culo americano

coprite quei sederi...

NEW YORK - Niente «sederi che ridono» nei cartelloni pubblicitari di Times Square. La campagna della Toto, azienda giapponese leader nella produzione di sanitari per bagni, non sembrava né piccante né allusiva: una sfilza di glutei «felici» per essere usciti freschi e profumati dal Washlet, il water che funziona anche da bidet (è dotato di getti orientabili di acqua e di un erogatore di aria calda) usato per anni dagli astronauti nelle stazioni spaziali ed ora divenuto un prodotto di largo consumo, dopo essere stato «collaudato» sulla Terra dai fondatori di Google nei loro uffici di Mountain View. Richiamo erotico dei cartelloni, zero. Nulla di paragonabile alle pubblicità ammiccanti così comuni in Europa e soprattutto in Italia: quelle per le quali il Financial Times ci accusa di essere ormai assuefatti alla mercificazione del corpo femminile.

Ma la sfilza di deretani schierati dai pubblicitari del Washlet con spirito ecumenico (sederi bianchi, gialli e neri, di uomini e di donne, giovani e anziani) non è sopravvissuta alle proteste del reverendo Neil Rhodes della chiesa evangelica di Times Square e alla fobia degli americani per ogni nudità.

Quando un giudice della corte federale di New York ha deciso di sospendere cautelativamente la pubblicità, l'azienda, pur riservandosi di citare il reverendo Rhodes per chiedergli i danni, ha accettato un compromesso: la pubblicità rimane, ma con i sederi coperti da una striscia bianca sulla quale è scritto «puliti e contenti, senza se e senza ma».

Un caso curioso ma non estremo, in un Paese nel quale l'esposizione pubblica — in giornali, tv, cinema, spiagge e, spesso, addirittura nelle arti figurative — di parti anatomiche intime è esclusa dal senso comune di una società che rimane al fondo puritana, prima ancora che dalla legge. Le norme, comunque, ci sono e vengono fatte rispettare a suon di multe milionarie (l'episodio più celebre: Janet Jackson che mostrò un seno durante l'intervallo della finale del Superbowl del 2004, con conseguenti, pesantissime sanzioni nei confronti delle incolpevoli reti tv).

fonte Corriere della sera

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