Mi sono preso l’impegno e cerco di mantenerlo. La volta scorsa vi avevo parlato di come i traduttori della Bibbia cattolica avessero fatto sparire un mostro mitologico dalla versione italiana. Oggi vi svelo il miracolo dell’ippopotamo: ovvero, il salto mortale fatto per trasformare un altro animale mitologico in una bestia comune.
Il brano in questione è Giobbe 40,15-24:
Ecco, l'ippopotamo, che io ho creato al pari di te,
mangia l'erba come il bue.
Guarda, la sua forza è nei fianchi
e il suo vigore nel ventre.
Rizza la coda come un cedro,
i nervi delle sue cosce s'intrecciano saldi,
le sue vertebre, tubi di bronzo,
le sue ossa come spranghe di ferro.
Esso è la prima delle opere di Dio;
il suo creatore lo ha fornito di difesa.
I monti gli offrono i loro prodotti
e là tutte le bestie della campagna si trastullano.
Sotto le piante di loto si sdraia,
nel folto del canneto della palude.
Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici,
lo circondano i salici del torrente.
Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema,
è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca.
Chi potrà afferrarlo per gli occhi,
prenderlo con lacci e forargli le narici?
Il sostantivo tradotto come «ippopotamo» è בְהֵמוֹת, che tutto può significare tranne che ippopotamo. Nell’ebraico corrente è un sostantivo femminile plurale della forma בְהֵמַה, cioè «bestia» o «bue». Nella forma al plurale femminile significa «bestiame». Tuttavia, nel testo di Giobbe בְהֵמוֹת (behemot) è usato al maschile singolare. Basta guardare le concordanze nel testo.
Inoltre, è chiaro come «rizza la coda come un cedro» sia una simbologia fallica; o come le vertebre di bronzo e le ossa di ferro abbiano chiare allusione metaforiche. Ma non solo: in Palestina non ci sono gli ippopotami, né tanto meno nel fiume Giordano. Allora di cosa si tratta?
La riposta è un testo della mitologia cananea (ANET 83-85), dalla quale gli israeliti trassero spesso ispirazione. Oltre a questo brano ugaritico, ci sono anche versioni mesopotamiche ancora più antiche che descrivono questo bue mitologico che viveva sulla terra e nelle acque.
Il בְהֵמוֹת (behemot) è il compagno di Lotan nei testi ugaritici, così come in Giobbe esso viene associato al Leviatano: Behemot-Lotan (Ugarit) e Behemot-Leviatan (Bibbia).
Arcano svelato, dunque. È semplicemente un’altra creatura leggendaria che popola la saga biblica.
Che per qualcuno resta - e questo è il vero mistero - un libro di storia. (continua...)