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Gli inventori delle malattie

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2007 14:42
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Cardinale
24/09/2007 14:42
 
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La misurazione dei tassi di colesterolo è un passatempo molto diffuso, che certi medici e certe case farmaceutiche fanno di tutto per incoraggiare, visto che grazie a esso riescono a realizzare profitti miliardari. Ecco che allora l'Associazione federale dei cardiologi tedeschi, la ditta Becel (che produce margarina), il gruppo farmaceutico Pfizer e l'impresa Roche Diagnostics organizzano regolarmente delle «iniziative per la salute», il cui obiettivo è quello di convincere la gente a farsi misurare il tasso di colesterolo nel sangue. Su un opuscolo a disposizione dei clienti nelle farmacie si può leggere quanto segue: «A partire dal trentesimo anno d'età, ognuno di noi dovrebbe conoscere il proprio tasso di colesterolo e farlo controllare ogni due anni». Il principio che si vuole far passare per vero è che una colesterolemia elevata rappresenta «uno dei più frequenti fattori di rischio» per le malattie cardiocircolatorie. La «Neue Apotheken Illustrierte» definisce il colesterolo una «bomba a orologeria per la salute».
[...]

I medici come Ravnskov non negano affatto che esista un rapporto tra i grassi nel sangue e le cardiopatie coronariche. Circa lo 0,2% della popolazione soffre di ipercolesterolemia ereditaria: le persone affette da tale malattia hanno troppo pochi recettori di colesterolo integri. Il colesterolo quindi non può essere trasportato dal sangue alle cellule dell'organismo, per cui la colesterolemia aumenta. I valori vanno da 350 a 1000 milligrammi per decilitro. Le persone che soffrono di questo disturbo sono esposte più di altre al pericolo di morire d'infarto cardiaco, perché si ammalano spesso di una grave forma di arteriosclerosi. Non è tuttavia sicuro che questa patologia sia paragonabile alla vera arteriosclerosi. Esami autoptici eseguiti su persone che soffrivano di ipercolesterolemia ereditaria hanno dimostrato che il colesterolo si deposita non solo nei vasi, ma in qualunque altro organo. «Molti organi sono letteralmente impregnati di colesterolo», dice Uffe Ravnskov. Perciò è sbagliato considerare valido il rapporto esistente tra colesterolo e arteriosclerosi per persone che hanno la colesterolemia «normale».

A volte il medico cerca di convincere un paziente anziano «a rischio» a cambiare le sue abitudini alimentari e a cibarsi di alimenti poveri di colesterolo, ma per la persona anziana questo cambiamento può risultare pericoloso. L’alimentazione di chi è avanti con gli anni è «comunque già pregiudicata da protesi dentarie, stipsi, mancanza d'appetito e intolleranza verso parecchi cibi», avverte il medico americano Bernard Lown, un noto specialista di malattie cardiache che nel 1985 ha ricevuto il premio Nobel per la pace quale membro dell'associazione internazionale Medici per la prevenzione della guerra atomica. Lown ricorda il caso di una sua paziente molto anziana che di colpo era dimagrita e deperita perché voleva abbassare il livello del colesterolo. Lown le disse che se avesse continuato in quel modo avrebbe messo in pericolo la sua salute: «Le ordinai di ignorare i consigli che le erano stati dati da altri medici e di mangiare tutto quello che le piaceva. Nell'arco di sei mesi ritrovò il suo peso di prima e anche l'umore allegro e propositivo che la caratterizzava». In realtà abbiamo bisogno del colesterolo oggi tanto vituperato, dalla nascita fino all'età più avanzata.



Questo articolo non mi piace proprio. Il "racket del colesterolo" è una realtà, ma qui si confondono i lavaggi del cervello che i media e i medici compiacenti fanno alla massa, sotto pressione da parte delle multinazionali farmaceutiche, dai reali e ottimi motivi che si hanno per ritenere necessaria la prevenzione e la cura dell'ipercolesterolemia e dei LDL in molti pazienti, soprattutto in età avanzata (ma quale 0,2%, non sono mica soltanto i pazienti con predisposizione genetica ad essere a rischio...).
A parte il fatto che anche qui ci sono delle cifre di parte, in ogni caso una persona che legge questa roba e ci crede, penserà che "il colesterolo fa bene" così come prima pensava che "il colesterolo fa male".
E nessuna delle due cose è vera.
Chi ha voglia di andare a fondo si informi, possibilmente evitando degli articoli di denuncia sociale di disinformazione.it con la stessa premura con cui eviterebbe la propaganda delle multinazionali farmaceutiche.


Molte migliaia di donne vengono sottoposte a inutili trattamenti in seguito a risultati falsamente positivi e a volte rischiano di rimanere sterili o di subire altri terribili effetti collaterali. Durante ogni campagna ad ampio raggio nell'area di Bristol, 15.000 donne sono state informate di essere a rischio cancro, e pi di 5500 sono state esaminate e sottoposte a terapie in seguito a lievi anormalità che non si sarebbero mai trasformate in cancro. Praticamente una donna su 15 risulta anormale dal punta di vista del test.

Il livello di risultati erroneamente positivi dimostra a quale livello il pap test della cervice provochi delle preoccupazioni inutili in donne sane.
Uno studio del 1988 indicò che quasi la metà delle anormalità rilevate dai pap test si convertiva poi alla normalità nel giro di due anni. Mentre uno studio canadese recente indica che la semplice infiammazione della cervice potrebbe provocare risultati anormali in un pap test.


Infatti un medico serio e competente dice "signora, il pap test è positivo, dobbiamo fare urgentemente altre analisi", non "signora, il pap test è positivo, da domani partiamo con la chemio". Il pap test è usato per la sua semplicità e immediatezza, non perché è infallibile. Ed è uno strumento di punta per la lotta al cancro della cervice su scala di popolazioni anziché di individui. In quanto all'articolo, come al solito, usa cifre di parte: invece di contare i morti, dovreste contare l'incidenza annuale di malati.
La malattia si diffonde se crescono i malati, non se crescono i morti: anzi, migliorate come sono le nostre tecniche diagnostiche e di cura, i morti diminuiscono mentre i malati e i guariti aumentano.



I pazienti ai quali vengono somministrati farmaci o che si sottopongono ad operazioni pare che poi stiano molto peggio in termini di funzioni sessuali, urinarie e intestinali rispetto alle persone i cui progressi vengono semplicemente monitorati con attenzione. Ma il punto importante è che la chirurgia radiale è indicata solo in un numero molto limitato di casi: quelli con un cancro scoperto molto presto (al primo stadio), confinato alla ghiandola stessa e non alla capsula che la contiene o a qualsiasi linfonodo. E' inoltre efficace solo se i margini attorno alla ghiandola non sono stati attaccati dal cancro.


Problemi sessuali, urinari e intestinali? Non l'avrei mai detto, ma pensa. Dopotutto ti hanno solo asportato un organo.
Ma certo che hai problemi! Il fatto è che, di grazia, se non gli apri la pancia, come fai a dire se il cancro ha già aggredito la capsula e soprattutto i linfonodi?
E se per caso resti nel dubbio, poi cosa fai, aggiungi dieci cicli di chemioterapia "nell'eventualità che...?".
Che testa chi ha scritto questa roba.
Comunque visto che hanno tanta voglia di discettare sulla chirurgia alla prostata, mi piacerebbe sentire un oncologo in merito alle probabilità di degenerazione in tumore maligno e alle statistiche correlate. Negli ultimi decenni so che l'opzione chirurgica è diventata meno invasiva e oltretutto meno praticata (mentre il numero di pazienti è aumentato, soprattutto perché ci stiamo senilizzando...).
Sinceramente un argomento di questa complessità meriterebbe l'intervento di specialisti, esporlo in un topic così alla cieca non lo trovo positivo.



[Modificato da Rainboy 04/07/2009 14:19]
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