Scritto da: Rainboy 16/05/2007 20.26
2) Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Sì, ho letto quanto hai scritto. Ma molto di ciò che si dice lì, soprattutto in materia di icone è puramente interpretativo (a prescindere dalla sua correttezza) e non mi soddisfa quindi un gran ché; vorrei piuttosto cambiare approccio, e sapere per quale motivo questo comandamento non si possa interpretare in una chiave più generale, un po' metaforica se vogliamo.
L'impressione che ho quando lo leggo, è: "Non farti scultura né immagine alcune delle cose che sono lassù in cielo [...]" inteso come un divieto a RAPPRESENTARE e SPIEGARE le realtà divine. In pratica, mi sembra che dica: "non fare alcun tipo di culto terreno o teologia, perché ciò che ti sovrasta è incomprensibile e provare a farci sopra un qualsiasi tipo di speculazione sarebbe fuorviante (e Dio trasforma questa devianza in peccato)".
Dal mio punto di vista è palese che la Chiesa Cattolica non potrebbe mai accettare una simile interpretazione, e questo spiegherebbe facilmente anche la simpatica rimozione dal catechismo.
A prescindere dal fatto che ovviamente non sarai d'accordo con me su questa visione, e mettendo da parte per un attimo le raffinate opere linguistiche di esegesi (perché stiamo parlando di un testo in italiano sottoposto a millenni di studio e che quindi qui assumeremo, per ipotesi, del tutto raffinato e corretto) potresti gentilmente spiegarmi che cosa, a parere tuo e non solo, la rende falsa?
I fatti sono assai più semplici di quanto si possa pensare.
Innanzitutto non si può non considerare il contesto storico-culturale nel quale quei comandamenti sono stati scritti...
Prima di essere qualcosa che giunge a noi, quella è Legge diretta al popolo di Israele.
Il senso era molto pratico ed è legato al problema principale che poteva minare la fede in Dio del popolo di Israele.
Problema che si manifesta proprio quando Mosè discende dal monte con le tavole della Legge.
Il problema era l'idolatria, pratica che gli israeliti avevano ancora radicata nella propria cultura...ereditata da tutte le popolazioni con le quali vennero a contatto.
Le immagini e le sculture, quindi, erano qualcosa che in quel preciso contesto, rappresentavano un pericolo reale e concreto per la fede in YHWH.
La necessità dell'uomo era quella di poter aver riscontro diretto e sensibile di un Dio...e tanto era forte questa necessità che la costruzione di feticci era all'ordine del giorno.
Da queste cose non si può esulare...la Legge nasce prima di tutto per questo popolo.
In ogni caso, anche senza queste premesse, è facile confutare la tua interpretazione alla luce dell'Antico Testamento e della religione ebraica stessa.
Il popolo di Israele l'ha scelto Dio e l'ha costituito "nazione di sacerdoti".
E' Dio che, nella Torah, spiega tutti i riti e spiega come costruire il Tempio, ecc...
La realtà divina, poi, è spiegata...per quanto umanamente possibile...nella Torah e nei profeti.
Per questi motivi la tua interpretazione non può trovare validità.
Ciao
Mauri
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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)