Biennale Danza: il caso “Messiah Game”
Il «Messiah Game» del coreografo tedesco Felix Ruckert, in cartellone alla Biennale Danza di Venezia per il prossimo mercoledì, continua a far discutere. Lo spettacolo che rivisita la passione di Cristo in versione sadomaso, mostrando l’ambiguità dei giochi di potere, è finito nel mirino di un’interrogazione di Isabella Bertolini, vice presidente dei deputati di Forza Italia. «Rutelli deve intervenire per impedire lo svolgimento di una manifestazione oscena e provocatoria. La campagna di odio e di offesa contro la religione cattolica va bloccata». Ma il cda della Biennale ha risposto in un comunicato alle accuse, ribadendo l’importanza dell’artista e ha difeso l’opera. «Il Cda - si dice in una nota - ritiene di poter affermare che la scelta di inserire nel programma tale spettacolo non ha intenzioni offensive nei confronti di alcuno». Il «Messiah Game», concludono dalla Biennale, lo vedrà chi liberamente sceglierà di andare a teatro.
Fonte: ilManifesto.it
Notizia inserita da Barbara Monea
Alcuni commenti dal sito dell' UAAR:
Ren scrive:
22 Giugno 2007 alle 16:20
Quale differenza c’è a questo punto fra un qualunque paese islamico e questa fogna di posto?
machetazos scrive:
22 Giugno 2007 alle 16:35
Che la Bertolini, a differenza di Khamenei, si rade tutte le mattine.
raphael scrive:
22 Giugno 2007 alle 16:51
La campagna di odio e di offesa contro la religione cattolica va bloccata
neanche a chiederesi come mai, perchè, abbiamo forse qualche torto da farci perdonare?
no retti e corretti: noi facciamo il bene e comandiamo voi siete il male e ci subirete nei secoli dei secoli
Carlo scrive:
22 Giugno 2007 alle 16:52
Ma che palle!! Tutta questa polemica per uno spettacolo teatrale! Che la Bertolini si occupi dei problemi reali del paese e lasci queste moralistiche prese di posizione ai vescovi. Che classe politica senza spina dorsale…. Spero proprio che presto la chiesa faccia una pastorale sul corretto comportamento fiscale, poi vedremo tutti questi difensori delle radici cristiane che fine faranno…..
Stefano scrive:
22 Giugno 2007 alle 17:36
La censura avanza inesorabile e dopo il caso de “La Madonna che piange sperma” siamo arrivati alla censura delle forme d’arte che non sono in sintonia con una credenza.
Stefano scrive:
22 Giugno 2007 alle 17:37
P.s.
anche della mostra d’arte gay bocciata da Sgarbi
Il Conte di Saint Germain scrive:
22 Giugno 2007 alle 19:09
Che Sgarbi ultimamente sia un leccaculo vaticano è noto a tutti…
Ren scrive:
22 Giugno 2007 alle 19:58
Raphael non darti per vinto, oggi ci sono delle ottime cure per il tuo problema! E poi se sei gay non affliggerti dai, è una cosa normale. Non devi scagliarti su tutto quello che ti sta intorno per dimostrare di essere macho.
gennaro scrive:
22 Giugno 2007 alle 20:08
Be’ certo che una mostra come la Biennale aveva poche possibilità di fare meglio rispetto al passato:
www.tom-online.it/2003/06/16/merda_dartista_fatevela_voi.html
Magar scrive:
23 Giugno 2007 alle 01:44
@gennaro
Arte degenerata, vero?
Lamb of God scrive:
23 Giugno 2007 alle 08:06
Vorrei averla fatta io la celebre “merda d’artista” per poi venderla a 124.000 euro.
Ah, che ci crediate o meno è una delle opere contemporanee più famose al mondo …
www.deluxeblog.it/post/3605/124000-euro-per-una-merda-...
Salvo Zappala' scrive:
23 Giugno 2007 alle 08:51
Cito: “Ma che palle!! Tutta questa polemica per uno spettacolo teatrale! Che la Bertolini si occupi dei problemi reali del paese e lasci queste moralistiche prese di posizione ai vescovi. Che classe politica senza spina dorsale…. Spero proprio che presto la chiesa faccia una pastorale sul corretto comportamento fiscale, poi vedremo tutti questi difensori delle radici cristiane che fine faranno…”
Ricordo che la religione si fonda su verita’ assolute, criticarle o peggio ancora ironizzarle e’ la cosa che piu’ da fastidio ai credenti. E’ naturale che sia cosi’. Non possono permettere che l’immagine del gruppo sia frammentata o distorta.
rossotoscano scrive:
23 Giugno 2007 alle 09:36
una cosa talmente ovvia fà notizia: è ovvio che chi vuole andare a vedere uno spettacolo ci va e per chi si sente offeso dallo stesso spettacolo non ci va… e non c’è assolutamente il dovere o il diritto di censurarlo…invece è inaccettabile quello che è successo al Candide di Voltaire… al tg della rete nazionale hanno solo detto che è stato un successo senza minimamente accennare nei giorni precedenti che era stato tagliato per censura… uno spettacolo monco non merita di essere rappresentato… i pensieri non si possono troncare nè tantomeno la satira, la creatività, l’ironia, l’estro…
statolaico scrive:
23 Giugno 2007 alle 09:40
Salvo, vorrei precisare una cosa: la religione si fonda su presunte verità, verità che sono assolute solo per i credenti che dovrebbero avere il buon senso di non voler imporre le loro ridicole credenze agli altri. Che stiano nel loro gruppo monolitico e compatto, allora. Ma al di fuori non pretendano che il resto del mondo non si esprima.
Daniela scrive:
23 Giugno 2007 alle 09:58
questo paese sta degenerando verso una censura strisciante, questo cose fanno innervosire.
Monsignèr scrive:
23 Giugno 2007 alle 10:07
vabbè..ma ora mi sembra che ci sia qualcuno che esageri…..va bene concordare sul cattivo gusto di un titolo (opinioni del tutto personale, viste le vostre), ma impedire ogni forma d’arte che non concordi con una certa predeterminata mi puzza di controriforma e inquisizione……….
Ma la gente vuol proprio questo??
gennaro scrive:
23 Giugno 2007 alle 10:22
x magar
No, Stronxate!
Monsignèr scrive:
23 Giugno 2007 alle 10:38
gennaro….stronzate..ma stronzate da parecchi baini….il problema non è poi quello di disegnarle….in 4 o 5 anni ce la farei anche io, il problema è motivarle…è quello che da baini…
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer