00 02/03/2008 16:31

Tu o i tuoi genitori?

Commento al vangelo di Giovanni 9, 1-41

Potremmo farci anche noi questa domanda. O chiederlo a Gesù. Ci direbbe la stessa cosa che dice al cieco nato che oggi meditiamo nel Vangelo: né tu, nè i tuoi genitori; sei nato così affinché si manifestino in te le opere di Dio.
Tutti nasciamo ciechi, finchè non riceviamo la luce del battesimo con la quale cominciamo a vedere. Ma quando continuiamo a crescere, la nostra "vista" dipende da ciascuno di noi: potremo vedere meglio, vedere peggio, o semplicemente tornare a essere ciechi.
Oggigiorno, vediamo con tristezza molti omosessuali ciechi. Sono nati e hanno visto la luce col battesimo. Ma per le varie circostanze della loro vita, la vista l' hanno persa. Alcuni volontariamente...perchè non furono capaci di "mantenere la vista". Altri involontariamente, perché la vista gliela abbiamo tolta noi.
Ma Gesù, amico sempre vicino, ci ridà la luce. Può toglierci la cecità. In realtà, ce la toglie....e di sabato!

Che cosa bisogna lasciarci indietro quando proprio le leggi spacciate per divine alienano l'uomo togliendogli la dignità e accusandolo del suo peccato? Rompi queste catene! Nessuna legge può cambiare quello che sei! E nessun peccato può essere attribuito a te se non quelli che volontariamente compi. Gesù passa e ti ridà la capacità di vedere cose nuove, la luce della gioia e dell'amore che la legge ci nega.....e soprattuttto guardare Lui....i suoi occhi....e non trovarvi che amore!
Vediamo come molte persone che dicono chiamarsi cattolici, attaccano, disprezzano, discriminano ed insultano gli omosessuali, per il semplice fatto che alcuni lo sono. Non vedono in essi persone che vivono e soffrono. Puntano il dito sul loro peccato. Proprio loro che sono nati pieni di peccati...puntano il dito contro di me! E ci vogliono insegnare a provare vergogna.
Ma il Regno di Dio va al contrario del mondo. E gli ultimi saranno i primi. E l'essere umano prevale sulla Legge. E il peccatore più del "sano" sta vicino a Dio; quel Dio che scelse di morire sulla croce accanto a un assassino....a un delinquente comune... quel Dio che avrebbe potuto anche morire accanto a un "finocchio", promettendogli l'incontro immediato in Paradiso.

Signore! Noi omosessuali credenti soffriamo giorno per giorno il dolore della discriminazione. Qualche volta abbiamo le nostre famiglie ed i nostri amici che ci amano, ma il più delle volte ci sentiamo soli. Quando siamo soli non possiamo vedere bene, e temiamo la notte e la cecità delle tenebre.
Vogliamo il tuo fango negli occhi, Signore!..
Vogliamo la tua luce che ci illumini che c'insegni quali sono veramente i nostri peccati,
vogliamo che ci accompagni in questa Quaresima alla piscina di Siloé per giungere alla pasqua..."mondi!", puliti.
Il nostro peccato, Tu lo sai, non è la nostra omosessualità, siamo così perché Tu l'hai voluto.. il Nostro peccato è non essere capaci di sopportare la sofferenza che ci infliggono alcuni "pezzi grossi" della Chiesa, l'incapacità di tacere quando puntano il dito contro di noi e ci condannano a una solitudine così grande...perchè ci vogliono togliere anche la tua amicizia. E noi rispondiamo con odio e rancore. Signore...aiutaci ad amarli, a perdonarli..a chiedere per loro che..."vedano" e possano lodarti mano nella mano con tutti gli uomini e le donne del mondo.
Aiutaci, Signore!

(di Padre Alfonso S.)