Chi controlla il controllore?
Il paganesimo non serve a niente, dal punto di vista della fondazione dell'etica, perché gli dei sono solo superuomini con caratteristiche, diciamo così, "biologiche" innaturali, ma con mentalità e temperamento a volte perfino sub-umani. Perciò, una religione pagana con molte divinità rissose e perfino un po' scostumate o porcellone è facilmente tollerabile, come un tocco di folklore, come una soap-opera, come uno svago popolare. Probabilmente, molti dei disturbi psichici contemporanei vengono dalla mancanza di esempi di divina spregiudicatezza. Invece, le religioni monoteiste incombono come una cappa su tutti i nostri comportamenti, privati e pubblici, perché sembrano nate esclusivamente per quello. Se guardiamo le nefandezze dei taleban afgani (ma ho visto in giro i Legionari di Cristo, e mi è venuto un brivido) di questi tempi ci possiamo fare un'idea precisa di come i preti realizzano i loro sogni più perversi. Ma anche gli altri non scherzano: tutti i monoteisti formano una scala a caratteristiche repressive che va con continuità da un dio all'altro. Il bello è che si guardano in cagnesco, tra loro!
Un quesito interessante mi sembra questo, che lancio in rete:
E' concepibile una religione monoteista non repressiva?
Oppure:
E' possibile una religione monoteista permissiva?
Probabilmente, la prima risposta che viene è: un dio non repressivo, addirittura permissivo, che ci sta a fare? A che serve? Qualcuno dirà che intanto serve a spiegare l'esistenza del mondo e di noi stessi. Ma sappiamo che di queste spiegazioni la gente non sente alcun bisogno: la scienza prova a dargliele, ma tutti fanno orecchie da mercante ("ah, sì? interessante, davvero... ma queste cose mi fanno venire il capogiro, il mal di testa, ecc."). Alle donnette casalinghe che non hanno studiato, al bancario, al fruttivendolo, al tabaccaio servono sensazioni più forti, un dio che si occupi personalmente di lui, lo giudichi, gli garantisca che il pentimento è valido. Quest'ultima non è una battuta: tutto il cattolicesimo è fondato sul pentimento. Certo, si dice che debba essere sincero, per valere, ma questo è richiesto solo a chi crede in dio in un modo così estremo da essere disposto a patire qualcosa per avere il perdono. Non ricordo autodenunce di evasori fiscali credenti, o di semplici ladri, o di altri delinquenti di tipo corrente nella buona e religiosissima società.
Ovviamente, Gesù era una gran brava persona. Eccezionale, e anche molto: il che vuole dire che, come lui, non ce ne sono tanto spesso. Banale. Ma il dramma dell'umanità è proprio la rarità dei Gesù. Se fossero più comuni, tutto funzionerebbe a meraviglia (a patto che non litigassero tra di loro, come fanno invece i loro seguaci). Qualcuno dubita che un mondo pieno di Gesù sarebbe meglio di un mondo pieno di Gengis Khan o anche soltanto di avvocati Previti? Naturalmente, Gesù, Maometto, Buddha o Confucio fa quasi lo stesso, sono tutte brave persone, comprensive e concilianti. Ma i loro seguaci - è il caso di dire - dio ne scampi! Il seme della discordia, però, lo hanno sparso loro, gli iniziatori, i prototipi; o, almeno, non lo hanno distrutto sul nascere. Hanno preteso di essere divini, o non hanno rinunciato abbastanza a farsi credere tali. Gesù, il Gesù tramandato (chissà lui, poi, che cosa pensava veramente di sé) era dichiaratamente figlio di dio; Siddarta Gautama, detto Budda, non lo pretendeva affatto, ma è finito suo malgrado in mano a seguaci degeneri, anche se si è sempre guardato bene dal minacciare direttamente la morale, che è purtroppo il modo con cui si afferma il potere lobbystico della congrega al seguito. Ci siamo capiti: insomma, è l'idea della divinità che ha guastato l'evoluzione del tipo umano. Se Gesù & Co. si fossero limitati a dare un esempio, sarebbe stato molto meglio. Ma hanno voluto fare i furbi, strafare, millantare affiliazioni con una guida soprannaturale, pretendere di essere la verità, l'infallibilità, la rappresentanza unica di un garante smisurato, assoluto. Tutto il male nasce da lì: perché, o si crede, o il trucco non funziona. E allora, come impedire che qualche zelota non ti passi a fil di spada o non ti dia fuoco se per caso dici: "io, veramente, non credo affatto". Credere o non credere è il fondamento di un potere, un potere su chi crede, esercitato dai custodi della credenza. Non credere diventa un torto, poi una colpa, poi un delitto: Gesù, poverino, non sembra conciliabile con un dio che punisce chi non crede; ha l'aria ben più tollerante verso i "peccati d'opinione". E forse anche Maometto non sarebbe personalmente fiscale come un prete; e non parliamo di Buddha o Confucio.
Dunque, da una parte queste brave e rimarchevoli persone, dall'altra l'umanità, i gonzi. Fra queste due estremità, gli uomini di potere, i papi, gli imam, i dalai lama, i vescovi, i monaci e via discorrendo. Ci vuole tanto a capire che per avere un ruolo nella storia bisogna imparare a governare gli imbecilli? E che è l'imbecillità diffusa che consente di fare ricorso alla fede e alla religione per regolare i doveri del popolo a proprio piacimento? Ma non dirò che noi laici siamo più avanti (nell'evoluzione) perché non è vero. Siamo solo scampati a un pericolo, senza avere mai raggiunto la capacità di segnalarlo in modo convincente agli altri terrestri. E' un po' come quando si vorrebbe fare un favore ad uno che non lo vuole.
E un vento mandato dal signore, prendendo delle
quaglie al di là del mare, le trasportò e le fece
cadere sugli accampamenti da ogni parte intorno
al campo, per lo spazio di una giornata di cammino,
e svolazzavano per l'aria ali 'altezza di due cubiti
sopra la terra.
Numeri, XI, 31
(...) continua
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La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Le religioni dividono. L'ateismo unisce
Il sonno della ragione genera mostri (Goya)