Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Protesta in Rete: Adidas ‘stoppa’ le scarpe con le catene da schiavi

Ultimo Aggiornamento: 07/07/2012 23:31
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 1.949
Post: 523
Città: SALERNO
Età: 59
Sesso: Maschile
Utente Veteran
01/07/2012 16:06
 
Quota

Clamorose quanto opportune sviste...

Ma si può essere più idioti di così? Ve le meritereste davvero le catene, coxxxxxi che non siete altro. Mi riferisco a quelli che le hanno apprezzate e comprate. A chi le ha prodotte tanto di cappello, adesso sanno fin dove può arrivare l'idiozia del popolo bue.

Questo è il limite di chi guarda solo fino alla punta del proprio naso (che non deve essere neanche tanto lungo a giudicare dal commento finale): un giudizio squisitamente estetico sul cattivo gusto di un'idea lanciata per promuovere un prodotto commerciale e si tace (per ignoranza o perchè difficilmente se ne comprende l'effettiva portata) su quella che è l'aspetto più importante e pregnante della storia.
A beneficio di quanti non avrebbero letto nulla in proposito (non su questo forum, intendo) e sperando in un rigurgito delle coscienze anestetizzate di quanti credono marginali determinati argomenti - mentre incoerentemente si riempiono la bocca di paroloni riguardo ai diritti umani, alle libertà delle coscienze violate, ai soprusi ed abusi subìti da vittime innocenti - riporto l'articolo dell'Indipendent dove vengono denunciati fatti che anch'io ho riportato in diversi post (riguardo altri casi) e che spesso e sovente sono stati tacciati come sciocchezze e artifici retorici a cominciare dell'autrice di questo post e a seguire da quanti nella loro straordinaria semplicità e nettezza di opinione hanno mostrato un'aridità di pensiero pari solo alla bassezza delle argomentazioni addotte.


Non c’è pace per Adidas. Dopo che è stato scoperto che le divise ufficiali delle Olimpiadi di Londra 2012 sono prodotte in Indonesia, in fabbriche dove gli operai e le operaie lavorano in condizioni di sfruttamento prossime alla schiavitù


Kathy Marks, corrispondente dal sudest asiatico del quotidiano britannico, è andata in Indonesia, dove l'azienda tedesca - partner ufficiale dei Giochi - si serve di varie fabbriche in appalto. Ha scoperto sfruttamento, vessazioni, stipendi da fame e straordinari non pagati. L'esatto opposto di quanto predicato e raccontato dal comitato organizzatore inglese.

Smascherati: la realtà che si cela dietro le Olimpiadi ‘etiche’ di Londra”. Efficace già dal titolo, il lungo reportage di Kathy Marks, corrispondente dal sudest asiatico del quotidiano britannico The Independent, è un eccellente esercizio di verità che mette a nudo le ipocrisie del carrozzone olimpico moderno e delle aziende che lo sponsorizzano. Kathy Marks si è recata in Indonesia, nella città industriale di Tangerang, dove Adidas, partner ufficiale di London 2012, si serve di varie fabbriche in appalto per produrre scarpe e abbigliamento sportivo con il suo marchio. E quello che ha trovato è, nelle sue parole, “una serie di fabbriche dove mancano i basilari diritti: i lavoratori sono sfruttati, lavorano fino a 65 ore la settimana per paghe da miseria, subiscono abusi verbali e fisici, sono costretti a fare straordinari anche non pagati e vengono puniti se non raggiungono gli obiettivi di produzione“.

Un inferno. Un sistema di produzione concentrazionista per permettere che a luglio e ad agosto il mondo possa assistere a quelli che sono stati presentati dagli organizzatori come i giochi olimpici “più etici della storia”. Adidas, che il mese scorso ha presentato la sua collezione disegnata da Stella McCartney per la divisa olimpica degli atleti britannici, prevede profitti di centinaia di milioni di euro solo dalla vendita di prodotti con il suo marchio abbinati all’Olimpiade. Eppure, per la produzione di queste merci, ha scelto di servirsi di lavoratori che vengono pagati meno di 50 centesimi l’ora. Un comunicato stampa della multinazionale tedesca assicura che le condizioni di sfruttamento sono un’eccezione e non la norma, e che gli straordinari degli operai, se ci sono, devono essere ‘volontari’.

Poi, tramite il comitato organizzatore di London 2012 (Locog) fa sapere che sarà condotta un’ulteriore indagine, al termine della quale i risultati saranno resi pubblici. Lo stesso Locog si dice “scioccato” dall’inchiesta di The Independent e annuncia che “agirà al più presto per proteggere i diritti dei lavoratori”. Se non è certo una novità che diverse aziende, da Apple a Nike, utilizzano manodopera a basso costo nei paesi cosiddetti in via di sviluppo, dove le tutele sindacali sono blande o inesistenti, in questo caso ad andarci di mezzo è anche l’organizzazione di London 2012. Da un punto di vista etico. Perché dietro la maschera di giochi etici e sostenibili si aprono voragini: come il disinteresse totale dimostrato dal comitato organizzatore sulle condizioni dei lavoratori che producono i prodotti ufficiali; o come la scelta di utilizzare come sponsor principale per lo Stadio Olimpico la Dow Chemical, multinazionale statunitense che anni fa ha rilevato la Union Carbide, azienda responsabile del disastro di Bophal in India.

E da un punto di vista formale. Perché come fabbriche in appalto di Adidas, partner ufficiale olimpico, i nove stabilimenti visitati da Kathy Marks sarebbero infatti obbligati ad ottemperare all’Ethical Trading Initiative (ETI): un accordo internazionale firmato e sottoscritto dal Locog e da tutte le aziende partner di London 2012. Il regolamento ETI prevede che agli operai sia corrisposto uno stipendio del 20 per cento superiore al salario minimo di ogni paese, cosa che puntualmente non accade, e che siano tutelati i basilari diritti sindacali. Invece Kathy Marks ha appreso che in queste fabbriche chiunque faccia attività sindacale è licenziato in tronco. Peccato che per Adidas questi licenziamenti risultino essere un semplice ridimensionamento della forza lavoro produttiva. Inoltre nessuno degli operai intervistati è a conoscenza dell’accordo ETI, né tantomeno della possibilità di contattare il Locog per denunciare le condizioni di sfruttamento. Anche perché, spiega The Independent, ancora a febbraio il codice etico era stato tradotto solo in mandarino.

Dal canto suo Adidas fa sapere che conduce annualmente ispezioni in tutte le fabbriche utilizzate in appalto per la produzione. Peccato che, come racconta un sindacalista indonesiano, i lavoratori di queste fabbriche siano avvisati in anticipo delle ispezioni. I luoghi di lavoro sono “ripuliti”, gli operai obbligati a rendersi “presentabili”, se non nascosti in bagno per non essere visti, e comunque a rispondere ai questionari di Adidas come già concordato in precedenza con i quadri della fabbrica. Anna McMullen, portavoce della campagna Playfair 2012 che monitora le condizioni dei lavoratori olimpici, spiega: “Ogni procedura di autocontrollo da parte di Adidas è stata un fallimento. L’azienda si è dimostrata disinteressata alle condizioni dei lavoratori e inadempiente ai minimi standard di controllo pur di raggiungere il massimo profitto”. Adidas Italia, cercata con insistenza da ilfattoquotidiano.it, non si è resa reperibile per alcun commento.



Forse postare questo articolo avrebbe potuto turbare chi aveva in mente di acquistare un prodotto Adidas.
Vediamo se c'è ancora chi avrà il coraggio...pardon, lo stomaco di farlo sapendo questo.
Ah, già...qualcuno ha scritto che è vero (o è giusto, o è bene ecc.) SOLO ciò che ognuno reputa che sia tale. Comodo alibi per avere sempre l'asso nella manica durante un confronto. Solo che coloro che hanno assi nella manica sono comunemente chiamati: BARI!!!!!
Comunque il mio essere credente mi impone di sperare che le cose possano sempre cambiare. Magari, qualcuno sta già riflettendo sulla questione e comincia a mettere davvero in moto il proprio cervello.

Un fraterno saluto. [SM=g27811]

Freddie
-------------------
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Risposta Veloce
Nick  
Titolo
Messaggio
Smiles
Copia il codice di controllo qui sotto





Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:32. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com