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Religione, magia e scienza nel rinascimento italiano

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2007 12:32
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16/08/2007 12:20
 
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Magia e scienza: un miscuglio difficile da separare


Sulla strada aperta dagli autori che abbiamo discusso e che non furono certamente gli unici si inserì una gran messe di lavori che si susseguirono per moltissimi anni fino ad arrivare alle soglie dell'Illuminismo ed oltre. Vi era la convinzione che lo stesso mago acquisisse via via uno stato di benessere e felicità sulla Terra che lo avrebbe comunque ripagato dei suoi studi e del suo impegno nella magia spirituale. Era la credenza in una sorta di elevazione verso livelli mistici impensabili che avrebbero permesso una sorta di ascesi con la conseguenza di acquisire poteri magici assoluti.

Pensatori le cui opere ebbero influenza e che godettero di vasta notorietà furono diversi e distribuiti in vari Paesi d'Europa. Occorre ricordare almeno i nomi del tedesco Cornelio Agrippa von Nettesheim (1486 ? - 1534 ?), fiero avversario dell'astrologia giudiziaria, che introdusse concetti con probabili ricadute sulla scienza che tentava di farsi strada in mezzo a questo mondo magico, mistico ed animistico. Egli sosteneva che le forze in gioco nella magia naturale sono le simpatie ed antipatie, le attrazioni di tipo magnetico, le virtù di pietre ed erbe, le illusioni che gli occhi ci offrono, le forze meccaniche che si manifestano nei differenti strumenti meccanici. La magia deve studiare tali forze e deve farlo con mezzi naturali. Ed ecco che l'inglese Gilbert (1540 - 1603) costruisce un mondo in cui proprio le forze magnetiche, intese come forze spirituali, hanno una notevole importanza proprio perché la Terra è intesa come madre comune nel cui utero si formano tutti i metalli. Questo mondo, dotato di animazione universale, è tutto pensato all'interno delle influenze di Hermes Trismegisto, Zoroastro, Orfeo, come lo stesso Gilbert sostiene nel suo De Magnete (1600). Vi è ancora l'inglese John Dee (1527 - 1608), cui si ispirò Gilbert, che tentò di trovare punti d'unione tra magia e scienza affermando l'importanza che avrebbe avuto in questa operazione la matematica oltre naturalmente lo studio della natura per trovare le forze che la natura stessa nasconde. Ma ancora va ricordato Otto Brunfels (1488 - 1534) che ricavò dalla magia il fatto che gli oppressi non dovevano ribellarsi alla corruzione della Chiesa e delle case regnanti: questo fatto spettava solo a Dio. È interessante notare che Brunfels riesce ad indicare come Anticristo non il Papato corrotto ma chi si ribellava ad esso. Vi è poi Giovanni Battista della Porta ( ? - 1615) che operò piuttosto come divulgatore ed anche come sistematore delle varie conoscenze che si avevano in magnetismo, ottica, idraulica e statica. Quindi il mago, matematico e medico Gerolamo Cardano (1501 - 1576) che interpretò le varie forze che la natura ci offre in termini di simpatie ed antipatie sulla strada aperta da Fracastoro (1484 - 1553). Per le influenze che ebbero occorre anche ricordare l'inglese Robert Fludd (1574 - 1637) ed il gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602 - 1680). Ed ancora i tedeschi Caspar Schwenckfeld (1490 - 1561), Sebastian Franck (1499 - 1542) ed il protestante Valentin Weigel (1533 - 1588).

Siamo ora situati tra la metà del 1500 e l'inizio del 1600, il periodo in cui siamo abituati a datare la nascita della scienza moderna. Sarebbe un grave errore credere che vi fosse netta separazione tra il possente sfondo culturale che ho cercato di delineare ed il mago spirituale che si occupa soprattutto di magia naturale e che piano piano diventa filosofo naturale. La magia e la filosofia naturale non erano attività separate: la stessa persona operava almeno nei due ambiti e dir questo vuol dire che ogni persona colta era persona che aveva un insieme di conoscenze complessivo dal quale estraeva quella parte che più era affine ai suoi interessi particolari. La scienza iniziò ad affermarsi ma non in modo chiaro. Essa si trovò invischiata in ogni forma di irrazionalismo e il dire ciò è affermare due cose: 1) non si fa un buon servizio a chi è riuscito con enorme fatica ad affrancarsi da tutto questo mondo irrazionale; 2) si falsifica la storia andando a recuperare nell'opera dei vari autori (oggi ritenuti scienziati e quindi pienamente razionali) quelle parti che più rispondono alle nostre concezioni di scienza, costruendo quella falsificazione che vorrebbe la conoscenza come un processo lineare di accumulo di conoscenze.

Tenterò nel seguito di fare operazione contraria a quella che solitamente si fa: ricercherò nell'opera dei vari scienziati che sono i padri fondatori della scienza moderna quelle parti che li vedono immersi nella cultura ermetica, cabalistica ed alchemica.

Prima di fare ciò è comunque necessario un cenno ad una tradizione che non era tanto compromessa con la cultura suddetta: si tratta della tradizione meccanicista (né aristotelica, né platonica alla quale ho già fatto cenno) che, in qualche modo, prende spunto dagli scritti di Archimede che furono tra gli ultimi ad essere tradotti dall'originale greco in latino. Tra coloro che si ispirarono a tale tradizione occorre ricordare Niccolò Tartaglia (1499 - 1577), Federigo Commandino (1509 - 1575), Guidobaldo del Monte (1545 - 1607), lo stesso Leonardo da Vinci (1452 - 1519) e svariati 'ingegneri' del Rinascimento fino ad arrivare allo stesso Galileo. Queste persone non guardarono la matematica in modo mistico e numerologico ma lavorarono con essa per analizzare e misurare il mondo. L'aver fatto cenno a questa tradizione è di interesse perché vari storici hanno fatto osservare che più o meno a partire dal 1580 si dovrà tener conto di almeno due tradizioni culturali: la platonico-aristotelica (tra loro spesso in contrasto ma in qualche modo intersecantesi) alla quale si associava il neoplatonismo (scienze occulte) con il suo uso a rendere reali le immagini delle metafore, delle parole e soprattutto dei simboli e la archimedea (che nega tutto questo per avere un rapporto con il mondo dove le parole siano legate a fatti ed i fatti a dei concetti: filosofia naturale).

Le due tradizioni erano in "concorrenza". Data la maggiore diffusione della prima, la seconda dovette ingegnarsi di più per poter emergere e fortificarsi e proprio il seguire tutte le fasi della polemica permetterebbe di comprendere davvero come la "scienza moderna" sia riuscita con fatica ad affermarsi (sottolineo la fatica se, ancora oggi, pur in contesti radicalmente diversi, l'occultismo ed il misticismo hanno un seguito di gran lunga superiore a quello della conoscenza razionale del mondo). Vi saranno molti che, pur conservando caratteristiche della tradizione occultista, si scaglieranno contro di essa (Bacone, Kepler, Marsenne, ...) e ciò è assolutamente comprensibile alla luce di quanto dicevo a proposito di una data epoca in cui è quasi impossibile operare nette separazioni (qui vi è invece una tradizione di storici della scienza che sembrerebbe vedere violare un mito nell'ammettere le due tradizioni: quasi che scienziati del livello di Newton fossero degli schizofrenici; nello stesso ambito vi è addirittura lo sciovinista Koestler che tende a dimenticare la tradizione neoplatonica e mistica presente in Kepler pur essendo quest'ultima persona che non ha radici in Hermes Trismegisto quanto in Pitagora e Tolomeo). In fondo si tratta solo di pensare che, nell'ambito di cambiamenti che saranno sempre più radicali, si mantiene un sottofondo della cultura preesistente (vedremo esempi più oltre in Copernico, Kepler, Descartes, Newton, ...). Una discontinuità culturale tanto netta non si è mai data, piuttosto vi è, come afferma Vickers, una dispersione di posizioni analoga più ad uno spettro continuo che non ad uno di un elemento. A fine 1500 si potevano registrare tutte le varie posizioni culturali che schematicamente possiamo far andare da un estremo (completo affidarsi al mistico ed al magico) all'altro (meccanicismo). E neanche a dire che vi fossero i portatori a priori di una qualche verità. È questo un processo complicato, articolato e tutto da chiarire. Le finalità delle scienze occulte erano spesso terrene ma altrettanto spesso tese al raggiungimento di finalità religiose, metafisiche. Quando si operava nella magia come nell'alchimia, lo si faceva con riti non dissimili, ad esempio a quelli della Messa Cristiana. Tali riti erano spesso considerati ed addirittura chiamati "esperimenti"; tutti sempre con due contendenti del tipo bene e male, puro ed impuro, Dio e Diavolo, buono e cattivo; tutti nell'alveo di antiche tradizioni. Ed ognuna di tali tradizioni aveva tanto stretti legami con l'altra che abbandonarne una avrebbe irrimediabilmente compromesso l'altra: come toccare la numerologia senza distruggere rituali magici legati all'alchimia ed all'astrologia ? Per altri versi come toccare l'astrologia senza mettere in discussione alchimia e medicina ? ... Resta comunque il fatto che le scienze occulte si autoproclamano infallibili contrariamente a quelle non occulte. Nelle prime qualcosa che non funziona è opera di una mal interpretata o cattiva manipolazione dell' "officiante" (proporzioni sbagliate negli infusi, cattiva lettura di una congiunzione astrale, impurezza dei materiali in gioco, dati errati sul momento della nascita in un oroscopo, ...), e comunque vi è sempre la panacea dell'impurezza dell'adepto che si avvicina a queste pratiche (l'alchimista provetto non poteva avere rapporti sessuali prima di tali pratiche).

Qui può intravedersi la separazione che via via vi sarà tra le due tradizioni: quella della filosofia naturale dovrà sempre rendere conto dei suoi riti, delle sue "esperienze", dovrà tenere un catalogo di quanto fatto perché serva da casistica e confronto, dovrà accordarsi con i criteri galileiani delle "sensate esperienze" (è proprio la mancanza di una raccolta di dati che relega le scienze occulte a questo: ad essere occulte e solo per persone che hanno "fede"). Sarà la matematica, il quantificare, il misurare che differenzierà le due tradizioni. Dalla parte delle scienze naturali si tenderà sempre più a specializzare, a dividere, a sezionare, a dare senso a singole espressioni, a tentare spiegazioni a singole parole ed addirittura a rifiutare il vuoto nominalismo, dall'altra parte si opererà in una visione che, dovendo spiegare il tutto in uno, in realtà resta con definizioni di carattere del tutto generali in cui tutti, senza fatica alcuna, possono ritrovarsi, si sostituirà il pensiero sistematico ed analitico con richiami fideistici e magici capaci di comprendere in sé ogni contraddizione logica. Credo si possa concludere questo paragrafo con Gellner:

"L'impresa veramente importante realizzata in circa tre secoli di propaganda empirica è stata non la proscrizione o la sfiducia nel trascendente: è stato l'inculcare sistematico di una sensibilità all'esistenza di una frontiera tra il dimostrabile e l'indimostrabile, e soprattutto la conseguente inibizione dai tentativi di far finta che tale frontiera non esista" (citato da Vickers).

www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


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