me, una volta deposto nella bara tu non resusciti nemmeno se viene il tuo padreterno.


!Freddie!, 06/07/2014 17:44:


Io ho a che fare con le parole tutti i giorni e tu pensi anche solo minimamente di potermi mettere in difficoltà? Tra me e te c’è la stessa differenza che passa tra uno strimpellatore scalcinato di pianoforte e Mozart! (Onde evitare equivoci ed accuse di presunzione, preciso: io non sono Mozart, in compenso tu sei il conclamato strimpellatore scalcinato di pianoforte, se sai almeno cosa sia un pianoforte!!!).



A che servono le parole di fronte alla vera sofferenza? di fronte alla realta? Puoi venirmi a raccontare tutte le fregnacce di questo mondo ma se mi accorgo che mi prendi in giro, io ti tappo la bocca in modo definitvo. Stanne certo (e lo sai meglio di me) nè ti incarni e ne tantomeno resusciti.



!Freddie!, 06/07/2014 17:44:


Da come ti aggrappi alla lettera delle parole (unico tuo tentativo di opporre qualcosa che assomigli ad una replica), si rafforza sempre più la mia idea di un tuo passato geovista o comunque dell’aver frequentato quell’ambiente.




Continua a fare il paroliere e non ti erigere anche a mago. Anzi permettimi che lo faccio io...Tu sei un Frocio...Dalle mie parti chiamasi Ricchione. N.B non vuole essere ne un complimento e ne tanto meno un'offesa, è solo un dato di fatto.

!Freddie!, 06/07/2014 17:44:


E’ ovvio che “altri lo hanno fatto prima di me”- pubblicare argomenti sulla Sindone, intendo – visto che in quanto esperti della materia o professori nei più svariati campi hanno avuto modo di studiarla in precedenza. Per quanto Manzoni sia stato l’unico ad aver scritto I Promessi Sposi, non per questo un professore d’Italiano che lo abbia studiato SUCCESSIVAMENTE, sia meno professore! Ve lo immaginate uno studente che obbietta al professore di Matematica di non sapere nulla di Matematica solo perché il Teorema di Pitagora che sta spiegando non lo ha elaborato lui o perché ALTRI PRIMA DI LUI ne hanno parlato, scritto, studiato, tenuto su di esso convegni ecc.? Questa è la logica dello SPARAPALLE!



Ti considero pur sempre un ciuccio e presuntuoso e aggiungo: anche pervertito. Fattene una ragione.


!Freddie!, 06/07/2014 17:44:


In quanto al termine "riportare", anche qui si nota un fallimentare tentativo di mostrarsi puntuale nel cogliere l’interlocutore in fallo. Ma in realtà, si mostra solo puntuale a cogliere falli (inteso nel più ampio senso letterale della parola).



Come sopra...Sono io quello convinto che tu sei solo un povero pervertito culattone e magari anche pedofilo. Difatti nella tua chiesa non si parla d'altro. Lobby gay, Preti pedofili, ecc. che la fanno sempre franca. INIZIA A VERGOGNARTI E/O A PRENDERE LE DISTANZE SE TI SENTI ESTRANEO.

!Freddie!, 06/07/2014 17:44:


Ci sono due modi di riportare: il primo è quello che alla base prevede un processo di elaborazione dei dati, di sintesi, di confronto, di giudizio critico. Il secondo è quello di riportare. . .e basta! Nel secondo caso, più spesso si parla di: COPIARE ed è quello che fa lo SPARAPALLE; non lo dico io è un fatto accertato se si guarda ai precedenti: il postare semplicemente dei link, ricopiare in toto pagine, disegni, affermazioni, ecc. senza un minimo di giudizio critico sul materiale visionato, tutto questo gioca a suo svantaggio.



Parli a me di giudizio critico quanto tu stesso sei spinto e ti nascondi dietro la favola della fede? Credo quia absurdum... per giustificare la propria fede in ciò che la ragione non prova.

!Freddie!, 06/07/2014 17:44:


Il senso critico, la sintesi, l’elaborazione dei dati acquisiti ci permette di confutare, di contestare, di mettere in dubbio in modo costruttivo ciò che altri hanno scritto e che sembra - a prima vista - cristallino, coerente, inattaccabile pur non essendo degli esperti. Questo mi ha dato l’opportunità di mettere in luce alcune incongruenze che persone certamente qualificate quali un Rinaldi o un Ciccone avevano scritto e che sembravano aver scritto cose paragonabili all’oro colato. Anche per questo, in alcuni casi, ho impiegato più tempo nelle risposte lì dove lo SPARAPALLE si è semplicemente limitato a COPIARE e servire (e pure malamente)!




Imbecille incallito. sviluppa il tuo senso critico sul quel libro fantasy che chiami bibbia o forse è tutto oro colato scritto col dito di zio? Ops, sono solo rivelazioni di un essere trascendentale?

Porco con le ali....quando la smetterai di scrivere stronzate? Almeno abbi il buon gusto di criticare anche la tua supponenza.

!Freddie!, 06/07/2014 17:44:


Infine, ho già ripetuto fino alla nausea che io intervengo e scrivo quando ho tempo e voglia; nessuno può dettarmi i tempi, non siamo ad un incontro di scacchi senza contare che ci sono nel forum numerosi esempi di discussioni riprese anche dopo quasi un anno senza che nessuno obbietti alcunché e, inoltre, aggiungo che rispondere velocemente non è sempre indice di bravura o questo denota una particolare intelligenza, basta guardare lo SPARAPALLE: lui posta più velocemente, ma solo per mettere in rete più velocemente cazzate intrise di volgarità ed insulti e non mi sembra che la velocità delle sue risposte faccia emergere una particolare intelligenza. Farebbe meglio a postare di meno e in modo più qualificante!!!





N.B: Porco con le ali Tal !Freddie!

I Miei post e/o anche i miei link, sono insignificanti per quella gente che ha il tuo stesso spessore e i tuoi stessi problemi esistenziali.
Non voglio certo paragonarti ad una piattola visto che sei combinato assai peggio.

ReteLibera
00martedì 8 luglio 2014 01:59
Facciamo un passo avanti evidenziando tutta una serie di boiate del porco con le ali tal !Freddie! 


!Freddie!, 06/07/2014 17:45:

 


La bibbia dice anche: [39] Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di àloe di circa cento libbre. ( trentadue chili, com'è usanza seppellire per i Giudei)


Sulla Sindone vi sono tracce di aloe e mirra. Lo conferma anche lo SPARAPALLE, bene! 


Va da se che il cristo imbalsamato è stato irrorato di unguenti e avvolto con bende di lino inzuppate nella stessa sostanza. com'è usanza seppellire per i Giudei. 


Ma questo procedimento non fu completato. Perché si avvicinava la Parasceve per questo le donne si recarono al sepolcro di buon mattino il primo giorno dopo il sabato, come descritto nei Vangeli! 

 


Ecco la prima maialata

!Freddie!, 06/07/2014 17:45:

 
Il porco con le ali (tal !Freddie!), dice che il corpo di Gesù 'non è stato lavato e unto per la vicinanza del sabato. Tesi che potrebbe essere avvalorata da questo passo della bibbia: Marco [16,1] Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. 

Giusto! Ma dov’è scritto che furono loro a praticare l’imbalsamazione? C’è scritto solo che le donne comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù, visto che il rito non era stato completato, non che lo avrebbero fatto personalmente!!! 

 


Rieccovi la Seconda maialata


!Freddie!, 06/07/2014 17:45:

 
Peccato però che l'intenzione delle donne non era quello di lavare e ungere il corpo di Gesù ', ma volevano ungere il capo di Gesù. Il lavaggio e l' unzione del corpo erano già stati effettuati subito dopo la morte. 


E chi lo dice questo? Dov’è scritto che le donne volevano ungere SOLO il capo di Gesù? La sepoltura del venerdì fu approssimativa e questo non lo si può negare nemmeno con tutta l’insistente presunzione di uno SPARAPALLE incallito! Vatti a nasconderti in un cesso da cui trai simili idee , SPARAPALLE CHE NON SEI ALTRO! 

 

Come se non bastasse la seconda, questa è la terza maialata


!Freddie!, 06/07/2014 17:45:

 
Le donne non hanno l'intenzione di ungere tutto il corpo di Gesù, perché non hanno il permesso di lavare e ungere gli uomini deceduti. Com'è usanza seppellire per i Giudei. 

Che le donne abbiano avuto l’intenzione di ungere il corpo di Gesù, è una tua personale deduzione che non trova conferma nei vangeli. Infatti, MATTEO, riguardo alle donne, parla di “visitare” il sepolcro; LUCA parla di aromi che avevano preparato, ma non dice che ne avrebbero, poi, fatto uso loro stesse; GIOVANNI riferisce solo che Maria di Magdala era andata al sepolcro e lo aveva trovato vuoto. Punto! Solo MARCO scrive che le donne comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù, ma non dice che sarebbero state loro, poi, a farlo! In questo la tradizione ebraica della sepoltura è stata rispettata!!! Và ricordato che qui, però, si tratta di Gesù, non di un morto qualsiasi. I morti per morte violenta - come lo era la crocifissione - non avevano diritto ad un sepolcro, come è usanza dei Giudei. Ma Gesù lo ebbe. E su questo non ci piove. Il corpo di un condannato doveva essere reclamato da un parente, com’è usanza per i Giudei, ma nel caso di Gesù fu reclamato da Giuseppe d’Arimatea che, certo, suo parente non lo era affatto. Tutti gli esperti concordano che si trattò di una sepoltura ebraica pur con qualche deroga, come quelle a cui ho accennato sopra, ma la sostanza è inequivocabile! Solo tu e qualcun altro come te forzate l’interpretazione a vostro uso e consumo!!! 


Le donne non avevano il permesso di sciacquare i coglioni del defunto , ma potevano rimuovere il tovagliolo, che era sulla testa e ungere il volto di Gesù. Com'è usanza seppellire per i Giudei. 


Di tradizioni funebri ebraiche non sai una mazza e ti permetti anche di impartire lezioni? Ma stai zitto, che è meglio!!! In nessuna parte dei vangeli, come ho già spiegato, viene affermato che le donne lavarono o unsero il corpo di Gesù, confermando gli usi ebraici; allo stesso tempo, nessun esperto ha mai sostenuto che sul corpo dell’Uomo della Sindone ci abbiano messo mano delle donne, ma sempre e solo che il rito fu affrettato e non completato (da chi, non ha importanza e di certo non si è affermato che fossero state le donne a farlo) per via della Parasceve. Il resto è solo frutto di una tua interpretazione forzata. 

Sul rigor mortis rispondo successivamente>>>>>>> 

Sai che novità. . . 


 


E quest'ultima maialata è per completare il presepe.


Ora abbisogna chiedere al porco con le ali...nel nome del padre, del figli e dello spirito santo: 



1- Che fine hanno fatto i 32 chili  di mirra e di àloe (circa cento libbre) portati da Nicodemo se il procedimeto non fu completato? (Prima maialata)


2- Che necessità avevano le donne nel comprare oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù se i 32 chili di BIRRA e aloe non erano stati consumati? (Seconda maialata)

3- Se alla donne (come lo stesso porco con le ali afferma), non era consentito di "sciacquare" il defunto, a che servivano gli  ulteriori oli acquistati ? (Terza maialata)


Che fine hanno fatto dopo il lavaggio e la stiratura, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo?



Poi la storia del porco con le ali prosegue e si arriva al punto del non ritorno.

DIFATTI  >>>>>>>





!Freddie!, 06/07/2014 17:45:





Premesso che:
Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto. Discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte.
... L'imbalsamato è rimasto nella sindone (in fasce) per tre giorni ?



Per gli Ebrei anche una FRAZIONE DI GIORNO è considerata un giorno intero! Solo tu non lo sai. Vatti ad informare meglio, colmerai la tua cronica ignoranza!!!!


Matteo 12 : 38-40: Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: "Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno". Ed egli rispose: "Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.


Deuteronomio 18 (Avvertiva i porci):
[20]Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dei, quel profeta dovrà morire.




!Freddie!, 21/06/2014 16:51:
________________________________________QUOTATO
non era stato completamente avvolto nel telo per l’approssimarsi della Parasceve, ossia del giorno del sabato
________________________________________


Per quanto su quotato, chiediamo a questo ignorantone del !Freddie! per quanto da lui affermato: ("per l’approssimarsi della Parasceve, ossia del giorno del sabato").

Gesù fu crocifisso di venerdì?
Se è così, come trascorse tre giorni nella "tromba" se è risuscitato di domenica?



Già spiegato: per gli Ebrei, una frazione di giorno equivale al giorno intero. Venerdì pomeriggio ore tre (1 giorno), sabato (secondo giorno), tramonto del sabato - e siamo già alla domenica - (terzo giorno).





E fu notte e fu mattina

Già.... Avete capito bene.
Per gli ebrei e per il porco con le ali una frazione di giorno equivale al giorno intero.   


Povero quel cosiddetto buon ladrone: Anche lui ha lasciato la sua immagine sulla sindone dopo 3 frazioni di giorni dalla sua morte  


ReteLibera
00martedì 8 luglio 2014 02:50

ECCO SPIEGATA LE LETTERE EBRAICHE SULLA SINDONE

(E ANCHE LE MONETINE.
-ReteLibera in aggiunta-)


Calma, non fraintendetemi. Sulla Sindone non c’è proprio alcuna scritta greca o aramaica.


Le monetine, solo per fare un esempio tra gli svariati avvistamenti, sono sparite dopo le nuove foto realizzate in alta definizione Ora vi mostro nel dettaglio come lavorano questi sindonologi.

(e/o porsi con le ali. -ReteLibera in aggiunta-)



Prendiamo, ad esempio, una foto di Padre Pio:


La volgiamo al negativo con una qualsiasi applicazione per il fotoritocco:

 

Ora, si ingrandisce un dettaglio, la barba, per esempio:

Si contrasta maggiormente il particolare aumentando chiari e scuri. Si notano subito delle strane ombre:

Cosa saranno mai?

Miracolo. Nella barba di Padre Pio c’era già scritto che sarebbe diventato santo!


http://www.antoniolombatti.it/B/Blog07-09/Voci/2009/11/21_Ecco_spiegate_le_lettere_ebraiche_sulla_Sindone.html

ReteLibera
00martedì 8 luglio 2014 16:31

Notate anche qui come questo mistificatore tal !Freddie! cerca di cambiare le carte in tavolo-
Si era chiesta la fonte degli scavi recenti e Il porco con le ali se ne era uscito con il ritrovamento della lapide di Cesarea Infatti questa è stata la sua risposta:

Nel 1962 l'archeologo israeliano M. Avi Jonah con la sua scoperta dava prova storica che Nazareth esiteva giā 300 anni prima di Cristo.

Ora leggete cosa ha scritto:





!Freddie!, 06/07/2014 17:44:





Scavi recenti? Nel 1962?

Siamo nel 2014 rincitrullito.




Prima di sparare peti pestiferi, frutto della lingua probabilmente parlata molto diffusamente nella tua famiglia, starei molto attento perché rischi- anzi, no: è sicurissimo – di fare le solite figure di cacca (ormai ne collezioni così tante che non basta più un calcolatore per contarle tutte; adesso si tende a grandezze astronomiche!!!). Purtroppo, non avevo salvato tutto il mio scritto nella fretta, ma rimedio subito. Orbene, gli scavi in questione che hanno prodotto i migliori risultati nel 1962 iniziarono fin dal 1955 ad opera di padre Bellarmino Bagatti che hanno portato alla luce parte dell’area occupata dall’antico villaggio, oggi incluso nella Nazaret moderna. In esso vi sono state trovate tombe la cui datazione (non contestata a livello scientifico, per cui è da ritenere attendibile) và dall’età media del Bronzo a quella bizantina! In esso vi sono state ritrovate anche numerose sorgenti d’acqua naturali che permettevano la vita nel villaggio che dagli scavi risulta essere un borgo agricolo frequentato fin dall’età del Ferro (900-600 a. C.). Il villaggio si sviluppa anche grazie alla presenza di grotte sotterranee che facevano parte delle abitazioni come ricoveri di animali (qualcosa di simile doveva essere anche Betlemme dove Gesù nacque proprio in una grotta che era probabilmente usata come stalla per gli animali). Che il villaggio fosse agricolo lo testimonia la presenza di numerosi silos e buche a forma di pera (stretti superiormente e larghi in basso) con imboccatura su sui veniva posta una pietra a mò di tappo. Questi silos contenevano le riserve di granaglie e di altri raccolti. Con i silos furono trovati anche cisterne per l’acqua piovana, macine in pietra e magazzini per olio e vino. Insomma, tutto fa presumere che il villaggio esisteva, era provvisto di infrastrutture costruite per una vita stanziale e, per quanto piccolo, sufficientemente sviluppato (tanto da avere anche una sinagoga). Se questo non bastasse, và aggiunto che la storia dell’occupazione umana di Nazareth è riassunta da alcuni gruppi di tipologie ceramiche esposte nel museo della città: vanno dal II millennio a.C. al 1500 d.C. (segue anche un preciso elenco dei vari periodi storici che farebbero fare ancor più la figura di cacca allo SPARAPALLE. Basti sapere che c’è e questo è quanto!). I recenti scavi a cui facevo riferimento, si riferiscono a quelli del 2009 (non così lontano dal 2014) che hanno portato alla scoperta di una modesta abitazione di età ERODIANA (il maiuscolo è mio) simile a quelle ritrovate negli scavi francescani. Quest'edificio era costituito da due stanze e un cortile, in cui erano scavati dei pozzi e una cisterna per la raccolta dell’acqua. Un’abitazione, quindi, dell’epoca di Gesù. Sulle osservazione riguardo l’orogenesi del territorio intorno a Nazareth, và ricordato che la città (ma anche il borgo antico, visto che sono state ritrovate testimonianze della sua esistenza sotto la città moderna, come ho scritto prima) si trova su un'altura, domina la valle del Giordano e la piana di Izreel appollaiata come fosse una sentinella. E questo quadra con le scritture evangeliche! Ora, negare - o anche solo mettere in dubbio - queste scoperte archeologiche messe sotto gli occhi di tutti coloro che onestamente vogliono conoscerei fatti contestandole solo con opinioni personali o vagheggiamenti vari senza argomentazioni oggettivamente valide e rilevanti (in altre parole, provenienti da altri archeologi o esperti della materia) è qualcosa di osceno e degradante per l’intelligenza umana. Ma lo SPARAPALLE ci ha abituato a questo e a ben altro in un inevitabile sprofondamento sempre più verso il basso. Il peggio è che è senza vergogna alcuna probabilmente perché neanche lui se ne rende conto, visto che questa è la sua condizione abituale!!! A questo punto, tutte le illazioni sul Gesù “Nazareno”, “Nazireo” o “di Nazareth”, trovano il tempo che trovano; sono affascinanti disquisizioni dialettiche, ma non vanno oltre questo aspetto. Se ne dia pace lo SPARAPALLE e quelli che dovessero seguirlo in un percorso che porta al nulla o, al massimo, ad un traguardo dal sapore folcloristico!






Tuttavia, va precisato:

1) La lapide di Cesarea, scoperta Nel 1962 dall'archeologo israeliano M. Avi Jonah è stata ritrovata in una sinagoga del III-IV secolo d.C., non direttamente a Nazareth, quindi il periodo della sua costruzione potrebbe essere proprio questo. Sicuramente il reperto è posteriore alla seconda rivolta giudaica (135 d.C.) e precedente al IV secolo d.C, pertanto sarebbe al massimo del III-IV secolo d.C (per questa datazione si veda il Nuovo Dizionario Enciclopedico illustrato della Bibbia (edizioni PIEMME) in cui l'articolo di Avi-Yonah è citato come fonte).

Anche nel libro Maria-Luisa Rigato, Il titolo della croce di Gesù: confronto tra i Vangeli e la Tavoletta-reliquia della Basilica Eleniana a Roma, Pontificia Università Gregoriana, Roma, 2003, p. 54 si fa riferimento alla datazione del III/IV sec. d.C., originariamente proposta dallo stesso Avi-Yonah.

2) Gli scavi nei dintorni di Nazareth furono eseguiti nel 1955 da padre Bellarmino Bagatti (1905-1990), i cui risultati sono documentati nella pubblicazione: Gli scavi di Nazaret I, dalle origini al secolo XII, OFM Press, Gerusalemme, 1967. Gli unici oggetti risalenti al I secolo sono soltanto alcuni epitaffi e reperti tombali, che testimoniano unicamente che nel I secolo d.C in quel luogo molto probabilmente non fu costruita nessuna città, per quella legge ebraica che vietava di costruire villaggi e città nei pressi di tombe e cimiteri. A tal proposito puoi verificare numerosi saggi: J.D. Crossan, The Historical Jesus, Harper Collins, San Francisco, 1991, pp. 15-16; R. Horsley, Galilea. Storia, politica, popolazione, Paideia, Brescia, 2006, pp. 252-253; J.P. Meier, Un ebreo marginale - Vol. I, Queriniana, Brescia, terza edizione, 2006, pag. 267, nota 77; J. Gnilka, Jesus von Nazaret. Botschaft und Geshichte, Verlkag Herder, Freiburg, 1991.

Altri scavi furono condotti negli anni '50 da Bagatti (1955-62), che risalente al I secolo d.C rinvenne unicamente reperti tombali, epigrafi, silos, cisterne; resti di un probabile e controverso edificio religioso sarebbero datati al II-III secolo d.C.

4) Nazareth non è citata in nessuna documentazione storica o su testi biblici del tempo e non ha nessuna citazione da parte di alcuno storico contemporaneo.

Nazareth non è citata nel Vecchio Testamento, nel Talmud nè negli Apocrifi come non appare in nessuna letteratura rabbinica precedente.

Nazareth non era compresa nella lista dei patti delle tribù di Zebulon, i quali citano 12 città e 6 villaggi, ma Nazareth non è compresa tra le 45 città della Galilea che erano state menzionate da Giuseppe, un dettagliato viaggio storico che non ha mai mancato nulla e che descrive voluminosamente la regione. Questo nome manca anche dalle 63 città della Galilea menzionate nel Talmud.

Il primo riferimento a Nazareth appare nel Nuovo Testamento dove si potrà trovar scritto per 29 volte. Comunque, c'è ancora molta speculazione se la città fosse esistita o meno "ai tempi di Gesù". Ma è solo speculazione.

E' citata solo nel Vangelo e negli Atti. Questi libri fanno riferimento a Nazareth, ma non hanno origini di quei tempi: sono scritture realizzate dopo. Le scritture precedenti, citano Gesù per 221 volte, ma MAI nessuna citazione a Nazareth.


ReteLibera
00martedì 8 luglio 2014 17:06


ReteLibera
00martedì 8 luglio 2014 17:39
La Sindone di Torino

XIV secolo. L'epopea delle lotte iconoclaste fratricide tra cristiani è ormai dimenticata, le Crociate in Terra Santa sono finite da poco e il monastico Ordine dei Cavalieri Templari, "Compagni d'armi di Cristo", è stato appena soppresso.

Ci troviamo nel pieno dell'era iconòdula paganizzante, quando, all'improvviso, a Lirey in Francia "appare" la prima volta, per volontà di Dio, nell'Anno Domini 1353, un telo - lungo oltre quattro metri e largo poco più di uno, del peso di un paio di chili - contenente una immagine frontale e dorsale della "Sacra Impronta" rimasta fissata nel lino in cui fu adagiato Cristo dopo la straziante "Passione" subita 1320 anni prima.

Accantonata la cronistoria delle Auguste Immagini di Cristo, troppo numerose per indagarle tutte, spostiamo la nostra attenzione sulla "Sacra Sindone" conservata nel Duomo di Torino, tenendo ben presente anche gli esiti degli esami radiometrici al C14 con gli accertamenti delle falsità riscontrate nelle Sacre Reliquie che hanno osato sottoporsi ai test fra gli anni 2004 e 2007: la Sacra Tunica di Argenteuil e il Santo Sudario di Oviedo.

L'esito negativo di questi esami ha vanificato il disperato tentativo della Chiesa di dequalificare la sacrilega condanna alla "Damnatio Memoriae" per frode ecclesiastica della Sindone di Torino.

La sentenza venne emessa, il 13 ottobre 1988, a seguito di tre verifiche effettuate contemporaneamente nei tre laboratori, diversi e indipendenti fra loro, di Oxford, Tucson e Zurigo, scelti dalle autorità ecclesiastiche della "Accademia Pontificia delle Scienze" assieme al relativo protocollo da seguire: il tutto con la benedizione di Papa Wojtyla ... ma non del C14, la cui risposta univoca dei tre Istituti datava la Sindone fra il 1260 e il 1390. Quindi "centrando" in pieno la prima "apparizione" convalidata da concreti riscontri storiografici.
 

Le ripercussioni negative sulla credibilità della Chiesa e la Sua dottrina non si sono fatte attendere: la domenica gli Stadi traboccano, mentre, via via che si susseguivano gli esiti del C14, le Chiese andavano sempre più svuotandosi e la religione un argomento ormai indifferente alla massa delle persone.

Una volta messo con le spalle al muro il Clero ha continuato ad ostentare un "millantato credito" grazie ai media, tutti compiacenti, facendo il possibile per affollare Piazza San Pietro con gite organizzate e la onnipresente settimanale "foto-memoria di piazza" trasmessa via TV.

Purtuttavia, ben sapendo che questa messa in scena non è in grado di ribaltare i negativi responsi della scienza sulle tre reliquie esaminate, la Chiesa Universale ha indetto una Santa Crociata Mediatica e chiamato a raccolta gli "Scienziati di Cristo", incitandoli ad elaborare teorie scientifiche di "ultima generazione" da esporre nel Concilio Iconòdulo sulle "Sacre Impronte" tenutosi a Torino fra il 18 e il 20 maggio 2010: anno della Grande Ostensione Sindonica.

Intanto, per far cessare le continue defezioni, il Clero studia una tattica di "contenimento" facendo entrare in azione i "Sindonologi Mistici" (SM) folgorati da "Rivelazioni Divine", utili a trattenere quei praticanti meno portati alla critica.
 


Al contempo, dall'Alto dei Cieli, l'Eterno Creatore rivela agli Eletti Scienziati Illuminati (ESI) che lo Strumento di Satana è riuscito ad ingannarli, sinora, tramite una "circonvenzione di incapaci": azione illecita punita dal Codice Penale, quindi tutti gli esami devono considerarsi "invalidati". Inoltre, stante la grave emergenza di Fede, dopo aver fatto miracolosamente apparire sulla Sindone di Torino la scritta "ENEA", l'Altissimo emette un rigido Protocollo Divino, da osservarsi scrupolosamente, equiparato a "Comandamento": "Tutti i Sindonologi Mistici e gli Eletti Scienziati Illuminati devono astenersi pubblicamente dall'entrare nei particolari neotestamentari, cessare di ricorrere a ulteriori "Rivelazioni Divine" ed evitare, tassativamente, di citare la storia patristica cristiana sino a tutto il IV secolo, nonché qualsiasi Concilio tenutosi su le "Sacre Impronte" dal VI secolo in poi ... pena le Fiamme dell'Inferno".


E tutti gli Eletti Scienziati Illuminati assieme ai Sindonologi Mistici, in ottemperanza al Nuovo Comandamento, convocano conferenze, seminari, convegni, realizzano documentari televisivi  e spiegano che si è trattato di un maligno complotto: l'esame radiometrico del C14 non poteva applicarsi. Punto e basta.

Viceversa, spiegano, è più valido il "metodo laser" in grado di dimostrare che la Sindone conserva ancora le tracce dell'Esplosione di Luce al momento della Resurrezione. Anche l'RPD è sacrosanto e affidabile, il Rilevatore Pollini Divini, quelli "compatibili con la Terra di Cristo", in grado di sopravvivere 2000 anni e provare il percorso fatto da Gerusalemme a Lirey in Francia dove "apparve" per volontà di Dio, la prima volta nel 1353, il lenzuolo funebre extra long con la Sacra Immagine di Cristo deposto dalla Santa Croce.


Viene poi introdotta la novità "storica" in assoluto, roba che neanche il Beatificato Karol Wojtyla riuscì a profetare durante il suo longevo papato: la Sindone di Torino e il Mandylion sono la stessa "Sacra Reliquia". Una "contorta indagine" inventata inizialmente dallo scrittore inglese Ian Wilson nel 1978, e come tale considerata dagli esegeti accreditati della Chiesa ... sino ai tempi recenti.

Alla data della sua prima apparizione, essendo un telo ignoto senza alcun richiamo storico, neotestamentario e neanche patristico, per superare il pericoloso "impasse" della assenza di "Tradizione", i Sindonologi Mistici per colmare l'ultra millenario silenzio sindonico riesumano la "Leggenda del Volto Santo" (il mito evolutosi dalla Sacra Lettera di Gesù ad Abgar) quindi ci spiegano che "la Sindone è in realtà il Mandylion di Edessa" il quale, inizialmente, fu opportunamente ripiegato quattro volte in modo da ottenere otto strati sovrapposti per lasciare visibile solo il Sacro Volto.

Se qualcuno poi obietta che la Sindone di Torino raffigura un Sacro Cadavere con gli occhi chiusi, mentre il Mandylion ritrae il Cristo vivo e vegeto ad occhi aperti, allora spiegano che basta concentrarsi intensamente e, ecco il miracolo: gli occhi di entrambi si aprono e si chiudono a discrezione poiché il Potere Divino ascolta la Fede del Giusto esaudendo il suo desiderio.
Chi non è fra questi non potrà vedere né capire. 


Alleluia! Fra questi è il pio Giacobbo. Il 25 maggio 2010, appena cinque giorni dopo il Concilio Iconòdulo di Torino su le "Sacre Impronte", il programma "Voyager" manda in onda sulla TV di Stato Rai 2 "La Sacra Sindone". Una inchiesta ad "Alto Profilo Scientifico" con il palese fine di svelare l'arcano che aleggia sul Sudario che avvolse il Corpo esamine di Cristo: "un mistero difficile da spiegare".

Sin dall'inizio lo showman ammaliatore, accompagnato da un coro celestiale come sottofondo sonoro e da una voce narrante fuori campo, chiarisce subito il mistero e spiega che "da secoli, questo Telo Divino, conserva intatto il suo segreto: è la reliquia più importante della cristianità, la raffigurazione quasi tangibile della sofferenza e del Sacrificio di un uomo condannato a torture terribili e ad una morte atroce per crocifissione"... ma, consapevole dell'ultimo Comandamento dettato da Dio, Giacobbo non menziona gli esiti delle datazioni al C14 nonostante abbiano già chiarito definitivamente il "mistero".  


Gli Eletti Scienziati Illuminati e i Sindonologi Mistici, in virtù delle Rivelazioni Divine ricevute, scatenano nella "Crociata Mediatica" un fuoco "in Crociato" di Sacre Tesi riportate su innumeri libri, lezioni, verbali, filmati e quant'altro le fantasie mistiche si sforzano di congetturare: da Costantino il Grande, su su nei secoli, fino ai Cavalieri Templari ... giungendo a contraddirsi l'un l'altro. In questo Sacro Bailamme altisonante di teorie strampalate, senza alcuna base storica e scientifica, si distingue una autorevole voce fuori dal coro: Andrea Nicolotti. Chi l'avrebbe mai detto?

L'insigne studioso, da molti anni impegnato a "rammendare" i numerosi "strappi" alla storia contenuti nelle Verità neotestamentarie, intravede nella Crociata Mediatica in atto il concreto rischio di una perdita di credibilità da parte di quel mondo intellettuale e razionale, poco incline a farsi prendere in giro.

Constatato che la schiera dei Sindonologi Mistici vede cresciuti a dismisura e fuori controllo quelli convinti che la Sindone di Torino e il Mandylion di Edessa siano la stessa reliquia, affronta seriamente la questione e nel 2011 pubblica un libro con uno studio approfondito
* presentato al Congresso di Torino, attraverso il quale, avvalendosi di fonti storiche, letterarie e iconografiche, sconfessa la puerile teoria con precisi dati di fatto e, senza remore, ne cita molti, italiani ed esteri, con tanto di nome e cognome.

Il dottor Nicolotti sa, ed ha ragione (questa volta), che a lungo andare le argomentazioni sciocche hanno la peggio finendo col gettare ulteriore discredito sulla già traballante credibilità della Chiesa.

* "Dal Mandilio di Edessa alla Sindone di Torino. Metamorfosi di una leggenda"

Anche in rete pubblica uno studio specifico, consultabile liberamente, "Forme e vicende del Mandilio di Edessa"

La disamina contiene una ricerca iconografica che si allarga alle reliquie documentate sino a ricostruire la storia del famoso reliquiario custodito a Costantinopoli dagli Imperatori bizantini a partire dal 944 d.C.

Nel 1204 la città fu assalita e saccheggiata dai Crociati i quali salvarono il reliquiario divenuto proprietà di Baldovino I, nuovo Imperatore di Costantinopoli nel 1228, fu poi venduto da suo figlio Baldovino II dietro pagamento di una cifra esorbitante a (Ludovico) Luigi IX detto il Santo, Re di Francia dal 1226 fino alla sua morte nel 1270 (poi è' stato fatto veramente Santo). Al termine del particolareggiato excursus storico, Nicolotti conclude:

Siamo in grado di sapere con precisione quali furono le reliquie cedute al sovrano francese perché ci è pervenuto il testo di una dichiarazione, datata giugno 1247, che le elenca una ad una:

"La sacrosanta corona di spine del Signore, e la santa croce; poi del sangue del Signore nostro Gesù Cristo; i panni dell’infanzia del Salvatore, con i quali fu avvolto nella culla; un’altra grande porzione del legno della santa croce; il sangue che, per stupefacente miracolo, stillò da un’immagine del Signore percossa da un infedele; poi la catena, o vincolo di ferro, fatto quasi in forma di anello, con il quale, si ritiene, nostro Signore fu legato; la santa tela inserita in una tavola; gran parte della pietra del sepolcro del Signore nostro Gesù Cristo; del latte della beata vergine Maria; poi il ferro della sacra lancia con il quale il fianco del Signore nostro Gesù Cristo venne trafitto; un’altra piccola croce, che gli antichi chiamavano croce trionfale, perché gli imperatori erano soliti portarla alle guerre per speranza di vittoria; la clamide scarlatta che i soldati misero addosso al Signore nostro Gesù Cristo, a suo scherno; la canna che gli posero in mano al posto dello scettro; la spugna piena d’aceto che gli sporsero quando era assetato sulla croce;parte del sudario con il quale il suo corpo fu avvolto nel sepolcro; poi il lino di cui si cinse quando lavò i piedi dei discepoli, e con il quale asciugò i loro piedi; la verga di Mosè; la parte superiore della testa del beato Giovanni Battista, e le teste dei santi BiagioClemente e Simeone"* (Epistula Ludovico IX).

Questo documento storico conferma che sino al 1247 d.C. non esisteva ancora la ben più famosa Sacra Sindone in Francia ove, come sappiamo, farà la sua comparsa a Lirey un secolo dopo, "devotamente" integra. San Luigi, Re di Francia, grazie al potere e ai capitali a sua disposizione avrebbe certamente completata la sua già ricca collezione di reliquie sostituendo il "pezzo di Sindone", ovviamente falso, con la Sindone "autentica".

* San Biagio, ne abbiamo dimostrato l'invenzione all'inizio di questo studio; san Simeone anche lui inventato, vedi studio IV; san Clemente (Alessandrino) idem, vedi studio V.

L'analisi di Nicolotti, negando l'identificazione del Mandylion con la Sindone di Torino, di fatto (solo su questo punto), conferma le conclusioni dei maggiori sindonologi atei italiani, Antonio Lombatti, collaboratore del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) e Luigi Garlaschelli del Dipartimento di Chimica Organica dell'Università di Pavia.

Tutti insieme, pur "militando" in schiere contrapposte, i loro studi evitano, accuratamente ma con ragioni diverse, di entrare nel merito della cruenta storia scritta nei decreti conciliari sulle reliquie e la raffigurazione delle divinità cristiane. Così come, insieme, evitano la lettura comparata dei documenti neotestamentari con quelli afferenti la Tradizione patristica che trattano il momento della morte e risurrezione di "Nostro Signore", e il periodo seguente quando entrano in azione i Suoi successori.

Da quanto risulta, l'Ultimo Protocollo equiparato a Comandamento e rivelato da Dio dall'Alto dei Cieli ai Sindonologi Mistici ed agli Eletti Scienziati Illuminati, viene ottemperato anche dagli scienziati atei
(la minuscola è d'obbligo quando non si tratta di Santi) e dallo stesso CICAP.

Tanto peggio per loro perché l'apparizione miracolosa voluta dal Creatore, apparsa sulla Sindone in contemporanea con la Grande Ostensione del 2010, la scritta "ENEA", mai vista prima, viene scoperta, manco a dirlo ... dall'ENEA. Sì, avete capito bene, l'Agenzia Nazionale per le Nuove tecnologie Energia e sviluppo sostenibile
E quando la "Scienza" entra in campo contro la "Scienza" ... le cose si complicano per la "Scienza".

La notizia viene ufficializzata dal dottor Paolo di Lazzaro, responsabile del Laboratorio Eccimeri del Centro Ricerche ENEA di Frascati, il quale spiega subito che l'omonimia della scritta è un caso ma, la dichiarazione seguente chiarisce meglio la posizione dello Scienziato e dell'ENEA:
 

Centro Ricerche ENEA di Frascati
. Ufficio Stampa.
 

La Sindone è un enigma scientifico a molte facce”. Ci spiega il dott. Paolo Di Lazzaro, responsabile del Laboratorio Eccimeri del Centro Ricerche ENEA di Frascati “La misura di radio datazione effettuata con il carbonio 14, per esempio, ha collocato l’origine del telo in pieno medioevo (1260–1390) ma questa misura sembra aver sofferto sia di errori materiali di calcolo sia di problemi di contaminazione, ed è in contrasto con molti indizi tessili, iconograficistorici che suggeriscono che questo telo sia più antico di quanto dica la radio datazione.

Non ci vuole molto a capire che l'Eletto Scienziato Illuminato ha emesso un Giudizio Divino basato sulla semplice Fede poiché "sembra" e "indizi" non hanno alcuna valenza probatoria scientifica, utili, questo sì, ad eccitare e indottrinare gli sprovveduti, e Di Lazzaro lo sa bene.
 Consapevolmente il dottor Paolo alimenta la credulità superstiziosa coinvolgendo la Scienza in quanto suo rappresentante, quindi "testimone" della inaffidabilità della stessa, ottenendo quanto si era prefisso: il Sacro diventa certezza, la Scienza no!

Dottor Di Lazzaro, prima di richiamarsi a "indizi storici", si legga la Storia, e al contempo si legga i Sacri Testi e la documentazione patristica dei "Successori di Cristo", poi, dopo una decina d'anni di studi a tempo pieno, stia certo, non oserà più fare "sparate" in cui miscelare Credo e Scienza al fine di insinuare pesanti dubbi su misurazioni fatte da tre Istituti di rilevanza mondiale che si sono avvalsi di strumenti scientifici ai quali Lei stesso, in ultima analisi, affida i suoi oracoli.

L'Illuminazione che ha folgorato lo Scienziato Eletto si concretizza con la "ricostruzione" del "Bagliore Divino della Risurrezione" che generò Cristo nel lenzuolo funebre entro cui fu avvolto lasciandovi la Sua Impronta nell'attimo in cui "sparì".
 "I ricercatori dell'ENEA credono sia stato un potente fascio di raggi ultravioletti a marcare indelebilmente il Sudario di Cristo" dice Giacobbo all'inizio dello show; e aggiunge "una potente luce si generò dal Corpo di Cristo all'interno del Sudario"; poi fa scendere in campo Di Lazzaro, che si presta ben volentieri, e il dottore, con un laser a eccimeri, produce un potente raggio di luce ultravioletta "di energia pari a quella di quel giorno di 2000 anni fa"(sottolinea Giacobbo). 

Il laser, indirizzato su un piccolo campione di tessuto "riesce" a bruciacchiarlo facendogli una macchia o ombreggiatura (che i pii chiamano "impronta"). "Cambiando l'onda di emissione abbiamo ottenuto un colore molto più giallo e molto più vicino alla colorazione cromatica della immagine sindonica; l'azione coinvolge le fibre più esterne, quelle che guardano la luce laser" conclude lo Scienziato.

E allora? Cosa c'è di speciale nello strinare con un potentissimo raggio ultravioletto un pezzetto di telo bianco sino a macchiarlo? Lo Scienziato Eletto ci spieghi piuttosto come fa un "laser a eccimeri" a riprodurre la assenza di deformazioni geometriche tipiche di un corpo tridimensionale al quale aderisce un lenzuolo come una maschera al volto di un uomo. 

Perché, quando spianiamo la maschera ben stirata come il Lenzuolo di Torino, quella che i Sindonologi Mistici chiamano "Impronta del Volto" finisce col risultare una grottesca faccia slargata a dismisura, e lo stesso vale per il resto del corpo ... ma chi realizzò il falso lo sapeva bene e fece in modo che il "Corpo Sacro" apparisse di proporzioni umane corrette. Già, ma molto più alto della media umana dell'epoca: come si conveniva a un Dio che sovrastava tutta l'umanità.

Roberto Giacobbo, avvalendosi di un intelligente montaggio unito ad una scaltra manipolazione mediatica finalizzata a dimostrare la veridicità della Risurrezione, è riuscito a incantare masse di ascoltatori, convinti di aver assistito a un documentario scientifico ... in quel momento ... poi, appena giunta domenica, gli stadi continuano a riempirsi, ma le Chiese a svuotarsi.

A seguito i "miracolisi" esperimenti compiuti dal Laboratorio ENEA in diretta TV, contiamo sull'interesse del pio scienziato divulgatore cattolico, il professore Antonino Zichichi, affinché, dopo aver raccolto le preventive necessarie adesioni dei fisici più famosi del mondo, promuova gli atti necessari a candidare il dottor Paolo Di Lazzaro presso il Comitato Norvegese di Oslo per l'assegnazione del Premio Nobel per la fisica "essendo riuscito a riprodurre l'energia che si sprigionò da Cristo al momento della Sua Risurrezione". Rimaniamo in devota attesa della conferma ufficiale del prestigioso riconoscimento, orgoglio dell'ingegno italiano.
 

Dopo questa fastidiosa sequela di "prove", "teorie", "confutazioni", "fantasie", "credenze", "convinzioni", sciocche e spesso puerili, ma soprattutto superstiziose e caparbie, rimangono semplici e brevi considerazioni dalle quali non si può prescindere. Particolari che qualsiasi prete o semplice studioso di testi sacri e tradizione patristica conosce alla perfezione ... ma che tace volutamente per calcolato opportunismo.

Una volta accettate per vere le narrazioni evangeliche canoniche neotestamentarie, basta leggerle con attenzione critica per ricavare i dati inerenti alle reliquie documentate nei Sacri Testi. Nel caso della Sindone e del velo usato per asciugare il volto di Cristo seguiamo cosa dice il vangelo di Giovanni dopo che Gesù fu deposto nel sepolcro da Giuseppe d'Arimatea seguito da Nicodèmo:

 

"Vi andò anche Nicodèmo e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libre. Essi presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende insieme con gli oli aromatici" (Gv 19,40. Bibbia CEI).

"Allora Simon Pietro, insieme all'altro discepolo (Giovanni) si recarono al sepolcro. Correvano insieme ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi vide per primo le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro ed entrò e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era statoposto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte"
 (Gv 20,3/7. Bibbia CEI).

Questa è tutt'ora la traduzione ufficiale del vangelo di Giovanni da parte della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) conforme al "Codex Vaticanus Graece 1209": quindi una Sacra Scrittura in vigore da oltre 1500 anni, utilizzata per evangelizzare la intera Cristianità.

Scopo dello scriba di questo vangelo fu di rappresentare l'imbalsamazione della salma del Messia da parte dei due autorevoli Giudei, già forniti di trentadue chili (in libbre romane) di miscela balsamica, secondo rituali riservati ai Re e praticati nei paesi orientali, dall'India alla Persia fino all'Egitto. Erano salme sacre e dovevano essere preservate dalla decomposizione garantendo loro una vita eterna nell'aldilà dopo essere state cosparse di unguenti e avvolte con bende di lino intrise nella stessa sostanza. 

La miscela di mirra e aloe aveva questa proprietà ma, come tutti i credenti riconoscono (in ossequio alla fantastica teologia dell'evangelista), il rituale per impedire la putrefazione del Suo cadavere non servì a GesùEgli risuscitò da morte entro il terzo giornoprima di decomporsi.

Il vangelo di Giovannia differenza dei tre sinotticinon parla di lenzuolo nel quale fu avvolto l'intero corpo di Cristo quando fu deposto dalla croce: l'unico sudario era un telo posto sul suo capo, quindi di misura molto ridotta rispetto a quello utile a contenere l'intero corpo come una sindone di oltre quattro metri.

Infatti i vangeli sinottici non riportano la presenza del piccolo sudario, pertanto, mentre la tumulazione della salma è uguale in tutti i vangeli, viceversa, il procedimento rituale per l'imbalsamazione del corpo si realizza solo nel quarto vangelo. 

La sepoltura più famosa dell'umanità viene descritta con due rituali funebri, diversi e contratanti fra loro, riguardanti lo stesso defunto, e il fatto non può che discreditare la successiva narrazione della risurrezione del cadavere, un fenomeno che viola le leggi naturali, ragion per cui: impossibile.    


Sin dal 1979, sotto il neo eletto papa Karol Wojtyla, l'Accademia Pontificia delle Scienze manifestò l'intenzione, attraverso un protocollo pubblico, di sottoporre la Sindone di Torino a vari esami tra i quali la datazione al radiocarbonio. Da allora l'attenzione degli esegeti si è focalizzata sulle descrizioni degli evangelisti al momento della deposizione e preparazione per la sepoltura della salma di Cristo, evidenziando la diversità fra i sinottici, in cui si descrive un lenzuolo come sudario, e il vangelo di Giovanni che specifica "avvolsero il corpo in bende"non nella Sindone.

Le eminenze grigie, giustamente, paventavano che la pubblicità, scaturita da un esame pubblico della reliquia più famosa della cristianità, avrebbe aumentato la curiosità delle masse, cui sarebbe seguita l'inevitabile denuncia della grave contraddizione fra i vangeli, finendo col ridurne la credibilità. Inoltre, a peggiorare il giudizio, molti critici avevano iniziato ad insinuare che il falsario della Sindone fu obbligato ad ignorare il vangelo di Giovanni perché non poteva eseguire l'opera particolareggiata su delle bende. Ma la Chiesa era con le mani legate: se avesse modificato la traduzione del vangelo di Giovanni avrebbe scatenato la reazione dei critici e attirato ancor più l'attenzione sul grave contrasto fra le diverse testimonianze evangeliche della "resurrezione di Cristo". Come nel caso di Luca quando, nel suo vangelo, narra di un Gesù appena risorto che si intrattiene con gli apostoli giusto il tempo di consumare nel "cenacolo" una cenetta a base di pesce e ... "alzate le mani, li benedisse e si staccò da loro e fu portato verso il cielo" nel medesimo giorno
(Lc 24,51).

Ma lo stesso Luca, in "Atti degli Apostoli"rilascia una versione diversa: "Egli (Gesù) si mostrò ad essi (gli apostoli) vivo dopo la sua passione, con molte prove (sic), apparendo a loro per quaranta giorni ... e fu elevato in alto ai loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo" (At 1,3/9).


Nel 1988, quasi in sordina, un prete laziale, ossessionato dalla dubbia credibilità circa la "Resurrezione di Cristo" a causa le contraddizioni evangeliche, don Antonio Persili, banalizzando apertamente e con superficialità la millenaria versione ufficiale, decide autonomamente di "riparare" il vangelo di Giovanni e pubblica il suo studio in un volumetto che, non potendo fare altro, viene ignorato dalle autorità ecclesiastiche: "Sulle tracce del Cristo risortoCon Pietro e Giovanni testimoni oculari".

Dovranno passare una dozzina d'anni di dispute interne sulla Sindone prima che qualche esegeta della Chiesa pensasse che era opportuno modificare il vangelo di Giovanni, in quel preciso punto. Al contrario, i veri esegeti ecclesiastici, le sottili Eminenze Grigie, hanno capito che il volenteroso prete era animato da un sincero "eccesso di fede" ed hanno fatto finta di niente, ben sapendo che se avessero iniziato a "correggere" i vangeli ... sarebbero stati costretti a riscriverli tutti dall'inizio, appunto per "l'eccesso di contraddizioni" in essi contenute.

Nel 2000 d.C., anno del Grande Giubileo Cattolico, è iniziata a circolare la versione, tuttora ufficiosa, in grazia della "Rivelazione Divina" ricevuta dall'evangelista don Antonio Persili, incentrata sul brano di Giovanni, corredata di nuove teorie e "dovutamente" caricata di tortuosi grecismi ricercati nel groviglio dei vocabolari disordinatamente sfogliati, ma, non essendo bastante estrapolare qualche parola, per corroborare la sua teoria le cambia con delle nuove.

Ignorando il preciso rituale dell'imbalsamazione e le motivazioni escatologiche rappresentate dallo scriba, il brano appena sopra letto viene modificato nel nuovo vangelo di don Antonio Persili ed entusiasticamente accettato dai saccenti dèditi a fare apostolato, ma frustrati dal vangelo di Giovanni "discepolo prediletto di Gesù", il quale viene fatto passare come "giovane inesperto" ... nonostante, quando scrisse il vangelo, era quasi centenario. Un particolare che l'evangelista Persili e gli avviliti sapienti, con Vittorio Messori "capocordata", si guardano bene dall'evidenziare. 
Ecco il nuovo versetto "riparato":

"Giovanni ... chinatosi, scorge le fasce distese, ma non entrò. Giunge intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entra nel sepolcro e contempla le fasce distese e il sudario che era sul capo di lui, non disteso con le fasce, ma al contrario avvolto in una posizione unica".

Le motivazioni di chi ha scritto questo brano, e di chi lo condivide, sono evidenti dal momento che la stessa "necessità" di modificare un vangelo, già da sola, dimostra che chi lo fa sa che fu scritto da uno scriba senza alcuna "rivelazione" di Dio; quindi sa che può "correggerlo" per ridurre le contraddizioni con le altre "resurrezioni". Ma consigliamo i lettori di non "infilarsi" nel web in questa "ricerca" per evitare di ritrovarsi nel mezzo di una bolgia mediatica tipo quella relativa il Mandylion-Sindone e, soprattutto, perché ... è inutile.

Più i falsificatori si agitano per "salvarsi" dalle sabbie mobili delle sacre contraddizioni e più finiscono coll'affondarvi.

Non è un caso che Dio abbia dettato il Protocollo Divino equiparato a "Comandamento", in base al quale tutti i Sindonologi Mistici e gli Eletti Scienziati Illuminati devono astenersi dall'entrare nei particolari neotestamentari: «Evitare, tassativamente, ulteriori "Rivelazioni Divine" e smettere di citare la storia patristica cristiana sino a tutto il IV secolo, nonché qualsiasi Concilio tenutosi su le "Sacre Impronte" dal VI secolo in poi, pena le Fiamme dell'Inferno» ... 

Sì, il Padreterno aveva delle ottime ragioni per impedire che il castello di sabbia delle menzogne si sciogliesse col sopraggiungere delle onde del razionalismo storico.

Dopo che la Chiesa Universale ha indetto l'ultima Santa Crociata Mediatica e chiamato a raccolta gli "Scienziati di Cristo", incitandoli ad elaborare teorie scientifiche di "ultima generazione" da esporre nel Concilio Iconòdulo sulle "Sacre Impronte" tenutosi a Torino nel 2010, la grancassa ha suonato così forte che, ormai, l'elenco delle "Impronte" rilasciate dalle "Sacre Reliquie" è talmente lungo che la immancabile, pedissequa Wikipedia, "Per Grazia Ricevuta" lo ha sciorinato compiutamente. E sappiamo tutti che qualsiasi informazione "entrata" nel web, lì resta ... anche a voler cancellare "la fonte".  
   
Allora, a partire dai vangeli, limitiamoci a seguire il percorso delle due reliquie in essi citate e decantate a squarciagola dalla cristianità praticante: la Sindone, lungo sudario del Cristo defunto e il piccolo sudario che avvolse il Suo capo. 

L'unico ad entrare nel Sacro Sepolcro fu Simone Pietro, lui vide i due sudari, intanto fuori era già risorto "Rabbunì, il Maestro" e parlava con Maria di Màgdala. Poi, nello stesso giorno, la sceneggiatura si sposta dal sepolcro alla casa dove si erano rifugiati gli apostoli, e lì Gesù si rivela anche a loro già risorto, per otto giorni. Poi si rivela ancora a loro sul mare di Tiberiade, e dal lago ... le rivelazioni proseguono nella Città Santa in "Atti degli Apostoli".

Ove leggiamo che i Successori di Cristo si riuniscono per quaranta giorni: prima nel Cenacolo sul Monte degli Ulivi, poi a Gerusalemme, assieme a Maria Vergine in attesa dello Spirito Santo "assidui e concordi nella preghiera". Fra essi è presente Simone Pietro, l'unico di loro ad essere entrato nel Sacro Sepolcro, quindi il solo ad avere il Sacro Dovere di salvaguardare le due reliquie del Figlio per consegnarle alla Madre di Cristo.

Ma, lo scriba di "Atti" che si firma Luca, non sa nulla della Sindone riferita dallo scriba del vangelo di san Luca. Pertanto questo amanuense non sente il dovere di far restituire da san Pietro alla Theotòkos "Θεοτόκος", la Madre di Dio, come è chiamata nel vangelo lucano, il lenzuolo funebre di Suo Figlio. Lo stesso vale per il piccolo sudario che avvolse la testa di Cristo.

A questo punto, per gli iconòduli reliquiaristi le cose si complicano davvero. Nella casa, assieme agli altri apostoli, è presente anche Giuda "non il Traditore", il quale, stando alla "tradizione" inventata durante le lotte iconoclaste tra cristiani, già possiede il fazzoletto con l'Immagine di Gesù vivo e, quanto meno, deve sentire il cristiano obbligo di farla vedere a Sua Madre ed agli stessi apostoli, perché essi riferiscano la parabola nei vangeli e nelle loro lettere, informandoli, inoltre, che lui stesso, dopo la discesa dello Spirito Santo, avrebbe ordinato all'apostolo Taddeo (ma, come sappiamo, san Luca non lo conosce, infatti lì non c'è) di recarsi a Edessa per consegnare ad Abgar il Mandylion e miracolare l'intera città affetta dalla lebbra, secondo la testimonianza di Eusebio riferita tre secoli dopo, ripresa ancora due secoli successivi dagli "Atti di Taddeo":

"Dopo l'ascensione di Gesù, Giuda, detto anche Tommaso, mandò ad Abgar l'Apostolo Taddeo".

Ma, nella narrazione sacra apostolica dei loro "Atti", neanche Giuda, lì presente, espresse alla Madre di Cristo questa "volontà" ordinata da Suo Figlio quando era in vita. 

Ecco perché a Nicea II, come abbiamo sopra visto, tutti i presenti all'assemblea conciliare, indistintamente, sapevano che nessun ApostoloPadreVescovoPapa o storico cristiano, sino ad Eusebio di Cesarea, aveva mai sentito parlare, non solo di "Sacro Volto", ma neanche di semplice "lettera divina" che, nel giro di un paio di secoli dopo il menzognero Vescovo, si trasformerà in "Immagine Sacra di Gesù". 

Intanto, mentre stiamo scrivendo queste righe, il frastuono della Crociata Mediatica indetta da Santa Madre Chiesa per comprovare l'esistenza delle Sacre Reliquie, non si placa, anzi, continua peggio di prima perché, ormai, i depositari iconòduli delle "Rivelazioni Divine" litigano fra di loro nella corsa serrata a chi le spara più grosse, perciò ... si è verificato quello che Dio aveva temuto e tentato di evitare con l'Ultimo Protocollo ...





ReteLibera
00martedì 8 luglio 2014 19:00

La verità sulla Sindone di Torino




 


Parlare “della Sindone” può anche risultare imbarazzante, se non altro per il fatto che in passato di teli funebri presunti sacri ce ne sono stati davvero parecchi. A Smirne, a Costantinopoli, a Besançon, si sono generate testimonianze medievali di “sindoni” tra le più disparate. Qualcuna era solo un telo bianco, altre, come quella di Besançon, riportavano un’immagine la quale – secondo le descrizioni dell’epoca – somigliava molto a quella conservata a Torino. Tra le molte sindoni, purtroppo, solo quella di Torino è ancora intatta.

La sua storia però risulta alquanto recente: era infatti il 1357 quando fece la sua comparsa in Francia. Ne denunciò per primo il possesso Goffredo II, figlio di un crociato, Goffredo I di Charny, che l’avrebbe portata con sé al ritorno dalle scorribande in Medio oriente, come l’assedio di Smirne del 1345-1346.

La Sindone apparve però dopo la morte dello stesso Goffredo I, avvenuta durante la battaglia di Poitiers contro gli Inglesi (1356). Quindi, non si poté più ottenere informazioni proprio dall’unico testimone che avrebbe potuto raccontare dove l’aveva trovata e come l’aveva trasportata.

Ciò che si sa è perciò solo frutto dei racconti di suo figlio e di sua nipote, Margherita, i quali a più riprese sfruttarono il fascino del Telo per racimolare denaro con ostensioni pubbliche molto discusse e criticate perfino dal clero di allora.

A Margherita, per esempio, venne intimato dal vescovo di Chimay (Belgio) di andarsene dalla città e di portarsi con sé il Telo, reputato una reliquia falsa, mostrata solo per scopi di lucro.

Nel proprio memoriale, inoltre, Pierre D’Arcis, vescovo successore di Enrico di Poitiers, narrò a Papa Clemente VII come la sindone non fosse altro che un falso ottenuto dalla perizia di un artigiano locale.

Nel memoriale, Pierre D’Arcis denunciava la spregiudicatezza, “la falsità e l’inganno”, con sui il decano della diocesi di Lirey (dove era conservata la sindone)  sfruttava artificiosamente la “reliquia” a scopo di lucro.

La risposta di Clemente VII fu l’intimazione di appendere una scritta, da leggere  a gran voce, che ricordasse durante le ostensioni che la Sindone “non era il vero sudario che aveva avvolto Nostro Signore Gesù Cristo, ma una pittura o tavola fatta a raffigurazione o imitazione del sudario”.

L’inizio, quindi, non è dei più entusiasmanti. Ma la credulità popolare aveva ormai preso il sopravvento perfino sulla storia e sulle decisioni papali. Nonostante la scomunica che la gravava, Margherita vendette ai Savoia la Sindone, che venne traslata prima a Chambery e poi a Torino.

Nel 1532 un incendio danneggiò la sindone e le provocò le macchie e le bruciature che ancora oggi si possono vedere chiaramente. Non che prima la Sindone fosse stata trattata bene: mostrata reiteratamente, trasportata per mezza Europa in condizioni di conservazione precarie, bollita in pentoloni d’acqua per dimostrare che non era una pittura.
Insomma, quel telo c’è da stupirsi che sia ancora tra noi. Ma questo non vuol certo dire che è per cause divine.

Le indagini scientifiche

Nel 1988 si decise, dopo infinite diatribe, di costituire un team eterogeneo e qualificato di ricercatori che potessero analizzare il Telo e stabilirne la natura. Quando dico “eterogeneo”, intendo proprio “molto eterogeneo”. Gli studiosi partivano per lo più da posizioni preconcette di entrambi i sensi, andando dal massimo del negazionismo al massimo dell’apologetico. Il processo di analisi non poté mai procedere quindi con la necessaria serenità di cui avrebbe avuto bisogno.

Garante della correttezza dei lavori era il Prof. Gonella del Politecnico di Torino, esperto fra i più rinomati in Italia di fibre e tessuti e consulente scientifico del Cardinale torinese Ballestrero.

Il lino venne sottoposto a indagine visiva, microscopica, chimica, fisica. L’indagine che però chiuse definitivamente la querèlle fu quella del C14.

Per chi non lo sapesse, il Carbonio14 è un isotopo del Carbonio “normale”, cosiddetto “12″ (peso atomico), che rappresenta il 98,9% del totale. Il C14 si forma negli strati alti dell’atmosfera per eccitazione dell’azoto dovuta ai raggi cosmici. Poi, come il C12, viene assorbito dalle piante durante la loro crescita nella forma legata all’ossigeno: CO2 (anidride carbonica).

Alla morte della pianta, cessa anche l’assorbimento dall’atmosfera e principia lo spostamento dell’equilibrio tra i due isotopi. Il tempo di decadimento del C14 è regolare e ciò permette di datare un reperto in base al rapporto che esiste tra C12 e C14: tanto più basso sarà il C14, tanto più vecchio sarà il reperto. Decine di migliaia di analisi sono state effettuate con questo metodo. L’unica avvertenza è quella di non applicare il metodo a matrici che già all’origine hanno un contenuto bassissimo di C14 (es. i molluschi, il cui carbonato di calcio deriva dai sedimenti marini e non dall’atmosfera). Il lino, essendo matrice vegetale, si presta quindi ottimamente all’analisi del C14.

Questa è stata ripetuta in ben tre laboratori differenti: Tucson, Londra e Zurigo. Un ritaglio del bordo della sindone fu analizzato in tal senso e diede risultati compresi tra il 1260 e il 1390 (centrato sul 1325).

Per quanto i risultati siano statisticamente molto (un po’ troppo) espansi, un dato resta inconfutabile: la Sindone non è del primo secolo della nostra era. Fine della trasmissione? Niente affatto. Fu solo l’inizio.

Polemiche sul campionamento e sulla datazione

Si scatenò quindi la diatriba circa la correttezza del prelievo e dell’analisi. L’accusa era che il lembo a doppio strato utilizzato per l’analisi fosse stato apposto al telo originale solo in un secondo tempo, durante la fase in cui la Sindone veniva esposta in mezza Europa. Lo stesso Gonella poté però assicurare che le fibre del telo si compenetravano all’interno del rinforzo laterale, divenendone parte integrante fin dal momento della tessitura del telo stesso. Il bordo “rinforzato” aveva quindi la stessa età del resto del Telo.

Allora si cercò di attaccare il metodo stesso del C14, asserendo che l’analisi aveva fornito dati sbagliati a causa di un “ringiovanimento” che la Sindone avrebbe avuto nel tempo. Le cause presunte per questo “ringiovanimento” sarebbero diverse: secondo Dmitri Koutznetsov l’incendio di Chambery avrebbe ringiovanito il Telo grazie alle elevate temperature. Il calore avrebbe infatti sostituito gli atomi di Carbonio del lino, apportando C14 “fresco”.

Peccato che per ringiovanire la Sindone di 1300 anni, circa due terzi degli atomi di Carbonio avrebbero dovuto essere completamente sostituiti, distruggendo di fatto la matrice organica del tessuto.

Se poi consideriamo che l’incendio è avvenuto nel 1532, la “sostituzione” avrebbe dovuto togliere alla Sindone ben l’85% della propria età teorica di allora.  In altre parole, ne sarebbe rimasto solo un sottile strato di materiale o incenerito o prossimo ad essere tale, come accade a un foglio di carta appoggiato in un camino. La Sindone invece mostra ancora la struttura delle fibre del lino in ottimo stato di conservazione.

La seconda tesi, sempre sul ringiovanimento, era incentrata sulle contaminazioni microbiologiche. Secondo alcuni ricercatori americani, ciò che era stato analizzato era talmente intriso di resti di microorganismi che la datazione aveva misurato l’età di questi anziché quella della Sindone. Ancora, per ottenere un tale ringiovanimento, l’infestazione di batteri, muffe e funghi, avrebbe dovuto non solo essere imponente, ma anche recentissima.

Praticamente, il giorno stesso dell’analisi, dovrebbe essere avvenuta una tale proliferazione di microbi da rappresentare in poco tempo i 2/3 del peso del Telo. Decisamente poco scientifico come approccio, anche perché, se davvero i 2/3 del peso del Telo fosse dovuto a microorganismi, appare chiaro come l’aspetto stesso della Sindone sarebbe più o meno quello di uno strato marcescente di colori tra i più disparati.

Microbi a parte, vale la pena di approfondire le posizioni di Koutznetsov: egli vantava di aver provato quanto diceva mettendo in una muffola (forno da laboratorio) alcuni frammenti di bende e sudari di varia origine e di averne poi misurato l’età col carbonio 14. Avrebbe così appurato per via sperimentale che l’età dei teli si era ridotta a causa del trattamento termico.

Il lavoro scientifico appariva corredato da una consistente bibliografia, come pure da una lista molto lunga di ringraziamenti a musei, istituti, università, enti, che avrebbero fornito i tessuti da avviare all’analisi. All’epoca, circolarono su quotidiani e periodici titoli come “La scienza smentisce la scienza”, e altra paccottiglia simile.

Gian Marco Rinaldi (Cicap) si incapricciò però di indagare sulle modalità con cui Koutznetsov aveva operato nella sua ricerca. Si scoprì così essere un truffatore che aveva falsificato (e spesso inventato) i dati con cui si prefiggeva di sbugiardare i cosiddetti “carbonisti”.

Molte delle pubblicazioni citate in bibliografia non esistevano, o perché mai pubblicate, o addirittura perché non esisteva proprio la rivista. In altri casi, si scoprì che il russo si era inventato musei e istituti, oppure si era inventato i nomi dei referenti che gli avrebbero fornito i tessuti. Ancora, se pure esistevano le persone da lui “ringraziate”, esse smentirono categoricamente di essere mai state contattate da Koutnetsov. Questi finì pure in galera per assegni scoperti e scomparì nel nulla, dopo essersi attirato le maledizioni di gran parte del mondo accademico con il quale aveva avuto a che fare.

La scienza, ameno quella vera, non si fa infatti inventandosi dati, riviste e campioni. Ma le stesse riviste e gli stessi giornali che avevano enfatizzato le “prove” di Koutzentsov non si presero mai la briga, ovviamente, di correggere il tiro e rimangiarsi i titoli ad effetto pubblicati in precedenza. Così, circolano ancora oggi molte persone convinte che la datazione al radiocarbonio sia stata sbugiardata, quando invece non è così: la datazione al C14 è stata svolta bene e ha dato i risultati che ha dato. Con buona pace degli apologeti.



Altre diatribe “scientifiche” sulla sindone

A fronte di prove di laboratorio schiaccianti, come quella del C14, il fronte apologetico non arretrò. Anzi, cercò di smontare le prove senza affrontarle mai direttamente. Si vennero così a generare “ricerche” e “prove” che la Sindone era nei fatti antecedente al fatidico 1300 e briscola che la radiodatazione aveva fissato.

Ci fu così chi trovò pollini tipici della Palestina, chi “vide” monete romane sugli occhi della figura, chi ancora contò  i segni della flagellazione e chi affermò di avere trovato il gruppo sanguigno e perfino il DNA di Gesù Cristo. Ma andiamo per ordine.

I pollini

Max Frei, svizzero, avrebbe trovato sulla Sindone pollini tipici dell’area di Gerusalemme. Si narrò perfino che fossero di piante estinte da tempo e che esistevano però ai tempi di Cristo. Per fortuna, questa serie di leggende metropolitane fu smentita dagli stessi sindonologi apologeti, anche perché consapevoli che una simile bufala avrebbe avuto le gambe corte.

Frei, già noto per aver riconosciuto come autentici i diari di Hitler, poi rivelatisi falsi, si era buttato nella mischia sindonologica prelevando corpuscolato dal telo e avviandolo a esame. Quale esame non è però dato sapere, perché Max Frei non ha lasciato la benché minima traccia delle metodologie utilizzate, limitandosi a scrivere un elenco di essenze vegetali produttrici dei pollini che lui “avrebbe trovato”.

Frei prelevò i campioni utilizzando del nastro adesivo e lavorò su di una superficie di circa 20×20 cm. Un’inezia. Eppure vi avrebbe trovato granuli pollinici fra i più disparati. Spesso di piante rare, altre volte perfino di piante a impollinazione entomofila (portati dagli insetti). Non trovò però pollini di piante molto più comuni e capaci di produrre quantità enormemente superiori di polline rispetto a quelle da lui citate.

Insomma, con una banale ricerca bibliografica si potevano trovare le piante tipiche dell’area di Gerusalemme e poi riportarle nel diario come risultato di un’indagine al microscopio. Peraltro, alcune classificazioni molto particolari che Frei avrebbe fatto, richiedono apparecchiature e metodologie che Frei non possedeva, amplificando così il dubbio che l’elenco da lui redatto fosse del tutto inventato leggendo qualche buon Atlante di botanica sistematica.

La più totale mancanza di controllo crociato con altri ricercatori lascia quindi aperta la porta a seri dubbi circa la stessa onestà intellettuale del ricercatore-fai-da-te elvetico. Ma anche se l’esame di Frei fosse davvero stato svolto con cura e i risultati fossero attendibili, aver dimostrato che il Telo veniva dal Medio Oriente, che avrebbe dimostrato?

Stabilirne l’origine non significa annullare la datazione al 1300. Ma questa è solo una delle tante “non-prove” che i sindonologi hanno portato sul tavolo, ben consapevoli che nessuna di esse era in grado di annullare la radiodatazione, ma che era però capace di persuadere il popolo dei credenti, che poco sa di scienza ma molta fame ha di fede.

Le macchie di sangue

Sul volto della figura sindonica sono visibili dei rivoli che ricordano il sangue. Al di là della forma a “3″ rovesciato che ha la traccia più visibile, una forma che sa molto di riproduzione pittorica, anche la sostanza stessa del residuo secco lascia poche chànce a quel materiale di essere stato in passato del sangue.

L’equipe di ematologi che sottopose il raschiato ad analisi constatò solo una lunga fila di esiti negativi: negativo alla reazione colorimetrica con la benzenidina, negativa l’analisi cromatografia, negativa anche l’analisi microscopica, dalla quale emergeva una totale assenza del corpuscolato tipico del sangue, controbilanciata in negativo da una presenza di non meglio specificate “scagliette” che per aspetto ricordavano una qualche forma di metallo, come quelli utilizzati per comporre pigmenti pittorici.

Infine, anche l’analisi dello spettro elettrolitico diede esito negativo: nel sangue si trovano elettroliti come il sodio, il magnesio, il calcio e il potassio. Quest’ultimo è uno dei principali e si trova in abbondanza nel sangue. Ebbene, nel reperto sindonico non ve ne era traccia, dimostrando non solo che quel campione non era sangue al momento dell’analisi, ma che non lo era nemmeno mai stato.

Eppure, il “Prof. Baima Bollone” affermò di essere riuscito, in ricerche da lui condotte in separata sede, a distinguere addirittura il sangue arterioso da quello venoso, di essere riuscito a stabilire il gruppo sanguigno (AB+) e di aver addirittura trovato tracce del DNA di Gesù Cristo.

Per di più, Baima Bollone s’intese di rafforzare la propria tesi “autenticista” riportando di aver trovato alcuni gruppi porfirinici all’interno del raschiato.

Partiamo da quest’ultima affermazione: i gruppi porfirinici derivano da processi di degradazione del sangue, è vero, ma sono anche presenti in alcuni pigmenti di origine vegetale, estraibili da alcune bacche con le quali i pittori medievali producevano un rosso molto profondo.

Sul sangue arterioso/venoso sarebbe interessante capire come abbia fatto a distinguere addirittura fra i due tipi di sangue, quando un’equipe di ematologi aveva già stabilito chiaramente che quello sangue non era.

Sul gruppo sanguigno poi, esso sarebbe stato individuato utilizzando il metodo della scintigrafia. Ottimo metodo, molto sensibile. Permette di individuare il gruppo sanguigno di un campione anche lavorando su quantità di sangue irrisorie.

Peccato che la scintigrafia richieda campioni di sangue freschissimo e che sia sconsigliata su campioni non idonei, pena il forte rischio di ottenere dei falsi positivi. Come infatti è avvenuto. Sempre che sia avvenuto e che non si tratti dell’ennesima invenzione mascherata da esito scientifico. Fino a qui, appare chiaro come Baima Bollone abbia fornito ancora delle prove-non-prove, sulle quali mai si è degnato di discutere in una tavola rotonda con altri ricercatori, molto curiosi di approfondire metodiche e risultati.

Infine il DNA. Baima Bollone ne avrebbe trovato di maschile, attribuito subito al Cristo. A chi gli facesse notare che ne era stato reperito anche di femminile, Baima Bollone rispondeva che quello poteva essere finito sul Telo durante i lavori di manutenzione operati dalle suore che lo avevano rammendato. Ragionevole spiegazione.

Peccato che essa valga anche per il DNA maschile, viste le innumerevoli mani di entrambi i sessi che hanno toccato la Sindone nei secoli. Però no, per Baima Bollone il DNA femminile è ovviamente delle suore, quello maschile però può essere solo di Gesù Cristo.

Ci sono credenti che sottolineano come il gruppo sanguigno della Sindone sarebbe uguale a quello del miracolo eucaristico di Lanciano, individuato molto prima delle indagini sul Telo di Torino. Forse è proprio questo che ha “influenzato” la scintigrafia del buon Baima Bollone? Ai posteri l’ardua sentenza.

Le monetine sugli occhi

Sul Telo si sarebbero viste scritte di ogni tipo. Molti sono infatti quelli che, analizzando le varie foto, hanno visto scritte fra le più disparate. Già questo dovrebbe lasciar intuire come la volontà di vedere qualcosa, alla fine, si tramuti in appagante evidenza per lo spirito e induca ad affermare di avere davvero visto ciò che si voleva.

Le monetine però hanno una storia interessante. Le presunte impronte sarebbero state lasciate sulle palpebre da monete circolanti ai tempi di Cristo. Monete che a volte venivano poste sugli occhi dei defunti come viatico verso l’Aldilà.

Lo stesso Gonella ha bollato l’argomento come una bufala colossale, dal momento che la fotografia sulla quale sarebbero state “viste” le monetine è stata ottenuta a un ingrandimento esagerato, capace di sfuocare l’immagine e di generare numerosi punti a casaccio.

Inoltre, i pixel dell’immagine sono più grandi delle unità che costituiscono la fibra stessa del telo.

In altre parole, ingrandendo a dismisura una qualsiasi immagine, alla fine, si ottiene una nuvola di punti nella quale si può vedere qualsiasi cosa.

Per rafforzare la tesi delle monetine, giunse quindi una ricercatrice che affermò che sulle impronte digitali bastano solo 7-8 punti in comune per stabilire il “match” fra le immagini, mentre nelle immagini delle “monetine” i punti comuni sarebbero molti, molti di più. La sindonologa si “dimentica” che un’impronta digitale è un disegno unico e irripetibile, molto complesso per giunta. Un’impronta può infatti appartenere a una sola persona, data la miriade di creste disegnate sui polpastrelli secondo un progetto genetico peculiare e strettamente individuale. Ecco perché bastano così pochi punti in comune. Una nuvola di punti ottenuta per ingrandimento fotografico non è nulla del genere. Quindi i punti rilevati nella foto non vogliono dire assolutamente nulla. Ingrandendo a sufficienza un’immagine, si possono poi unire i punti a proprio piacimento, ottenendo monetine romane, profili di Pippo e Pluto o ritratti di Napoleone Buonaparte.

L’immagine

Bene è stato lasciare la valutazione più semplice alla fine. Se si osserva la Sindone si può realizzare infatti con facilità come essa sia una raffigurazione bidimensionale a cui è stata data profondità con una tecnica di prospettiva di tipo pittorico. La cura dei dettagli, inoltre, è molto superiore nel volto che nel resto del corpo, il quale appare spesso asimmetrico, stilizzato e “statico” come un geroglifico egizio.

Il retro, per giunta, rivela anche più dettagli: troppi. Se un corpo viene sdraiato su di una superficie non lascia impronte complete, bensì le lascia solo delle parti in rilievo, come nuca, spalle, torace, glutei, polpacci e calcagni.

La figura sindonica invece è rappresentata tutta, come se il telo fosse stato fatto aderire al corpo millimetro per millimetro. Peccato che così facendo si sarebbe ottenuta, dipanando il Telo, una figura ampiamente deformata, come normalmente accade quando si trasponga una figura tridimensionale su di una superficie bidimensionale.

Infine, tra la figura “fronte” e la figura “retro” vi è uno spazio di diversi centimetri che le separa, uno spazio che non dovrebbe esistere proprio a causa della perfetta adesione del corpo al Telo. A parte le fantasiose teorie del passaggio di neutroni (“Prof. Moroni di Pavia”) come agenti dell’immagine, resta solo l’ipotesi della raffigurazione artistica ottenuta con metodi poco ortodossi.

L’immagine infatti non è un dipinto e non mostra né direzionalità pittorica né tracce di “pennellature” con pigmenti. La figura deriva da un debole processo di strinatura del lino, il quale si è ingiallito in modo più o meno marcato delineando la figura e conferendole profondità e prospettiva. Un simile processo di “strinatura” si può ottenere col calore (effetto del ferro da stiro su di un panno bianco), oppure con l’utilizzo di acidi diluiti.

Recentemente, Luigi Garlaschelli, professore di chimica all’università di Pavia e membro del Cicap, ha riprodotto la sindone nei minimi dettagli, utilizzando tecniche e mezzi che potevano benissimo essere a disposizione dei pittori e degli artigiani medievali. Il risultato è decisamente impressionante e conferma la possibilità di riprodurre una tale immagine senza bisogno di ricorrere alla Bibbia o a fenomeni di resurrezione non meglio specificati.

Conclusioni

La sindone è un falso medievale, databile intorno al 1300 d.C. Epoca coerente con quella della sua comparsa storica. Le prove a favore della sua autenticità non sono tali, spesso anche a causa della disonestà concettuale dei “ricercatori” che le hanno prodotte.

Le uniche prove valide restano quelle a sfavore del Telo, relegandolo a una mirabile ma umanissima opera del genio artistico di uno sconosciuto artigiano del XIV sec.

Chi volesse comunque adorare il Cristo su quel telo, come semplice sua raffigurazione, può benissimo farlo.
L’oggetto è indiscutibilmente ad alto impatto emotivo. Ma che almeno, pregando dinnanzi a quell’immagine, quel fedele non s’illuda che quel lino abbia davvero avvolto il corpo deposto del Cristo.

La fede in Dio non ne verrà per questo intaccata, e il rispetto per l’intelligenza scientifica laica neppure.


https://dsandroni.wordpress.com/2010/04/27/la-verita-sulla-sindone-di-torino/


ReteLibera
00martedì 8 luglio 2014 19:16
Per sintetizzare, la Sindone è un prodotto della civiltà bizantina e del culto medievale delle reliquie. Infatti l’immagine di Gesù riportata sul telo, ossia di un uomo disteso con le mani incrociate all’altezza del pube, è tipica dell’Oriente bizantino dei secoli
XII-XIV ed è diversa dall’iconografia dei primi secoli; e la barba a due punte rivela l’origine medievale, poiché prima non si usava una barba del genere nelle rappresentazioni del volto di Gesù.

Inoltre il telo di lino è un tessuto spigato con rapporto fra trama e ordito di 3:1. L’unico esempio che si conosca di questo tipo di tessuto è conservato al Victoria & Albert Museum di Londra e risale al XIV secolo.

Di recente è stato ritrovato in Palestina un sudario risalente al I secolo d.C., il cui tessuto ha un rapporto trama-ordito di 2:1.

Pertanto tutti gli indizi (documentazione storica, analisi col radiocarbonio, iconografia, tessitura) puntano nella stessa direzione: la Sindone venne prodotta in Anatolia, nell’impero bizantino, verso la fine del XIII secolo, con l’intento preciso di creare una reliquia.
Dopo le analisi del 1988, la posizione della Chiesa cattolica è stata inizialmente di accettare il verdetto di non autenticità, modificando la qualifica della Sindone da «reliquia» a «veneranda icona».

La Sindone viene tuttavia esposta regolarmente e attira decine di migliaia di pellegrini.

Roberto Sorgo

ReteLibera
00mercoledì 9 luglio 2014 23:47
Se la sindone è vera, i vangeli mentono.

LA PIA FRODE



La falsificazione dei testi, (e non solo -ReteLibera-) nei primi secoli della Chiesa, divenne talmente sfrenata che fu necessario giustificarla coniando il termine di “pia frode”.

M. Mangasarian nella conferenza “The Truth about Jesus”: “Lo storico della chiesa Mosheim scrive che ‘i padri cristiani
ritenevano un atto pio quello di impiegare l’inganno e la frode”.

Aggiunge inoltre: “I maestri, anche i più grandi ed i più pii, erano tutti affetti da questa lebbra. Nessun credente ci dirà mai perché la frode e l’inganno fossero necessari per dimostrare la storicità di Gesù...”

Un altro storico, Dean Milman, scrive: “La pia frode fu ammessa e riconosciuta dai primi missionari di Gesù.”
“È stata un’epoca di frodi letterarie” afferma il vescovo Ellicott, parlando dei tempi immediatamente seguenti la presunta crocifissione di Gesù.

Il dottor Giles dichiara che: “Non ci sono dubbi che un gran numero di libri fu scritto senz’altro scopo che quello di ingannare.”

Questa è anche l’opinione del dottor Robertson Smith: “C’era un’enorme massa di letteratura spuria generata per sostenere le prospettive di parte.”

Alcuni grandi padri della Chiesa, come ad esempio Eusebio, furono apertamente spronati dai loro contemporanei a mentire su ciò che stavano scrivendo in merito a quello che il Signore aveva detto o fatto, durante il suo soggiorno terreno. In uno dei
suoi lavori, Eusebio ha redatto un significativo capitolo intitolato: “Non c’è nulla di più legittimo e di più idoneo che usare la menzogna come medicina per il beneficio di coloro che desiderano essere ingannati.”

Wheless definisce Giustino Martire, Eusebio e Tertulliano i “tre illuminati bugiardi.”

Keeler: “I primi padri cristiani erano estremamente ignoranti e superstiziosi; essi erano particolarmente incompetenti a trattare con i concetti del sovrannaturale.”

Forti perplessità riguardo la figura storica di Gesù sono suscitate dalle incaute dichiarazioni dei cristiani stessi.

Il Reverendo Taylor, in “The Diegesis”, riporta l’affermazione di Leone X: “Sappiamo benissimo quanto questa favola del Cristo ci sia stata profittevole.”



L'uovo della sindone ha detto: Andate a fare in culo, porci cone le ali. 
I Polly seppur !Freddie! e/o con-gelati, hanno preso alla "lettera questo insegnamento.
Ancora oggi assistiamo al massacro dei porci che nell'altichità si buttavano dal monte, ora si buttano dalle finestre del V piano.
ANDATE A FARE IN CULO NEL PARADISO.


A questo punto....meglio le sette vergini. 

         

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