00 30/10/2007 23:51


«I farmacisti dovranno tenere conto della loro coscienza e, secondo scienza e coscienza, decidere liberamente. Sapendo però che vendere anticoncezionali vuol dire diminuire il numero di aborti». Umberto Veronesi replica all’invito che Papa Ratzinger ha rivolto ai farmacisti perché esercitino l’obiezione di coscienza nel vendere farmaci «immorali», favorenti l’interruzione di gravidanza o l’eutanasia, ma anche il concepimento. Un distinguo va subito fatto: medicinali come la Ru 486, la cosiddetta pillola abortiva, sono per legge di esclusivo uso ospedaliero. Così come è difficile immaginare un’eutanasia fai da te. Quindi, l’appello del Papa sarebbe rivolto alla cosiddetta pillola del giorno dopo e probabilmente a tutti gli anticoncezionali, pillola tradizionale compresa… «Anche la pillola del giorno dopo — commenta Veronesi — è un anticoncezionale, così come lo è la spirale. Ma mentre la pillola del giorno dopo è stata sempre “bollata” come abortiva, la spirale no. Mi chiedo perché. Quindi si parla di anticoncezionali tout court. E non vorrei che veramente il Papa si riferisse anche ai preservativi. Non venderli, gli anticoncezionali, vuol dire favorire gli aborti, visto che le campagne a favore della totale castità non mi risulta abbiano questo grande successo. E a me personalmente costringere le donne ad abortire non piace proprio». […]

Testo integrale sul Corriere della Sera di oggi (pagina 2)

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