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La purga cattolica. Altro che Tdg.

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2013 01:06
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03/04/2013 19:18
 
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LA PURGA CATTOLICA (1)

 

Ho ribadito più volte quanto l’Antico Testamento non abbia nulla da invidiare ai testi della mitologia levantina. E, come loro, presenti animali leggendari.

È bello vedere, però, per non ci avesse mai fatto caso, ai salti mortali fatti dai traduttori dell’ultima versione cattolica della Bibbia (che ho appena ricevuto) al fine di presentare animali decenti e ragionevoli e non mostri mitologici. Sapete qual è la soluzione adottata quando non ci sono riusciti: la cancellazione del testo ebraico. Rimosso. Eliminato. Senza nemmeno una noticina a pie’ di pagina per spiegare la purga. Ecco un esempio tratto da Geremia 8,17:

 

«Ecco, io sto per mandarvi serpenti velenosi contro i quali non esiste incantesimo, ed essi vi morderanno» dice il Signore.

 

Nulla di strano, almeno in apparenza. Ma se guardiamo l’originale leggiamo:

 

כִּי הִנְנִי מְשַׁלֵּחַ בָּכֶם, נְחָשִׁים צִפְעֹנִים, אֲשֶׁר אֵין-לָהֶם, לָחַשׁ; וְנִשְּׁכוּ אֶתְכֶם, נְאֻם-יְהוָה. 

 

L’ebraico, tuttavia, oltre ai «serpenti» (נְחָשִׁים) ha anche צִפְעֹנִים, ovvero, un tipo di serpente alato ricorrente nella mitologia ugaritica, il cui sguardo era mortale («basilisco»?). 

 

Cosa hanno fatto i traduttori cattolici? Hanno purgato il sostantivo nella traduzione, capendo come sarebbe stato ridicolo e pensando, forse, che ben in pochi avrebbero verificato il testo originario.

 

Ma ci sono altri brillanti esempi di manipolazione e cancellazione del testo, di cui parlerò nei prossimi giorni.

 
 >> Continua



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03/04/2013 19:23
 
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UN IPPOPOTAMO MIRACOLOSO (2)

Mi sono preso l’impegno e cerco di mantenerlo. La volta scorsa vi avevo parlato di come i traduttori della Bibbia cattolica avessero fatto sparire un mostro mitologico dalla versione italiana. Oggi vi svelo il miracolo dell’ippopotamo: ovvero, il salto mortale fatto per trasformare un altro animale mitologico in una bestia comune.

 

Il brano in questione è Giobbe 40,15-24:

Ecco, l'ippopotamo, che io ho creato al pari di te,
mangia l'erba come il bue.
Guarda, la sua forza è nei fianchi
e il suo vigore nel ventre.
Rizza la coda come un cedro,
i nervi delle sue cosce s'intrecciano saldi,
le sue vertebre, tubi di bronzo,
le sue ossa come spranghe di ferro.
Esso è la prima delle opere di Dio;
il suo creatore lo ha fornito di difesa.
I monti gli offrono i loro prodotti
e là tutte le bestie della campagna si trastullano.
Sotto le piante di loto si sdraia,
nel folto del canneto della palude.
Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici,
lo circondano i salici del torrente.
Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema,
è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca.
Chi potrà afferrarlo per gli occhi,
prenderlo con lacci e forargli le narici?

 

Il sostantivo tradotto come «ippopotamo» è בְהֵמוֹת, che tutto può significare tranne che ippopotamo. Nell’ebraico corrente è un sostantivo femminile plurale della forma בְהֵמַה, cioè «bestia» o «bue». Nella forma al plurale femminile significa «bestiame». Tuttavia, nel testo di Giobbe בְהֵמוֹת (behemot) è usato al maschile singolare. Basta guardare le concordanze nel testo. 

 

Inoltre, è chiaro come «rizza la coda come un cedro» sia una simbologia fallica; o come le vertebre di bronzo e le ossa di ferro abbiano chiare allusione metaforiche. Ma non solo: in Palestina non ci sono gli ippopotami, né tanto meno nel fiume Giordano. Allora di cosa si tratta?

 

La riposta è un testo della mitologia cananea (ANET 83-85), dalla quale gli israeliti trassero spesso ispirazione. Oltre a questo brano ugaritico, ci sono anche versioni mesopotamiche ancora più antiche che descrivono questo bue mitologico che viveva sulla terra e nelle acque. 

 

Il בְהֵמוֹת (behemot) è il compagno di Lotan nei testi ugaritici, così come in Giobbe esso viene associato al Leviatano: Behemot-Lotan (Ugarit) e Behemot-Leviatan (Bibbia). 

 

Arcano svelato, dunque. È semplicemente un’altra creatura leggendaria che popola la saga biblica.

Che per qualcuno resta - e questo è il vero mistero - un libro di storia. (continua...)




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03/04/2013 19:28
 
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LA SPARIZIONE DEL DRAGO (3)



Procediamo nel viaggio del pudore (prima puntataseconda puntata). Isaia (13,22) ha una visione: Babilonia sarà distrutta e gli animali del deserto si insedieranno nella città:


Ululeranno le iene nei loro palazzi,
gli sciacalli nei loro edifici lussuosi.
La sua ora si avvicina,
i suoi giorni non saranno prolungati.

 

Diamo un’occhiata al testo ebraico:
 

וְעָנָה אִיִּים בְּאַלְמְנוֹתָיו, וְתַנִּים בְּהֵיכְלֵי עֹנֶג; וְקָרוֹב לָבוֹא עִתָּהּ, וְיָמֶיהָ לֹא יִמָּשֵׁכוּ.

 

I primi animali a comparire nel testo sono gli אִיִּים, un sostantivo usato solo al plurale per «bestie selvatiche». «Iene», quindi, può essere accettabile. I secondi, invece, sono i תַנִּים, che nella traduzione cattolica diventano «sciacalli». Ma תַנִּים (tanniym) significa «drago» o «mostro marino» e non sciacallo. Deriva dalla radice תַּן (tan) che, appunto, nella mitologia ugaritica designa draghi e altre creature mostruose marine. 

 

Tra l’altro, non c’era nulla di male se i traduttori cattolici avessero lasciato «drago» invece del ridicolo «sciacalli» perché si trattava di una visione avuta da Isaia. Ma lasciare un drago nell’Antico Testamento, forse, avrebbe colorato di favola un racconto che si vuole autorevole anche dal punto di vista storico. E allora: via. Arriva la purga.

 

Ma non è finita qui: se diamo una letta a Ezechiele (29,3) capiamo ancora meglio questi miracoli nella traduzione:

 
Parla dunque dicendo: Così dice il Signore Dio:
Eccomi contro di te, faraone re d'Egitto;
grande coccodrillo, sdraiato in mezzo al fiume.

 

Che nell’originale ebraico recita:

 

דַּבֵּר וְאָמַרְתָּ כֹּה-אָמַר אֲדֹנָי יְהוִה, הִנְנִי עָלֶיךָ פַּרְעֹה מֶלֶךְ-מִצְרַיִם, הַתַּנִּים הַגָּדוֹל, הָרֹבֵץ בְּתוֹךְ יְאֹרָיו:  אֲשֶׁר אָמַר לִי יְאֹרִי, וַאֲנִי עֲשִׂיתִנִי.

 

Da non credere: lo stesso identico sostantivo תַּנִּים, che in Isaia  è «sciacalli», in Ezechiele diventa miracolosamente «grande coccodrillo». Avessero lasciato «drago» in entrambe le occasioni 

sarebbe stato certamente più dignitoso. E filologicamente corretto. (continua...)

 
 



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03/04/2013 19:47
 
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HANNO SEGATO LE CORNA A DIO (4)



Un vero spasso vedere i salti mortali fatti dai traduttori cattolici - ma, questa volta, anche dai protestanti - per rendere digeribile un versetto contenuto nel libro dei numeri. È il 23,22:

אֵל, מוֹצִיאָם מִמִּצְרָיִם--כְּתוֹעֲפֹת רְאֵם, לוֹ.
Dio, che lo ha fatto uscire dall'Egitto, è per lui come le corna del bufalo.

Partiamo col dire che quella cattolica è la traduzione peggiore: più manipolata e fuorviante di tutte quelle mai uscite. Le falsificazioni riguardano «Dio» che in questo versetto è אל (El) e non יהוה (Yahweh) né אלהים (Elohim) e anche «bufalo», in ebraico ראם (r’em).

Già la Vulgata aveva questa versione:

Deus eduxit eum de Aegypto cuius fortitudo similis est rinocerotis.

Il «bufalo» era un rinoceronte. In molte versioni è tradotto con «toro» (spagnolo), «unicorno» (inglese) o «montone» (tedesca). Ma è l’intera traduzione di questo costrutto sintattico ad essere stata manipolata ad arte. Eppure è molto semplice con una elementare traduzione letterale e anche filologicamente logica se si conosce la mitologia di Canaan.

אֵל, מוֹצִיאָם מִמִּצְרָיִם--כְּתוֹעֲפֹת רְאֵם, לוֹ.
El li porta fuori dall’Egitto, egli [El] ha come corna di bufalo

Basta dare un’occhiata alle numerose statuette cultuali (foto sopra e qui sotto), che raffigurano il dio El sotto forma di bovino.








Gli israeliti, infatti, associando il loro dio a quello cananei, ne avevano assorbito anche le peculiarità. Insomma, dio era un forte animale cornuto. Ma la censura ha trasformato El in Dio e gli ha perfino segato le corna.

>>> Continua



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03/04/2013 19:52
 
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LA TRASFORMAZIONE DELLA CIVETTA (5)

  

Concludo oggi il mio breve viaggio nella purga cattolica: ovvero, come i traduttori si siano coperti di ridicolo nel mascherare alcuni elementi mitologici nell’Antico Testamento. 

 

Oggi vi voglio presentare un animale d’eccezione: la civetta. Cosa ci sarà di tanto strano? vi chiederete giustamente. La civetta è la civetta. In realtà è una bestia molto più strana, forse lontana parente del «sarchiapone» della famosa gag di Walter Chiari. Ma procediamo per gradi.

 

Prendiamo Isaia 34,14:

 
Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l’un l’altro; vi faranno sosta anche le civette.

 

L’ebraico recita:

וּפָגְשׁוּ צִיִּים אֶת-אִיִּים, וְשָׂעִיר עַל-רֵעֵהוּ יִקְרָא; אַךְ-שָׁם הִרְגִּיעָה לִּילִית, וּמָצְאָה לָהּ מָנוֹחַ.

 

L’aspetto leggendario del brano già emerge la presenza dei «satiri» (שָׂעִיר). I «gatti selvatici» - in ebraico צִיִּים - designano più propriamente «animali del deserto». Ma, almeno fin qui, nulla di eccessivamente forzato. Il miracolo avviene con la «civetta». Infatti, לִּילִית (LYLYT) non significa per nulla «civetta», ma è «mostro notturno» ben noto nella mitologia accadica (lilitū) e sumera (lîl). Il sostantivo deriva da לַיְלָה (LYLH), che significa appunto «notte». Questo mostro notturno appare per la prima volta nell’Epopea di Gilgamesh ed è ben noto dai testi ugaritici e fenici. 

 

Gli israeliti sapevano bene, quindi, che si trattava di questa spaventosa creatura malefica legata alla notte. Ma i nostri traduttori cattolici hanno tirato fuori dal loro cilindro una «civetta». Che è pur sempre un animale notturno. Che astuzia.

 

L’Antico Testamento è un affascinante libro che mescola elementi storici alla mitologia dell’antico vicino oriente per creare la saga degli ebrei.

Rimuovere o mascherare gli elementi leggendari è un’operazione filologica inaccettabile e furbesca.

 

I quattro post precedenti sull’argomento:

 

1. La purga cattolica

2. Un ippopotamo miracoloso

3.La sparizione del drago

4.Hanno segato le corna a dio

 

Come promesso, sto preparando una spazio apposito dove raccogliere e rendere immediatamente disponibili queste informazioni.

 

UPDATE: la pagina è pronta; il titolo «La Purga» non mi piace molto. Se vi venisse in mente qualcosa di meglio - in una sola parola - fatemelo sapere che lo modifico volentieri.

 
[Modificato da ReteLibera 03/04/2013 19:53]



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03/04/2013 20:19
 
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Ottimo articolo, lo rubo per il sito. [SM=g27811]


Veramente interessante, specialmente la parte di El con le corna. [SM=x789049]



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


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04/04/2013 13:36
 
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Re:
kelly70, 03/04/2013 20:19:

Ottimo articolo, lo rubo per il sito. [SM=g27811]


Veramente interessante, specialmente la parte di El con le corna. [SM=x789049]



A PROPOSITO DI CORNA: (Ecco un altro interessante articolo)




MOSE' e le sue "CORNA" e gli Everim

 

Che Mosè sia stato un egiziano, ormai dovrebbe essere accettato senza discussioni nel mondo dell'erudizione scientifica. 

Lo stesso nome, Mosè (Moshe), ne denuncia l'origine. Come ben saprai, Michelangelo realizzò il suo Mosè "dotandolo" di un bel paio di corna. Perchè ?..

Nella Bibbia (le versioni che oggi conosciamo) è scritto che Mosè quando discese dal Sinai con le tavole della legge, aveva il volto splendente e due raggi partivano dalla sua fronte.

Nella Bibbia consonantica sono riportate le lettere "KRN". Introducendo le vocali per ottenere la parola "raggi" si ottiene KaRan. Tuttavia, è possibile anche una diversa vocalizzazione, come ad esempio "KeReN" ottenendo la parola "corna".

Sembra che ancora ai tempi di Michelangelo, una certa parte degli ebrei della diaspora si tramandasse che in origine la parola che appariva nella storia dell'Esodo fosse proprio "Keren"! Molto probabilmente con la riforma di Giosia-Hilkya la parola divenne "ufficialmente" Karan, cioè raggi, in quanto "keren" aveva un significato che poteva destare la curiosità degli studiosi che si interessavano alla Bibbia.

Sembra che Michelangelo sia venuto in contatto con persone che si tramandavano la tradizione secondo la quale il trigramma KRN significa corna e non raggi !..

Ma perchè vi fu il rifiuto da parte del mondo sacerdotale gerosolimitano ad accettare la parola "keren", cioè corna ?...

E' semplice: Mosè aveva le "corna" sia quando salì sul Sinai,
sia quando ne scese !

Ovviamente si trattava di corna posticce, applicate su un particolare copricapo. Ma perchè Mosè aveva un tale copricapo ?..Perchè egli fu un SACERDOTE del DIO AMON od AMEN !

Questo dio, il principale del pantheon egizio, era raffigurato sia in sembianze antromorfe, sia con il corpo da uomo e la testa di ariete. Nella versione antropomorfa egli indossava uno speciale copricapo, lo stesso indossato dai sacerdoti del culto di Amon. 

Ai lati della testa, il Dio aveva due corna che gli spuntavano da sotto il copricapo. Queste sono dunque le origini delle "corna" di Mosè: le corna simboliche, montate sul suo copricapo, quale elemento rappresentativo del Dio del suo culto, e cioè il Dio Amon/Amen, chiamato anche il "Dio cornuto".

Ora, se Mosè era un sacerdote del culto di Amon, deve essere individuata la causa che lo spinse, insieme ad altri sacerdoti dello stesso culto (forse i celebri "leviti") ed un numero imprecisato tra civili e soldati fedeli alla casta sacerdotale "amonita", a fuggire dall'Egitto e dar vita a quello che gli ebrei chiamano "Esodo", convinti che si trattò di una fuga di israeliti dall'Egitto !

Per quanto sopra esposto, tutto ciò ci riconduce obbligatoriamente ad un personaggio ben preciso: il faraone Akhenaton (o Ekhenaton). Questo faraone, infatti, per rientrare in possesso delle sue prerogative di sovrano imperiale, di fatto usurpate dalla potente casta sacerdotale del dio AMON durante il regno del padre, Amenofi III, decise di istituire una forma di monolatria (erroneamente considerata un monoteismo) centrata sul culto di Aton (il disco solare: praticamente una "versione" di Amon-Ra).

La potente casta sacerdotale amonita cadde in disgrazia e venne messa al bando; i templi di Amon vennero chiusi in tutto l'Egitto. E' molto probabile che vi possa essere stato un accenno di reazione da parte della casta sacerdotale colpita dalle misure repressive di Akhenaton: cosa questa che rese particolarmente violenta la rappresaglia del faraone. 
Questo potrebbe aver giustificato la decisione dei sacerdoti di Amon, con Mosè quale capo carismatico, di fuggire dall'Egitto per scampare alla reazione di Akhenaton.

Una volta fuori dall'Egitto, questo popolo dell'Esodo tentò di insediarsi in vari territori a sud della Cananea, oltre il Giordano.
I Madianiti ed i Moabiti che abitavano quei territori non permisero ai fuggiaschi di insediarsi nei loro territori e così i fuggitivi dell'Esodo furono costretti a vagabondare qua e là, sino a che raggiunsero il territorio che venne successivamente indicato "tribù degli ammoniti" (in ebraico "benei Ammon", i figli di Ammon: da tenere presente che Amnon è il nome che i greci diedero all'Amon degli egizi, equivalente, come importanza, allo Zeus degli stessi greci).

Il territorio in cui i fuoriusciti dall'Egitto si insediarono era prevalentemente semidesertico, non ambito dagli altri popoli circostanti e così esso divenne luogo di transito dei pastori semitici che si spostavano perennemente nell'area compresa tra il fiume Eufrate e la costa mediterranea, inseguendo i pascoli stagionali per il proprio bestiame.

Cananei (probabilmente un miscuglio di fenici ed aramei) chiamarono gli ammoniti (i "figli" di Ammon/Amon) "Everim" (eberim): termine da cui, quasi sicuramente, derivò il nome "ebrei". 
La parola "everim" in ebraico aveva il significato di "quelli di là del fiume". 
Per mistificare tale significato, coloro che manomisero la tradizione biblica, per renderla più "duttile" ai loro scopi, si inventarono anche un patriarca: Hever, il capo tribù caldeo alla quale apparteneva lo stesso Abramo.

Come ho già affermato nell'altro post, è molto probabile che gli ammoniti, praticamente filoegiziani, visto il legame di sangue, si siano alleati con il faraone Merenptah durante la campagna palestinese condotta da questo faraone contro i canaaniti e le tribù israelitiche (di origine tutt'ora oscura) stanziate nel nord della Palestina. Non solo gli Ammoniti, ma anche i Moabiti si allearono (o comunque combatterono contro gli israeliti) con gli egiziani.

Quello di Giosuè che traversa il Giordano arrestandone le acque, alla maniera di Mosè, non è altro che un racconto mitico, per celebrare l'invasione degli Ammoniti (o Amoniti, o Aumeniti, da Aw-Man: un altro modo per riferirsi ad Amon) delle terre di Canaan. Con il tempo, questi "figli di Amon" estesero il loro dominio sino all'alta Galilea, dominando completamente sulle aree circostanti il lago di Tiberiade (Mar di Galilea).

Tutto questo giustifica i molti nomi di chiaro stile egiziano dato a quei luoghi, come ad esempio "Naftali". Non solo, da quanto risulta dall'enciclopedia giudaica, ci sono specchi d'acqua sorgiva nel nord-ovest del lago di Tiberiade associati al nome del fiume Nilo: un'altra conferma che i luoghi, per un tempo imprecisato, vennero occupati da popolazioni di origine egiziana.

Da ricordare che gli Ammoniti venivano chiamati, da parte dei Cananei che si trovano sul lato occidentale del Giordano, anche "everim" (eberim) che, come già detto, significava "quelli di là dal fiume" (questo fatto lascia intuire che la definizione di "ammoniti" fu molto tarda e che al tempo dell'invasione di Canaan gli ammoniti non avevano ancora una definizione specifica e questo perchè il loro insediamento nella zona, attuale Giordania del nord-ovest, fu molto tardo rispetto agli altri popoli delle aree circostanti)

Dunque, per quanto detto, dal tempo dell'invasione ammonita, Canaan venne dominata dagli "everim", da cui la probabile origine del nome "ebrei". Ovviamente, i canaaniti che rimasero nei loro ex territori col tempo si fusero con gli ammoniti per dare origine ad una nuova etnia: quella, appunto, degli "ebrei", cioè di quelli che vennero di là dal fiume (Giordano). Stessa cosa avvenne per gli appartenenti alle tribù israelitiche dell'alta Galilea che finirono sotto il dominio degli "everim".

Dal momento che le fortune degli everim furono strettamente legate a quelle degli egiziani i quali, dal canto loro, erano ben contenti che i principali territori della Palestina fossero governati da un popolo a loro affine (quello degli egiziani dell'Esodo), in quanto, al momento opportuno, esso poteva diventare un valido alleato contro gli invasori provenienti da Oriente (Assiri, Babilonesi, Persiani, Ittiti, ecc.)

Quando nei secoli immediatamente successivi la potenza dell'Egitto si ridimensionò (praticamente il fenomeno iniziò già dalla morte di Merenptah), venne meno anche l'impegno egiziano nell'area palestinese e questo determinò il fatale indebolimento degli everim i quali, piano piano, vennero sospinti a sud dalla pressione delle combattive tribù israelitiche del nord. 
Il nucleo "storico" degli everim venne ricacciato al di là del Giordano, ma una parte di loro rimase nell'area conosciuta successivamente come "tribù di Beniamino (quasi sicuramente da "benei Amen/Amon). Ciò lo si può dedurre dal fatto che il culto praticato dai beniamiti era praticamente uguale a quello degli ammoniti.

Secondo la Bibbia i beniamiti sacrificavano a Baal, mentre gli ammoniti a Moloch (sicuramente una corruzione di Melek: re, signore, padrone). I moabiti invece sacrificavano a Kemosh. In tutti e tre i casi, non si trattava del nome di divinità, ma solo di un identico attributo: signore, padrone. Il nome della divinità era in realtà Amon (da cui, appunto, Ammoniti: cioè adoratori di Amon).

Con l'invasione della Canaanea da parte degli everim il culto di Amon si estese in tutta l'area palestinese. Quando venne meno la forza degli everim e gli israeliti si sostituirono parzialmente ad essi nell'area centro settentrionale (in Giudea rimasero più forti gli influssi dei Filistei: la stirpe dei "popoli del mare"), il culto di Amon rimase, anche se affiancato ad altri culti. 
Tuttavia, per differenziarsi dagli ammoniti, gli israeliti chiamarono il loro dio con il celeberrimo tetragramma: YHWH !.
Da notare che tale tetragramma altro non è che l'acronimo formato dalle iniziali delle parole "Yod he waw he", le quali significano: Io sono colui che è.
Non ci vuole molto a capire che questo Dio era esattamente identico al Dio Amon degli ammoniti: infatti, anche l'Amon di Mosè era indicato con un trigramma: NPN, acronimo che sottende le parole egiziane "Nuk Pu Nuk", che significano: IO SONO CHI SONO !!..
By Elio - Eliofiore_S@libero.it

 

 

Anch'io ho fatto delle ricerche su queste corna e sono così venuto a sapere della strana storia della parole KaRan e KeReN, ottenute vocalizzando il gruppo consonantico KRN presente nella Bibbia
consonantica. (i Masoreti introdussero le due "a", fissando quindi il significato in "raggi").

Seppi così che Michelangelo aveva dato credito alla tradizione "parallela" che riportava per il medesimo gruppo consonantico la parola "keren", cioè corna. E' ovvio che a questo punto vi doveva
essere una spiegazione ben precisa per tale parola, cioè per tali corna.

Ricordandomi che l'immagine antropomorfa di Amon aveva un particolare copricapo da cui uscivano sul davanti due corna e che tale copricapo era praticamente identico a quello indossato dai suoi sacerdoti, mi è venuto da riflettere molto seriamente su tutta la vicenda. E così ho ricollegato il fatto che nella Bibbia, sebbene si affermi che il "patriarca" degli Ammoniti fosse stato "Benammi", uno dei figli di Lot, gli stessi ammoniti venivano sempre indicati come "i figli di Ammon" (benei Ammon).. Perché ?..Tutto ciò non ha senso, dal momento che gli appartenenti a tale "tribù" avrebbero dovuto chiamarsi "i figli di Benammi" (benei Benammi) se Benammi fosse stato davvero il loro patriarca!!

La Bibbia, come pure i Vangeli, venne scritta ad uso e consumo dell'erudizione di allora, laddove il grado di scolarizzazione era estremamente basso, essendo circoscritta ad elite di classe. Dunque,
il popolino mancava assolutamente di capacità critica ed accettava per buono qualunque cosa venisse a lui propinata come "verità" assoluta o addirittura "parola di Dio"!!..

La definizione "figli di Ammon" che appare nella Bibbia, non lascia spazio ad equivoci:
Gli ammoniti dovevano, quantomeno, "discendere" da un patriarca di nome "Ammon".

Sapendo che i greci (i quali dominarono sulla Palestina per oltre due secoli) chiamavano l'Amon egizio "Ammon" e che il popolo dell'Esodo, prima di diffondersi nella terra di Canaan, si era insediato aldilà del Giordano (cioè nell'attuale Giordania del nord), non mi ci è voluto molto, a questo punto, ad intuire tutta la verità !..

Il fatto stesso che i falsificatori dell'originaria tradizione biblica avessero cercato di obnubilare l'evidenza rappresentata dalla stessa tradizione che voleva gli Ammoniti "figli di Amon", è indice che dietro tutto ciò c'era una verità che si intendeva mantenere nascosta !

Dunque, gli "ammoniti" altri non furono che i discendenti del popolo dell'Esodo, costituito in origine da elementi esclusivamente egiziani ai quali si unirono, con il tempo, pastori nomadi provenienti dalle aree della Mesopotamia occidentale. Questo giustifica la tradizione abramitica, parallela a quella mosaica ! Al tempo dell'Esodo non v'erano ancora ebrei, ma solo varie etnie semitiche nel variegato mondo della "mezzaluna" fertile !

Un discorso a parte va fatto per gli Israeliti, i quali erano stanziati nel nord della palestina. Sicuramente essi si differenziavano dai Canaanei e, a differenza di questi, essi erano assai più bellicosi.

Gli studiosi non sono riusciti ancora a mettersi d'accordo sulla reale origine di questo popolo. Giuseppe Flavio scrive nel suo "Contra Apione", circa duemila anni fa, che, secondo lui, gli Israeliti discendevano dai celebri Hyksos (i Re pastori) i quali estesero il loro dominio su tutto l'Egitto del centro-nord.

Anche alcuni studiosi moderni riprendono le tesi di Giuseppe Flavio, avanzando l'ipotesi che una volta scacciati dall'Egitto, essi si insediarono stabilmente nel nord della Palestina. Solo che, anche l'origine di questi Hyksos (termine che comunque non si estende a tutto il popolo, ma solo ai suoi re) rimane oscura.

Esiste l'ipotesi secondo la quale essi provenissero dalla Mesopotamia settentrionale e che furono costretti a spostarsi a sud-ovest (Palestina e poi l'Egitto) sotto la spinta dell'invasione ittita, un impero che all'epoca era in piena espansione.
By Elio - Eliofiore_S@libero.it

PS - in un post di questo stesso tread, io ho riportato le ipotesi dei due "esodi", il secondo dei quali potrebbe aver riguardato proprio i seguaci di Aton, fedeli al faraone Akhenaton (o Ekhenaton) i quali furono costretti a fuggire quando il vecchio potere politico-sacerdotale, ante Akhenaton, riprese in mano le redini del governo dell'Egitto.




http://www.mednat.org/religione/mose_corna.htm



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Email Scheda Utente
04/04/2013 13:39
 
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interessante,grazie,ma allora quale traduzione biblica leggere ?
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Email Scheda Utente
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04/04/2013 13:56
 
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Re:
io.donna, 04/04/2013 13:39:

interessante,grazie,ma allora quale traduzione biblica leggere ?




Quella vietata ai cristiani.




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04/04/2013 14:08
 
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Perle di saggezza




Luca 21, 51
Voi pensate che io sia venuto a portar pace sulla terra?
No, vi dico, ma piuttosto divisione;
52 perché, da ora in avanti, se vi sono cinque persone in una casa, saranno divise tre contro due e due contro tre;
53 saranno divisi il padre contro il figlio e il figlio contro il padre; la madre contro la figlia, la figlia contro la madre; la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocera».
 






Perle di saggezza
 

  • «Il Cavaliere di Cristo uccide in piena coscienza e muore tranquillo: morendo si salva, uccidendo lavora per il Cristo». (Bernardo di Chiaravalle, De laude novae militiae ad Milites Templi, Santo e Dottore della Chiesa Cattolica)

 

  • "Se qualcuno uccide un uomo, perché così vuole Dio, commette un omicidio che è meglio di qualsiasi atto di carità; e, ancora, se qualcuno risparmia un uomo, e lo tratta con indulgenza contro il volere di Dio, questa bontà è più criminale di un omicidio" (Giovanni Crisostomo, IV° Omelia Contro gli Ebrei, 2, Santo della Chiesa Cattolica).

 

  • "Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna...Dalla donna ha avuto inizio il peccato, per causa sua tutti moriamo."(Gesù figlio di Sirach, Ecclesiastico 25:24;42:14,)

 

  • "Odiamo ancora di più la Sinagoga e i Giudei, perché trattano con furore i Profeti...e i Giudei, che trattano con ingiuria gli scritti dei santi allo stesso modo dei carnefici, diventeranno per questo venerabili? Forse che questo non sarebbe il massimo della pazzia? (Giovanni Crisostomo, Omelia Contro gli Ebrei, 5)

 

  • “In verità, le donne sono di razza debole, indegne di fiducia, di mediocre intelligenza. ” (Epifanio, Panarion 79, §1, Santo della Chiesa Cattolica)

 

  • "Foraggio, bastone e pesi per l'asino; pane, castigo e lavoro per lo schiavo. Fa' lavorare il tuo servo, e potrai trovare riposo, lasciagli libere le mani e cercherà la libertà. Giogo e redini piegano il collo; per lo schiavo cattivo torture e castighi. Fallo lavorare perché non stia in ozio, poiché l'ozio insegna molte cattiverie. Obbligalo al lavoro come gli conviene, e se non obbedisce, stringi i suoi ceppi" (Siracide 33:25-29)

 

  • "Schiavi, obbedite ai vostri padroni con timore e tremore, come a Cristo" (San Paolo, Efesini 5:6)

 

  • "Tu donna, sei la porta del diavolo...Tu hai distrutto l'immagine di Dio, l'uomo ! A causa di ciò che hai fatto, il Figlio di Dio è dovuto morire !" (Tertulliano De Cultu Feminarum, libro 1, cap 1)

 

  • Esodo, 32:27 – Alla vista del vitello d’oro, Dio comandò ai figli di Levi: “Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l’accampamento da una porta all’altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l’amico, ciascuno il vicino.” – “In quel giorno caddero circa tremila uomini” e Dio ne fu compiaciuto.

 

  • Numeri, 12:9-14 – Dio si stufò della presenza di Maria e, per questo, la colpì con la lebbra, bandendola dall’accampamento per sette giorni.

 

  • Numeri, 15:32-26 – Un uomo raccolse della legna di sabato. Per ordine divino dato a Mosè, “tutta la comunità lo condusse fuori dal campo e lo lapidò, e quello morì.“

 

  • Numeri, 16:27-33 – Gli uomini si dimostrarono indocili, perciò Dio fece sì che la terra si aprisse ed inghiottisse uomini, donne e bambini.

 

  • Numeri, 31:17-18 – Dio ordinò a Mosè di uccidere ogni maschio madianita tra i bambini, e “ogni donna che ha avuto rapporti sessuali con un uomo” – “ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con uomini, lasciatele in vita per voi.”

 

  • Deuteronomio, 2:33-34 – Sotto la guida di Dio, gli israeliti sterminarono completamente gli uomini, le donne ed i bambini di Sicon. – “Non vi lasciammo nessuno in vita.“

 

  • Giosuè, 6:21-27 – Sotto la direzione di Dio Giosuè distrusse l’intera città di Gerico con la punta della spada; uomini, donne e bambini inclusi. Tenne l’argento, l’oro, il bronzo ed il ferro per Dio e, infine, diede fuoco alla città.

 

  • Giosuè, 8:22-25 – Dio appoggiò Giosuè nel combattere e sterminare dodicimila uomini e donne nella città di Ai. Nessuno sopravvisse.

 

  • Samuele, 12:1 – “Ma ciò che Davide aveva fatto era male agli occhi del Signore.” – Per punirlo il Signore uccise il suo bambino.

 

  • Samuele, 24:15 – Dio mandò una pestilenza sulla città di Israele per punire Davide del suo peccato. Morirono settantamila.


Vogliamo aggiungere anche il diluvio universale?
 





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