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OISM

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2007 17:13
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Cardinale
26/10/2007 21:06
 
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Il Vice presidente del CCDU Massimo Parrino ha detto: “Bisogna rendersi conto che etichettando il bambino come malato mentale si viola il suo Diritto Fondamentale alla vita. Il suo diritto di sperimentare, crescere e sviluppare il suo pensiero responsabile nei confronti della società stessa. Con questa etichetta mentale insegniamo ai bambini che il loro comportamento deriva dalla 'malattia' e li rendiamo irresponsabili e incapaci di reagire alle loro difficoltà dato che l'etichetta li giustifica. Che cosa insegneremo ai nostri bambini: una pillola, ora e nel futuro, risolve e risolverà il tuo problema di comportamento. Questa è la vera violazione dei loro Diritti Fondamentali”.



Io continuo a vedere due problemi separati. E' evidente che esiste la malafede. La malafede delle multinazionali, la malafede dei medici e degli specialisti, e soprattutto la malafede dei genitori... perché OGGI L'IGNORANZA E' MALAFEDE, non siamo più nel medioevo dove i monaci avevano il monopolio sui pochi tomi in circolazione. Oggi informarsi è quasi sempre possibile. Un genitore che non si informa da fonti multiple, non prende precauzioni, non fa consulti alternativi, non legge e non chiede consiglio ad organi economicamente imparziali e terze parti, è un genitore irresponsabile.
Però questo è un problema a parte.
Bambini affetti da forme gravi di ADHD possono essere un pericolo per sé stessi e per i propri coetanei; inoltre a sentire i team di mezzo mondo citati anche nei documenti della difesa, è provata la correlazione statistica con comportamenti asociali, insoddisfazione lavorativa, abuso di alcool e di stupefacenti, criminalità. Senza contare le ricerche in corso sulla genetica.
E' chiaro che adottare un comportamento terapeutico preventivo è un rischio; è chiaro che da parte dei genitori devono essere prese precauzioni in merito all'accertamento iniziale e alla riconferma della diagnosi, così come in merito al supporto farmacologico e non farmacologico che viene consigliato in tali casi.
Ma mi domando, fra un salto nel buio assistito da specialisti e da genitori informati, e uno sviluppo che si sa già essere statisticamente orientato verso l'infelicità personale e la pericolosità sociale, che cosa rispetta maggiormente i diritti del bambino?
Io dico la prima opzione.
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