00 14/07/2011 17:02
Per Flabot

Caro Flabot,è arrivata poco fa la risposta del mio amico professore.
Te la posto nella sua interezza seguita da un mio breve commento.

Caro Norberto,
senza pretendere di essere né completo né apodittico, do brevemente il mio parere sulla questione da te posta.

Come ogni analisi di passaggi biblici, anche questa relativa a Matteo 11:12 deve essere condotta con la massima acribia e prudenza. Non è sempre né facile né possibile risolvere taluni problemi filologici legati al testo biblico. Il che non significa che la Sacra Scrittura non sia valida, in ogni tempo e in ogni luogo, per recare il messaggio a motivo del quale è stata scritta (ma questo è il punto di vista di chi crede all'ispirazione della Bibbia). Più semplicemente, si tratta di capire che ogni traduzione presenta problemi, talora anche assai complessi. Tutto qui.

Ciò premesso, occorre riconoscere che il brano di Matteo 11:12 costituisce davvero una vera e propria crux interpretum fin dall'antichità (il loghion è conosciuto come "il detto dei violenti"). Sostanzialmente si tratta di capire se la forma verbale biàzomai sia da intendersi in modo attivo oppure in modo passivo, in bonam partem o in mala partem.

Il verbo biàzomai significa "opprimere con la forza", "fare violenza" e via dicendo. Biàzomai ricorre soltanto due volte nel N.T.: qui e in Luca 16:16 (brano che sembra parallelo a Matteo 11:12).

Il biastès citato in Matteo 11:12 è "il violento"; biastès ricorre solo qui in tutto il N.T. (hapax neotestamentario).

Attraverso una serrata e complicata disamina filologica, che non si può riportare qui nella sua interezza ma le cui tracce compaiono nei commentari più scientifici e nelle grammatiche del greco neotestamentario, parrebbe che la migliore traduzione sia: "Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad oggi il Regno dei cieli subisce / è fatto oggetto di / violenza, e violenti lo rapinano".

Il che si potrebbe interpretare così: tanto Giovanni il Battista quanto Gesù sono avversati, oltraggiati, minacciati dalla coeva generazione, e i segni della violenza si notano (Giovanni è in prigione, e il Signore Gesù è assai contestato - la violenza incombe su di Lui)

Mille altri discorsi si potrebbero fare, ovviamente, ma questo - brevissimo - mi sembra sufficiente per i tuoi scopi. Ripeto: ciò non toglie che vi possano essere altre opinioni.

Un caro saluto,
Arrigo


Mi sembra che la traduzione proposta dal testo greco sia confacevole allo spirito divulgativo che esso si riteneva di asserire a quel tempo e a quelle popolazioni.
Lo ritengo anche confacente allo spirito delle parole del Signore il quale non venne per essere servito ma per servire.
Converrrai con me che quello che poi hanno fatto le "Chiese" attraverso i secoli non rispecchia minimamente questo spirito ma questa è tutta un'altra storia.
Spero di esserti stato utile.
Una buona serata.
omega



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Apocalisse Laica

Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo