00 01/08/2010 22:31
La Curia condanna la delibera

Unioni civilidi Filippo Gentiloni in “il manifesto” del 25 luglio 2010
«Torino vara le unioni civili» è un solenne titolo in prima pagina di «Riforma» settimanale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste, valdesi. E commenta: «Un passo locale e simbolico che potrebbe avere un impatto nazionale». E ancora: «La curia arcivescovile condanna la delibera, mentre per il pastore Paolo Ricca il Consiglio comunale ha agito bene accogliendo un'istanza della società civile». Torino, dunque, apre: «È un passo soprattutto simbolico, ma, come tutti sanno, i simboli sono importanti». Il Consiglio comunale di Torino ha fatto da apripista, ben sapendo che il certificato sarà valido soltanto per ciò che dipende dal Comune. La reazione della autorità cattolica non si è fatta attendere.

In una nota diffusa due giorni dopo, sono state rese note le perplessità e le amarezze dei vertici cattolici:

 «Anche perché qualcuno ha salutato la decisione come un traguardo di civiltà da accogliere con orgoglio quasi che la città di Torino debba presentarsi come campione che fa da apripista per emarginare la famiglia fondata sul matrimonio». Un rimprovero rivolto soprattutto a quei cattolici che, nella maggioranza guidata dal sindaco Chiamparino, avevano sostenuto la novità. Diverso e opposto l'atteggiamento della chiesa valdese.
«Il Consiglio comunale ha agito bene, accogliendo una istanza che arriva dalla società civile. Una iniziativa che va nel senso della non discriminazione delle scelte dei cittadini». In realtà, al di là delle dichiarazioni, il matrimonio è ormai in discussione. Occorre chiarezza sul fronte della laicità delle istituzioni pubbliche e sul rapporto fra queste e le varie confessioni religiose. Qualche cosa, comunque, si sta movendo: occorre ripensare alla famiglia di oggi e alle sue forme legali e non solo.


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