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La Montalcini a Bagnasco:d'accordo con i professori

Ultimo Aggiornamento: 22/01/2008 23:57
22/01/2008 11:33
 
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da www.repubblica.it/2008/01/sezioni/politica/legge-194/cei-21gen/cei-21...

ROMA - La visita di Ratzinger alla Sapienza sarebbe stata sconsigliata dalle autorità italiane. Lo dice il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che nella prolusione d'apertura del Consiglio episcopale permanente riaccende la polemica sulla mancata visita di Benedetto XVI all'università di Roma. Parole alle quali replica una nota di Palazzo Chigi: "Il governo italiano non ha mai suggerito alle autorità vaticane di cancellare la visita". Il porporato torna all'attacco della legge sull'interruzione di gravidanza ("abominevole", va "almeno aggiornata in qualche punto"), rinnova il no alle unioni di fatto e conferma le analisi più preoccupate sulla situazione italiana: "paura del futuro" e "senso di fatalistico declino", "un Paese a coriandoli".

"La Sapienza, clima di ostilità". Benedetto XVI ha rinunciato alla visita alla Sapienza su suggerimento "dell'autorità italiana". Bagnasco parla del "grave episodio di intolleranza" e del "clima di ostilità" che ha "suggerito questa amara soluzione". Una rinuncia che, "se si è fatta necessariamente carico dei suggerimenti dell'autorità italiana, nasce essa stessa da un atto di amore del Papa per la sua città".

Palazzo Chigi: "Sicurezza Papa era garantita". Palazzo Chigi affida a una nota la replica alle parole di Bagnasco. Il governo italiano "non ha mai suggerito alle autorità vaticane di cancellare la visita" del 17 gennaio. Sia il presidente del Consiglio che il ministro dell'Interno, dopo la riunione del Comitato provinciale per la sicurezza - alla quale erano presenti anche i responsabili della gendarmeria vaticana - "hanno comunicato alle autorità vaticane che lo Stato italiano garantiva assolutamente la sicurezza e l'ordinato svolgimento della visita del Santo Padre".

"194 da aggiornare". La legge sull'interruzione di gravidanza, "abominevole", "va almeno aggiornata in qualche punto", visto "il portato delle nuove conoscenze e i progressi di scienza e medicina", e visto che "oltre le 22 settimane di gestazione c'è qualche possibilità di sopravvivenza" del feto. Il presidente della Cei ribadisce la posizione già espressa dal cardinale Camillo Ruini e sottolinea: "Il fatto che a trent'anni dall'approvazione della 194 la coscienza pubblica non abbia 'naturalizzato' ciò che naturale non è, è un risultato importante, grazie a chi, come il Movimento per la vita, mai si è rassegnato". I vescovi chiedono "che si verifichi ciò che la legge ha prodotto, e ciò che non si è attivato, soprattutto in termini di prevenzione e aiuto alle donne, alle famiglie". E suggerisce che i fondi previsti dalla 194, "accresciuti da apporti delle Regioni, siano dati in dotazione trasparente a consultori e centri di aiuto alla vita".

"Italia, Paese a coriandoli". Il Paese è "sfilacciato, frammentato", "ridotto a coriandoli". E' senza mezzi termini il ritratto dell'Italia fatto dal presidente della Cei. "Bloccato lo slancio e la crescita anche economica", vede "in giro paura del futuro e senso di fatalistico declino", "sfiducia diffusa e pericolosa", manifestata "anche da osservatori stranieri". Di fronte a tale quadro, "non credo di sbagliare se dico che è l'Italia, in particolare, ad avere oggi bisogno della speranza". Quel che interessa ai vescovi, precisa, è "guardare in profondità alla crisi interiore che è in parte causa e radice della crisi pubblica" pur tenendo conto delle "testimonianze di bene che prendono forma sul territorio" e della "riservatezza e capacità di sopportazione che rappresentano un indizio di ripresa e capacità di futuro".

"No a unioni di fatto e divorzio breve". La Chiesa sostiene "la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna", per questo "si oppone alla regolamentazione per legge delle coppie di fatto, o all'introduzione di registri che surrogano lo stato civile". Da Bagnasco un secco no anche a riforme come quelle del "divorzio breve". "Conferendo diritti e privilegi alle persone conviventi - spiega - all'apparenza non si tolgono diritti e privilegi ai coniugi, ma di fatto si sottrae ai diritti e ai privilegi dei coniugi il motivo che è alla loro radice, ossia l'istituto matrimoniale. Che nessuno, a questo punto, può avere interesse a rendere inutile" o a "offuscare con iniziative, quali il divorzio breve, che avrebbero la forza di incidere sulla mentalità e il costume inducendo atteggiamenti di deresponsabilizzazione".

(21 gennaio 2008)

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Eh,se questa non e' un'altra invasione di campo,......eheheheheheh

Adesso Bagnasco si e' messo a dettare quello che si deve e quello che non si deve fare in Italia.....

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Padre Guardiano
22/01/2008 12:47
 
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re

Semplicemente anacronistico e ridicolo!!!!!

Il presidente dello sconsiglio aveva detto....ahhhhhh ahhhhh
buffone fra buffoni clericali!!!!!



omega



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22/01/2008 13:08
 
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Palazzo Chigi: "Sicurezza Papa era garantita". Palazzo Chigi affida a una nota la replica alle parole di Bagnasco. Il governo italiano "non ha mai suggerito alle autorità vaticane di cancellare la visita" del 17 gennaio. Sia il presidente del Consiglio che il ministro dell'Interno, dopo la riunione del Comitato provinciale per la sicurezza - alla quale erano presenti anche i responsabili della gendarmeria vaticana - "hanno comunicato alle autorità vaticane che lo Stato italiano garantiva assolutamente la sicurezza e l'ordinato svolgimento della visita del Santo Padre".



Appena due ore dopo l'annuncio del Vaticano che il Papa aveva rinunciato alla visita, Prodi aveva già i giornalisti davanti per spiegare che tale scelta era stata voluta dalla Santa Sede e che non era legata a nessun rischio sulla sicurezza: erano previste norme cautelative, ma erano stati interpellati perfino i servizi segreti e tutti erano certi che non ci fosse pericolo per il Papa, cosa di cui il Vaticano era GIA' stato informato la mattina precedente, essendo presente al meeting in questione.
Ho ascoltato quell'intervista personalmente al tg2, Prodi lo spiegò in modo chiarissimo (strano ma vero).
Quindi Bagnasco, come suo solito, farnetica.
[Modificato da Rainboy 22/01/2008 21:39]
22/01/2008 15:50
 
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da www.unita.it/view.asp?IDcontent=72302

Ma quale «sfilacciato», il nostro è un paese «ricco di capitale umano». E se «lo buttiamo via, obblighiamo i giovani ad andare all'estero».Il premio Nobel Rita Levi Montalcini non manda giù le parole pronunciate dal presidente della Cei Angelo Bagnasco che lunedì ha duramente attaccato il governo, accusandolo di essere il responsabile della rinuncia del Papa a partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico a La Sapienza. E ha descritto un paese distrutto, «dopo che si sono bloccati lo slancio e la crescita anche economica», dove ci sono in giro «paura del futuro e un senso di fatalistico declino». Non ci sta la Montalcini e aggiunge pure che avrebbe firmato l’appello dei 67 professori al Rettore Guarini, un documento che «approvavo completamente».

Dopo la senatrice Lidia Menapace, è un’altra donna a rispondere agli attacchi del Vaticano. La Menapace aveva giudicato «singolare» l’affermazione di Bagnasco: «I casi sono due – diceva lunedì la senatrice – o Bagnasco mente e non sta bene da parte di un cardinale, o c'era un accordo tra chiesa e governo e rivelarlo in parte è altrettanto maleducato. Se è vero - concludeva la senatrice - che il governo ha suggerito al Papa di non andare, secondo me ha fatto benissimo».

Un’altra donna contrattacca alle “invasioni di campo” vaticane. Sarà perché le ha pungolate quell’attacco alla legge 194 ha pungolato al femminista Menapace, sarà perché quell’intrusione nel mondo accademico ha innervosito la scienziata Montalcini. Fatto sta che entrambe con fermezza hanno ribattuto all’ennesima puntata di quel "caso nazionale", che è diventato la rinuncia di Ratzinger alla visita all’Università.

Questa volta anche il governo è dovuto intervenire con determinazione, a respingere le esplicite insinuazioni del cardinal Bagnasco. «Il governo italiano – ha puntualizzato Palazzo Chigi in una nota - non ha mai suggerito alle autorità vaticane di cancellare la visita di papa Benedetto XVI all'università La Sapienza di giovedì 17 gennaio scorso».
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