Con enorme pazienza ti riporto alla discussione.
Se mio fratello uccide un'altra persona, la colpa è sua...ma io ti chiedo scusa a nome suo.
Questo è il senso.
Se per te le mie scuse per i suoi errori non valgono, io non posso farci niente.
Dici che è una presa per i fondelli? Spiegami che cosa dovrei fare...andare in galera io, forse, per mio fratello?
E per quale ragione e per quale giustizia se la scelta è stata sua ed è stata contraria all'isegnamento che gli ho impartito?
Spiegami...sono curioso di sapere come la pensi.
Che "responsabilità" oggettiva ho io, nei confronti di mio fratello?
Non esiste, per la giustizia italiana, una legge che condanna le pesone per quello che hanno commesso i loro fratelli...
La stai inventando tu?
Se parli di "responsabilità oggettiva" devi fare appello ad un insegnamento sbagliato.
Enunciami e citami tale insegnamento...con rigore storico...non citandomi documenti falsi come la Taxa Camarae et similia.
Citami il Magistero della Chiesa e la Parola di Dio, che noi consideriamo infallibile.
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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)