00 27/08/2009 22:11
BIOTESTAMENTO, PDL: NO A LEZIONI DI LAICITA'


di Serenella Mattera

ROMA - ''Non possiamo accettare che ai senatori del Pdl vengano impartite lezioni di laicita'''. La risposta piccata arriva attraverso una nota congiunta. Presidente e vicepresidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, rispondono a muso duro al presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ieri si e' impegnato a fare ''il possibile per correggere alla Camera'' il ddl sul testamento biologico approvato nell'Aula di Palazzo Madama all'indomani della morte di Eluana Englaro. E nella maggioranza i temi etici (si e' riacceso il dibattito anche sulla RU486) tornano ad emergere come un nervo scoperto, capace di provocare profonde fratture. Gasparri e Quagliariello intervengono a puntualizzare che il ddl sul biotestamento ''e' frutto del libero convincimento dei senatori, i quali non possono essere tacciati in alcun modo di clericalismo''. ''I voti favorevoli sono stati di gran lunga superiori a quelli della maggioranza'', scrivono i capigruppo, a voler sottolineare ''l'alta sintesi'' raggiunta. E poi, senza mai citarlo, lanciano una stoccata a Fini e a ''quel dogmatismo in cui non di rado incorrono anche i paladini di una presunta laicita'''.

''La migliore mediazione possibile e' quella licenziata dal Senato, grazie alla Lega ed Umberto Bossi in primis'' rincara la dose Fabio Rizzi, capogruppo della Lega in commissione Sanita' al Senato. Che dice: ''Fini stia al suo posto istituzionale''. Ma oggi il presidente della Camera oppone il silenzio al fuoco amico. Il messaggio resta quello lanciato ieri: e' necessaria una ''correzione''. L'impegno e' assunto. In Parlamento, alla ripresa autunnale, si vedra' come sara' declinato. Anche se un 'finiano' come Benedetto Della Vedova (Pdl), gia' indica la soluzione che sarebbe ''in totale sintonia'' con le posizioni dell'ex leader di An ed eviterebbe scontri nella maggioranza. E cioe': fare tutti un passo indietro, accantonare il ddl del Senato e approvare una legge meno ''prescrittiva'', che lasci piu' spazio alle decisioni di medico e paziente. Un testo del genere ancora non esiste, ma non sarebbe lontano da quello auspicato anche dalla capogruppo del Pd in commissione Affari sociali alla Camera, Livia Turco. Che chiede al relatore, Domenico Di Virgilio (Pdl), almeno di adottare un testo base diverso da quello del Senato. Ma Di Virgilio e' chiaro: il ddl del Senato ''e' un buon punto di partenza''. Al momento, comunque, lo scontro e' tutto politico. In discussione, nel Popolo della liberta', soprattutto l'opportunita' di quella che il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi definisce come una ''discesa in campo'' di Fini. ''Su questo punto non fa il presidente della Camera'' obietta il cattolico Lupi.

E anche un altro vicepresidente, Rocco Buttiglione (Udc), ne fa una questione di opportunita' istituzionale. Tende a smorzare i toni il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, che dice che il testo del Senato ''si puo' correggere''. Ma Roccella appare piu' vicina alle posizioni di Maurizio Sacconi (favorevole al ddl di Palazzo Madama), che a quelle di Fini. E sostiene la proposta del ministro del Welfare, dell'approvazione separata di una ''leggina'' che vieti l'interruzione di idratazione e alimentazione. Cosi', anche se Della Vedova assicura che ci sono almeno 50-60 deputati del Pdl pronti a votare contro il testo del Senato, il sostegno piu' forte il presidente della Camera lo raccoglie tra le file dell'opposizione. Con il segretario del Pd, Dario Franceschini, che gli riconosce ''scrupolo e misura'' nel suo ruolo istituzionale. E la presidente dei senatori Anna Finocchiaro, che parola di semplice ''buonsenso'' contro ''l'integralismo ideologico'' della maggioranza.


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Il mio personale commento: nulla di nuovo sotto il sole. Ma questo non alleggerisce il mio senso di schifo.