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Religione, magia e scienza nel rinascimento italiano

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2007 12:32
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Descartes


Descartes (1596 - 1650) è uno dei pensatori che più ha affidato alla metafisica le sue affermazioni sulla scienza della natura. Nonostante gli sforzi di Koyré, l'immagine dello scienziato francese è fortemente legata alla metafisica proprio perché con essa va a spiegare fatti naturali. Anche qui farò alcuni esempi per capire il senso dello stravolgimento del lavoro di Galileo che viene operato, stravolgimento che sarà anche di altri ed al quale il solo Huygens si sottrarrà, risultando quest'ultimo l'unico scienziato dell'età barocca che si muove nella tradizione galileiana. Leggiamo qualche brano di Descartes:

"...fisserò qui due o tre delle principali regole secondo le quali è da ritenere che Dio faccia agire la natura del nuovo mondo, sufficienti, credo, per farvi conoscere tutte le altre.

La prima è: che ogni parte della materia in particolare persiste nel medesimo stato finché l'urto delle altre non la costringe a mutarlo....

Suppongo come seconda regola che, quando un corpo ne spinge un altro, non possa comunicargli alcun movimento senza perderne contemporaneamente altrettanto del proprio; né sottrarglielo senza aumentare il proprio nella stessa misura....

Ora le due regole derivano evidentemente solo da questo: che Dio è immutabile e che, con l'agire sempre alla stessa maniera, produce sempre lo stesso effetto. Infatti, supponendo che nell'atto stesso di crearla, Dio abbia posto in tutta la materia in generale una certa quantità di movimenti, a meno di negare che egli agisca sempre allo stesso modo, bisogna ammettere che ne conservi sempre la stessa quantità. Supponendo pure che da quel primo istante le diverse parti della materia in cui i movimenti si sono trovati variamente distribuiti abbiano cominciato a conservarli o a trasmetterli dall'una all'altra, a seconda della loro forza, bisogna necessariamente concludere che Dio le fa continuare sempre allo stesso modo. Le due regole vogliono dire questo.

Ne aggiungerò una terza: che quando un corpo si muove ...le sue parti, singolarmente prese, tendono sempre a continuare il loro [movimento] in linea retta....

Questa regola poggia sullo stesso fondamento delle altre due e dipende solo dal fatto che Dio conserva ogni cosa mediante un'azione continua..."

A parte questi brani esplicativi di quanto sostenevo non occorre dimenticare che questo scienziato, passato alla storia come razionalista, si dilettava con armonie dell'universo, con la sua unità e con tutte le suggestioni magiche del suo tempo, anteponendo immaginazione a ragione.

Non c'è dubbio che Descartes fu il primo a sostituire un intero sistema del mondo, come realizzato da Aristotele e cristianizzato da San Tommaso, con un altro completamente differente che si muoveva sulla strada del completo rinnovamento. L'elemento principe resta la comunicazione di tutto ciò che si conosceva. Sulla tradizione aperta da Galileo, non vi erano più pratiche segrete o questioni per iniziati. Per altri versi Descartes tenta l'integrazione delle novità scientifiche con la metafisica, con la religione. Anche in Descartes, come del resto già visto, Dio è non solo artefice ma perennemente presente nel mondo. È egli, sulla linea Archimedea, un Ingegnere, un Architetto del creato. Ma ogni cosa è in gran parte sostenuta da ragionamenti deduttivi che lo legano pienamente alla tradizione aristotelica. Anche se pensò ad un mondo di un continuo di particelle che, spinta la prima, originano un moto a vortici alla base di tutto l'universo, rifiutò le estreme conseguenze della filosofia atomistica (in accordo con il disprezzo che ad essa riservava Aristotele) come ad esempio l'esistenza del vuoto ( e qui neppure riuscì ad usare delle cose che Marsenne, suo maestro, veniva a spiare in Italia e particolarmente nella bottega di Torricelli). Allo stesso modo non si espresse mai con chiarezza a favore dell'eliocentrismo.

Vi è un altro aspetto da sottolineare. Descartes era certamente un gigante della matematica ma costruisce la sua teoria del mondo a vortici senza che in essa intervenga minimamente, tutto l'argomentare è parto di una logica deduttiva alla Aristotele. La matematica vive in un comparto separato della filosofia della natura.

Come già accennato il suo Metodo è però l'uscita definitiva dal mistero, dalle cose criptate. Spariscono le armonie delle sfere, spariscono le cause finali. Si apre alla possibilità di un universo laico:

"Non tenteremo di cercare le ragioni dei fatti naturali nel fine che Dio o la natura si proposero al crearli (le cause finali), perché non dobbiamo presumere di essere partecipi dei piani divini, ma solo considerare la causa efficiente di ogni cosa" (Principia Philosophiae).

In ogni caso, per Descartes, la fisica deve discendere da una metafisica.. È l'esistenza di Dio che rende possibile la conoscenza scientifica e ciò in quanto questa ultima è basata su dei fatti certi. E la cosa si chiude su se stessa in quanto la prova dell'immortalità dell'anima si può rintracciare proprio nella fisica. In definitiva la conclusione è quella da cui partivo più su: la certezza di tutti gli enunciati della conoscenza dipende dalla nostra certezza dell'esistenza di Dio. Dice Descartes:

"In effetti, poiché Dio è la vera causa di tutto ciò che è o potrebbe essere, è evidente che il miglior modo di fare filosofia che possiamo adottare, potrebbe essere di tentare dedurre la spiegazione delle cose create da Dio a partire dalla nostra conoscenza di Dio stesso, e così conquistare la scienza più perfetta, che è la conoscenza degli effetti attraverso le loro cause" (citato da Clarke).



www.fisicamente.net/index-76.htm



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


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