00 11/03/2008 16:04

Bagnasco esorta gli italiani a "volere più bene al proprio futuro"
E su lavoro, casa e pensioni auspica larghe intese in Parlamento.
Il presidente della Cei chiarisce la posizione della Chiesa in vista del voto
"Non siamo coinvolti ma i cattolici devono opporsi a scelte contro la vita"


Angelo Bagnasco

I vescovi italiani non si schiereranno in occasione delle elezioni, ma la Cei richiamerà comunque i "valori fondamentali" della difesa della vita umana e della famiglia tradizionale. A spiegarlo è stato il presidente della Cei, il cardinal Angelo Bagnasco, il quale spiega che la Conferenza episcopale chiedono comunque larghe intese nel prossimo Parlamento per affrontare "le attese più urgenti" e i "problemi indilazionabili", come i salari.


Nella prolusione al Consiglio Episcopale Permanente, Monsignor Bagnasco ha toccato tutti i temi che stanno a cuore alla Chiesa a cominciare da quelli etici e sociali. Ma l'occasione è rilevante anche per il momento in cui viene a cadere. Con l'appuntamento elettorale alle porte, il pronunciamento del Vaticano viene naturalmente recepito anche per il suo mesaggio rivolto al mondo della politica. Bagnasco sgombra il tavolo da ogni dubbio in propositi. La chiesa non si schiera, ma si augura per il bene del Paese una convergenza estesa a tutte le fiorze politiche almeno sulle grandi questioni del momento.

CAMPAGNA ELETTORALE
I vescovi italiani auspicano che la campagna elettorale sia ''un occasione di crescita politica e morale'', al di là dell'inevitabile ''dialettica''. Occorre che il Paese prenda coscienza che ''c'è uno zoccolo comune che unisce tutti prima delle fisiologiche diversità e delle inevitabili competizioni'', ha detto il card. Angelo Bagnasco, aprendo i lavori del consiglio permanente, il piccolo governo della Cei. ''L'Italia ha bisogno di un soprassalto d'amore per se stessa, per ricomprendere le proprie radici e dare slancio al proprio avvenire, interpretando adeguatamente il proprio compito nel concerto delle Nazioni'', ha ammonito il porporato, arcivescovo di Genova. ''Facciamo in modo dunque - ha concluso - che risalti la civiltà della politica e le sue acquisizioni volte al rispetto della persona e allo sviluppo della comunita'''.

IN DIFESA DELLA VITA
''Quando essere umani nello stato più debole e indifeso della loro esistenza - ha osservato il porporato citando un recente discorso di Benedetto XVI sulle ricerche sugli embrioni e sulla procreazione artificiale - sono selezionati, abbandonati, uccisi, oppure utilizzati come puro materiale biologico, come negare che essi siano trattati non più come qualcuno, ma come un qualcosa, mettendo così in questione il concetto stesso di dignità dell'uomo? ''E perche' - si e' chiesto Bagnasco - il segnalare questa condizione azzardata, di rischio oggettivo, deve essere scambiato per oscurantismo? Per ostilita' verso la scienza? Per ottusa resistenza al moderno?''. A tale proposito, il presidente della Cei ha citato quanto indicato da Papa Ratzinger in un discorso alla Chiesa italiana a Verona. ''Occorre fronteggiare, con pari determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicono - ha detto Bagnasco, riprendendo le parole di Benedetto XVI - fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell'essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell'ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo''.

RISPOSTE CONCRETE
I cattolici, ha ammonito il presidente della Cei sempre riferendosi alle indicazioni pontificie, non possono ''ritenere ogni idea o visione del mondo compatibile con la fede''. ''Vorremmo - ha spiegato Bagnasco - che all'indomani del voto ci fosse una spinta convergente, nel rispetto dei ruoli che il corpo elettorale vorrà assegnare, per affrontare realmente queste situazioni, stando al largo dalle strumentalità e dalle speculazioni, per dare un miglioramento effettivo alle condizioni di vita della parte più consistente della popolazione''. Il presidente della Cei ha sintetizzato in un'espressione, ''il problema della spesa'', l'emergenza delle emergenze italiane. E lo ha detto non in astratto, ma sulla base dell'esperienza capillare della Chiesa italiana. '''Non possiamo tacere - ha detto - quello che raccogliamo dalla voce diretta della gente tra la quale e per la quale noi, con i nostri sacerdoti, viviamo, condividendo pure tensioni e sofferenze... le attese più urgenti e i problemi indilazionabili che la popolazione avverte con crescente disagio e per i quali attende risposte credibili, concrete e rapide''.

RELATIVISMO MORALE
''Dobbiamo uscire dall'individualismo - esorta il card. Bagnasco - dal pensare egoisticamente a se stessi e alla propria categoria nella dimenticanza di tutti gli altri: ce la faremo se anche la politica farà la sua parte''. ''Occorre che il personale politico questo lo tenga presente sempre, abbandonando - ammonisce il porporato - a sua volta una politica troppo politicizzata, per restituire alla stessa uno spessore etico che solo può fare da collante". "Oggi, "nella cultura pubblica dell'Occidente, qualunque idea sembra legittimata, anche la più bizzarra e disarcionante la persona". Bagnasco, in particolare, si riferisce "non tanto all'orizzonte religioso, quanto piuttosto a quello etico-sociale".

NUOVO UMANESIMO
"Gli umanesimi non sono tutti uguali, né sono equivalenti sotto il profilo morale", ricorda il cardinale citando Benedetto XVI peril quale "il secolarismo di impronta occidentale, diverso e forse più subdolo di quello marxista, presenta segni preoccupanti". "A seconda della visione di uomo che si adotta si hanno conseguenze diverse per la convivenza civile", rileva Bagnasco sempre citando il Papa e la sua denuncia del fatto che "troppe incertezze e troppi dubbi circolano nella nostra società e nella nostra cultura", per cui "diventa difficile proporre alle nuove generazioni qualcosa di valido e di certo, delle regole di comportamento e degli obiettivi per i quali meriti spendere la propria vita". Secondo Bagnasco, "non è con i sogni declamati che sicostruisce una società nuova e migliore, né con le requisitorie saccenti o le suggestioni vaghe quanto utopiche,ma con i percorsi educativi, con la serietà e l'assiduità delle proposte, con la testimonianza dei maestri, con la severità e lo sforzo diuturno che è proprio di ogni conquista.

MEDIA E VERITA'
La vaghezza dell'impegno morale, la fragilità o la banalità di troppe proposte pseudo-educative certamente non permettono quell'urgente e positivo impegno dell'educazione che, quando viene meno, porta anche alla disaffezione verso la comunità e alle appartenenza deboli che ne derivano. Tuttavia - avverte - guai a cedere anche noi al virus della sfiducia". Bagnasco fa sue anche le preoccupazioni del Pontefice riguardoai media che tendono a "imporre modelli distorti di vita personale, familiare e sociale". Una preoccupazione, rileva, che coincide con "i ripetuti allarmi lanciati dagli organismi competenti circa l'inevitabile impatto della televisione come di internet sulla coscienza informazione dei minori".
[Modificato da kelly70 11/03/2008 16:08]



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