Ho ribadito più volte quanto l’Antico Testamento non abbia nulla da invidiare ai testi della mitologia levantina. E, come loro, presenti animali leggendari.
È bello vedere, però, per non ci avesse mai fatto caso, ai salti mortali fatti dai traduttori dell’ultima versione cattolica della Bibbia (che ho appena ricevuto) al fine di presentare animali decenti e ragionevoli e non mostri mitologici. Sapete qual è la soluzione adottata quando non ci sono riusciti: la cancellazione del testo ebraico. Rimosso. Eliminato. Senza nemmeno una noticina a pie’ di pagina per spiegare la purga. Ecco un esempio tratto da Geremia 8,17:
«Ecco, io sto per mandarvi serpenti velenosi contro i quali non esiste incantesimo, ed essi vi morderanno» dice il Signore.
Nulla di strano, almeno in apparenza. Ma se guardiamo l’originale leggiamo:
כִּי הִנְנִי מְשַׁלֵּחַ בָּכֶם, נְחָשִׁים צִפְעֹנִים, אֲשֶׁר אֵין-לָהֶם, לָחַשׁ; וְנִשְּׁכוּ אֶתְכֶם, נְאֻם-יְהוָה.
L’ebraico, tuttavia, oltre ai «serpenti» (נְחָשִׁים) ha anche צִפְעֹנִים, ovvero, un tipo di serpente alato ricorrente nella mitologia ugaritica, il cui sguardo era mortale («basilisco»?).
Cosa hanno fatto i traduttori cattolici? Hanno purgato il sostantivo nella traduzione, capendo come sarebbe stato ridicolo e pensando, forse, che ben in pochi avrebbero verificato il testo originario.
Ma ci sono altri brillanti esempi di manipolazione e cancellazione del testo, di cui parlerò nei prossimi giorni.