È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Religione, magia e scienza nel rinascimento italiano

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2007 12:32
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 58.167
Post: 9.341
Città: PISA
Età: 84
Sesso: Maschile
Utente Gold
Padre Guardiano
16/08/2007 08:45
 
Quota

re
Interessante anche se, penso io, oggi queste cose siano largamente superate. O sbaglio???
omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]



O=============O===========O

Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

Apocalisse Laica

Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
16/08/2007 12:10
 
Quota

L'alchimia


L'altra parte riconducibile a pratiche misteriose e segrete, che ben si coniugò con le varie magie e l'astrologia, fu certamente l'alchimia. L'alchimia tra le varie pratiche era certamente quella i cui cultori custodivano più gelosamente i suoi segreti. Questo è uno dei motivi per cui si sa molto poco delle pratiche magiche ed alchemiche. Solo pochi, pure sapienze elette, gli iniziati, potevano avere le facoltà per operare in tali campi. Per essere iniziati non bastava una scuola; occorreva avere delle proprietà particolari, essere dotati da Dio di particolari poteri, in modo che si può anche sostenere che il mago rinascimentale è un poco un eletto da Dio, una specie di Santo. In questo senso la magia non temeva smentite. Il linguaggio criptico conteneva in sé sempre una affermazione ed il suo contrario ed il mago era inattaccabile. Se delle cose non andavano poi come dovevano era perché il 'paziente' non aveva fatto esattamente, non si era attenuto, non era stato casto, non... In questo senso solo l'astrologia risultava quasi completamente aperta. Ma l'alchimia aveva una proprietà che la rendeva più "potente" rispetto all'astrologia. In quest'ultimo caso si trattava solo di descrivere le posizioni degli astri senza avere alcuna possibilità di intervento. L'alchimia con le sue manipolazioni permetteva di pensare che si lavorasse per un prodotto che si adattasse ad un dato scopo (per questo il 'mago' ricorreva quasi sempre all'alchimia).

L'alchimia ha origini antichissime. La prima traduzione in Europa ed in latino di un testo alchemico arabo si ebbe nel 1144 (Roberto di Chester) ma acquistò impulso poiché coltivata in ambienti colti solo nel Quattrocento (si tenga conto che le conoscenze in questa epoca si diffondono con maggiore facilità rispetto al passato a seguito anche del grande sviluppo dei commerci nell'intero bacino del Mediterraneo). Vi erano delle persone che la avevano praticata e la praticavano ma erano generalmente squalificate e ritenute ciarlatane, anche perché parlare di alchimia è parlare di un universo di confusione in cui è veramente difficile trovare un qualche momento unitario, una qualche pratica unificante se non quelle poche che tenterò di descrivere. Poiché il segreto era di rigore, non vi erano scambi tra iniziati ed ognuno andava per la sua strada. Inoltre, nell'ipotesi di una qualche scoperta di interesse, questa non era mai tramandata: ognuno doveva sempre ricominciare con riferimenti solo al nome di un qualche supposto grande alchimista del passato.

Una delle cose che si credono di conoscere, e che tutti conoscono, è la ricerca della pietra filosofale. Di cosa si tratta. Le interpretazioni divergono ma in qualche punto vanno a coincidere. Secondo Aristotele il cielo della Luna divide il mondo in due zone: quella sotto che è soggetta a generazione e corruzione ed in generale a cambiamento e caos; quella sopra che è eterna, immutabile e costituita di una essenza perfetta come l'etere (la quintessenza, che era chiamata così in quanto si aggiungeva ai quattro elementi: terra, acqua, aria, fuoco). La ricerca sotto il cielo della Luna di questa sostanza (l'etere) era compito principale dell'alchimista. Tale essenza, mescolata ad altre sostanze le avrebbe rese perfette e, ad esempio (ma questo è solo un aspetto marginale dell'alchimia e riguardava appunto ingordi e ciarlatani), avrebbe potuto tramutare il piombo ed altri metalli vili in oro o argento. Altra versione voleva tutti i metalli costituiti da un miscuglio di mercurio e zolfo (con caratteristiche non reali ma filosofali) e quando la proporzione tra i due era perfetta, il metallo risultante sarebbe stato l'oro. Più in generale, in questa ricerca l'alchimista studiava le varie sostanze e ne cercava le proprietà. Tentava miscugli, distillava (introducendo nel suo lavoro fornelli ed alambicchi che si riveleranno utilissimi per la ricerca chimica come la intendiamo oggi), catalogava, operava, in modo che oggi giudicheremmo rozzo, come un chimico ( si tenga conto che nel Cinquecento la scoperta di procedimenti chimici legati alla tecnica, ad esempio estrattiva, dette inizio alla separazione dell'alchimia che assunse caratteristiche se possibile più segrete, con quella che sempre più si affermerà come chimica). L'impossibilità di produrre qualcosa che potesse poi essere in qualche modo raccolta in un testo e fare da base per ulteriori studi nasceva da quel segreto cui accennavo e soprattutto dall'approccio che si aveva allo studio delle sostanze medesime. Quali erano le caratteristiche che determinavano le differenze tra le sostanze ? Quelle qualitative. Il colore, ad esempio rivestiva una importanza fondamentale: il nero era associato alla morte mentre il verde ad un buon raccolto nei campi, il 'vitriol' (abbreviazione del latino: visita interiora terrae rectificando invenies occultum lapidem che vuol dire "vai a cercare all'interno della terra e con corrette operazioni troverai la pietra nascosta") indicava sostanze con caratteristiche di brillantezza e cristallinità. Poi vi era il sapore, ... Ma ciò che legava strettamente alchimia ed astrologia era la corrispondenza tra sette metalli con i sette astri allora noti: Sole-Oro, Luna-Argento, Marte-Ferro, Venere-Rame o Bronzo, Mercurio-Argento vivo (mercurio), Saturno-Piombo, Giove-Stagno. E, come vedremo, analoghe corrispondenze si costruiranno in medicina tra astri, metalli e parti del corpo.

Occorre comunque essere chiari: un elemento come oggi lo conosciamo non è mai quell'elemento. Per intenderci lo Zolfo non è lo zolfo che conosciamo. Per Paracelso esso rappresenterà l'anima e poi qualche altra cosa, mai definita, con un linguaggio sempre sfuggente e mai puntuale. Lo stesso operare dell'alchimista non combina elementi ma li accoppia. È un universo di morti, anime, spiriti, esalazione, male e bene, trasmutazioni, sangue, maschile e femminile, unioni carnali,.... Nessuno pensi ad un qualche seppur minimo rapporto tra alchimia e chimica (anche pensando a quella di Dalton o Lavoisier).

È da notare che l'intersezione tra magia ed alchimia era poi data da una leggenda che voleva un testo alchemico fondamentale, le Tavole smeraldine, come trascrizione di quanto inciso su una lapide di smeraldo che copriva la tomba di Hermes Trismegisto:

"Come tutte le cose furono mediante la contemplazione di una sola, così tutte le cose nacquero da quest'unica mediante un singolo atto di adattamento. Padre di essa è il Sole, madre è la Luna. Il Vento la portò nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice. Essa è la generatrice di tutte le opere prodigiose in ogni luogo del mondo. Il suo potere è perfetto."

È questo il sunto della ricerca dell' alchimista, di questa unica cosa che è generatrice di ogni bene e perfezione.

Vari manuali alchemici furono scritti ed alcuni attribuiti addirittura ad Alberto Magno e San Tommaso. Un alchimista inglese, Thomas Norton tentò addirittura di cristianizzare l'alchimia, dando consigli sul come e dove operare per evitare l'influenza dei diavoli malvagi. In ogni caso i ciarlatani ed i truffatori (vendevano oro falso presuntamente di origine alchemica) erano la gran maggioranza tanto che lo stesso Papa Giovanni XXII dovette intervenire con un decreto che comminava grosse multe in oro a tali truffatori.


www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
16/08/2007 12:18
 
Quota

La medicina rinascimentale: Paracelso


Ben poco si era fatto in vari secoli nel campo della medicina da quanto si sapeva di Ippocrate e Galeno. L'intervento di Theophrast Bompast von Hohenheim (1493-1541), detto Paracelso (più grande che Celso), che non era neppure un medico nel senso tradizionale ma solo un chirurgo, dette uno scossone a tale medicina che, anche per quello che egli stesso dice, corrispose all'operazione fatta da Lutero con la Chiesa cristiana: egli bruciò in piazza il Canone di Avicenna che era il testo canonico di ogni medico, allo stesso modo che Lutero aveva bruciato in pubblico la bolla papale di scomunica. Un tale personaggio, che certamente non ebbe un percorso intellettuale netto e chiaro, era un 'abusivo' che si permetteva di interferire in un campo nel quale da centinaia d'anni si lavorava lucrosamenrte senza essere disturbati. Da qui gli odi che Paracelso riuscì ad attirarsi e, con essi, le calunnie di ogni tipo.

La novità sostanziale introdotta da Paracelso nel pensiero è certamente quella che ogni fenomeno naturale discende da cause naturali. Non esistono fenomeni strani e misteriosi, occorre studiarli per capire la loro natura e l'uomo è in grado di farlo, è in grado cioè di penetrare tali segreti naturali mediante una ricerca di tipo sperimentale. Tra i fenomeni naturali vi sono anche le malattie che non possono avere cure standard ma che debbono essere seguite nel loro decorso, caso per caso. Naturalmente queste enunciazioni restano in gran parte tali ed i metodi di cura non sono del tutto differenti da quelli che prevedono, ancora, l'uso di magia (ficiniana), astrologia ed alchimia. La novità è il diverso approccio che, per esempio, vede nell'alchimia non un mezzo per soddisfare brame di potenza mediante l'arricchimento, ma un metodo per elaborare pozioni che siano in grado di alleviare i dolori ed i malanni dell'intera umanità. Inoltre la magia di Paracelso poteva essere esercitata solo da un credente, perché solo tale persona era nelle condizioni di avvicinarsi a Dio (in questo senso il mago assume un poco il ruolo del santo). Più volte Paracelso, descrivendo le sciagure che costellavano il mondo, ebbe modo di parlare di un'era che chiudeva e che lo avrebbe fatto con una catastrofe complessiva cui sarebbe seguito un nuovo avvento di Gesù per riportare il mondo all'antica purezza (questo antico come 'epoca migliore' è una costante del pensiero rinascimentale).

Paracelso aveva un approccio complessivo al mondo sempre inteso come rapporto intimo tra micro e macrocosmo. Per il nostro, la stessa Creazione non era altro che un modo chimico (estrazione, separazione e sublimazione) della natura per manifestarsi. Lo studio delle analogie tra due diverse entità può permettere di intervenire sull'una ispirandosi all'altra. Così quanto avviene nelle sfere superiori ha strette analogie con quanto avviene qui sulla Terra: è quindi necessario conoscere bene il comportamento delle sfere celesti per poter intervenire sulla Terra. E Paracelso considerava esservi una stretta analogia proprio tra i vari organi del corpo umano ed i vari cieli o astri. Il corpo umano era il microcosmo dove si realizzava in piccolo ciò che avveniva nel mondo macroscopico, quello sopra il cielo della Luna. I rimedi per le cure del malato potevano trovarsi solo conoscendo bene il tale macrocosmo, poiché, secondo Paracelso esistevano le seguenti corrispondenze:



PARTI DEL CORPO ASTRI METALLI COLORI PIETRE

Milza, ossa Saturno Piombo Verde, nero Diamante
Polmoni, bocca Mercurio Argento vivo Giallo, blu Smeraldo
Reni, genitali Venere Rame Indaco, verde Lapislazzuli
Fegato Giove Stagno Blu. bianco Zaffiro
Muscoli, sangue, bile Marte Ferro Rosso Ametista
Testa, cervello Luna Argento Viola, grigio Perla, quarzo
Cuore Oro Arancione Crisolite



Con tale armamentario ci si apprestava alla cura di un malato. E, ad esempio, se si soffriva di qualche malanno alle ossa occorreva prendere medicine o verdi o nere, avere un qualche talismano di piombo o un diamante con sé; naturalmente l'influsso benefico, raccolto dal talismano, proveniva da Saturno (problemi gravi nascevano in occasione di eclissi o congiunzioni astrali poiché potevano portare il paziente alle apoplessie o alla morte). Occorreva poi conoscere i meccanismi della pioggia per le cure della dissenteria, mentre una giusta interpretazione del fuoco dei pianeti avrebbe permesso di curare ulcere e lebbra. E queste cure rappresentavano una novità assoluta rispetto al riequilibrio degli umori di Galeno ed Avicenna.

L'alchimia, per la produzione medica ed anche per l'isolamento di pietre o metalli (dei loro principi attivi nella loro integrità e purezza), era di grandissimo sostegno ed egli mutò in parte la dottrina ufficiale che prevedeva equilibri tra zolfo e mercurio, aggiungendovi il sale. Secondo Paracelso, l'uomo fu fatto di fango e cioè dei quattro elementi di Aristotele a cui occorre aggiungere la quintessenza, l'anima dell'uomo. La parte alchemica della triade suddetta (zolfo, mercurio, sale) è relativa alla cura e anche qui, ma lo tralasciamo, vi è tutta una scala di proprietà di tale triade di elementi che, opportunamente mescolati, possono produrre la 'medicina' per il dato malanno (sarà Boyle - 1627/1691 - che, pur muovendosi in ambiti non dissimili, darà vita ad una chimica a più elementi). Si deve comunque tener conto che queste sostanze non devono essere intese nel loro senso reale ma, in accordo con l'alchimia, filosofale (cioè solo come principi attivi). Il richiamo ai rimedi ha comunque carattere spirituale, il richiamo dello spirito divino nel corpo (un richiamo magico), e non certo un carattere meccanicista (razionale). E, fatto notevole, in Paracelso vi è per la prima volta il riconoscimento di malattia che proviene dal di fuori del corpo e non più come squilibrio tra gli 'umori' (caldo, freddo, secco, umido) presenti nel corpo (Galeno) con la conseguenza che a malattie diverse corrispondono cure diverse che intervengono sull'organo malato piuttosto che un trattamento che coinvolge sempre l'intero corpo (nella medicina galenica o scolastica era l'intero corpo che doveva vedere riequilibrati gli umori intervenendo scaldando o raffreddando o facendo sudare o salassando). La malattia deriva dal deteriorarsi dell'effluvio attivo che proviene dall'astro che influisce su quella parte del corpo. Ma poiché quel principio attivo si ritrova anche in altre sostanze che possiamo trovare sulla Terra, è con esse che possiamo curare la malattia tenendo conto della tabella delle corrispondenze che abbiamo dato. Con Galeno valeva una medicina del contrario (se un corpo è freddo occorre dargli caldo); qui abbiamo a che fare con una medicina dell'identico (se un corpo ha problemi con le ossa, occorre dargli una medicina verde). Il linguaggio è oscuro per i motivi che abbiamo detto (solo pochi possono essere capaci di conoscere; non si divulgano conoscenze per evitare di perdere prestigio e denaro) ma anche perché doveva descrivere idee in sé oscure.




La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
16/08/2007 12:20
 
Quota

Magia e scienza: un miscuglio difficile da separare


Sulla strada aperta dagli autori che abbiamo discusso e che non furono certamente gli unici si inserì una gran messe di lavori che si susseguirono per moltissimi anni fino ad arrivare alle soglie dell'Illuminismo ed oltre. Vi era la convinzione che lo stesso mago acquisisse via via uno stato di benessere e felicità sulla Terra che lo avrebbe comunque ripagato dei suoi studi e del suo impegno nella magia spirituale. Era la credenza in una sorta di elevazione verso livelli mistici impensabili che avrebbero permesso una sorta di ascesi con la conseguenza di acquisire poteri magici assoluti.

Pensatori le cui opere ebbero influenza e che godettero di vasta notorietà furono diversi e distribuiti in vari Paesi d'Europa. Occorre ricordare almeno i nomi del tedesco Cornelio Agrippa von Nettesheim (1486 ? - 1534 ?), fiero avversario dell'astrologia giudiziaria, che introdusse concetti con probabili ricadute sulla scienza che tentava di farsi strada in mezzo a questo mondo magico, mistico ed animistico. Egli sosteneva che le forze in gioco nella magia naturale sono le simpatie ed antipatie, le attrazioni di tipo magnetico, le virtù di pietre ed erbe, le illusioni che gli occhi ci offrono, le forze meccaniche che si manifestano nei differenti strumenti meccanici. La magia deve studiare tali forze e deve farlo con mezzi naturali. Ed ecco che l'inglese Gilbert (1540 - 1603) costruisce un mondo in cui proprio le forze magnetiche, intese come forze spirituali, hanno una notevole importanza proprio perché la Terra è intesa come madre comune nel cui utero si formano tutti i metalli. Questo mondo, dotato di animazione universale, è tutto pensato all'interno delle influenze di Hermes Trismegisto, Zoroastro, Orfeo, come lo stesso Gilbert sostiene nel suo De Magnete (1600). Vi è ancora l'inglese John Dee (1527 - 1608), cui si ispirò Gilbert, che tentò di trovare punti d'unione tra magia e scienza affermando l'importanza che avrebbe avuto in questa operazione la matematica oltre naturalmente lo studio della natura per trovare le forze che la natura stessa nasconde. Ma ancora va ricordato Otto Brunfels (1488 - 1534) che ricavò dalla magia il fatto che gli oppressi non dovevano ribellarsi alla corruzione della Chiesa e delle case regnanti: questo fatto spettava solo a Dio. È interessante notare che Brunfels riesce ad indicare come Anticristo non il Papato corrotto ma chi si ribellava ad esso. Vi è poi Giovanni Battista della Porta ( ? - 1615) che operò piuttosto come divulgatore ed anche come sistematore delle varie conoscenze che si avevano in magnetismo, ottica, idraulica e statica. Quindi il mago, matematico e medico Gerolamo Cardano (1501 - 1576) che interpretò le varie forze che la natura ci offre in termini di simpatie ed antipatie sulla strada aperta da Fracastoro (1484 - 1553). Per le influenze che ebbero occorre anche ricordare l'inglese Robert Fludd (1574 - 1637) ed il gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602 - 1680). Ed ancora i tedeschi Caspar Schwenckfeld (1490 - 1561), Sebastian Franck (1499 - 1542) ed il protestante Valentin Weigel (1533 - 1588).

Siamo ora situati tra la metà del 1500 e l'inizio del 1600, il periodo in cui siamo abituati a datare la nascita della scienza moderna. Sarebbe un grave errore credere che vi fosse netta separazione tra il possente sfondo culturale che ho cercato di delineare ed il mago spirituale che si occupa soprattutto di magia naturale e che piano piano diventa filosofo naturale. La magia e la filosofia naturale non erano attività separate: la stessa persona operava almeno nei due ambiti e dir questo vuol dire che ogni persona colta era persona che aveva un insieme di conoscenze complessivo dal quale estraeva quella parte che più era affine ai suoi interessi particolari. La scienza iniziò ad affermarsi ma non in modo chiaro. Essa si trovò invischiata in ogni forma di irrazionalismo e il dire ciò è affermare due cose: 1) non si fa un buon servizio a chi è riuscito con enorme fatica ad affrancarsi da tutto questo mondo irrazionale; 2) si falsifica la storia andando a recuperare nell'opera dei vari autori (oggi ritenuti scienziati e quindi pienamente razionali) quelle parti che più rispondono alle nostre concezioni di scienza, costruendo quella falsificazione che vorrebbe la conoscenza come un processo lineare di accumulo di conoscenze.

Tenterò nel seguito di fare operazione contraria a quella che solitamente si fa: ricercherò nell'opera dei vari scienziati che sono i padri fondatori della scienza moderna quelle parti che li vedono immersi nella cultura ermetica, cabalistica ed alchemica.

Prima di fare ciò è comunque necessario un cenno ad una tradizione che non era tanto compromessa con la cultura suddetta: si tratta della tradizione meccanicista (né aristotelica, né platonica alla quale ho già fatto cenno) che, in qualche modo, prende spunto dagli scritti di Archimede che furono tra gli ultimi ad essere tradotti dall'originale greco in latino. Tra coloro che si ispirarono a tale tradizione occorre ricordare Niccolò Tartaglia (1499 - 1577), Federigo Commandino (1509 - 1575), Guidobaldo del Monte (1545 - 1607), lo stesso Leonardo da Vinci (1452 - 1519) e svariati 'ingegneri' del Rinascimento fino ad arrivare allo stesso Galileo. Queste persone non guardarono la matematica in modo mistico e numerologico ma lavorarono con essa per analizzare e misurare il mondo. L'aver fatto cenno a questa tradizione è di interesse perché vari storici hanno fatto osservare che più o meno a partire dal 1580 si dovrà tener conto di almeno due tradizioni culturali: la platonico-aristotelica (tra loro spesso in contrasto ma in qualche modo intersecantesi) alla quale si associava il neoplatonismo (scienze occulte) con il suo uso a rendere reali le immagini delle metafore, delle parole e soprattutto dei simboli e la archimedea (che nega tutto questo per avere un rapporto con il mondo dove le parole siano legate a fatti ed i fatti a dei concetti: filosofia naturale).

Le due tradizioni erano in "concorrenza". Data la maggiore diffusione della prima, la seconda dovette ingegnarsi di più per poter emergere e fortificarsi e proprio il seguire tutte le fasi della polemica permetterebbe di comprendere davvero come la "scienza moderna" sia riuscita con fatica ad affermarsi (sottolineo la fatica se, ancora oggi, pur in contesti radicalmente diversi, l'occultismo ed il misticismo hanno un seguito di gran lunga superiore a quello della conoscenza razionale del mondo). Vi saranno molti che, pur conservando caratteristiche della tradizione occultista, si scaglieranno contro di essa (Bacone, Kepler, Marsenne, ...) e ciò è assolutamente comprensibile alla luce di quanto dicevo a proposito di una data epoca in cui è quasi impossibile operare nette separazioni (qui vi è invece una tradizione di storici della scienza che sembrerebbe vedere violare un mito nell'ammettere le due tradizioni: quasi che scienziati del livello di Newton fossero degli schizofrenici; nello stesso ambito vi è addirittura lo sciovinista Koestler che tende a dimenticare la tradizione neoplatonica e mistica presente in Kepler pur essendo quest'ultima persona che non ha radici in Hermes Trismegisto quanto in Pitagora e Tolomeo). In fondo si tratta solo di pensare che, nell'ambito di cambiamenti che saranno sempre più radicali, si mantiene un sottofondo della cultura preesistente (vedremo esempi più oltre in Copernico, Kepler, Descartes, Newton, ...). Una discontinuità culturale tanto netta non si è mai data, piuttosto vi è, come afferma Vickers, una dispersione di posizioni analoga più ad uno spettro continuo che non ad uno di un elemento. A fine 1500 si potevano registrare tutte le varie posizioni culturali che schematicamente possiamo far andare da un estremo (completo affidarsi al mistico ed al magico) all'altro (meccanicismo). E neanche a dire che vi fossero i portatori a priori di una qualche verità. È questo un processo complicato, articolato e tutto da chiarire. Le finalità delle scienze occulte erano spesso terrene ma altrettanto spesso tese al raggiungimento di finalità religiose, metafisiche. Quando si operava nella magia come nell'alchimia, lo si faceva con riti non dissimili, ad esempio a quelli della Messa Cristiana. Tali riti erano spesso considerati ed addirittura chiamati "esperimenti"; tutti sempre con due contendenti del tipo bene e male, puro ed impuro, Dio e Diavolo, buono e cattivo; tutti nell'alveo di antiche tradizioni. Ed ognuna di tali tradizioni aveva tanto stretti legami con l'altra che abbandonarne una avrebbe irrimediabilmente compromesso l'altra: come toccare la numerologia senza distruggere rituali magici legati all'alchimia ed all'astrologia ? Per altri versi come toccare l'astrologia senza mettere in discussione alchimia e medicina ? ... Resta comunque il fatto che le scienze occulte si autoproclamano infallibili contrariamente a quelle non occulte. Nelle prime qualcosa che non funziona è opera di una mal interpretata o cattiva manipolazione dell' "officiante" (proporzioni sbagliate negli infusi, cattiva lettura di una congiunzione astrale, impurezza dei materiali in gioco, dati errati sul momento della nascita in un oroscopo, ...), e comunque vi è sempre la panacea dell'impurezza dell'adepto che si avvicina a queste pratiche (l'alchimista provetto non poteva avere rapporti sessuali prima di tali pratiche).

Qui può intravedersi la separazione che via via vi sarà tra le due tradizioni: quella della filosofia naturale dovrà sempre rendere conto dei suoi riti, delle sue "esperienze", dovrà tenere un catalogo di quanto fatto perché serva da casistica e confronto, dovrà accordarsi con i criteri galileiani delle "sensate esperienze" (è proprio la mancanza di una raccolta di dati che relega le scienze occulte a questo: ad essere occulte e solo per persone che hanno "fede"). Sarà la matematica, il quantificare, il misurare che differenzierà le due tradizioni. Dalla parte delle scienze naturali si tenderà sempre più a specializzare, a dividere, a sezionare, a dare senso a singole espressioni, a tentare spiegazioni a singole parole ed addirittura a rifiutare il vuoto nominalismo, dall'altra parte si opererà in una visione che, dovendo spiegare il tutto in uno, in realtà resta con definizioni di carattere del tutto generali in cui tutti, senza fatica alcuna, possono ritrovarsi, si sostituirà il pensiero sistematico ed analitico con richiami fideistici e magici capaci di comprendere in sé ogni contraddizione logica. Credo si possa concludere questo paragrafo con Gellner:

"L'impresa veramente importante realizzata in circa tre secoli di propaganda empirica è stata non la proscrizione o la sfiducia nel trascendente: è stato l'inculcare sistematico di una sensibilità all'esistenza di una frontiera tra il dimostrabile e l'indimostrabile, e soprattutto la conseguente inibizione dai tentativi di far finta che tale frontiera non esista" (citato da Vickers).

www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
16/08/2007 12:21
 
Quota

La faticosa nascita della scienza


Il Rinascimento vide il consolidarsi delle attività artigianali e commerciali che dall'Alto Medioevo si erano andate affermando ed avevano arricchito un nuovo ceto, la borghesia, che piano piano si proponeva come imprenditoriale e portatore di nuove istanze culturali. Il latifondo feudale venne sempre più attaccato. Si sentiva il bisogno di rompere con i vincoli statici del vecchio potere feudale, dell'intreccio di potere tra nobiltà e clero. La borghesia pretendeva spazi autonomi di espansione, spazi che riguardavano anche la richiesta e la ricerca di più ampie visioni culturali. Fu questa borghesia che si mostrò più interessata alla riscoperta dei classici, al qualcosa di nuovo di cui si sentiva fortemente il bisogno.

Il forte impulso che ebbe la tecnica, il passaggio da produzioni con fortissimi connotati empirici alla voglia, da più parti avvertita, di tecniche e macchine sempre più affidabili e quindi alla richiesta di progettazioni più accurate, poneva la pressante richiesta di una scienza che si affermasse come supporto culturale alla produzione. La richiesta investiva anche ambiti culturali diversi. La vecchia cultura scolastica risultava chiusa ed opprimente per un ceto che aveva bisogno di espandersi. Le Università non rispondevano più, non si mostravano al passo con quanto nasceva e veniva proposto dal mondo civile.

Fino ad allora uno "scienziato" veniva creato da un corso universitario lavorando su dispute infinite relative a questioni che quasi nulla avevano a che fare con quel mondo produttivo che invece andava crescendo. A partire dalla metà del '500 alle Università si affiancò la formazione che veniva data proprio dalle botteghe artigiane. È l'epoca degli ingegneri, degli architetti, degli idraulici, dei maestri d'opera la cui preparazione nasceva dalla soluzione di problemi pratici molto distanti dai sillogismi e, comunque, da ogni preparazione di tipo universitario (si pensi a Filippo Brunelleschi e a quella Cupola di Santa Maria del Fiore che rappresenta ancora oggi una sfida tecnologica impressionante; a Leon Battista Alberti; a Francesco di Giorgio Martini; allo stesso Leonardo; a Biringuccio; ad Agricola). Questi "artisti", per la prima volta accompagnarono la realizzazione delle loro opere con scritti, con elaborazioni teoriche che sarebbero diventate la base su cui altri avrebbero continuato, iniziando quel processo virtuoso di trasmissione di conoscenze che andava perfezionandosi. Ed è utile notare che questa esplosione di produzione, questa richiesta di nuovi saperi sempre più ancorati alla pratica, nasceva dalla crescente disponibilità di denaro che proveniva essenzialmente dalla Spagna che doveva armare i suoi eserciti con l'oro e l'argento proveniente dalle Americhe. Di queste ricchezze ne beneficiarono essenzialmente l'Italia e l'Olanda.


www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
16/08/2007 12:22
 
Quota

Residui magici, ermetici e mistici nei primi scienziati 'moderni'


I lavori di scienziati come Copernico, Kepler, Harvey, Descartes e Newton sono talmente noti che è inutile andarli a riprendere con la pretesa di aggiungere un qualcosa di nuovo. È invece interessante andare a ricercare i motivi della cultura rinascimentale, dei residui magici, ermetici, cabalistici e mistici presenti nelle loro opere. Questo come testimonianza della grande difficoltà che si ebbe per affrancarsi da quel mondo e per affermare una visione laica della cultura e della vita civile. Una piccola considerazione va comunque fatta: il misticismo, l'ermetismo, l'alchimia e la magia non furono sradicati da una qualche volontà ma solo dal fatto che con il passare del tempo la ricerca razionale portò a risultati che da quella parte non solo non venivano ma neppure erano pensabili.

Possiamo iniziare proprio da Copernico, lo studioso che in quella visione della storia delle idee come un lineare cumulo di conoscenze, viene messo alla base della Rivoluzione Scientifica. Seguiremo poi con tutti gli altri tentando di rintracciare i motivi di ispirazione della loro opera.





La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
16/08/2007 12:23
 
Quota

Copernico


Copernico (1473 - 1543), dopo i primi quattro anni di studio in Polonia (Cracovia), venne a specializzarsi in Italia passando ben 10 anni tra le Università di Bologna e di Padova. In questi luoghi venne a stretto contatto con il neoplatonismo risultandone fortemente influenzato. Intanto una lettera attribuita a Pitagora e nella quale lo stesso Pitagora parla ad un adepto, lo fece riflettere molto e fu probabilmente la causa del ritardo della pubblicazione della sua opera principale. In tale lettera che egli portava sempre con sé e che si preoccupò di tradurre dal greco si sosteneva che: "... non dobbiamo divulgare a tutti e in tutti i luoghi ciò che abbiamo appreso con sforzi tanto grandi, allo stesso modo che non è permesso agli uomini qualunque penetrare nei segreti degli dei elísei ...". E questo per ciò che riguarda il possibile ritardo di circa 15 anni nella pubblicazione del De Revolutionibus Orbium Coelestium (1543). Ma vi sono poi dirette influenze di alcune frasi di Hermes Trismegisto nell'Asclepio in cui si sostiene, in accordo con il culto di Ra (il Sole): "Il Sole illumina le altre stelle ... a causa della sua divinità e santità. ...Egli è il secondo Dio che governa tutte le cose e diffonde la sua luce sopra tutte le creature ...". Ed anche lo stesso Marsilio Ficino aveva sostenuto cose analoghe quando affermava che: " Il Sole può sembrare lo stesso Dio". Ma è lo stesso Copernico che nel De Revolutionibus (Libro I, Cap. X), quando deve sostenere la centralità del Sole, afferma: " In mezzo a tutto sta il Sole seduto sul suo trono. Potremmo noi pensare di sistemare questa fonte di luce in una posizione migliore di questo tempio bellissimo, affinché riesca ad illuminare simultaneamente tutte le cose ? Con ragione lo si chiama Lampada, Intelligenza, Governatore dell'Universo; Hermes Trismegisto lo chiama Dio visibile, e la Elettra di Sofocle lo chiama Ciò che vede tutto. Così, in definitiva, il Sole sta seduto sul suo trono regale e comanda i suoi vassalli, i pianeti, che girano intorno a lui" (nella figura 5, tratta da Philosophia Sacra di Fludd - 1626 -, è riportato il modo in cui Dio entra nel mondo). È





Fig. 5



quindi per sua stessa ammissione che riconosciamo ispirazioni magiche in Copernico. Ma la sua opera non sostiene semplicemente la centralità del Sole, ma contiene anche dei calcoli che gli erano suggeriti da quell'altro pezzo di tradizione, quella neoplatonica e pitagorica, che gli fu trasmessa dal suo Maestro a Bologna, Domenico Maria di Novara (1454 - 1504) che, con Proclo (412 - 485), attribuiva un valore superiore, addirittura mistico alle matematiche. Secondo Proclo: " L'anima dell'universo non è in alcun modo comparabile ad una tabula rasa, vuota di ogni conoscenza; essa è una tabula completamente scritta con caratteri costruiti da essa stessa e da tali caratteri si ricava una conoscenza completa se si riescono a comprendere ...Ogni specie matematica, pertanto, ha una sua esistenza primaria in questa anima, di modo che, prima di trovare oggetti sensibili, si troveranno tra i suoi siti più reconditi oggetti con movimento proprio; immagini vive prima che percettibili; proporzioni ideali ed armonie ....[e, nel Timeo, Platone afferma] che l'origine dell'anima è nelle forme matematiche ...". I calcoli che intraprende Copernico sembrano quindi finalizzati a giustificare la presenza del Sole al centro del sistema del mondo, in una tradizione completamente esterna e ad Aristotele e a San Tommaso (anche se poi la fisica che varrà in questo mondo sarà la unica esistente, quella di Aristotele che risulterà comunque talmente distorta e manipolata da rendere necessari immediati interventi).

Proprio per il suo carattere essenzialmente neoplatonico, le opere di Copernico furono osteggiate e trascurate da quasi tutti gli ambienti universitari del '500 (notoriamente aristotelici). Solo qualche neoplatonico, pitagorico o ermetico si interessò ad esse ma al di fuori delle Università, ricavandone conclusioni che andavano però ben al di là delle intenzioni dello stesso Copernico.

Prima di concludere con Copernico occorre accennare alle sue pratiche mediche. Non abbiamo sue opere scritte, ma solo annotazioni e ricette di suo pugno su opere mediche di altri autori. Qui troviamo tutta la tradizione galenica tramandata da Avicenna, un uso della medicina secondo i canoni del corpo inteso nel suo insieme e quindi da trattare con medicine esterne e non interne. Insieme a questo varie ricette i cui componenti sono, tra l'altro, argento, oro, corallo rosso, corno di unicorno, midollo di cuore di cervo, zaffiri, giacinti rossi, smeraldi, perle, carbone, cortecce d'albero di limone, legno di cedro e di sandalo rosso, spugna armena, ...


www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
16/08/2007 12:24
 
Quota

Tycho


Questo maestro dell'osservazione del cielo era ossessionato dalla posizione dei pianeti per trovare nell'astrologia la sua salvezza, il suo avvicinamento a Dio. Le osservazioni astronomiche, sempre più perfezionate, servivano proprio per avere oroscopi sempre più attendibili. Le stelle ed i pianeti erano lo strumento di una sua fede. Egli, allo stesso modo di ogni iniziato a temi magici, tenne rigorosamente occulte le sue importantissime osservazioni che solo casualmente entrarono a sostegno della "rivoluzione scientifica". Il fatto che Kepler abbia potuto farne uso, ed in modo estremamente proficuo, è dovuto alla sola circostanza che riuscì a diventare suo assistente.

www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
16/08/2007 12:27
 
Quota

Kepler


L'astronomo tedesco Kepler (1571 - 1630) rappresenta un punto in cui i temi magici, il neoplatonismo (in una accezione più platonica e pitagorica), l'ermetismo ed ogni misticismo fanno da base a sue ricerche di modo che risulta veramente complesso il discernere i suoi contributi scientifici da una gran quantità di 'resto'. Detto questo è anche importante dire che Kepler inizia a mettere in discussione alcune concezioni mistiche. Intanto iniziò una forte polemica contro la numerologia, in modo particolare contro Rheticus (1514 - 1576); infatti quest'ultimo, contro la cosmologia copernicana, sosteneva che il numero dei pianeti doveva essere di 6 poiché questo era il numero perfetto dei pitagorici e non 7. A questa obiezione Kepler dette una risposta che suona come una petizione di principio completamente in linea con il tempo infatti, secondo Kepler, Dio viene prima della numerologia che è stata creata dall'uomo e, in nessun caso questa numerologia può essere usata per spiegare la Creazione di Dio. Un'altrettanto dura polemica Kepler portò contro il "mago" Robert Fludd (1574-1637) che rappresentò il culmine del misticismo, dell'esaltazione alchemica e della numerologia pitagorica. Il tutto sempre legato ai rapporti tra macrocosmo e microcosmo attraverso la teoria dei quattro elementi trasformata in una dottrina in cui l'universo è costituito da quanto previsto dal Libro della Genesi e cioè da: Luce, Oscurità ed Acqua. Secondo Fludd la matematica doveva ritornare agli insegnamenti mistici dei pitagorici, ai numeri ed alle loro proporzioni, abbandonando tutte quelle inutili dimostrazioni che si insegnavano nelle Università. Era questo l'unico modo di riconquistare l'armonia del mondo. Inoltre la sua indagine medica si muoveva, sulla scia di Harvey, per tentare di capire come lo spirito vitale dispensato da Dio, attraverso il cielo, dall'aria, entrasse in circolazione nel corpo dando la vita. Il mondo di Fludd è costituito da idee ed immagini di esse, vere e proprie rappresentazioni figurate che innumerevoli appaiono nelle sue opere; queste idee ed immagini vengono successivamente applicate alla spiegazione del mondo circostante. Contro questo metodo si levò la polemica di Kepler per il fatto che il mondo di Fludd era completamente arbitrario e non permetteva nessuna dimostrazione anche perché aveva una immagine della matematica in cui non era pensabile alcuna misura; si trattava, come diceva Kepler, di una matematica ermetica, enigmatica e piena di simbolismi incomprensibili, in cui le figure geometriche venivano usate non con fini matematici ma ermetici e pitagorici. Sta qui un seme importante per i lavori di altri scienziati. Uno può avere una qualunque visione pregiudiziale del mondo, ma se questa non si adatta poi alle misure occorre cambiarla. E quest'ultima era la strada che Kepler percorreva anche se, come dicevo, indulgendo a moltissime delle cose che interessavano Fludd, come ad esempio l'uso che egli fece di quelle immagini che dovrebbero descrivere il mondo, tra le quali la più nota è il disegno del mondo costituita dai poliedri incastonati l'un l'altro (ma, appunto, questa immagine era sostenuta, almeno in gran parte, da misure fatte mediante l'osservazione). Ma cerchiamo di seguire i passi ed i momenti in cui Kepler si muove all'interno della tradizione mistico, magico, ermetico, pitagorica.

Nel suo "Mysterium cosmographicum" (1596) egli scrive:

"Io mi impegno a dimostrare con questa operetta o lettore, che Dio Ottimo Massimo, nella costruzione del mondo e nella disposizione dei cieli, aveva in mente i cinque corpi solidi regolari che tanto sono stati celebrati fino dal tempo di Pitagora e di Platone e che dispose numero, proporzioni e movimenti delle cose celesti secondo le proprietà di quei corpi....La mirabile armonia delle cose immobili - il Sole, la stelle fisse e lo spazio - che corrispondono alla Trinità di Dio Padre, Dio Figlio e Spirito Santo mi incoraggiò in questo tentativo....Le figure geometriche mi sembrava rispondessero alle mie esigenze perché , in quanto esse sono quantità, sono state create prima dei cieli [questa parte sembra in contraddizione con la polemica che Kepler ebbe con la numerologia. n.d.r.]. ...Ritenevo che il mio desiderio sarebbe stato soddisfatto se avessi potuto far corrispondere alla reciproca grandezza dei cieli (che Copernico stabilì essere sei) soltanto cinque figure [e cioè i 5 solidi regolari che Euclide ha dimostrato essere gli unici. In tal modo] l'orbe della Terra è la misura di tutti gli altri orbi. Circoscrivi ad essa un dodecaedro, la sfera che a sua volta lo circoscrive è quella di Marte. Alla sfera di Marte circoscrivi un tetraedro, la sfera che lo contiene è la sfera di Giove. Alla sfera di Giove circoscrivi un cubo, la sfera che lo racchiude sarà quella di Saturno. Nell'orbe della Terra inscrivi un icosaedro, la sfera inscritta in esso è quella di Venere. A venere inscrivi un ottaedro, in esso sarà inscritta la sfera di Mercurio. Qui trovi la ragione del numero dei pianeti" (citato da Koyré).

In queste frasi vi è l'intero modo di concepire il mondo che diventa mistico, platonico ed addirittura supponente. Il mondo stesso è in sé la Trinità. Il Sole per Kepler è il centro dinamico dell'intero sistema (in questo presentando una importante novità rispetto a Copernico) poiché egli ha necessità di un punto da cui iniziare a misurare le distanze (anche se i suoi conti sono molto approssimati ed egli trova ciò che vuole trovare). Il Sole è quindi l'immagine di Dio nel mondo che fa sentire la sua potenza attraverso l'"intermedium" (immagine dello Spirito Santo) in cui si muovono i pianeti compresi dalla sfera delle stelle fisse (immagine di Gesù, tanto che altri - Athanasius Kircher, 1676 - cercheranno costellazioni che disegnino nel cielo il volto di Cristo. Si veda la figura 6, tratta da Iter extaticum di Kircher, 1671) che, come una parete, mantiene moto (assimilato alle forme animali) e sua armonia (assimilata alla razionalità), luce (assimilata ai sensi) e calore (assimilato alla vita) al suo interno che deve essere inteso come perfetto.





Fig. 6



Quindi si cantano le lodi del Sole (in questo con Copernico):

"Il Sole è una fontana di luce, ricco di calore fecondo, in sommo grado chiaro, limpido e puro a vedersi, sorgente della visione, pittore di tutti i colori, ..., chiaramente re dei pianeti per il suo moto, cuore del mondo per la sua potenza, occhio del mondo per la sua bellezza e che solo noi giudicheremmo degno di Dio altissimo, qualora egli si compiacesse di avere una dimora materiale e scegliesse un luogo in cui abitare con gli angeli benedetti" (citato da Khun).

Ma Kepler, disegnato il mondo in tal modo, aveva bisogno di mostrare l'abilità matematica di Dio e cerca con puntiglio ogni relazione che faccia allo scopo:

"Da dove si dovrebbe cominciare l'indagine sulla proporzione dei corpi celesti ? Ma dalla Terra, perché essa è 1) domicilio della creatura contemplante, 2) che è anche immagine del Dio creatore. 3) Leggiamo infatti nel divino Mosè, che in principio Dio creò il cielo e la Terra: 4) e perché l'orbe della Terra è medio figurale tra i pianeti ... e medio proporzionale tra i limiti dei pianeti superiori e di quelli inferiori. 5) Infine l'ordine di queste proporzioni proclama altamente che Dio creatore, nel far corrispondere le dimensioni dei corpi e degli intervalli al corpo del Sole, come alla sua prima misura, cominciò dalla Terra"(citato da Koyré).

Con questo programma intraprese una serie di calcoli, che sono nascosti in centinaia di pagine misticheggianti, che lo portarono alla sua "Terza legge", che proprio perché così nascosta, per molti anni non fu conosciuta.

Ed anche le armonie dei moti non sono mere enunciazioni ma provengono da conti che mettono in proporzione le diverse velocità di ogni singolo pianeta con la relativa distanza dal Sole. E queste proporzioni sono riportate a scale e note musicali, cosicché vengono fuori delle note che sono cantate da ogni pianeta nel suo moto perenne intorno al Sole. L'insieme di tali note costituisce l'armonia dell'universo celebrata dai singoli pianeti cantando le lodi del Signore (noi umani non abbiamo orecchie adeguate per udire tali melodie). Per dare un'idea del programma di Kepler, fornisco solo l'indice del suo "Harmonices Mundi" (1619):

" 1. Sulle cinque figure solide regolari.

2. Sulle affinità fra esse ed i rapporti armonici.

3. Compendio della dottrina astronomica necessaria per speculare sulle armonie celesti.

4. In quali cose pertinenti ai moti planetari le semplici consonanze sono state espresse e che tutte quelle consonanze che sono presenti nel canto si trovano nei cieli.

5. Che le chiavi della scala musicale, o gradi del sistema, e i generi delle consonanze, il maggiore ed il minore, sono espressi in certi moti.

6. Che i singoli Toni e Modi musicali sono in qualche modo espressi dai singoli pianeti.

7. Che i contrappunti o armonie universali di tutti i pianeti possono esistere ed essere diversi l'uno dall'altro.

8. Che i quattro tipi di voci sono espressi nei pianeti; soprano, contralto, tenore e basso.

9. Dimostrazione che al fine di garantire questa armonica disposizione, quelle vere eccentricità planetarie che qualunque pianeta ha come proprie, e non altre, devono essere stabilite.

10. Epilogo relativo al Sole, per mezzo di molto fertili congetture."

E, come aneddoto, fornisco solo le note che la Terra canta nel suo orbitare, un mi-fa-mi che Kepler commenta così "da dove si può dedurre che la MI-seria e la FA-mine regnano dovunque in questo mondo" (si veda nella figura 4, tratta da Kircher, come le sfere celesti sono assimilate alle varie muse che collegano con le loro armonie il Sole e la Terra).





Fig. 4



Rispetto all'astronomia Kepler non si distaccò dai suoi contemporanei e particolarmente da Paracelso. Con in più il fatto che, come astronomo assegnava maggior prestigio a tale attività. Inoltre l'astronomia diventava in Kepler sempre più quella giudiziaria, quella che, ricordo, riguardava predizioni relative a singoli personaggi. Ma era tutto l'impianto kepleriano che sosteneva l'astrologia. La presenza vivificatrice del Sole (Dio allo stesso modo di Ra), l'intermedium (Spirito Santo), le stelle fisse (Cristo), tutto autorizzava a che i destini dell'uomo fossero 'naturalmente ' segnati dalla divinità (e da chi altri ?). L'anima che Dio estendeva attraverso il mondo creava facili paralleli tra materia e spirito. Inoltre Dio interveniva nel mondo avvertendo di episodi clamorosi: Egli lo faceva attraverso congiunzioni astrali speciali, eclissi e, soprattutto, comete. Tutti questi non erano semplici fatti meccanici. In accordo con quanto detto prima l'anima di Dio muoveva gli esseri spirituali presenti in tutto il cosmo.

Riguardo a quest'ultimo aspetto, l'astrologia, occorre notare che i copernicani le dettero inizialmente sostegno ma poco a poco, soprattutto nell'età Barocca iniziò un preciso distacco tra scienziati astronomi e medici astrologi. In questo contesto va ricordata una lettera che Bonaventura Cavalieri scrisse ad Evangelista Torricelli nel 1642 (citata da Garin). In essa con molta amarezza ci si lamenta della scarsa attenzione della gente per le scienze fisico - matematiche e del fatto che anche le loro applicazioni pratiche siano trascurate. Ciò che invece interessa quelle persone è l'astrologia. Potrebbe pure nascere un nuovo Archimede e nessuno se ne accorgerebbe, mentre il più ciarlatano degli astrologi ottiene onori, ricchezze e potere.


www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 14.714
Post: 9.849
Sesso: Femminile
Utente Gold
Madre Badessa
16/08/2007 12:28
 
Quota

Harvey


Anche la medicina ebbe il suo Lutero e Copernico. Naturalmente non si può pretendere un distacco completo dalle concezioni antiche che fanno capo da un lato ad Aristotele e dall'altro a Galeno (138 -201). Riferiamoci a quest'ultimo per avere un riferimento affidato alla sperimentazione ed alla dissezione di animali ritenuti più simili all'uomo (scimmie ?). Non intraprese mai (che si sappia) dissezioni umane e quindi la sua medicina è costruita in gran parte per analogia con quella degli organi interni degli animali. Galeno è un aristotelico che assegna funzioni teleologiche agli organi. Ma non accetta Aristotele quando questi assegna al cuore una parte importante nella fisiologia umana. Galeno sposta nel fegato il suo centro d'interesse, fegato che produrrebbe il sangue e lo purificherebbe. Il sangue ha una sorta di circolazione che lo porta al cuore, dove si riscalda e quindi ai polmoni che invece tendono a raffreddarlo. L'uomo è dotato di tre spiriti: quello animale che partendo dal cervello raggiunge i vari organi attraverso i nervi; quello vitale che si dirama dal cuore attraverso le arterie; quello naturale che parte dal fegato ed è propagato dalle vene. Ognuno dei tre spiriti è separato dall'altro. Tutto questo (succintissimamente raccontato) era basato su le suddette osservazioni sperimentali di Galeno. Ma dal II secolo fino al XV, la sua opera, quando fu riscoperta, tradotta e commentata divenne argomento di dispute aristoteliche basate sul sillogismo (questo era generalmente il modo di procedere nelle Università). Il ritorno alla "sperimentazione", questa volta con certe dissezioni su cadaveri di uomini, fu innanzitutto opera degli "artisti-artigiani" a partire dal Trecento (che spesso lavoravano per il sistema giudiziario). Durante il Rinascimento (1531) si dispose dell'intero corpo delle opere di Galeno tradotto e ciò accese un vivo interesse intorno al corpo ed alla funzione dei suoi organi. Ma già Leonardo aveva lavorato su questioni anatomiche ed a lui seguì l'opera più nota del Rinascimento, la "Fabrica" (1543) di Vesalio (1514-1574), il padre dell'anatomia moderna. Uno tra i problemi che Vesalio sollevò, fuori dalla tradizione galenica, era il capire il passaggio del sangue dal sistema arterioso al venoso, attraverso il cuore. Egli sezionò vari cuori ma non trovò i pori di cui parlava Galeno. Tuttavia il passaggio da un sistema all'altro avveniva.. Altra questione sollevata da Vesalio fu sullo spirito animale che si irradiava dal cervello. Molte traduzioni dal greco riportavano "anima" introducendo elementi metafisici nel corpo. Vesalio ebbe il coraggio di sbarazzarsi di tale cosa evitando ogni controversia teologica. Nella cattedra di Padova si successero a Vesalio prima Fallopio (1523 - 1563), quindi Fabrizi d'Acquapendente (1537 - 1619) e fu proprio allievo di quest'ultimo William Harvey (1578 - 1657).

Harvey (1628) prende le mosse dal pregiudizio aristotelico del cuore come centro dell'organismo e dalla visione platonica del movimento in circolo. Riuscì, attraverso osservazioni in autopsie, a scoprire la circolazione del sangue riuscendo a ridare al cuore ("il sole del microcosmo" come egli lo chiama) quella dignità che gli era stata tolta da Galeno: è il battito del cuore che permette la circolazione del sangue ! La cosa la suffragò con variate esperienze che lo convinsero che il cuore può operare non certo come pompa (questo lo avrebbe messo nel novero dei meccanicisti) ma come sovrano del corpo e come luogo dove il sangue recupera le sue qualità. Falsificò poi la teoria del sangue prodotto dal fegato con un semplice conto che confrontò quanto sangue passava dal cuore con quanto ne avrebbe dovuto produrre il fegato: quest'ultima quantità risultava enorme per un organo così piccolo. Insomma, a parte alcuni dettagli (relazione tra vene ed arterie che avrebbero avuto bisogno dei lavori con il microscopio di Malpighi - 1628/1694 - per stabilire l'esistenza di capillari), si erano gettate le basi della rivoluzione harveyana. (che però, per il disinteresse dello stesso Harvey nel farla conoscere, dovette aspettare ancora circa 100 anni prima che fosse conosciuta dal gran pubblico. La pratica medica, anche la sua, seguì con i salassi anche se si cominciò a comprendere il meccanismo dell'avvelenamento: seguì anche con strane cure, di derivazione paracelsiana, che prevedevano l'imposizione della mano di un morto per una malattia cronica su di un malato di tumore).

Si può certamente dire che i lavori di Harvey prendono le mosse dalle concezioni aristoteliche, concezioni nelle quali il moto circolare assume un valore fondamentale proprio perché è l'intero mondo organizzato in quel modo. La circolazione del sangue rende il microcosmo assimilabile al macrocosmo e la funzione vivificante e rigenerativa del Sole viene nel microcosmo sostituita dal cuore che , come detto, è "il sole del microcosmo" in accordo con le tesi ficiniane. Tra l'altro è nel cuore che troviamo la localizzazione dell'anima

In definitiva, un convinto aristotelico, con le premesse di Aristotele e con strane assonanze ermetiche (per un aristotelico), è uno che inizia una delle più importanti rivoluzioni scientifiche dell'età barocca.


www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


Risposta Veloce
Nick  
Titolo
Messaggio
Smiles
Copia il codice di controllo qui sotto





Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:29. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com