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Religione, magia e scienza nel rinascimento italiano

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2007 12:32
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Kepler


L'astronomo tedesco Kepler (1571 - 1630) rappresenta un punto in cui i temi magici, il neoplatonismo (in una accezione più platonica e pitagorica), l'ermetismo ed ogni misticismo fanno da base a sue ricerche di modo che risulta veramente complesso il discernere i suoi contributi scientifici da una gran quantità di 'resto'. Detto questo è anche importante dire che Kepler inizia a mettere in discussione alcune concezioni mistiche. Intanto iniziò una forte polemica contro la numerologia, in modo particolare contro Rheticus (1514 - 1576); infatti quest'ultimo, contro la cosmologia copernicana, sosteneva che il numero dei pianeti doveva essere di 6 poiché questo era il numero perfetto dei pitagorici e non 7. A questa obiezione Kepler dette una risposta che suona come una petizione di principio completamente in linea con il tempo infatti, secondo Kepler, Dio viene prima della numerologia che è stata creata dall'uomo e, in nessun caso questa numerologia può essere usata per spiegare la Creazione di Dio. Un'altrettanto dura polemica Kepler portò contro il "mago" Robert Fludd (1574-1637) che rappresentò il culmine del misticismo, dell'esaltazione alchemica e della numerologia pitagorica. Il tutto sempre legato ai rapporti tra macrocosmo e microcosmo attraverso la teoria dei quattro elementi trasformata in una dottrina in cui l'universo è costituito da quanto previsto dal Libro della Genesi e cioè da: Luce, Oscurità ed Acqua. Secondo Fludd la matematica doveva ritornare agli insegnamenti mistici dei pitagorici, ai numeri ed alle loro proporzioni, abbandonando tutte quelle inutili dimostrazioni che si insegnavano nelle Università. Era questo l'unico modo di riconquistare l'armonia del mondo. Inoltre la sua indagine medica si muoveva, sulla scia di Harvey, per tentare di capire come lo spirito vitale dispensato da Dio, attraverso il cielo, dall'aria, entrasse in circolazione nel corpo dando la vita. Il mondo di Fludd è costituito da idee ed immagini di esse, vere e proprie rappresentazioni figurate che innumerevoli appaiono nelle sue opere; queste idee ed immagini vengono successivamente applicate alla spiegazione del mondo circostante. Contro questo metodo si levò la polemica di Kepler per il fatto che il mondo di Fludd era completamente arbitrario e non permetteva nessuna dimostrazione anche perché aveva una immagine della matematica in cui non era pensabile alcuna misura; si trattava, come diceva Kepler, di una matematica ermetica, enigmatica e piena di simbolismi incomprensibili, in cui le figure geometriche venivano usate non con fini matematici ma ermetici e pitagorici. Sta qui un seme importante per i lavori di altri scienziati. Uno può avere una qualunque visione pregiudiziale del mondo, ma se questa non si adatta poi alle misure occorre cambiarla. E quest'ultima era la strada che Kepler percorreva anche se, come dicevo, indulgendo a moltissime delle cose che interessavano Fludd, come ad esempio l'uso che egli fece di quelle immagini che dovrebbero descrivere il mondo, tra le quali la più nota è il disegno del mondo costituita dai poliedri incastonati l'un l'altro (ma, appunto, questa immagine era sostenuta, almeno in gran parte, da misure fatte mediante l'osservazione). Ma cerchiamo di seguire i passi ed i momenti in cui Kepler si muove all'interno della tradizione mistico, magico, ermetico, pitagorica.

Nel suo "Mysterium cosmographicum" (1596) egli scrive:

"Io mi impegno a dimostrare con questa operetta o lettore, che Dio Ottimo Massimo, nella costruzione del mondo e nella disposizione dei cieli, aveva in mente i cinque corpi solidi regolari che tanto sono stati celebrati fino dal tempo di Pitagora e di Platone e che dispose numero, proporzioni e movimenti delle cose celesti secondo le proprietà di quei corpi....La mirabile armonia delle cose immobili - il Sole, la stelle fisse e lo spazio - che corrispondono alla Trinità di Dio Padre, Dio Figlio e Spirito Santo mi incoraggiò in questo tentativo....Le figure geometriche mi sembrava rispondessero alle mie esigenze perché , in quanto esse sono quantità, sono state create prima dei cieli [questa parte sembra in contraddizione con la polemica che Kepler ebbe con la numerologia. n.d.r.]. ...Ritenevo che il mio desiderio sarebbe stato soddisfatto se avessi potuto far corrispondere alla reciproca grandezza dei cieli (che Copernico stabilì essere sei) soltanto cinque figure [e cioè i 5 solidi regolari che Euclide ha dimostrato essere gli unici. In tal modo] l'orbe della Terra è la misura di tutti gli altri orbi. Circoscrivi ad essa un dodecaedro, la sfera che a sua volta lo circoscrive è quella di Marte. Alla sfera di Marte circoscrivi un tetraedro, la sfera che lo contiene è la sfera di Giove. Alla sfera di Giove circoscrivi un cubo, la sfera che lo racchiude sarà quella di Saturno. Nell'orbe della Terra inscrivi un icosaedro, la sfera inscritta in esso è quella di Venere. A venere inscrivi un ottaedro, in esso sarà inscritta la sfera di Mercurio. Qui trovi la ragione del numero dei pianeti" (citato da Koyré).

In queste frasi vi è l'intero modo di concepire il mondo che diventa mistico, platonico ed addirittura supponente. Il mondo stesso è in sé la Trinità. Il Sole per Kepler è il centro dinamico dell'intero sistema (in questo presentando una importante novità rispetto a Copernico) poiché egli ha necessità di un punto da cui iniziare a misurare le distanze (anche se i suoi conti sono molto approssimati ed egli trova ciò che vuole trovare). Il Sole è quindi l'immagine di Dio nel mondo che fa sentire la sua potenza attraverso l'"intermedium" (immagine dello Spirito Santo) in cui si muovono i pianeti compresi dalla sfera delle stelle fisse (immagine di Gesù, tanto che altri - Athanasius Kircher, 1676 - cercheranno costellazioni che disegnino nel cielo il volto di Cristo. Si veda la figura 6, tratta da Iter extaticum di Kircher, 1671) che, come una parete, mantiene moto (assimilato alle forme animali) e sua armonia (assimilata alla razionalità), luce (assimilata ai sensi) e calore (assimilato alla vita) al suo interno che deve essere inteso come perfetto.





Fig. 6



Quindi si cantano le lodi del Sole (in questo con Copernico):

"Il Sole è una fontana di luce, ricco di calore fecondo, in sommo grado chiaro, limpido e puro a vedersi, sorgente della visione, pittore di tutti i colori, ..., chiaramente re dei pianeti per il suo moto, cuore del mondo per la sua potenza, occhio del mondo per la sua bellezza e che solo noi giudicheremmo degno di Dio altissimo, qualora egli si compiacesse di avere una dimora materiale e scegliesse un luogo in cui abitare con gli angeli benedetti" (citato da Khun).

Ma Kepler, disegnato il mondo in tal modo, aveva bisogno di mostrare l'abilità matematica di Dio e cerca con puntiglio ogni relazione che faccia allo scopo:

"Da dove si dovrebbe cominciare l'indagine sulla proporzione dei corpi celesti ? Ma dalla Terra, perché essa è 1) domicilio della creatura contemplante, 2) che è anche immagine del Dio creatore. 3) Leggiamo infatti nel divino Mosè, che in principio Dio creò il cielo e la Terra: 4) e perché l'orbe della Terra è medio figurale tra i pianeti ... e medio proporzionale tra i limiti dei pianeti superiori e di quelli inferiori. 5) Infine l'ordine di queste proporzioni proclama altamente che Dio creatore, nel far corrispondere le dimensioni dei corpi e degli intervalli al corpo del Sole, come alla sua prima misura, cominciò dalla Terra"(citato da Koyré).

Con questo programma intraprese una serie di calcoli, che sono nascosti in centinaia di pagine misticheggianti, che lo portarono alla sua "Terza legge", che proprio perché così nascosta, per molti anni non fu conosciuta.

Ed anche le armonie dei moti non sono mere enunciazioni ma provengono da conti che mettono in proporzione le diverse velocità di ogni singolo pianeta con la relativa distanza dal Sole. E queste proporzioni sono riportate a scale e note musicali, cosicché vengono fuori delle note che sono cantate da ogni pianeta nel suo moto perenne intorno al Sole. L'insieme di tali note costituisce l'armonia dell'universo celebrata dai singoli pianeti cantando le lodi del Signore (noi umani non abbiamo orecchie adeguate per udire tali melodie). Per dare un'idea del programma di Kepler, fornisco solo l'indice del suo "Harmonices Mundi" (1619):

" 1. Sulle cinque figure solide regolari.

2. Sulle affinità fra esse ed i rapporti armonici.

3. Compendio della dottrina astronomica necessaria per speculare sulle armonie celesti.

4. In quali cose pertinenti ai moti planetari le semplici consonanze sono state espresse e che tutte quelle consonanze che sono presenti nel canto si trovano nei cieli.

5. Che le chiavi della scala musicale, o gradi del sistema, e i generi delle consonanze, il maggiore ed il minore, sono espressi in certi moti.

6. Che i singoli Toni e Modi musicali sono in qualche modo espressi dai singoli pianeti.

7. Che i contrappunti o armonie universali di tutti i pianeti possono esistere ed essere diversi l'uno dall'altro.

8. Che i quattro tipi di voci sono espressi nei pianeti; soprano, contralto, tenore e basso.

9. Dimostrazione che al fine di garantire questa armonica disposizione, quelle vere eccentricità planetarie che qualunque pianeta ha come proprie, e non altre, devono essere stabilite.

10. Epilogo relativo al Sole, per mezzo di molto fertili congetture."

E, come aneddoto, fornisco solo le note che la Terra canta nel suo orbitare, un mi-fa-mi che Kepler commenta così "da dove si può dedurre che la MI-seria e la FA-mine regnano dovunque in questo mondo" (si veda nella figura 4, tratta da Kircher, come le sfere celesti sono assimilate alle varie muse che collegano con le loro armonie il Sole e la Terra).





Fig. 4



Rispetto all'astronomia Kepler non si distaccò dai suoi contemporanei e particolarmente da Paracelso. Con in più il fatto che, come astronomo assegnava maggior prestigio a tale attività. Inoltre l'astronomia diventava in Kepler sempre più quella giudiziaria, quella che, ricordo, riguardava predizioni relative a singoli personaggi. Ma era tutto l'impianto kepleriano che sosteneva l'astrologia. La presenza vivificatrice del Sole (Dio allo stesso modo di Ra), l'intermedium (Spirito Santo), le stelle fisse (Cristo), tutto autorizzava a che i destini dell'uomo fossero 'naturalmente ' segnati dalla divinità (e da chi altri ?). L'anima che Dio estendeva attraverso il mondo creava facili paralleli tra materia e spirito. Inoltre Dio interveniva nel mondo avvertendo di episodi clamorosi: Egli lo faceva attraverso congiunzioni astrali speciali, eclissi e, soprattutto, comete. Tutti questi non erano semplici fatti meccanici. In accordo con quanto detto prima l'anima di Dio muoveva gli esseri spirituali presenti in tutto il cosmo.

Riguardo a quest'ultimo aspetto, l'astrologia, occorre notare che i copernicani le dettero inizialmente sostegno ma poco a poco, soprattutto nell'età Barocca iniziò un preciso distacco tra scienziati astronomi e medici astrologi. In questo contesto va ricordata una lettera che Bonaventura Cavalieri scrisse ad Evangelista Torricelli nel 1642 (citata da Garin). In essa con molta amarezza ci si lamenta della scarsa attenzione della gente per le scienze fisico - matematiche e del fatto che anche le loro applicazioni pratiche siano trascurate. Ciò che invece interessa quelle persone è l'astrologia. Potrebbe pure nascere un nuovo Archimede e nessuno se ne accorgerebbe, mentre il più ciarlatano degli astrologi ottiene onori, ricchezze e potere.


www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


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