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Ecco

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Quella degli agnostici non è una posizione alternativa alla Fede e all’Ateismo, ma “accessoria”

Spesso, quando si parla di Fede, Scienza e Ragione, alcune persone si definiscono “agnostiche”, assumendo una posizione alternativa a quella dei credenti e degli atei. In questo contesto, il termine agnostico si riferisce ad un individuo che sospende il giudizio sulla questione dell’esistenza o meno delle divinità data la mancanza di prove certe a favore delle due tesi contrapposte. Chi si definisce agnostico, quindi, prova ad assumere una posizione intermedia, quasi “politically correct”, volendo usare un’espressione anglosassone.

Contrariamente a ciò che si pensa, tuttavia, il termine agnostico non dovrebbe essere utilizzato per definire una posizione a sé stante, ma dovrebbe funzionare più come un termine “accessorio”, che si appoggia alla posizione che ognuno di noi ha nei confronti della religione. Ad entrar in gioco è il termine con significato opposto: gnostico, ossia chi ritiene di poter affermare con certezza che la sua posizione nei confronti della religione è accurata. Una parola che in Italia si usa di rado ma che risulta essere molto diffusa negli USA (“gnostic”, appunto), e spesso si confonde con lo gnosticismo, un movimento filosofico-religioso dei secoli passati. Potrebbe essere proprio la scarsa diffusione del termine gnostico in Italia il motivo per il quale, da noi, il termine agnostico assume un significato che tende a confondere le idee, anziché a chiarirle.

GnosticAgnostic
Uno schema semplice ed intuitivo sulle quattro possibilità che riguardano fede e conoscenza.

Ebbene, marcando le giuste differenze tra credo e conoscenza, ci troviamo di fronte a quattro possibilità: un individuo può essere un credente gnostico, ossia un individuo che crede in almeno un dio e ne dà per certa l’esistenza; un credente agnostico, che crede il almeno una divinità pur ammettendo che è di fatto impossibile verificarne razionalmente l’esistenza; un ateo agnostico, ossia colui che non crede ma non è in grado di dire se gli dei esistono, ed infine l’ateo gnostico, ossia chi non crede e sa per certo che gli dei non esistono. Queste distinzioni sono importanti perché l’essere agnostico o gnostico, ossia assumere una posizione relativa alla conoscenza, non impedisce ad un individuo di essere ateo o credente: gnostico e agnostico sono due termini accessori, non alternativi, e usati correttamente permettono quattro diverse possibilità al posto delle tre comunemente accettate. Ma cosa si intende per conoscenza? Data la complessità dell’argomento e la sua natura molto particolare, potremmo legarla al concetto di convinzione personale, più che a qualcosa di oggettivo ed universalmente accettato. Un individuo agnostico, sia esso ateo o credente, considera le prove a disposizione a favore delle varie ipotesi come non sufficienti e quindi tende a scartarle, mentre un individuo gnostico può usare le conoscenze a sua disposizione e maturate negli anni (studi, miracoli, riflessioni personali, esperienze di vita) per sentirsi convinto di ciò che pensa, sia esso ateo o credente. E’ anche una questione di interpretazioni, perché a parità di esperienze e bagaglio culturale due individui possono assumere posizioni diametralmente opposte e definirsi l’uno gnostico e l’altro agnostico.

Concludendo, queste dovute precisazioni, ossia l’introduzione tra le variabili in gioco del termine gnostico e il passaggio del termine agnostico da alternativo ad accessorio, permettono a ciascun individuo di poter scavare nel profondo della sua mente e autodefinirsi usando una terminologia più consona alla realtà. Non sono poche, infatti, le persone che non hanno le parole per poter spiegare, a se stessi e agli altri, cosa pensano realmente.

Francesco D’Amico