00 17/09/2008 18:12

La possibilità di officiare messe in latino, reintrodotta da Benedetto XVI, raccoglie reazioni differenti nel mondo cattolico. Molti gruppi di fedeli in varie diocesi nel mondo la richiedono, ma in altre zone sorgono problemi.

Soprattutto in Italia, chiarisce monsignor Perl (segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, che gestisce le trattative con i lefebvriani), “la maggioranza dei vescovi, con poche ammirevoli eccezioni, ha posto ostacoli all’applicazione del motu proprio sulla messa in latino. Lo stesso bisogna dire di molti superiori generali che vietano ai loro sacerdoti di celebrare la messa secondo il rito antico”. Maggiore opposizione viene dalla chiesa tedesca, che ha emanato una direttiva che restringe l’applicazione del motu proprio papale. In particolare, i vescovi non vedono positivamente il fatto che i sacerdoti possano prendere da soli l’iniziativa in base alle richieste dei fedeli, senza chiedere loro il permesso.

Già in passato il segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, monsignor Ranjith, aveva denunciato una vera e propria “crisi di obbedienza verso il santo padre” in merito al ripristino della messa in latino. Le richieste per la messa pre-conciliare vengono soprattutto dal mondo anglofono e francofono, mentre nelle altre aree la richiesta è scarsa. Inoltre, in zone molto secolarizzate (come Francia e Germania) i sacerdoti sono pochi e devono coprire più chiese, oltre ad essere stati “indottrinati” - afferma Perl - “secondo una visione precisa: cioè che la vecchia liturgia era superata”.

www.uaar.it/news/2008/09/17/vaticano-vescovi-boicottano-messa...




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