Il “Candide” si autocensura
Il numero odierno del quotidiano “Repubblica” ha reso noto che l’operetta di Robert Carsen “Candide”, basata sul noto testo di Voltaire, il cui debutto è in programma domani al Teatro alla Scala di Milano, ha subito dei tagli rispetto alla versione parigina. Sono infatti sparite “le battute anticlericali più taglienti (la figlia segreta del papa polacco, i preti pedofili in America)”.
Alcuni commenti dal sito dell' UAAR:
rossotoscano scrive:
19 Giugno 2007 alle 18:27
Peggio del medioevo!!!! Comunque tutti dovrebbero disertare lo spettacolo se fossero persone civili!
forzalube scrive:
19 Giugno 2007 alle 19:00
Non c’entra niente ma ho appena letto questa battuta e volevo diffonderla:”La Chiesa cattolica ha abolito il Limbo. Caronte ha fatto sapere che quest’anno darà l’8 per mille ai Valdesi”
emel scrive:
19 Giugno 2007 alle 19:11
Rende conto solo del provincialismo in cui sono costrette a morire le generazioni Italiane.
Ernesto scrive:
19 Giugno 2007 alle 20:11
Censurare Voltaire vuol dire proprio non aver capito un cazzo!
Monsignèr scrive:
19 Giugno 2007 alle 21:07
ecco..questo mi fa molto incazzare….
la censura non è a Voltaire.
Ma cosa significa? bhè….perchè son contro l’occhio per occhio….altrimenti cambierei il mio parere sul titolo “Madonna piange sperma”.
Ren scrive:
19 Giugno 2007 alle 23:16
Delinquenti golpisti. Perchè l’UUAR non fa un comunicato di protesta a TV radio e giornali? Se la Hack o Odifreddi denunciassero la cosa in TV non passerebbe inosservata.
Daniela scrive:
19 Giugno 2007 alle 23:25
e ci risiamo con la censura, prima ad un operetta teatrale e poi a voltaire, bene, andiamo proprio bene, ecco perchè la censura mi fa tremendamente schifo.
www.uaar.it/news/2007/06/19/candide-autocensura/
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer