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08/09/2006 20:11 | |
UN PO DI STORIA
LA PRETESA DI COMANDO DEL VESCOVO DI ROMA
(Dal libro "CRISTIANESIMO" di Hans Kung)
Hans Küng
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il teologo svizzero Hans Küng
Hans Küng (Sursee, Cantone di Lucerna, 19 marzo 1928 - vivente), è un teologo riformista svizzero. Küng è un sacerdote cattolico, ma la Santa Sede gli ha interdetto l'insegnamento.
Biografia
Dopo gli studi liceali compiuti a Lucerna, viene ammesso al Pontificium Collegium Germanicum et Hungaricum di Roma e studia filosofia e teologia presso la pontificia Università Gregoriana. Viene ordinato sacerdote a Roma nel 1954 e celebra la sua prima messa nella basilica di San Pietro, davanti a un gruppo di Guardie Svizzere. Prosegue gli studi a Parigi, dove consegue il Dottorato in teologia presso l’Institut Catholique difendendo una tesi sulla dottrina della Giustificazione del teologo riformato Karl Barth.
A soli 32 anni, nel 1960, viene nominato professore presso la Facoltà di Teologia cattolica all’Università di Tubinga, in Germania, dove fonderà anche l’Istituto per la ricerca ecumenica. Tra il 1962 e il 1965 partecipa al Concilio Vaticano II in qualità di esperto, nominato da papa Giovanni XXIII: in questa occasione conosce Joseph Ratzinger, che prende parte al Concilio come teologo consigliere del vescovo di Colonia. Tornato a Tubinga, invita l’università ad assumere Ratzinger come professore di teologia dogmatica: la cooperazione tra i due termina nel 1968 quando, a seguito delle manifestazioni studentesche, Ratzinger si sposta su posizioni più conservatrici.
Nel 1970 pubblica il libro Infallibile? Una domanda: è il primo teologo cattolico di spicco a mettere in dubbio la dottrina dell’infallibilità papale dallo scisma dei Vecchi Cattolici del 1871. In conseguenza di ciò, la Congregazione per la dottrina della fede (di cui intanto Joseph Ratzinger è diventato Prefetto) il 18 dicembre 1979 gli ha revocato la missio canonica (l'autorizzazione all’insegnamento della teologia cattolica). Küng conserva comunque la cattedra presso il suo Istituto (che viene però separato dalla facoltà cattolica).
Ha lasciato l’insegnamento nel 1996 per raggiunti limiti di età. Rimane il principale contestatore dell’autorità papale (che insiste nell’affermare essere un’invenzione umana) e del culto mariano; continua la sua lotta perché la chiesa cattolica (sulla scia del Concilio Vaticano II) si apra al presente, ammetta le donne a ogni ministero, favorisca la partecipazione dei laici alla vita religiosa, incentivi il dialogo ecumenico e interreligioso e si apra al mondo, abbandonando l’eurocentrismo.
Nel 1993 ha creato la fondazione Weltethos (Etica globale), impegnata a sviluppare e rinforzare la cooperazione tra le religioni mediante il riconoscimento dei valori comuni e a disegnare un codice di regole di comportamento universalmente accettabili. Weltethos ha preparato il Documento Towards a Global Ethic: An Initial Declaration (Verso un Etica Globale: Una Dichiarazione Iniziale) che è stato sottoscritto nel 1993 a Chicago dal Council for a Parliament of the World's Religions ( Parlamento Mondiale delle Religioni).
Il 26 settembre 2005, Küng è stato ricevuto a Castel Gandolfo da papa Benedetto XVI, col quale è stato spesso in posizioni di netta contrapposizione. Secondo un comunicato vaticano "l'incontro si è svolto in un clima amichevole".
Opere principali
.Riforma della chiesa e unità dei cristiani, Borla, 1965
.Strutture della chiesa, Borla, 1965
.Veracità. Per il futuro della Chiesa, Queriniana, 1969
.La chiesa, Queriniana, 1972
.Essere cristiani, Mondadori, 1976
.L'infallibilità, Mondadori, 1977
.Dio esiste?, Mondadori, 1979
.Cristianesimo e religioni universali. Introduzione al dialogo con islamismo, induismo e buddhismo, Mondadori, 1986
.Contro il tradimento del Concilio. Dove va la Chiesa cattolica, Claudiana, 1987
.Teologia in cammino. Un'autobiografia spirituale, Mondadori, 1987
.Perché sono ancora cristiano, Marietti, 1988
Credo, Rizzoli, 1993
.Ebraismo, Rizzoli, 1993
.Cristianesimo, Rizzoli, 1997 (libro citato)
.Grandi pensatori cristiani, Rizzoli, 1999
.La Chiesa Cattolica. Una breve storia, Rizzoli, 2001
.Etica mondiale per la politica e l'economia, Queriniana, 2002
.Islam, Rizzoli, 2005
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Hans_K%C3%BCng"
Si chiede Hans Kung :
La promessa biblica fatta a Pietro, è applicabile al vescovo di Roma?
"Nei primi secoli non si poteva parlare di un primato di diritto, o addirittura di una posizione di preminenza fondata biblicamente , della comunità Romana o addirittura del vescovo romano.
All'inizio della comunità Romana, non ci fù, evidentemente , un ministero episcopale monarchico. Dei vescovi romani dei primi due secoli conosciamo appena i nomi. Per la scienza storica la prima data sicura della storia dei papi è rappresentata dall'anno 222 (inizio del pontificato di Urbano I).
La prima raccolta di biografie di papi (liber pontificalis), che riunisce diverse tradizioni antiche, venne redatta certamente dopo il 500.
L'originaria modestia Romana è attestata dal fatto che la promessa fatta a Pietro nel Vangelo di Matteo, così centrale per gli odierni vescovi Romani "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la Mia Chiesa", la quale orna ora in gigantesche lettere nere su fondo oro, la basilica di S. Pietro, nell'intera letteratura cristiana dei primi secoli NON COMPARE UNA SOLA VOLTA in maniera completa, se si prescinde da un testo di Tertulliano che cita il passo, ma con riferimento NON A ROMA, no, ma a Pietro.
Solo verso la metà del III secolo un vescovo Romano di nome Stefano, si richiama alla promessa fatta a Pietro, in conflitto con altre chiese per il possesso della tradizione popolare migliore. Egli, nel fare ciò NON ESITA AD OLTRAGGIARE COME PSEUDOAPOSTOLO E PSEUDOCRISTIANO , Cipriano, il più importante metropolita d'Africa.
Comunque, solo molto dopo la svolta Costantiniana, solo a partire dalla metà del IV sec., Matteo 16:18 doveva venire usato (in particolare dai vescovi romani Damaso e Leone) a sostegno di un diritto romano di direzione e di autorità. Ma la Cristianità Orientale non ha mai condiviso una simile strumentalizzazione del passo su Pietro. Infatti, fino all' VIII secolo e oltre, l'intera esegesi orientale di fronte a Matteo 16:18 pensa soltanto alla "professione di fede personale di Pietro" e a un potere di rimettere i peccati (legare e sciogliere) , in Matteo 16:18, conferito anche agli altri apostoli, in ogni caso non ad un autorità personale di Pietro in senso giuridico, per tacere completamente di un primato in materia di giurisdizione, esercitato proprio da un successore di Pietro a Roma. Si può quindi a Roma, costruire una posizione di potere istituzionale sulla figura di Pietro?
POLITICA ROMANA DI POTENZA NEL NOME DELL'APOSTOLO PIETRO
Già verso la fine del II sec. il vescovo Romano Vittore , scomunicava l'intera Asia minore per una data unitaria (ROMANA!) della Pacqua; ma i vescovi dell'Oriente e dell'Occidente, in particolare il molto considerato Ireneo di Lione, elevarono la loro protesta, e il vescovo Vittore subì una sconfitta.
Verso la metà del III secolo , sempre Stefano, a motivo di una diversa valutazione del battesimo degli eretici, voleva, con richiamo , COMPIUTO ORA PER LA PRIMA VOLTA, alla promessa fatta a Pietro, escludere vaste regioni dalla comunione ecclesiastica; ma con Cipriano e le chiese dell'Africa, anche i vescovi di Alessandria e di Cesarea difesero con successo la prassi antica.
Nè Vittore, nè Stefano poterono quindi IMPORSI con le loro richieste. Ancora al tempo di Costantino, era l'Imperatore a continuare a rivestire il titolo e l'autorità di "Pontifex Maximus" (sommo sacerdote) e ad avere il monopolio legislativo anche nelle questioni ecclesiastiche ("ius in sacris"). NEPPURE A ROMA SI SA QUALCOSA DI UN PRIMATO DI DIRITTO ROMANO!
**Ci sarebbe da vedere in seguito (ma credo che già , basti)** l'evoluzione dell'idea di papa Romano, con uno sbocco molto interessante, su COME è stata giustificata, dal punto di vista storico, la successione di Pietro da parte del vescovo di Roma, con l'aiuto di una ipotetica lettera del papa Clemente inviata a Gerusalemme, a Giacomo, il fratello del Signore , in cui, secondo questa lettera, Pietro, in un estrema disposizione , avrebbe trasmesso a Clemente il potere di legare e sciogliere ("solvere e ligare" , nel linguaggio giuridico romano), costituendolo così suo UNICO successore legittimo, con esclusione di altri vescovi.
Ma, almeno oggi, sappiamo che questa lettera è UN FALSO della fine del II secolo che solo tra il quarto e il quinto secolo era stato tradotto in Latino dal Greco. D'ora in avanti però, ESSA (la lettera) rappresenta la costante giustificazione della PRETESA ROMANA!"
p.s. SOLO le parole **Ci sarebbe da vedere in seguito (ma credo che già , basti)** , sono mie, TUTTE le altre sono rilevate dal libro "Cristianesimo" del teologo H.Kung
Da lì, in poi, facendosi forti del "diritto ereditario Romano", molti che si sono "ribellati" allo strapotere Romano , controbattendolo con il VANGELO, sono stati UCCISI, TORTURATI e PERSEGUITATI e in seguito, alcuni, FATTI SANTI.
Siamo in grado di vedere un pò meglio , perchè "la Donna sia ebbra del sangue dei santi e dei martiri di Gesù" e del perchè sia chiamata "la Madre delle meretrici e delle prostituzioni della terra"
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