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www.isde.it/iniziative/2010/09_17-19_Arezzo/In%20fondo/Gh...
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Risultato. La letteratura scientifica internazionale è concorde sull’incremento statisticamente significativo di
numerose forme di cancro in proporzione all’aumentare della dose di radiazioni alle quali sono sottoposti i lavoratori nelle centrali nucleari. Inoltre, l’esposizione a basse dosi di radiazioni sembra avere un impatto negativo anche per l’apparato cardiovascolare.
All’aumento di incidenza di casi di leucemia nei bambini che vivono vicino ad una centrale nucleare,
osservato in Germania e supportato da due metanalisi, si contrappone la mancanza di dati statisticamente significativi osservata in studi effettuati in Francia, UK, Spagna e Finlandia.
Conclusioni. L’aumento di incidenza di malattie neoplastiche e non tumorali nei lavoratori delle centrali nucleari sembra essere ormai una realtà che non fa certo considerare l’energia nucleare come un’energia pulita anche se si risolvesse il problema, al momento apparentemente senza soluzione, dello smaltimento delle scorie.
Il dibattito sull’aumento del rischio di cancro per coloro che vivono vicino ad una centrale nucleare ed in particolare per i bambini, rimane largamente aperto. Ne consegue che, in vista della volontà di costruire nuove centrali nucleari in Italia, la popolazione che vive vicino ai siti designati come sedi di istallazione, dovrà essere sottoposta ad uno stretto controllo epidemiologico, al fine di valutare precocemente l’eventuale aumento d’incidenza di neoplasie maligne e/o di altre patologie.
[Modificato da nevio.plus 25/01/2011 17:24]