00 27/03/2012 15:07
Spesso siamo stati accusati dai credenti di negare l'esistenza di Dio in base allo stesso principio con cui loro la affermano, da qui la loro pretesa di mettere l'ateismo sullo stesso piano della fede.

Riporto qui una mia riflessione postata nel forum di Sonnyp in risposta a un utente che afferma, in un suo post quanto segue:


Non mi considero ne credente ne ateo, sia il credente e l’ateo si dichiarano sicuri di certi principi.



Il problema secondo me sta nel fatto che alla stragrande maggioranza delle persone è stata inculcata l'idea di Dio, e quindi ritengono l'ateo una persona sicura "che Dio non esiste".

Il credente e l'ateo però non vanno posti sullo stesso piano, l'ateo è "costretto" a negare ciò che il credente afferma, ma se nessun credente si sognasse di andare in giro a dire che Dio esiste, non ci sarebbe nessun ateo a dire che non esiste una cosa di cui nessuno ha mai sentito parlare.

E' solo nel momento in cui un pazzo viene a dirmi che c'è un asino che vola, che io devo giustamente osservare che gli asini non volano. Ma prima di allora, una simile idea non mi aveva nemmeno sfiorata. Non so se ho reso l'idea.

E' questione di logica, quella che difetta, appunto, alla maggioranza dei credenti. [SM=x789062]



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)