00 25/07/2013 19:24

Con la legge Scalfarotto non si combatte l’omofobia, ma la libertà di pensiero


La legge “contro” l’omofobia avrà un unico risultato concreto: incrementare il contenzioso giudiziario. Saranno contenti gli avvocati che cercano pubblicità, pronti a denunciare il Vip o il politico di turno che si discosterà leggermente dal pensiero unico “gender” in tema di matrimoni gay, adozioni, etc.

Pensi che il “matrimonio” sia esclusivamente un’unione tra un uomo e una donna? Potrai essere denunciato.

Pensi che la “famiglia” sia solo quella società naturale fondata sul matrimonio, comprendente anche i figli? Potrai essere denunciato.

Pensi che i figli siano possibili solo grazie all’unione tra un uomo e una donna? Potrai essere denunciato.

Pensi che un figlio, essendo il frutto di un’unione tra un uomo e una donna, debba necessariamente crescere con un padre e una madre? Potrai essere denunciato.

Sarai poi condannato? Difficile, specie con un buon avvocato. Magari si potrà trovare qualche giudice fantasioso, ma in appello una sentenza di condanna difficilmente resisterebbe. Di sicuro, tale “minaccia” di esser portato dinanzi a un giudice comprime la libertà d’espressione, anche perché un avvocato costa, specie uno bravo.

La proposta di legge Scalfarotto introduce un reato d’opinione? Certamente, intervenendo sulla legge Mancino, che è una norma che ha tipizzato altri reati d’opinione.

Non solo, ma come sanno tutti gli uomini di diritto, tutte le fattispecie di reato che si intendono sanzionare con questa nuova norma, sono già perseguibili con le leggi esistenti.

Si tratta dunque di un feticcio, di un grimaldello, di uno strumento per combattere e vincere una battaglia culturale, politica, ideologia.

È una “norma manifesto” che non offrirà alcuna tutela in più, ma che costituirà un punto di partenza per raggiungere obiettivi politici. La Francia è vicina.


Articolo di

Gianmario Mariniello

Gianmario Mariniello 31 anni, nato a Napoli, cresciuto ad Aversa, attualmente vive a Roma. Direttore responsabile di Generazione Italia sin dal 1° aprile 2010, giornalista pubblicista, è laureato in Giurisprudenza presso la Federico II di Napoli