00 01/11/2010 18:29
Ho letto in un libro di Alfred Loisy edito in Italia da “ IL SAGGIATORE” intitolato “ LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO” quanto da me riportato che ne pensate?




Una volta ammesso che Gesù era il Cristo, si pensò ben presto che dovesse essere e che era, conforme alle scritture, figlio di David. Senza dubbio, non si ebbe fretta di cercare come potesse essere tale; ma i Giudei increduli non devono aver tardato a chiederlo malignamente ai loro fratelli credenti. Questi credettero di poter ovviare a tale difficoltà presentando una genealogia. A noi ne sono giunte due, che, contraddicendosi l'una con l'altra, si annullano a vicenda. Entrambe si accordano sul nome di Giuseppe come padre di Gesù; ma non attribuiscono lo stesso padre a Giuseppe e risalgono fino a David per due linee di ascendenti diverse: una, seguendo la serie di re sino a Ieconia, l'altra mettendo capo a un figlio di David, Nathan, di cui si conosce dalle scritture soltanto il nome. Lo storico, perciò, deve tener conto di tali finzioni solo in quanto attestano, alla origine, l'assenza di qualsiasi tradizione genealogica intorno alla discendenza davidica di Gesù e, inoltre, la persuasione, in cui i credenti vissero inizialmente, che Gesù fosse nato, senza miracolo, da Giuseppe e da Maria. Infatti, le due genealogie furono costruite sul nome di Giuseppe, e Gesù venne in origine considerato come discendente di David in quanto figlio di Giuseppe. Le genealogie furono, quindi, inventate in ambienti in cui non si pensava ancora alla concezione miracolosa. Anzi, risulta abbastanza chiaro che la leggenda della nascita raccolta nel terzo Vangelo fu costruita, originariamente, nelle stesse condizioni delle genealogie; in essa infatti, Gesù nasce bensì in circostanze miracolose, ma dal matrimonio di Giuseppe e di Maria.
Dove, come e quando sia sorta l'idea della concezione virginale, si è costretti a indovinarlo. Certo non sorse né nella prima comunità, né nei primissimi tempi, né senza l'influenza almeno mediata degli ambienti pagani. Le due leggende a noi giunte rappresentano il prodotto di un lavoro abbastanza complesso, a cui i redattori evangelici diedero soltanto l'ultima mano. Sembra che tutte e due si siano formate in oriente, ma non negli stessi ambienti e nella stessa epoca. Quella di Matteo, nonostante le influenze che è dato di notarvi, ha la forma di una haggada giudaica o di una raccolta haggadica, costruita abbastanza minuziosamente e artificiosamente su testi biblici, espressamente indicati; e si deve essere formata, quindi, in un ambiente cristiano giudaizzante, ma di un giudaismo poco ortodosso, in cui si ammetteva senza scrupoli la filiazione divina del Messia e si guardava con sospetto il rabbinismo farisaico. Come patria di tale leggenda, e del Vangelo di Matteo, è stata indicata la Siria del nord, tra Antiochia e l'Eufrate: la regione in cui nel IV secolo sussistevano tuttavia dei cristiani giudaizzanti, chiamati Nazorei, che si servivano di un vangelo aramaico in cui si trovavano i nostri racconti di Matteo. I racconti di Luca, nei quali domina lo spirito del giudaismo tradizionale e che furono concepiti in correlazione con una leggenda di Giovanni Battista e in dipendenza da tale leggenda, proverrebbero originariamente da gruppi giudeo-cristiani, viventi nel nord della Palestina o nella Siria meridionale. L'idea del compimento delle profezie vi è presente come nei racconti di Matteo, ma vi assume forme di finzione romanzesca.