La vita fugge, il tempo vola

È finito un altro anno scolastico. Mi viene in mente quella cosa che dicevamo da ragazzini: “La vita fugge e il tempo vola e noi cretini andiamo a scuola.” Da qualche giorno mi martella in testa la stessa identica frasina scemina, che però fa così: “La vita fugge, il tempo vola e noi cretini paghiamo l’Imu.” Non c’è nemmeno la rima, perché ormai anche la rima è un lusso, da queste parti.

PAROLE – La frasetta che si diceva ai miei tempi stava a significare che noi giovani di allora ritenevamo ingiusto, con tutto lo spirito rivoluzionario e innovativo che è connaturato alla giovinezza, passare gran parte dei tempo sui banchi. Ovvio che sapevamo che lo studio è fondamentale per capire meglio le cose ed evincersi da certe situazioni, per cercare di fare un bel lavoro e di migliorare il proprio futuro. Però sapevamo anche che essere troppo sottomessi alle regole e regoline ti fa magari dottore, ma non ti fa libero pensatore, non ti rende uomo libero. Si parte ribelli, da giovani, e poi il resto del tempo lo si usa per trovare un equilibro tra i vari aspetti e desideri, e intanto ci si barcamena.

SPOLPATI - Allora perché, giacché appunto la vita fugge e il tempo vola, si arriva all’età adulta per rassegnarsi a pagare l’Imu? Per rassegnarsi a essere ancora una volta spolpati per bene? E da chi, poi? Da chi ha detto che chi non studia è sfigato (ma non gliel’hanno insegnato da bambino che non si usa la propria cultura e il proprio status per mortificare il prossimo?), da chi ha piazzato nelle università i figli, poi ha detto che avrebbe strutturato le scuole secondo il merito e poi ha cambiato di nuovo idea e ha detto che andava bene così. Così come? Con le raccomandazioni e le spintine in avanti per le persone giuste che arrivano dagli ambienti giusti? Quel così, immagino. Dicono che va bene così, che dobbiamo essere uniti e coesi e solidali per il bene comune della nazione. Ma va là. Noi qui siamo anche uniti e coesi e solidali, soprattutto nel desiderio di spedire alle ortiche chi ci spiega come dobbiamo vivere, pur vivendo in modo completamente diverso dal nostro, e soprattutto sulle nostre spalle. Ma li vedete come sono? Ma sentite quello che dicono, vecchi e nuovi fustigatori dei costumi che preferiscono fustigare gli altri piuttosto che se stessi? No, basta.

IL NUOVO STANTIO CHE AVANZA - Potremmo dire di essere finiti dritti nella trama della Fattoria degli Animali di Orwell, ma non è nemmeno così. Forse per un tempo ci siamo stati, nel paese in cui i maiali comandavano a avevano stabilito che alcuni animali sono più uguali degli altri. Adesso invece siamo piuttosto nella Fattoria degli Animali Impagliati, in un mondo imbalsamato che ci ha chiesto, ci chiede e ci chiederà grandi sacrifici e poi si permette anche di dire cose del tipo “ops, scusate, malgrado vi siate svenati per noi le cose vanno male lo stesso. Su, dai, dateci ancora qualcosina in più che a settembre, quando torniamo dalla Polinesia, vediamo se riusciamo a combinare qualcosa di meglio.” E se la cantano e se la suonano. Si parlano tra loro, si invitano tra loro, tra politici senza elettori, tra giornalisti senza lettori. Cercano di propinarci il nuovo stantio che avanza. In alternativa ci sono Grillo, Saviano e Montezemolo che sarebbero i nuovi garanti di non si sa bene che cosa. Per quanto mi riguarda preferisco non avere garanzie. Al limite potremmo informarci se da settembre Pippo è libero da contratti (in questi tempi anche lui è a rischio licenziamento). Abbiamo già provato il multimilionario Paperone ed è andata male, Topolino il professorone ed è andata male. Adesso ci propongono Rockerduck, un altro ricco che inoltre se la tira moltissimo, Gastone, che ogni cosa che dice si trasforma in oro e quindi giù a parlare ogni tre per due, e Paperoga, che un po’ fa ridere ma poi stufa. Che dire? Datosi il parterre, Pippo potrebbe rappresentare una valida alternativa. Decisamente.

Clementina Coppini
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